Blu

«Il nostro unico nemico è il tempo…»
«Cosa? Come dici papà?»
«Niente, scusami, stavo citando il titolo di un libro che ho letto da giovane.»
«Ah. Qui è bellissimo come dicevi tu, è tutto così enorme. Ma ho freddo, papà.»
«È colpa del blu, è un colore freddo. Guardati attorno: enormi montagne blu, praterie blu che si estendono fino a dove gli occhi possono vedere.»
«Vedo delle onde che sfrecciano veloci in quelle distese.»
«È il vento che muove il grano blu.»
«Ma il grano non è blu da noi!»
«No, ma qui sì, figliolo.»
«Ah, e la mamma si trova laggiù?»
«Sì, dietro quella duna a forma di piramide; non riesci a vederla?»
«No, non mi pare, ma qui c’è così tanto spazio.»
«Già, prova a voltarti verso destra… bravo, poi a sinistra, ecco così. Cosa vedi?»
«Mi gira la testa!»
«Sì, hai visto che mondo fantastico che ci aspetta? Te l’avevo promesso: la nostra nuova casa sorgerà tra campi di frutta e prati pieni di animali che ci aiuteranno a vivere come nelle favole.»
«Che bello! Ma ho sempre freddo, e non riesco a vedere la mamma…»
«Tranquillo, la mamma ci ha preceduto, lo sai che lei ha la passione dei fiori, no? Pensa solo a quante api ci vogliono per tutti quei fiori blu che ci sono laggiù!»
«Quindi quelli sono tutti fiori?»
«Sì, tutti. E la mamma sta lavorando per noi, così quando arriveremo da lei avremo una casa circondata da milioni di boccioli.»
‘La mamma è solo un po’ più avanti rispetto a noi,’ pensò il padre, ‘solo un po’ più avanti…’
«E tanto miele!»
«Certo, hai ragione, se ci sono tante api!»
 
«Papà, in questo momento è difficile distinguere il cielo dalla terra blu, sembra tutto unito.»
«Vero, è il momento delle prime stelle; guarda su…»
«Ci sono dei puntini bianchi e si riflettono anche sulle montagne. Papà non sento più le gambe.»
«Mi pare ci sia un’antica leggenda in cui si narra che alcune stelle vanitose, per specchiarsi nel mare, siano cadute in trappola nell’acqua, e così ogni notte possiamo vederle nel fondo dell’oceano. Muovi le gambe come se volessi camminare. Ecco così, bravo!»
«Papà, ma ci sono anche delle ombre nere che si muovono sul fondo, non capisco cosa sono.»
«Sono pesci molto grandi, ma molto buoni, che controllano i fondali e tengono lontani i pesci cattivi.»
«Gli squali?»
«Anche, ma ci sono anche le balene e i pesci pagliaccio.»
«I pesci pagliaccio?»
«Sì, sono dei pesci che ti fanno il solletico e ti fanno morire dal ridacchiare!»
Per la prima volta il bimbo si mise a ridere scoprendo i denti bianchi illuminati dalla Luna crescente.
 
«La mamma si arrabbierà a vederci così bagnati?»
«No, la mamma capirà e anzi ci farà una festa con tanti dolci e caramelle.»
«E palloncini! E quaderni da colorare con tante matite!»
«Già, bravo!»
«Ma la nave piena di luci sfavillanti da che parte arriverà?»
«Da quella parte.» rispose il padre indicando un punto a caso dell’orizzonte infinito e vuoto.
«Ho tanto freddo, papà!»
«Vieni più vicino; dai non ti preoccupare, ci sono qui io e non ti lascerò mai.»
Haamid abbracciò ancora più forte il figlio Aamir, mentre con l’altro braccio si teneva sempre con meno energia a una tavola di legno marcia.
 
‘No, il problema non è solo il freddo,’ pensò tra sé e sé il padre, ‘ma i soccorsi che non arrivano, la fame che incombe, la notte gelida che ci soffoca con le sue mani di ghiaccio. Ormai abbiamo così poco tempo io e te…’