Due maglie rosse

Ciclismo, sport di eroi… e di antieroi. Quarto classificato nella 113° Edizione di Minuti Contati con Federico Guerri come guest star, un racconto di Filippo De Bellis.

 
Ornelio Scoppi, classe 1901, professione manovale. Specialità: passista scalatore. Più passista però, nel senso che quando era stanco scendeva dalla bici e andava a piedi. Armand Nuvolière, classe 1906 – stando al passaporto francese palesemente contraffatto- senza fissa occupazione. Specialità: fuga dalle gazzelle della polizia.
Il Fato – lo stesso che ha voluto ruota a ruota Coppi e Bartali – li fece vicini di villeggiatura in Piemonte nell’estate del 1954. Avevano due cose in comune: la smodata passione per il ciclismo e la totale inattitudine a qualsiasi forma di competizione. Scoppi era stato capace di arrivare ultimo alla manifestazione “corsa campestre over 80”, dove ottanta non erano gli anni ma i chili. Armand era ancora atteso al traguardo di una Lione-Champagne del 1951.
L’estate del 1954, gli organizzatori della tre giorni Groscavallo – Cuneo decisero di assegnare un premio alla “maglia rossa”, cioè al ciclista che per ultimo avrebbe tagliato il nastro rosso d’arrivo. Scoppi e Nuvolière si iscrissero.
La sera prima della partenza, sfruttando le conoscenze del mestiere, Nuvolière si manomise i freni in modo tale che la sua bici sembrasse stabile fino a metà gara e poi alla prima montagna franasse rovinosamente.
Scoppi si portò otto panini con la mortadella e otto col prosciutto crudo, così da aumentare in maniera controllata il peso in salita.
Gli organizzatori l’avevano pensato come premio di consolazione. Mai si sarebbero immaginati che qualcuno potesse correre per perdere. Ma quando videro dall’alto alla partenza uno sciame di api saettanti staccare due puntini lenti lenti, capirono di avere fatto una stronzata.
Scoppi partì a razzo rispetto a Nuvolière, che subito pensò: troppo facile! Ma giunto alla fine di un rettilineo in cui era arrivato a toccare i cinquanta in discesa, Scoppi piantò una frenata da tornare indietro nel tempo gridando: “Ti vo’ in culo francese!”
Nuvolière fu costretto a superare. Ma avendo bevuto per tattica otto litri di acqua minerale “Depùre”, si fermò per pisciare ogni cinque minuti.
Si sorpassarono centinaia di volte a suon di diti medi e “mèrde”. La bici di Nuvolière puntualmente a metà strada si sgretolò e ci vollero tre giorni per ripararla. Scoppi per recuperare tempo fece la “strada lunga”, che passava da Genova.
Con tre settimane di ritardo arrivarono a sfiorare con la ruota il nastro rosso. Tutti e due insieme, testa a testa, come Coppi e Bartali, però fermi da questa parte del traguardo. La gara divenne di nervi e resistenza fisica. Si dice che Nuvolière abbia perso sette chili, Scoppi ne abbia presi quindici.
Dopo un mese dovettero spostarli con la forza, perché di lì a poco da quel punto sarebbe dovuto passare il Giro d’Italia, con gli eroi veri.
Scoppi sostenne di aver vinto lui perché Nuvolière era più magro e quindi di sicuro avevano spostato prima lui. Il francese a sua volta disse che Scoppi con la sua circonferenza aveva tagliato il traguardo già da metà tracciato. Alla fine, non riuscendo a stabilire con certezza chi fosse arrivato ultimo, gli organizzatori decretarono l’ex aequo. Due maglie rosse.