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ChiaradiLuna
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Messaggio#1 » sabato 25 marzo 2017, 13:59

Tuuu….tuuu…
Questa volta Claudio riesce a rispondere.
«Oh Cla, finalmente! È mezz'ora che ti chiamo! Sono all’entrata del campetto. Stiamo tutti aspettando te per iniziare, dove sei finito?»
«Naaa non vengo, ho altro da fare. Sai… Sono dalla Sonia.»
Claudio non può vedere la faccia di Michele, ma è certo che stia alzando gli occhi al cielo.
«Ancora con la Sonia, ma che palle! Vi siete mollati due mesi fa e tu la segui ancora come un cagnolino. E poi dopo la scenata che ti ha fatto oggi a scuola... Non hai capito che è tutta matta?»
«Ah sì, la sfuriata di oggi!» dice Claudio ridendo. Gli sembra di essere un vecchio che ripensa ai ricordi di gioventù. «No, vedi, a lei piace fare palco, era tutta scena. Ora ci siamo chiariti e va tutto alla grande.»
Michele è perplesso, lo si capisce dai suoi silenzi sostenuti. Si conoscono da anni, e ormai Claudio sa già che questi silenzi sono il preludio per uno dei suoi soliti discorsoni.
«D’accordo, fammi capire. 'Sta tipa diventa pallida non appena ti vede, ti sta distante minimo 5 metri, ti scansa e si fa scudo con le sue amiche. Oggi, dopo due mesi, riesci ad avvicinarla e lei si mette a sbraitare da pazza sclerata. Grida come un’indemoniata davanti a tutti, dice che la perseguiti, che le stai sempre addosso e che devi lasciarla in pace. Poi scappa e a momenti sfonda il portone della scuola. Neanche il bidello riesce a fermarla, fugge a razzo fuori e nessuno la vede più. Ora, come cazzo ti viene in mente di cercarla ancora? Lasciala stare! Mica è l’unica figa in questo mondo!»
Claudio, con la calma e la serenità che gli riempiono la testa e la bocca, risponde «Ma tu non capisci, lo fa apposta! È la sua vendetta.» Sa di dover continuare, perché Michele non conosce tutta la storia ed è ovvio che non ci arrivi.
«Vedi, prima di lasciarci ho fatto un po' lo stronzo. Sì, insomma, mi stava sul cazzo che uscisse con le sue amiche, sono tutte sceme e lei non lo è. Poi quel tipo a cui dava ripetizioni le faceva un filo incredibile e lei non se ne accorgeva neppure. Ecco, diciamo che non mi fidavo di lei, e litigavamo spesso, così ci siamo mollati. Adesso lei si comporta così perché deve tirar fuori tutta la rabbia. Io lo so, la capisco e la lascio fare. L’ho già perdonata per oggi, va tutto bene.»

