Contributo speciale

« Settantasette, giallo, fila B, repertorio 24, sportello 32 » annunciò l’altoparlante.
La piccola folla di settantenni sparsi in attesa sulle poltroncine della sala si agitò come spinta da una folata di vento. Un fruscio di domande riempì l’ambiente:
 Ha detto 67? Che fila? Repertorio 44? Ah cavolo io ho l’arancio, o è giallo, guardi un po’…
Marco impiegò 2 secondi per capire che era il suo turno e, stringendo a se la cartellina dei documenti, attraversò lo spazio che lo separava dallo sportello con tutta la velocità che le sue anche gli consentivano.
L’impiegato, molto giovane, azzimato, di bell’aspetto, gli indicò la sedia.
« Si accomodi prego e mi dica ».
Marco prese posto, aprì con qualche impaccio la cartellina e ne trasse dei fogli trattenuti da un fermaglio.
« È per la domanda di pensione, ecco qui ».
Spinse i fogli nello spazio sotto il vetro antiproiettile che li separava.
L’impiegato rimosse con noncuranza il fermaglio e cominciò a scorrere i fogli. Lesse con una certa attenzione tutte le pagine e infine annuì.
« Bene, la domanda è a posto, ora i pagamenti ».
Marco estrasse dalla cartellina, uno alla volta, il resto dei fogli, e li passò all’impiegato che man mano annuiva, spuntando una lista sul suo terminale.
« Bollo per autentica… »
« Tassa regionale… »
« Tassa comunale… »
« Diritti di calcolo e ricalcolo… »
« Addizionale aggiunta… »
« Imposta di solidarietà solidale… »
« Contributo automazione… »
« Contributo semplificazione… »
« Compensazione impronta eco… »
« Finanziamento volontario sistema politico… »
« Anticipo tasse… »
« Conguaglio posizioni debitorie verso enti pubblici… »
« Contributo de-burocratizzazione… »

« Ecco qui, Tassa solidarietà catastrofi – disse Marco passando l’ennesimo foglio – con questo ho finito ».
L’impiegato ricontrollò tutto una seconda volta, poi fissò Marco negli occhi per qualche secondo, le labbra serrate in una smorfia di fastidio.
« La pratica così com’è non la posso mandare avanti, manca una pagamento».
Marco fece un piccolo sobbalzo, smarrito.
« Qua… quale pagamento? »
« Il contributo speciale eliminazione corruzione! »
« Oh, cavolo, mi scusi » Marco frugò nelle tasche e n estrasse un foglio un po’ sgualcito. « Ecco guardi, pagato stamattina qui allo sportello riscossioni, mi ero dimenticato di riporlo, mi scusi ancora. »
L’impiegato controllò anche quel pagamento borbottando.
« Questo è importante eh, non vorrà mica tornare a vent’anni fa quando per qualsiasi pratica prima di parlare con un impiegato dovevi mollargli una bustarella? »
Marco scosse la testa con convinzione.
« Una volta, se non pagavi – continuò l’impiegato con fervore – ti potevi scordare che la pratica venisse lavorata. Bene, comunque ora la pratica è completa. »
Raccattò tutte le carte, le inserì in un portadocumenti trasparente, vi applicò il numero di protocollo e lo mise in cima a un notevole mucchio di altre pratiche sulla sua sinistra.
« Può andare, riceverà messaggi sul suo comunicatore individuale man mano che la pratica verrà avviata ai vari passi di lavorazione. »
Marco fece per alzarsi, poi si bloccò.
« E quanto pensa che ci vorrà? »
« Eh, questo dipende dal carico di lavoro dell’ufficio e da altri fattori che sono al di là del nostro controllo diretto… » Indicò la pila alla sua sinistra. « Vede quanto ne abbiamo prese di pratiche da lavorare solo oggi? »
Il viso di Marco si fece scuro.
« Ma io avrei una certa urgenza, ho degli impegni finanziari da affrontare… »
L’impiegato allargò le braccia, poi venne colto da un pensiero improvviso.
« Be’, se c’è urgenza, voglio dire, una giustificazione seria, si potrebbe avviare la pratica come urgente » e dicendolo indicò un mucchietto minuscolo di pratiche alla sua destra. « Certo c’è da pagare il diritto di lavorazione urgente e improrogabile…  Ma sono solo 100 crediti alla fine ».
Marco si rasserenò.
« Ma questo è ottimo, se mi dà il modulo vado subito a pagare? »
« Ma no – fece l’impiegato a bassa voce, avvicinandosi al vetro – può pagare direttamente me, così non perde tempo. »
Troppo buono, pensò Marco, troppo buono.
E mise mano al portafogli, quello di una volta.