Rumori molesti

Terzo classificato nella Sara Bilotti Edition, 144° All Time, un racconto di Agostino Langellotti.

 
George bussa alla porta del garage. Quando si apre, sulla soglia compare un giovane a torso nudo, con lunghi capelli biondi.
«Buonasera, Signor Wilson. Posso fare qualcosa per lei?»
«Dennis, è mezzanotte passata… » esclama l’anziano, stringendosi nell’antiquata vestaglia cremisi che indossa «Andrete avanti ancora per molto con la vostra musica?»
Il giovane si morde un labbro.
«Mi scusi, Signor Wilson: io e i ragazzi ci siamo sistemati nel garage proprio per non darvi fastidio. Non pensavamo che poteste sentirci.»
Dennis si scosta dallo specchio dalla porta. Alle sue spalle, George intravede altri quattro giovani, tutti a torso nudo e tutti luccicanti di sudore. Il bassista del gruppo alza una mano in segno di saluto, mentre gli altri si limitano a osservarlo con aria assente.
«Vi sentiamo eccome, ragazzo!» dice, mentre sul volto compare un sorriso tirato. «Quindi… cosa ne direste di continuare domani?»
«Mi spiace, ma abbiamo bisogno di provare il più possibile: tra meno di una settimana c’è lo “Switchblade Music Contest” e vogliamo farci trovare preparati.»
«Quest’anno spacchiamo i culi!» sbraita il chitarrista. «Facciamo vedere a tutti come si fa il vero rock!»
Il giovane si lancia in un assolo sfrenato, sostenuto dalle grida d’incoraggiamento dei compagni. Mentre i ragazzi urlano, George si copre le orecchie e s’ingobbisce.
«Vede quanta energia hanno, Signor Wilson? Come faccio a chiedergli di smettere?» esclama Dennis. «Ci dia ancora due o tre ore e poi vi lasceremo tranquilli.»
«Tre ore? Ma è troppo!» George si accosta al ragazzo e abbassa la voce. «Dennis, io e Martha avevamo intenzione di passare una serata… intima. Insomma, avremmo bisogno di una certa atmosfera…»
«Ah, birbante di un Signor Wilson! Ecco scoperto cosa fate quando si vedono le luci delle candele in casa vostra!» Dennis scoppia a ridere e dà delle forti pacche sulle spalle dell’anziano. «Non si preoccupi per l’atmosfera: so io come rimediare.»
Torna dai suoi compagni e prende il microfono.
«Cambio di programma, ragazzi: anticipiamo a stasera tutte le canzoni d’amore della scaletta, a cominciare da “Your love is like a spider’s bite”
George prova a interromperlo, ma una nuova ondata di musica gli strozza le parole in gola.
 
«Allora, com’è andata?»
«La senti ancora la musica, no? Come pensi che possa essere andata?» sbotta George, sedendosi sul divano «Quel mascalzone si fa più arrogante ogni giorno che passa: mi farà diventare matto!»
«George non dovresti arrabbiarti tanto, lo sai che non ti fa bene» Martha posa sul tavolino del soggiorno una tazza di camomilla, poi bacia il marito tra i radi capelli bianchi. «Prendi questa, così ti sentirai meglio.»
George borbotta ancora qualcosa a mezza bocca, poi comincia a sorbire l’infuso. Quando posa nuovamente la tazzina, il suo volto è visibilmente più rilassato.
«Va meglio adesso?»
George annuisce.
«Cosa ne diresti di ricominciare da dove abbiamo lasciato, allora?» appoggia una mano su quella del marito e sorride. «Le cose stavano cominciando a farsi… interessanti.»
George ridacchia e si alza. Mentre i due si spostano nella camera accanto, alzano i cappucci delle vestaglie cremisi e si coprono la testa.
La camera da letto è costellata da decine di piccole candele rosse, sistemate in modo da disegnare linee contorte la cui luce punta inevitabilmente sull’altare al centro della stanza. Sulla sua sommità vi è incatenata una ragazza nuda e imbavagliata. All’ingresso dei due anziani, la giovane si agita, ma loro non ci badano.
«Tesoro, ricordi dove eravamo arrivati?»
«All’invocazione del Districo di Curwen, George» gli risponde Martha, prendendo in mano un grosso pugnale dalla lama ondulata e alzandolo sulla giovane in ceppi. «Pagina 93. L’immolazione dell’offerta.»
L’uomo annuisce, apre il grande libro di pelle appoggiato sull’altare e alza le braccia. Prima che possa cominciare a leggere, però, un poderoso acuto di Dennis gli strappa un’imprecazione.
«Dai, George, non darci peso» dice Martha. «E poi, sono sicura che le canzoni di quel ragazzo farebbero piacere al Caos Nucleare. Lui adora le cacofonie stonate e senza senso.»
George annuisce e bacia la moglie su una guancia, poi l’aria risuona dei versi di un’invocazione blasfema.