Dall'altro capo del telefono c’è rassegnazione. Michele non sa davvero più come comportarsi con il suo amico, perché arrabbiarsi non serve a niente e nemmeno cercare di farlo ragionare. A Michele resta una sola carta da giocare, e cioè raccontare a Claudio come stanno realmente le cose. Sonia gli aveva chiesto di mantenere il segreto e Michele è un ragazzo che mantiene la parola, con chiunque, ma questo è il momento giusto per buttare fuori tutto. Anche se sperava di non dover arrivare a tanto.
Prende un breve respiro e si butta. «Cla, ascolta, c’è una cosa che non sai». Ora ha un attimo di esitazione. Non gli va di ferirlo, ma non gli va nemmeno di sentire altre stronzate.
«Sabato sera sono andato a suonare con il gruppo al Drift. Quando sono sul palco me ne frego della gente, neanche saluto quelli che conosco, voglio solo suonare. Invece ho alzato la testa, ho guardato verso il bar e ho visto la Sonia con un tipo. Era con uno, capisci? Non si va al Drift all'una di notte con un qualcuno per bere una cosa in amicizia… C’è sempre musica e le ragazze ne vanno matte. Ci vai per scaldare gli animi, per accendere i motori!»
Michele non vuole essere esplicito, solo essere sicuro che Claudio lo ascolti davvero.
«Mentre scollegavo i cavi mi si è avvicinata e mi ha pregato in ginocchio di non dirti di averli visti assieme. Tremava come una foglia. Senti, forse è un po' paranoica ma non ha fatto nulla di male. Vi siete mollati e lei si vede con un altro. Fattene una ragione!»
«Ah, parli di Andrea? Sì, lo so» risponde Claudio con limpidezza.
Michele implode. Quella risposta gli ha fatto dimenticare come si connette la lingua al cervello. «Cosa...? Ma come? Lo sai già?»
«Certo che lo so, c’ero anch'io quella sera. È solo un’altra delle sue trovate, voleva farmi ingelosire.»
A Michele saltano tutti i nervi. «Brutto stronzo, mi avevi detto che non saresti venuto a sentirmi perché il Drift è in culo ai lupi! E invece c’eri?»
«Sì, ma non te l’ho detto perché tanto sapevo che non mi avresti notato. In realtà nemmeno sapevo che ci sarei venuto.»
Sconcertato, Michele riprende il suo balbettio: «Che vuol dire 'nemmeno sapevo che ci sarei venuto?»
«Dunque, sabato sono passato da casa di Sonia perché avevo bisogno di vederla. Ma quando ho visto la macchina di suo padre nel vialetto sono rimasto fuori, ho nascosto il motorino e mi sono seduto dietro un cespuglio. Di solito porta fuori Spike verso le otto, così mi bastava aspettare e prima o poi sarebbe uscita. Invece arriva questa Golf nuova di zecca, lei ci sale tutta contenta e se ne vanno. È stata dura stargli dietro con il motorino ma li ho seguiti ovunque. Prima pizzeria, poi cinema, poi il Drift. Ecco come ci sono finito lì»
Michele rimane a bocca aperta. Non riesce a credere a quello che sente. «Tu… Li hai seguiti per tutta la sera? Ma che cazzo hai nel cervello? Ci credo che si spaventa a morte quando ti vede!»
«Ah no, non per tutta la sera… Per tutta la notte!
Dovevo vedere tutto, cosa facevano, quanti sorrisi si scambiavano, dove lui metteva le mani. Quando sono tornati da lei pioveva a dirotto. Li ho visti baciarsi sull'uscio e non volevano smettere. Quando lui le ha spostato i capelli e baciato il collo sono dovuto intervenire. Sono sbucato fuori e l’ho riempito di botte. Era forte, mi ha tirato due cazzotti belli tosti. Ma io l’ho messo a terra e l’ho preso a calci. Era tutto pieno di fango. Lei urlava, poverina, non volevo spaventarla così. Alla fine è uscito suo padre e ho fatto finta di andarmene, ho girato attorno all'isolato e mi sono arrampicato su un albero. Ho trovato un ramo perfetto sul quale sedersi, pensa che riuscivo a vedere sia il loro salotto che la camera di Sonia. Ovviamente lo hanno portato in casa, quel mentecatto, mica potevano lasciarlo nel fango. Gli hanno messo del ghiaccio sulle ferite e dato vestiti puliti. Poi hanno telefonato ai suoi che lo sono venuti a prendere poco dopo. Sono rimasto sull'albero per tutta la notte, per controllare che Sonia stesse bene e dormisse. Per fortuna le avevo fatto levare le tende della sua camera!»
Michele rimane senza parole. Le deve proprio cercare, e infine le trova. «Ma tu sei completamente impazzito?»
«Cosa c’è di male? Certo me ne combina i tutti i colori, ma lei è mia. Si diverte a cercare di farmi ingelosire e mi sta bene, ma non posso permetterle di fare la sciocchina con gli altri.»
«Cla, lei non fa la sciocchina, non lo capisci?? Lei non ti vuole più, sta con un altro, devi smett…»
«Lei è solo mia!» lo travolge Claudio.

Un silenzio pietrificante. Poi una scossa attraversa la testa di Michele.

«Claudio… Cosa ci facevi dalla Sonia?»
«Ah vedi…» sospira «Dopo che stamattina è scappata da scuola ho pensato di passare da lei per chiarirci e ho visto di nuovo la Golf davanti al vialetto. Sono dovuto salire sull'albero per vedere. Mi sono sistemato giusto in tempo per vederli entrare nella sua camera. Era nervosa, piangeva, e lui faceva la scena di essere lì per proteggerla e consolarla. Si sono pure chiusi la porta alle spalle.
Io lo so, voleva solo scoparsela.
Così mi sono arrampicato sulla grondaia e ho rotto la finestra con il mio martello. Mi è venuto addosso ma era una mezzasega, con un bel colpo in testa è caduto subito. Lei non faceva che urlare, urlava così tanto, proprio non voleva capire quanto la amo. Così ho dovuto farla smettere, mi ci ha costretto. Poi ho sistemato tutto, sono uscito da un pezzo.»
«Cristo Cla… Che cosa hai fatto?» Michele trema, non può essere vero, deve aver capito male.
«Niente, ho solo preso ciò che era mio. La sua vita, per esempio. Ah sai, vi ho visti mentre parlavate assieme al Drift. E così anche tu pensavi di proteggerla, di farle un favore se non mi avessi detto niente, eh?»

