Viridavirus

L’uomo in camice bianco sembrava la caricatura dello scienziato pazzo. Occhi spiritati, capelli lunghi e spettinati, insomma un quadro per niente rassicurante. D’altra parte trattare con lui era l’unico modo che aveva per raggiungere il suo obiettivo.
«Ha portato i soldi?»
Argo allungò il microchip vCoin sul tavolo sporco. A quella vista il medico mostrò un sorriso sdentato, passò il chip sul ricettore e annuì soddisfatto.
«Bene, bene, ecco il suo certificato di vaccinazione.»
Argo lo raccolse e se ne andò senza salutare. Gli sembrò di sentire il vecchio sghignazzare, ma fece finta di niente. La sua era la sesta generazione di novac e non sarebbe certo stata l’ultima.
 
###
 
L’addetto all’imbarco alzò gli occhi dal terminale e lo squadrò di sottecchi.
«Non risulta la vaccinazione» sibilò querulo, con l’aria di chi ha beccato un bimbo con le mani nella marmellata.
«L’ho fatta questa mattina» rispose Argo, e aggiunse “brutto stronzo” tra sé e sé. Consegnò il chip all’impiegato e per un attimo gli venne il dubbio che il vecchio medico corrotto lo avesse fregato. Ma il terminale emise un bip rassicurante e l’addetto, non troppo felice del risultato, glielo restituì.
«Può andare, buon viaggio.»
Argo si trattenne dal gioire apertamente, ma ribolliva dentro. Ci era riuscito, sarebbe partito.
 
###
 
Quando lo svegliarono aveva ancora un pizzico di quell’euforia in corpo. Nei giorni che li separavano dallo sbarco reagì bene alla procedura di riabilitazione psicofisica. Alla fine si sentiva in forma come non mai e non certo per merito del super vaccino, come continuavano a ripetere, visto che non lo aveva fatto.
All’arrivo ci sarebbe stata una specie di cerimonia di benvenuto, spiegarono loro come si sarebbero dovuti disporre una volta a terra e come si sarebbe svolta la cosa. In tutto un’oretta, poi sarebbe stato libero di fare quello che voleva. Non vedeva l’ora. Avrebbe lasciato passare qualche mese, poi avrebbe gridato al mondo la verità, sputtanando finalmente l’industria farmaceutica che viveva sulle spalle della gente grazie a quell’inutile vaccino.
Non ci sarebbe voluto molto.
 
###
 
Li fecero scendere in fila per due, per poi disporsi sul piazzale in una specie di formazione militaresca, non troppo ordinata ma tutto sommato decente.
Di fronte a loro le autorità locali, il capo della colonia, qualche militare, il responsabile della sicurezza sociale.
Fu proprio quello che venne dritto verso di lui tra il mormorio dei presenti.
«Un altro coglione che non si è vaccinato» gli disse, senza mezzi termini.
Argo si chiese come avesse fatto a sapere. Forse il vecchio dottore alla fine era davvero uno spione. Ma non aveva importanza, sarebbe stato meglio aspettare, ma ormai era lì, aveva dimostrato che il vaccino non serviva.
«Sì, non mi sono vaccinato» strillò «eppure non mi è successo niente!»
Il militare scrollò la testa e, ripetendo un gesto che doveva essergli usuale, estrasse uno specchio e glielo porse.
Per un paio di secondi Argo non capì, poi si guardò. Nello specchio vide la sua faccia, nello stessa occhiata vide le sue mani.
L’uomo di fronte a lui annuì. «Eh sì, la sua pelle è verde, non è un trucco, si tratta di un batterio locale, e non c’è cura. Ringrazi il cielo che non ha altri effetti, e benvenuto su Marte.»