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La penombra e l'ansito

Inviato: giovedì 9 febbraio 2017, 22:41
da Hitherto
Sono nata e faceva molto caldo.
Mentre la mia coscienza si gonfiava in ogni direzione il mio corpo sbocciava. Giacevo poggiata su una superficie quasi del tutto liscia.
Sono cieca. Durante la mia esistenza ho provato sensazioni estreme. Quasi subito dopo la mia nascita mi sono sentita scivolare lungo una curva sottile ed elegante. Sono nata su un corpo in movimento. Erano dei movimenti ritmici, sinuosi, quasi felini. Sentivo qualcuno che ansimava.

Sono nato di sera, faceva molto caldo.
Sono sordo. Quando sono nato, percepivo solo il mio corpo che scivolava lungo un torace irto di peli scuri. Credevo che avrei cessato di esistere ma altre molecole d’acqua mi rifornivano nonostante lasciassi una scia. Ho alzato lo sguardo e l’ho vista: un’altra goccia stava scivolando come me, ma su un corpo di donna che si muoveva sul corpo su cui sono nato. La goccia scendeva dal collo della donna sul suo seno, poi sul suo addome teso. Il torace su cui mi trovavo sussultava e vibrava. Sapevo che ci saremmo incontrati lì dove finiva la pendenza.

Sono nata in un attimo e faceva molto caldo. Mi trovo nel punto più declive dell’unione di due corpi. Mi sembra che la mia coscienza non sia unica, ma derivi dall’unione di altre due. Ho sentito due gemiti intensi e poi più nulla, la penombra e l’ansito.

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: venerdì 10 febbraio 2017, 14:02
da Kuranes
Qualcuno ti ha detto male perché "è più poesia che racconto", io dico che chi scrive prosa ed evoca la poesia merita gli applausi, non il demerito. Il racconto mi piace, mi dispiace che tu abbia ceduto e usato la parola "goccia" dove ce l'avresti fatta benissimo anche senza (il soggetto implicito non avrebbe tolto chiarezza alla frase). D'altronde che usare la parola sia un demerito è tutta una mia paranoia

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: venerdì 10 febbraio 2017, 14:44
da Angela
Incredibile la varietà di gocce che siete stati capaci di realizzare. A questa forse, non aveva pensato nessuno e non per pudore, semplicemente abbiamo preso direzioni differenti. All'inizio della narrazione si va alla cieca (attenzione che manca una virgola proprio nell'incipit dopo la parola "direzione"), poi il racconto prende corpo e i corpi si muovono godendo l'uno dell'altro. Non sappiamo chi sono, se non che si tratta di un uomo e di una donna vigini all'orgasmo. Ho apprezzato particolarmente le descrizioni che non cadono mai nel volgare ma che trasmettono la sensazione di calore, di corpi in movimento, di sussulti e gemiti soffocati, almeno è questa l'immagine che mi è arrivata.
Apprezzabile anche il finale che culmina con l'orgasmo e nello stesso tempo gli umori del corpo che si mescolano nell'intimità. Complimenti per la realizzazione non facile e per la resa a mio avviso molto buona oltre che tema centrato.

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: venerdì 10 febbraio 2017, 15:26
da raffaele.marra
Mi sembra una buona prova, originale e molto in tema. Secondo me avresti potuto ottenere molto di più limando un altro po' lo stile, accentuando i tratti erotici impliciti nel testo attraverso una maggiore ricercatezza in grado di sviluppare meglio gli accenni poetici che comunque non mancano. Ovviamente tutto ciò sarebbe stato più semplice farlo se il tempo non fosse stato così breve.

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: venerdì 10 febbraio 2017, 17:23
da Andrea Partiti
Ricordo che da piccino mi piaceva molto osservare sul parabrezza dell'automobile, dopo la pioggia, le gocce che si univano e muovevano verso l'alto, lasciando una scia, sgonfiandosi e raccogliendo nuova acqua per strada, finendo per fondersi a volte.
Penso che il punto di vista delle gocce sia notevole e possa funzionare bene. E' abbastanza classico immaginare un racconto visto attraverso gli "occhi" di oggetti inanimati. Ma volerle mettere sui corpi di due persone forse è uno strafare. La goccia come entità cosciente puoi mostrarcela che vive le sue strane e aliene interazioni, è divertente, ma se ci sono delle componenti umane, il gioco diventa molto più difficile da reggere e ti riesce solo a metà, nonostante l'amplesso faccia il suo dovere nel creare immagini familiari.

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: venerdì 10 febbraio 2017, 18:46
da giancarmine trotta
Hai scelto una strada complicatissima, ma non priva di soddisfazioni!
Ho letto gli altri commenti ed effettivamente qualche aggiustatina avrebbe reso il testo un piccolo prontuario dell'Amore. Ma in 59 minuti era difficile fare meglio. Perché dare voce alle gocce significa camminare in una viuzza stretta stretta su un burrone; cadere nella banalità o nel fantasy senza senso era tremendamente facile.
L'originalità del testo, evocativo e poetico, mi soddisfa (in 59 minuti!).
Una buona prova.

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: venerdì 10 febbraio 2017, 20:21
da maria rosaria
Ciao Hitherto.
A una prima lettura non avevo compreso che si trattasse di gocce. Avevo immaginato due persone, una cieca, l’altra sorda.
Poi l’ho riletto e ho compreso la coraggiosa impresa che hai saputo realizzare.
Il racconto è affascinante, le gocce si incontrano e sono loro a vivere una storia d’amore con tanto di concepimento finale.
Hai saputo creare la giusta atmosfera, utilizzano uno stile appropriato ed elegante.
Bravo.

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: venerdì 10 febbraio 2017, 23:56
da angelo.frascella
Ciao Hitherto.

Racconto molto particolare il tuo. Umanizzi due gocce d'acqua come allegoria di quello che sta succedendo fra l'uomo e la donna. Il fatto che la femmina sia cieca e l'uomo sordo mi fa pensare al modo diverso di percepire il rapporto sessuale fra i due sessi e la goccia figlia che complementa i due probabilmente allude al figlio che nascerà da quel rapporto. Stilisticamente mi piace, anche se ammetto che, a prima lettura, mi aveva lasciato interdetto e ho dovuto tornare indietro e rileggerlo per capirlo. Forse siamo più dalle parti della poesia che della narrativa, ma su uno spazio così breve secondo me ci può stare.

A rileggerci,
Angelo

Re: La penombra e l'ansito

Inviato: sabato 11 febbraio 2017, 12:18
da Peter7413
Un racconto che nasce da un peccato originale: senza conoscere a priori il tema del contest è impossibile comprenderlo. Quindi qui è il tema che permette la comprensione del testo e non viceversa. Vero, scritto bene e assolutamente coraggioso, ma la problematica evidenziata e decisamente penalizzante.