Michele alza gli occhi. Al di là della strada una sagoma lo fissa con un grosso martello in mano.

«Nessuno deve cercare di proteggerla. Nessuno.»
Ultima modifica di ChiaradiLuna il giovedì 18 maggio 2017, 14:17, modificato 7 volte in totale.



alexandra.fischer
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Messaggio#2 » domenica 26 marzo 2017, 17:50

Mi è piaciuto l'uso del linguaggio giovanile, molto credibile. E anche il crescendo di tensione nella storia (prima la matta sembra Sonia, poi si rivela lo stesso Claudio, arrivato a fine storia letteralmente alle spalle di Michele, colpevole di essere troppo comprensivo con la ragazza, e troppo vicino a lei. Il tono noncurante con il quale Claudio commenta i gesti di stalking mette i brividi. Lui è convinto che Sonia tornerà presto a essere la sua fidanzata e che stia soltanto flirtando con il giovane Andrea. Di qui i pugni e l'omicidio, quando si rende conto che non è così (ma è da brividi anche la sua menzogna a Michele, lui al Drift c'era, ma per spiare).

Attenzione a: Sta tipa per ' Sta tipa.
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maria rosaria
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Re: Mia.

Messaggio#3 » domenica 26 marzo 2017, 19:59

Ciao Chiara.
Sebbene l'idea alla base del racconto sia molto interessante, ti dico subito che ci sono molti problemi legati al punto di vista e che in questo senso va un po', secondo me, rivisto.
C'è poi, ad un certo punto del racconto, un problema legato al tempo verbale.
Ti faccio un esempio.
Inizi con il pdv di Claudio e infatti dici giustamente che "non può vedere la faccia del Miche", poi continui e io un po' mi perdo:

ChiaradiLuna ha scritto:Tuuu….tuuu…
Questa volta Claudio riesce a rispondere.
“Oh Cla, finalmente! E’ mezz'ora che ti chiamo, ci stanno aspettando al campetto! Dove sei finito?”
“Naaa non vengo, ho altro da fare. Sai… sono dalla Sonia”
Claudio non può vedere la faccia del Miche, ma è certo che stia ruotando gli occhi (punto di vista di Claudio).
“Ancora con la Sonia, ma che palle! Vi siete mollati due mesi fa e tu la segui ancora come un cagnolino. E poi dopo la scenata che ti ha fatto oggi a scuola… non hai capito che è tutta matta?”
“Ah sì, la sfuriata di oggi, ahaha!” Sorride Claudio. Gli sembra di essere un vecchio che ripensa ai ricordi di gioventù. “No, vedi, a lei piace fare palco, era tutta scena. Ora ci siamo chiariti e va tutto alla grande”
Il Miche è perplesso, lo si capisce dai suoi silenzi sostenuti (ancora pdv di Claudio, corretto). Sa bene quello che ha visto, ma non gli va di contraddire il suo amico. Così decide di schiarirsi le idee, una volta per tutte (qui improvvisamente cambi e vai nella testa di Michele, però così mi confondi e non so più qual'è il punto di vista del racconto).

Dall'altro capo del telefono c’è rassegnazione. Sa che è il momento giusto per dirgli tutto, anche se sperava di non dover arrivare a tanto. Sonia gli aveva chiesto di mantenere il segreto, e il Miche è un ragazzo che mantiene la parola, con chiunque. Ma ormai è l’unica cosa giusta da fare.
Fece (qui cambi tempo verbale e usi il passato remoto) un breve respiro. “Cla, ascolta, c’è una cosa che non sai”. Ora ha un attimo di esitazione. Non gli va di ferirlo, ma non gli va nemmeno di sentire altre stronzate.


Prova ad aggiustare queste cose perchè la storia è interessante.
Maria Rosaria

ChiaradiLuna
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Re: Mia.

Messaggio#4 » domenica 26 marzo 2017, 20:58

Grazie alexandra e maria rosaria per aver commentato!
Sono contenta che vi sia piaciuto in linea di massima, e mi scuso se c'è qualche passaggio che confonde le idee. Ho scritto tutto di getto in neanche mezz'ora ^^'
Provo ad aggiustarlo!

