
Comincia timida. Un pesca tenue che si scolora in lilla e riempie il buio d’incertezza.
La osservo da questa finestrella da ormai una settimana. Da quando il pensiero del Maligno non mi dà requie. Mi toglie il sonno. I sogni. La fame. Gli avanzi di cibo imputridiscono sul pavimento sporco di piscia.
Ero un uomo di Dio. Sono un animale.
E così attendo le albe. Le albe sono la prova.
Quando il Diavolo si propone di tentarti con le sue insinuazioni è più subdolo di una serpe e, come questa luce fioca nel nero della notte, si espande nei pertugi che la tua fede granitica non sapeva di avere. Ma io lo sconfiggerò. Me ne libererò.
Stringo il cilicio sotto il saio ancora un poco. Il dolore mi si irradia nella coscia e mi distrae il tempo del fiato che sparisce.
Un lunghissimo fiato di sollievo dai pensieri con cui il Demonio costruisce la mia prigione.
Ma dura poco.
Il Maligno non mi dà requie.
Il lilla si illumina, lento e indifferente, e sposta la notte più a Ovest.
Il nuovo giorno.
Un’altra alba.
Ancora un grazie a Dio.
Dovrebbe essere una prova. E allora perché dubito? Cosa è questa angoscia che mi strangola e mi sale nella gola?
Stringo il cilicio. Faccio il segno della croce. Perdonami Padre. La preghiera terrà lontano i pensieri peccaminosi. Chiudo gli occhi e la penso. Stringo una a una le parole che la compongono nella mia testa.
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. La Tua volontà. La Tua, solo la Tua. In Cielo. In Terra. Nella casa che hai donato ai tuoi prediletti. A tua immagine e somiglianza, noi uomini così imperfetti e così amati. In questa Terra che è il centro di tutte le cose.
Il sole si alza appena oltre l’orizzonte e le ombre s’infinitano verso Occidente.
Sono il buio che viene ad afferrarmi, a prendermi, a mangiarmi e mi inghiotte per sempre.
Poiché il Sole rimane fermo, ciò che sembra un moto del Sole è dovuto al moto della Terra.
Con questa frase il Demonio è entrato in me. Perdonami Padre, perdonami perché ho peccato. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Tengo gli occhi fissi verso Est. Quasi non sbatto le palpebre: è lì la prova. Arriva da lì il Sole, che ci gira intorno, a noi che siamo a Tua immagine e somiglianza.
Sorge ogni giorno. Tramonta prima d’ogni notte. Ma allora perchè il dubbio s’impossessa di me e le ombre mi arrivano addosso e mi entrano dentro?
La piazza è gremita. La gente urla. Da qui sembrano così piccoli e sciocchi questi esseri che tu hai creato perfetti e unici, a Tua immagine e somiglianza, padroni del Creato.
Il sole s’alza ancora un poco e le ombre si accorciano d’un palmo.
Una luce diversa si erge al centro della piazza. Il fumo l’affievolisce, ma presto sovrasterà l’alba fino ad offuscarla.
Questa luce dal colore di tramonto che mette fine all’eresia.
Un puzzo di carne bruciata arriva fino sotto alla mia finestra e si mescola a quello del cibo marcio, della piscia e delle piaghe incrostate sulla coscia destra, che s’intrecciano con quelle nuove.
Poiché il Sole rimane fermo, ciò che sembra un moto del Sole è dovuto al moto della Terra.
Nella mia testa, di nuovo, quelle parole. E quel Sole che sorge mi uccide. Non è più la prova, è il dubbio. Non siamo noi i più amati? E quello che brucia lì sotto, nella piazza gremita di gente, ti ha amato o ti ha capito, Dio mio che forse non esisti più? e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.
Liberami dal male.
Amen