Bianchi, Rossi e al verde

Speranze seminate ai piedi dell’Albero degli Zoccoli, un futuro negato da pochi furbi che agiscono nel nome di un falso progresso. Sesto classificato nella Seconda Edizione della Quinta Era con Andrea Atzori nelle vesti di guest star, un racconto di Francesco Nucera.

 
Ivo osservava la porta a vetri che aveva davanti. Stava aspettando in coda da più di due ore, ma finalmente era arrivato il suo turno. Si era tolto la giacca verde, eppure la macchia di sudore sulla camicia bianca continuava ad allargarsi. Suo fratello l’aveva preparato: doveva solo rispondere no e avrebbe incassato il premio assicurativo.
La porta si aprì e comparve una donna. «Il prossimo» disse, voltandosi.
Ivo la seguì in un piccolo studio senza finestre.
«Lei è?»
«Ivo Rossi.»
«Si accomodi e mi dica come posso esserle utile.»
«Vorrei riscattare l’intera polizza…» disse tutto d’un fiato, sedendosi.
La donna si umettò le labbra con la lingua. «Tutta, ne è sicuro?»
«Purtroppo ho un tumore e sa com’è, le spese sono tante.»
«Comprendo. L’INPSP sarà felice di darle quanto le spetta.» La donna iniziò a digitare su una tastiera.
«Lei ha sessantotto anni?»
«Sì.»
«E gliene mancano solo dieci alla pensione?»
«Già.» Una goccia di sudore gli cadde dalla fronte sui pantaloni rossi.
La donna tornò a guardarlo, frugò sotto la scrivania ed estrasse un cartoncino rettangolare. «Sa che raddoppiando il premio può cancellare il suo debito di nascita?»
«Me ne hanno parlato, ma so anche che se perdo non avrò più dritto al premio.»
«Esatto, però potrebbe uscire da quella porta ed essere Tax Free
Ivo deglutì a fatica. Doveva dire di no, lo sapeva, ma se avesse vinto…
Scosse la testa e guardò il Gratta e raddoppia, da qualche parte aveva letto che aveva più del cinquanta per cento di possibilità di trovare le tre facce del Presidente della Repubblica.
«Non ci pensi troppo, è un occasione unica…»
Ivo allungò la mano, senza tasse avrebbe potuto permettersi anche un cellulare nuovo.
 
Pippo avanzava tranquillo sulla sua FIAT Sogno. L’aveva appena ritirata dalla concessionaria e filava che era un piacere.
Azionò i tergicristalli e decelerò all’altezza del semaforo verde, la prudenza non era mai troppa, soprattutto con la pioggia. Osservò le persone alla fermata dell’autobus e la sua attenzione fu attirata da un uomo con un buffo vestito tricolore. Sorrise, si accentrò per evitare una pozza e accelerò. Una macchia verde gli passò davanti. Premette il freno, ma impattò contro qualcosa che ruzzolò sul tettuccio. L’airbag esplose.
Tramortito, scese dall’auto e si trovò al centro di un capannello di persone. Le voci attorno a lui si sovrapposero.
«Era con me alla fermata. Non so cosa gli sia preso…»
«Certo che però la gente qui corre troppo…»
«Ma quello è Ivo!» urlò una donna.
Pippo si fece largo tra i curiosi e vide l’uomo tricolore sdraiato a terra, un piede accanto alla fronte e l’altro piegato dietro la schiena.
Barcollò all’indietro e si rimise in macchina. Un beep lo riscosse.
«Signor Bianchi, la centralina ha emesso il segnale di SOS. Ci risulta che ha avuto un sinistro. Le stiamo inviando un’ambulanza e una pattuglia. Lei attenda in auto e nel frattempo valuti la possibilità di raddoppiare la sua polizza. In caso di vittoria, la Xara sarà felice di pagare anche i danni subiti dalla sua vettura.»