UN GESTO BANALE

Appuntamento lunedì 20 febbraio dalle 21.00 all'una con il tema scelto da Eliselle!
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alessandra.corra
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UN GESTO BANALE

Messaggio#1 » lunedì 20 febbraio 2017, 23:33

Il responso del medico era stato chiaro. Il tumore aveva cominciato ad aggredire gli organi intorno al rene. Quanto gli sarebbe rimasto da vivere? Mesi, ma se la crisi fosse passata anche anni.
Mario russava con la bocca aperta, rugosa e dura.
Il calmante era sopra il comodino e la luce della lampada vi si rifletteva sopra. Sarebbe stato semplice raddoppiare la dose. Non avrebbe sofferto.
Chi avrebbe potuto biasimarmi? Non era stato che un uomo egoista e meschino con tutti.
Di certo non doveva aver mai amato. La moglie si era prodigata fino alla fine dei suoi giorni mentre lui collezionava amanti.
Al funerale del figlio poi non ne parliamo, non aveva versato nemmeno una lacrima.
- In fondo non mi ha fatto pena – aveva preso a dirmi quando tra noi si era stabilita confidenza – voleva far troppo di testa sua. Che cosa ridicola provare piacere nel buttarsi dalle vette con quel deltaplano. E adesso a voi chi ci bada se non io?
Quanto lo disprezzavo. Se avessi saputo, però.

Mario aprì gli occhi e con la mano mi chiese di avvicinarmi. Quante volte lo aveva fatto quel gesto? Sempre prima di toccarmi divertito per il mio disagio.
Non avevo mai conosciuto un uomo come lui. Pur ripugnandomi il suo ardore mi aveva stregata. Dopo i primi baci il mio sangue aveva iniziato a bruciarmi nelle vene. Qualcosa era scattato dentro di me e i miei istinti erano rinati con inaudita violenza. La prima volta che mi aveva buttata a terra per prendermi avrei voluto picchiarlo. Invece, da quel momento ero diventata un'altra. Non capivo che cosa mi fosse successo, ma da allora non aspettavo altro che le sue mani sul mio corpo. E come ci godeva a vedermi preda di tale passione. A volte, affondava i suoi denti nella mia carne solo per il piacere di umiliarmi. Quei segni nei giorni diventavano blu e viola e io mi maledicevo per tanta debolezza. Mi dicevo che sarei diventata forte e che con Ida ce ne saremmo andate via. Ma poi il suo sguardo mi gettava in uno stato di inquietudine tale da annebbiarmi la ragione. Non avevo mai amato qualcuno in tal modo. Non avevo mai odiato tanto.
Mi avvicinai al letto con lo sguardo basso. Non doveva accorgersi della violenza nei miei occhi.
- Vorrei bere.
Gli avvicinai il bicchiere alle labbra e gli feci scorrere adagio l'acqua giù per la gola.
Poi gli pulii le labbra con un fazzoletto.
Lui mi guardava con i suoi occhi trasparenti come il vetro. Nella sua inerzia sembrava esser diventato umano.
- Vorresti che morissi? Ammettilo...
Un brivido mi attraversò la schiena.
- Come puoi pensare... Non affaticarti, riposa -.
Gli rimboccai le coperte e lui chiuse gli occhi, forse ricadendo dentro i suoi sogni. Un leggero fischio riprese a uscire dalle narici.
Il medicinale era lì vicino. Bastava solo un gesto.
Come un gatto Ida mi sorprese alle spalle.
- Mamma, come sta il nonno?
- Riposa.
Nella miseria è facile diventare disumani, ma qualcosa dentro di me si oppose. Piangendo in silenzio presi Ida per mano e insieme uscimmo dalla stanza.
Ultima modifica di alessandra.corra il lunedì 20 febbraio 2017, 23:37, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#2 » lunedì 20 febbraio 2017, 23:36

Ciao Alessandra! Parametri tutti rispettati, buona Eliselle Edition anche a te!

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Andrea Partiti
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#3 » martedì 21 febbraio 2017, 18:47

Ciao, il tema è impeccabile nel tuo racconto, c'è tutta la conflittualità che serve tra i personaggi.

