Ritorno a casa

I desideri sono tali fin quando tali rimangono. Vincitore della SPECIAL MONSTERS EDITION, un racconto di Erika Adale.

 
Durante il viaggio Milly aveva tenuto la musica dell’autoradio al massimo, così da intorpidire i pensieri. Si era fermata solo una volta, il tempo di scolarsi un paio di bicchieri di vodka, mandare giù qualche pillola e zittire così le voci che le sibilavano nella mente. Era andata in bagno, aveva fatto pipì e si era ridata il rossetto sulle labbra turgide. All’uscita il barista le aveva fatto l’occhiolino, lei si era pulita la bocca con il dorso della mano e aveva allungato il passo verso la macchina. L’aveva riconosciuta? Sì, era possibile. I film con Milly Fur erano in vendita nei sexy shop di tutto il paese, per tacere della vendita on line.
Anni prima aveva espresso il desiderio di diventare famosa ed era stata esaudita: mezza Italia conosceva il suo corpo nudo e l’aveva scrutata durante ogni possibile contorsione erotica. C’era sempre qualcuno che le rivolgeva uno sguardo d’intesa, un gesto lascivo, un’esplicita offerta sessuale. Sentì di avere accettato troppe occhiate, troppe mani, troppi soldi.
Inghiottì un rigurgito acido di alcool e risalì in auto. Guidò, intontita dalla vodka e dalla musica, fino alla strada che la conduceva al suo paese.
Quando vide le montagne spense la radio, abbassò il finestrino e respirò a pieni polmoni l’aria della sera. Per una volta doveva essere tanto forte da tollerare la lucidità.
Raggiunse il piccolo lago della sua infanzia, incastonato nel granito prealpino. La stagione turistica non era ancora iniziata, non vi era nessuno nel prato dove tante volte si era attardata a giocare.
 
«Milena, sta attenta all’anguana che esce dal lago e ti porta via» le gridò la madre, vedendola avvicinarsi all’acqua.
«Voglio vedere se è più bella di me» disse la bimba.
«L’anguana condanna le bambine vanitose a riempire d’acqua un cesto di vimini, finché non capiscono.»
«Capiscono cosa?» rispose irritata.
Quante volte Milena aveva sentito quelle parole. Ma si raccontava anche che la ninfa del lago esaudisse i desideri. La piccola approfittò della distrazione della mamma, che chiacchierava con le amiche, e si avventurò su un masso che sporgeva sul lago. L’acqua era verde e immobile, luminosa nei raggi del tramonto. Vi si specchiò ma, a mano a mano, vide i propri occhi allungarsi come quelli di una gatta, le labbra gonfiarsi, i capelli trasformarsi da spaghetti spettinati a chioma sontuosa.
La bimba incantata osservò la creatura emergere dall’acqua e ne ascoltò la voce.
«Cosa desideri, Milena Furlan?»
«Essere bella come te e diventare famosa.»
Milena allungò una mano e l’anguana lanciò un grido atroce: la piccola cadde in acqua. La ripescarono incosciente, semiaffogata. Per una settimana delirò per la febbre, invocando l’anguana con voce stridula.
 
Milly tolse le scarpe con il tacco e si inerpicò sul masso erratico di anni prima.
Come allora, il lago era placido e lucente. Si specchiò e rivide il volto di quella sera. Con la chirurgia plastica aveva limato il naso, modificato gli occhi, gonfiato le labbra fino a ottenere il viso che aveva incantato la sua infanzia.
«Esci fuori, maledetta» ringhiò in direzione della propria immagine.
Un’onda increspò la superficie del lago.
«Sto impazzendo» pensò e lanciò un lungo grido stridulo.
Il volto fremette ed emerse dall’acqua.
«Cosa vuoi, ora, Milly Fur?»
«Ho raccolto abbastanza acqua con un cesto. Tornare Milena.»
Le labbra dell’immagine si assottigliarono, gli occhi tornarono tondi e ingenui. I capelli si appiattirono, il trucco sparì dalle gote.
Milena sorrise e allungò una mano verso l’acqua, aspettando il grido atroce dell’anguana.
 
Il cadavere di Milly Fur, celebre attrice pornografica, fu rinvenuto alcune settimane dopo nel lago vicino al suo paese natio. Nonostante la notorietà, a causa della permanenza in acqua, il riconoscimento della salma avvenne con grande difficoltà.

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