A colpi di maggioranza

Drammatici sistemi di voto in questo racconto di Fabio Aloisio, settimo classificato nella 126° Edizione del Contest principale di Minuti Contati con Sara Bilotti come guest star!

 
Nella testa le rintrona il rantolo di Mario, a terra con la mascella ridotta a un bignè schiacciato.
Lisa preme il grilletto con tutte le sue forze.
Il crepitio delle pistole rimbalza sui cornicioni del cortile e si moltiplica in un latrato rabbioso prima di spegnersi.
Respira a fondo: è viva. Bolzi invece crolla sul selciato e bestemmia, tamponandosi il costato con la mano. Il sangue sembra nero di seppia.
L’uomo ringhia e sventaglia l’arma contro di lei, il volto contratto dall’odio.
Un altro fragore ma sta volta la Beretta che fuma è quella di Mossi, l’amministratore dello stabile.
«Si era detto un solo colpo» redarguisce il cadavere del Bolzi. Poi annuncia: «Tra un minuto passiamo all’ultimo duello.»
Sui rami aridi degli ippocastani, disposti come soldati attorno al giardino del cortile, tornano a posarsi le cornacchie.
Gli occhi neri e affamati si sommano a quelli delle persone che affollano le finestre e i balconi del quartiere in attesa che il sipario cali su quel teatrino all’ultimo sangue.
Lisa sente le ginocchia farsi gelatina, si trascina alla panchina dove hanno coperto con un lenzuolo il cadavere di Mario.
Mossi le si accuccia vicino e sussurra: «È fortunata. Guardi chi è lo sfidante.»
Lisa solleva lo sguardo dal drappo: un ragazzino, senza neanche un pelo sotto il naso e le braccia flaccide, sta raccogliendo l’arma di Bolzi. Sotto gli occhiali spessi, un gorgo di lacrime e muco sbugiarda lo sguardo che vorrebbe essere risoluto.
«Avrà solo dieci anni!» esclama Lisa.
«È il regolamento: si va avanti fino all’eliminazione dell’intero nucleo condominiale.»
«Posso parlargli?» domanda Lisa.
«È ammesso» acconsente Mossi sventolando la mano.
Quando gli si avvicina, il ragazzino serra le mascelle.
«Mi dispiace che siamo arrivati a questo. Il regolamento condominiale…» Vorrebbe fargli capire che lo considera un compagno di sventura.
«Hai ucciso pa-papà» balbetta lui.
«E tuo padre ha fatto fuori mio marito.» Un groppo le blocca la gola. La consapevolezza che non tornerà più prorompe come una nota steccata durante un assolo. Può contare i “ti amo” che non potrà più dirgli, le rimarrà sempre impresso il sorriso “andrà tutto bene” che le aveva scoccato cinque minuti prima di morire. Non può stare senza di lui. «Spara per primo, uccidimi.»
Quando lui annuisce con sguardo bovino, Lisa torna in posizione.
Venti passi l’uno dall’altro, uno sputo di terra dove la morte viaggia in un battito di ciglia.
Mossi infila in bocca pollice e medio. Fischia.
Quando il ragazzino impugna a due mani la Colt e gliela spiana addosso, Lisa sente girare la testa e l’istinto di sopravvivenza le rinfaccia la sua stupidità. L’eco della deflagrazione si assopisce, coperto dallo strillo di dolore del piccolo Bolzi: è piegato sulle ginocchia e si stringe la mano. Il rinculo dell’arma, che giace qualche passo dietro di lui, deve avergli spaccato il polso.
Lisa non gli lascia alzare lo sguardo, non avrebbe potuto sopportarlo.
Spara. Bolzi frana a terra con un tonfo scomposto.
Mossi si avvicina al corpo: «È finita!» urla affinché tutti possano sentire.
Porge un mazzo di chiavi a Lisa: «Appartamento e millesimi di Bolzi sono diventati suoi. Finalmente abbiamo una maggioranza.»
Mentre l’amministratore prepara i documenti per la delibera dell’assemblea straordinaria, Lisa torna ad accovacciarsi vicino a Mario.