Tic-tic-tic-titic

Aristide Capuzzo
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Tic-tic-tic-titic

Messaggio#1 » giovedì 9 febbraio 2017, 22:23

Succede che di notte sento questo ticchettio e mi sveglio. Tic-tic-tic-titic. Non so da quante maledette notti, a una certa, inizia questo ticchettio regolare e apro gli occhi. Non li apro subito, ci vuole un po’ prima che il rumore esca dai sogni ed entri nella realtà, ma a una certa succede. A quel punto sono del tutto sveglio, non posso farci niente. Provo a rimanere a letto, a contare le pecore, a pensare cose piacevoli sperando di addormentarmi di nuovo e magari di sognarle pure, a pensare a cose merdose per poi svegliarmi con il veleno addosso; provo persino il nuovo sistema 4-7-8 ma devo concentrarmi talmente per seguirlo che ha l’effetto opposto.
Poi succede che il ticchettio sparisce. Ma non può essere. Per assicurarmene devo prima immaginarlo. Lo immagino a un ritmo prima costante poi sempre meno, fino a svanire del tutto. Guardo il soffitto. La luce blu da notte del corridoio lo illumina. Proietta il profilo di un qualcosa di simile a un dito mozzato investito da una luce fioca. La luce da notte l’ha chiesta lei, e in certe cose accontento le mie vittime. Riesco ad addormentarmi quando una lineetta di sole mattutino entra dalle fessure della tapparella. Tic-tic-tic-titic. La prossima, niente tortura a goccia se mi tiene sveglio tutta notte. Devo essere fresco domani, per macellarla.



Kuranes
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Re: Tic-tic-tic-titic

Messaggio#2 » venerdì 10 febbraio 2017, 15:13

Mi manca il raccordo fra l'inizio e la sorpresa finale. Perché la goccia sparisce? In qualche modo il senso della goccia si perde con l'emergere della "verità", poi ricomincia nell'ultima riga, ma non capisco quello snodo.

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AmbraStancampiano
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Re: Tic-tic-tic-titic

Messaggio#3 » venerdì 10 febbraio 2017, 17:03

Ciao,
il racconto mi lascia un po' freddina, mi sono chiesta perché e dopo un paio di riletture mi sembra che il punto sia il mordente.
La storia è efficace e segue un filone (quello dei serial killer) molto interessante, inserendo un pov interno (che personalmente amo) che secondo me avresti potuto sfruttare molto meglio, dandoci la possibilità di empatizzare davvero col serial killer, prima di rivelarci la sua natura.
Nel caso del tuo racconto (complici sicuramente i caratteri esigui) la rivelazione arriva troppo presto, il focus sull'insonnia è reso in maniera un po' troppo superficiale e la battuta finale sulla tortura della goccia sembra un po' buttata lì.
Insomma, secondo me l'idea è ottima, ma la realizzazione andrebbe ripresa, ampliata e rifocalizzata.

Piccolo appunto: "a una certa" è un'espressione tipica del parlato, che al di fuori di un dialogo suona più come un'imprecisione che come una volontà di registro linguistico medio/basso.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Andrea Partiti
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Re: Tic-tic-tic-titic

Messaggio#4 » venerdì 10 febbraio 2017, 18:32

Confermo che "a una certa" stona tantissimo. Da un serial killer che usa un'espressione del genere mi aspetto una tortura di tipo molto più grezzo, non certo la tortura della goccia. Raffinatezza di gusti e di linguaggio è meglio che vadano di pari passo, soprattutto con un punto di vista interno.
Si sente molto lo stacco tra prima e seconda parte del racconto, servirebbe qualcosa che le leghi più strettamente, insonnia e rivelazione. Magari un accenno prima all'essere torturato dalla goccia (che sente) o anche qualcosa di più leggero, basta che ci sia un legame oltre alla semplice presenza del ticchettio.

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patty.barale
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Re: Tic-tic-tic-titic

Messaggio#5 » sabato 11 febbraio 2017, 11:12

concordo con i commenti di chi mi ha preceduta: non si riesce a empatizzare, lo stacco tra le due parti è troppo netto e non evoluzione di una suspance.
magari avrebbe giovato l'inserimento di un gioco di ombre che, con lo sgocciolio del sangue, contribuisse alla genesi dell'insonnia, ombre tra cui, alla fine, la sagoma del dito mozzato potrebbe assumere un ruolo di elemento rassicurante.
sicuramente il numero di caratteri non aiuta: dilatalo!

Aristide Capuzzo
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Re: Tic-tic-tic-titic

Messaggio#6 » domenica 12 febbraio 2017, 16:08

Grazie a tutti per i commenti. È un racconto di circa 10.000 caratteri troncato per l'edizione, ecco spiegato il distacco nel leggerlo. "A una certa" è un'espressione gergale ma lo stile è parlato, quindi trovo che si adatti.

alexandra.fischer
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Re: Tic-tic-tic-titic

Messaggio#7 » domenica 12 febbraio 2017, 18:32

Capisco la tirannia dei caratteri, ma al tuo posto tenterei di legare la vita onirica del tuo protagonista (i suoi pensieri che vanno dalle pecore alle cose brutte) alla sua attività di assassino seriale. Il legame ticchettio - insonnia va bene, ma ci metterei brandelli di vita da assassino, nei quali, paradossalmente, il sorriso della donna è il suo incubo e un coltello su un dito in una luce blu è un sogno rassicurante...e lo legherei alla sorpresa finale del dito mozzato e alla luce blu da notte, appunto. Il punto di vista dell'assassino, con il ticchettio che comincia e finisce in modo sempre diverso ogni notte, è molto ben reso.

Aspetto notizie.

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antico
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Re: Tic-tic-tic-titic

Messaggio#8 » domenica 12 marzo 2017, 20:07

Un mese senza ulteriori interventi da parte dell'autore, devo considerare non più attivo il racconto e pertanto spostarlo nell'archivio.

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