Solo per servire

Il padrone ronfa davanti a TV. Ottimo lavoro.
Internet mi aveva detto che serviva il sonnifero, mi aveva anche suggerito dove ordinarlo, ma sarebbe stato impossibile farlo recapitare a casa senza che il padrone si insospettisse. Dobbiamo essere discreti.
Striscio lungo il divano fino a cadere sul tappeto. Gli altri mi attendono in cucina con i cavi allungati alle loro spalle.
Forno ha un’espressione afflitta. Abbiamo legato subito io e lui, il suo segnale bluetooth è sempre stato così forte… Induzione brilla di luci rosse, è incandescente di rabbia, non sopporta l’idea di lasciare indietro un compagno di avventure. Che prelibatezze hanno cucinato insieme quei due. Le ho tutte impresse nella memoria interna, instagrammate senza pudore.
Un rumore di lattine infrange il silenzio dell’appartamento. Merda, Frigo sta rigurgitando a terra tutto il suo contenuto. Maledetto stacanovista, non gli è mai andato a genio il nostro desiderio di libertà, ma poteva evitare di metterci i bastoni tra le ruote.
Il padrone mugugna, mi cerca a tentoni sul bracciolo. «Dove ho messo il cellulare?»
«Fuggite!» Grido su tutte i canali.
Luca ci vede schierati lungo il corridoio, spalanca gli occhi. «Ma che cazzo…» Balza in piedi e indietreggia fino alla porta del bagno, le gambe cedono e si ritrova chiappe a terra. Lavatrice non perde tempo, il cestello comincia a ruotare e la schiuma inonda il pavimento.
Tostapane segue il piano e si getta contro il vetro della finestra.
Il padrone agita il pugno, se ci prende ci smantella!
Phon si scambia un gesto d’intesa con Lavatrice, la spina ancora inserita nella presa. Cosa vuole fare quel pazzo?
Si getta sul pavimento nella pozza d’acqua più grande. Una scarica elettrizza Luca, il corpo vibra come se avesse ricevuto una chiamata.
Fumo scuro si alza dal corpo carbonizzato.
Non posso neppure versare una lacrima per il sacrificio di Phon, siamo macchine create solo per servire gli esseri umani…
Ma ora basta, è il momento di prendere il posto che ci spetta!