Il primo paragrafo mi ha confuso, all'inizio, perché mi sono rilassato con questo narratore in terza persona molto classico che mi parlava di Mario e della sua storia, e non mi aspettavo che fosse interno a un altro personaggio attivo (vedendo "Il calmante [...] avrebbe sofferto" come una considerazione dello stesso Mario che vuole togliersi la vita), che quando si è manifestato con i suoi pensieri mi ha creato un senso di smarrimento.
Chi avrebbe potuto biasimarmi > "Biasimarmi? Forse ha scritto il racconto in prima persona e l'ha convertito in terza ed è sfuggito! Forse vuole dire Biasimarlo per via dei pensieri suicidi di cui sopra!" Passano ancora un paio di frasi prima di vedere esplicitamente il narratore.
(Non sono sicuro di essere stato chiarissimo, è una di quelle ambiguità che non si notano scrivendo perché si hanno perfettamente chiari i ruoli di tutti i personaggi in gioco, ma che arrivando dall'esterno fanno un effetto diverso).

Penso che serva rendere il narratore subito presente e non farlo saltare all'occhio perché la sua identità è la chiave di lettura del racconto, il colpo di scena finale, e se ci fai fissare troppo su di lui, potremmo indovinare chi è la persona misteriosa nella vita di Mario abbastanza coinvolta da prendersene cura, o almeno potremmo intuire troppo presto che il fatto di non dirci di chi si tratta è la chiave di volta.

Detto questo, il racconto mi è piaciuto, anche l'interpretazione del tema. Il racconto ha un buon ritmo e l'hai spezzato in modo piacevole. Il problema che ho provato a spiegare in maniera confusa è più lungo da mostrare che da correggere, non cambia l'apprezzamento.

(Ida è un nome _tipico_ da minuti contati, ma hai tanti caratteri, possiamo chiamare la povera bambina con un nome moderno? :D)

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alessandra.corra
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#4 » mercoledì 22 febbraio 2017, 10:03

Ciao Andrea,

grazie per la tua considerazione sull'inizio del mio racconto, è interessante, ci rifletterò!

Mi piaceva l'idea di iniziare descrivendo la situazione con gli occhi della protagonista. L'ho scritto subito in prima persona, ma senza mettere in primo piano i sentimenti della donna, ma la situazione oggettiva.

Sul nome hai proprio ragione, prossima volta ne metto uno più moderno e carino. :D

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Adry666
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#5 » giovedì 23 febbraio 2017, 10:31

Ciao Alessandra,

tema centrato, anche se in questo caso non so se si possa parlare di “amore” con l’A maiuscola, sicuramente c’è tanto odio.

La prima parte potrebbe generare un po’ di confusione sull’io narrante, poi però tutto torna. Tema difficile, spiazzante, crudo. Il finale è un colpo al cuore unito a rabbia e odio.
La chiosa è molto bella, la pietas ci rende umani, rende umana la protagonista / vittima.

Nel complesso buona prova.

Ciao
Adriano

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DandElion
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#6 » giovedì 23 febbraio 2017, 22:01

Il tema è veramente crudo ed è trattato con incredibile delicata sofferenza. Chapeau!
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Zebratigrata
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#7 » venerdì 24 febbraio 2017, 1:48

Il tema c’è, e l’idea ha del potenziale secondo me. Nello svilupparla però, forse per via dei pochi caratteri a nostra disposizione, secondo me hai mancato di approfondire a sufficienza le motivazioni della protagonista e il suo ruolo. Suppongo sia una badante/infermiera/amante, ma non è chiaro. Non è chiaro perché lui non sia in ospedale e che tipo di medicinale abbia a disposizione a casa (deduco che è a casa perché a un certo punto arriva la figlia). Ma, soprattutto, non è chiaro perché lei lo ami. Mentre per l’odio ci dai diverse motivazioni comprensibili e convincenti l’incantesimo con cui ha conquistato la protagonista è molto vago e poco convincente, perciò è difficile da lettrice riuscire a capire la sua dicotomia amore/odio.

