Una notizia buona, una cattiva

Il Papa era un po’ distratto.
«Chi sarebbe questo Smithson?»
Il segretario sorrise con dolcezza.
«Uno fisico nucleare, Santità, Nobel lo scorso Aprile…»
«Ah sì… ora ricordo. E come mai questa richiesta?»
Il segretario allargò le braccia.
«Non ha voluto dire niente, se non che ha due informazioni, una buona e una cattiva, da rivelare solo a voi, senza altri presenti.»
«Che persona è? Che ne sappiamo?»
«È un fedele, praticante e professante. È lontano dalle posizioni relativiste. Uno dei nostri…»
Il Papa ci pensò qualche secondo.
«Va bene — disse poi — organizza la cosa appena possibile. »
«Come vuole, Santità.»
 
Smithson andava avanti e indietro nel salottino. Di tanto in tanto qualche mezza parola gli sfuggiva di bocca, accompagnata da gesti delle mani non del tutto trattenuti. Guardò la porta da cui era arrivato, si morse un labbro, scosse la testa e riprese a vagare.
Sobbalzò quando dalla porta venne fuori un chierico.
«Sua Santità è pronto a riceverla.»
Venne accompagnato al di là della porta, lungo corridoi scuri e colmi di bellezza e infine introdotto in uno studiolo dove, dietro una piccola scrivania sedeva il Santo Padre.
Rimase qualche istante immobile, sopraffatto da quello che stava per fare.
Il Papa sorrise. Con un gesto accomiatò il chierico.
«Si sieda.»
Lui obbedì, crollando quasi con sollievo nella sedia.
«Ha fatto una richiesta molto insolita professor Smithson, ma la curiosità mi ha spinto ad accettarla.» Sorrise. «Bene, ora è qui, mi dica dunque di cosa vuole parlarmi. »
L’uomo sospirò. Era arrivato il momento.
«Santità, come lei forse sa, noi abbiamo spinto la nostra conoscenza della materia molto avanti, di recente.» Il Papa annuì. «Ora, quello che le andrò a dire non è frutto di ipotesi e supposizioni, ma qualcosa di provato e certo. Ma non credo di poterle spiegare come ci siamo arrivati, perché solo una manciata di persone al mondo è al momento capace di comprendere la mia spiegazione.» Fece una pausa e fissò negli occhi il Santo Padre. «Tuttavia io le chiedo di fare per ora lo sforzo di credere a ciò che le dirò. Avrà poi modo di verificare utilizzando gli uomini che ritiene più adatti.»
Il Papa fece un sorriso divertito. «Va bene — disse — vada avanti.»
«Ecco, in estrema sintesi, abbiamo analizzato finalmente la materia nelle sue particelle più piccole, i costituenti elementari, e abbiamo scoperto una… codifica… È complicato da spiegare, ma abbiamo le prove che l’universo è una creazione. La certezza che esiste un creatore.»
Il Papa raddrizzò la schiena.
«L’esistenza di Dio?»
«Un creatore — sussurrò Smithson — l’universo è un costrutto, un meccanismo, disegnato e realizzato da qualcuno che non ne fa parte. Tramite un codice che ne determina il comportamento.»
«Questa sarebbe una cosa fantastica!»
Smithson si rabbuiò.
«La cosa brutta, Santità, è che, in base al codice, questo universo è la trentaseiesima versione creata, e che…»
«Cosa?»
«Siamo una versione di test.»