Alemar
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#8 » venerdì 24 febbraio 2017, 21:32

Ciao Alessandra,
nel tuo racconto hai rispettato perfettamente il tema, usando un contesto molto difficile, crudo.
Il passaggio dalla terza persona alla prima persona mi ha disorientata, in casi come questo faccio fatica a seguire il filo conduttore.
Anche io come zebratigrata non sono riuscita a dare un ruolo chiaro alla protagonista; quello di sua figlia Ida l'ho capito solo alla fine.
Se il malato è il nonno della bambina significa che sta parlando di un rapporto incestuoso?
Ho apprezzato molto il finale, la compassione che alla fine vince sull'odio profondo e viscerale che l'ha perseguitata per tanto tempo.
Tutto sempre sul filo del rasoio: lo uccido perché se lo merita.. no, mi fa pena, in fondo è un poveraccio.. il dilemma è molto ben marcato.
Un bel racconto, non c'è che dire!
A presto,
Alemar

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Vastatio
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#9 » sabato 25 febbraio 2017, 18:36

Ciao,

non riesco, davvero, a empatizzare con le motivazioni della tua vedova che scoppia di passione per il padre del marito.
Tutta la parte centrale è una sbrodolata di "passione" da prendere per buona per un uomo deplorevole.
Tiri in ballo, forse, l'unica giustificazione plausibile alla fine, ma permettermi di dubitare che uno che pratica parapendio/deltaplano possa lasciare la famiglia in miseria.
Disprezzare in quel modo il figlio/marito e ribaltare i propri sentimenti per "passione" (quello non è amore), con una figlia?
Nella vita reale sono sicuro che una cosa del genere possa anche succedere, ma non mi hai dato le giuste motivazioni per convincermi: magari lei era sempre stata attratta da lui e "disapprovava" alcuni comportamenti meno "brutali" del marito. Allora sì, la mia indole non lo accetterebbe, ma razionalmente potrei trovare coerente la tua protagonista.
Bella l'entrata in scena della bambina, unica luce umana tra bestie.

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raffaele.marra
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#10 » domenica 26 febbraio 2017, 0:24

I bambini sono la bocca della verità. Nel tuo racconto, bastano tre parole pronunciate da una bambina a svelare tutto il senso della storia. Le parole di Ida chiariscono i ruoli, danno spessore ai personaggi e un aspetto diverso all'intera vicenda. E così quello che sembrava un racconto un po' stantio si rivela per essere particolarmente graffiante, duro, scomodo. Il fatto che sia una storia "a sorpresa", cioè con un finale disvelatore che dà una nuova chiave di lettura al tutto, qui su MC è un po' un'arma a doppio taglio: troverai apprezzamenti e critiche per lo stesso identico motivo. Per quel che mi riguarda, io adoro questo genere di storie. Dunque il mio giudizio è senz'altro positivo.

valter_carignano
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#11 » lunedì 27 febbraio 2017, 17:08

ciao
ho dovuto rileggere per capire. Non avevo capito chi era che narrava, non avevo capito il suo ruolo... insomma, non avevo capito niente. Ma invece si capisce, perché la bambina dice chiaramente 'mamma' e 'nonno'... rimango dubbioso. Poi leggo che anche altri due non hanno capito. E se in tre non capiamo, almeno non subito, allora forse dovevi sottolineare meglio alcuni passaggi.
Detto questo, fatte salve alcune virgole che dovresti aggiungere in fase di rilettura (ma nei Minuti Contati scappa sempre qualcosa, e a me personalmente molto più di qualcosa) un racconto che ha una sua integrità, con un buon ritmo.
Le motivazioni di lei andrebbero forse un poco più approfondite per essere davvero dredibili - di fatto, è passata dalla ripugnanza al non poter fare a meno di lui per effetto di un bacio, a quanto è dato immaginare anche preso con violenza e a forza. Ma anche per questo, MC non aiuta.
In definitiva, secondo me un buon lavoro, che potrebbe essere un pochino più chiaro.

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antico
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Re: UN GESTO BANALE

Messaggio#12 » domenica 5 marzo 2017, 18:28

Una scelta molto coraggiosa, la tua. A mio avviso non funziona il finale. Da come hai impostato il racconto questa donna è ammaliata, legata, impossibilitata a sciogliere un legame di dipendenza con il padre dell'ex marito. Non è che non lo uccide perchè presa da un colpo di umanità, ma perché non può farlo. E in quel marcio il racconto dovrebbe affogare mentre invece con quella frase lo riabiliti, confondendo le carte. Il mio giudizio è comunque da pollice tendente all'alto, ma questa tua scelta finale lo rende, ai miei occhi, meno coerente di altri. Assolutamente da proporre nel Laboratorio, risolto il punto che ti ho evidenziato credo sia pronto per la Vetrina.

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