Fernando Nappo
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Re: Mia.

Messaggio#5 » mercoledì 29 marzo 2017, 23:08

Ciao ChiaradiLuna,
l'idea del racconto, pur se non originalissima, è sviluppata in un modo che mi pare efficace. Trovo che la parte migliore del racconto sia proprio il crescendo che porta a scoprire che il vero pazzo nel racconto non è la povera Sonia ma Claudio. Nonostante questo, la scena finale non mi sembra del tutto credibile: primo perché ho immaginato che Michele sia a casa propria e trovo strano che Claudio possa entrare senza che Michele non se ne accorga minimamente; secondo - e questo lo dico per esperienza personale - perché quando qualcuno col quale sei al telefono ti si avvicina, percepsci chiaramente un effetto straniante dovuto al fatto di percepire la voce dell'interlocutore in parte per provenienza diretta e in parte proveniente dal telefono. Questo effetto ha anche una definizione tecnica, che però ora mi sfugge.
Il modo di parlare dei ragazzi mi sembra adeguato, anche se l'uso dei nomi abbreviati nella parte raccontata personalmente lo eviterei. Che i ragazzi si chiamino il Cla e il Miche può andare bene, ma non mi pare corretto che lo faccia il narratore che dovrebbe riferirsi a Claudio e Michele.
Ma il problema maggiore del racconto rimane la gestione del punto di vista. Per esempio:
Dall'altro capo del telefono c’è rassegnazione. Sa che è il momento giusto per dirgli tutto, anche se sperava di non dover arrivare a tanto. Sonia gli aveva chiesto di mantenere il segreto, e il Miche è un ragazzo che mantiene la parola, con chiunque. Ma ormai è l’unica cosa giusta da fare.
Prende un breve respiro e si butta. “Cla, ascolta, c’è una cosa che non sai”. Ora ha un attimo di esitazione. Non gli va di ferirlo, ma non gli va nemmeno di sentire altre stronzate.
Fino alla parte che ho evidenziato in rosso, io mi sento con Claudio, nel suo punto di vista. Sta parlando lui, sono a casa sua, appollaiato sulla sua spalla che ascolto la telefonata con Michele. Quando riprendi dopo il punto fermo (Sa che è il momento... ecc.) io, lettore, credo ancora di essere con Claudio, di seguire i suoi pensieri, per cui quando scrivi del segreto, io penso che Claudio abbia deciso di raccontare qualcosa a Michele. Salvo scoprire che è il contrario, che sei passata sulla spalla di Michele, che ora stai vedendo le cose dalla sua prospettiva, ma non me lo hai segnalato in alcun modo e questo mi manda in confusione. Potresti pensare di mettere semplicemente il nome di Michele all'inizio della frase (Michele sa che è il momento... ecc.) ma comunque staresti cambiando repentinamente il PDV e in generale questo non è una buona norma, soprtattutto in un racconto breve. L'ideale è scegliere un protagonista e vedere tutto dal suo PDV. Se proprio devi passare al PDV di un altro, vai a capo, e lascia una riga bianca. Dai al lettore il tempo di staccarsi dalla scena precedente, così farà meno fatica ad accettare il fatto che sta riprendendo col PDV di un altro personaggio.
Un'altra parte che non mi convince del tutto è questa:
Ovviamente lo hanno portato in casa, mica potevano lasciarlo così. Gli hanno messo del ghiaccio sulle ferite. Credo che abbiano chiamato lo zio di Sonia, che è medico, perché si sono tranquillizzati dopo che lui ci ha parlato al telefono.
Fino alla parte evidenziata in rosso va bene, però quando Claudio mi racconta del ghiaccio e della telefonata io, lettore, mi distraggo, e perdo l'attenzione perché sono portato a chiedermi: ma se Claudio è fuori casa, come ha fatto ad assistere a quegli eventi? Certo, poi tu mi racconti che si è appollaiato sull'albero, e io capisco che forse può davvero aver assistito alle scene che descrive, ma intanto mi sono distratto. Per evitare questo effetto, basterebbe invertire gli eventi: prima fai andare Claudio sull'albero, lo fai sbirciare dentro casa e mi racconti ciò che vede. Anche se questo, per essere pignoli, non risolverebbe la questione della telefonata: coma ha fatto a sentire stando all'esterno e appollaiato su un albero che hanno chiamato lo zio medico? Al massimo può aver visto che telefonavano, e se poi è arrivata la macchina dello zio può aver fatto due più due. O cose così, insomma. Ma senza diventare pesanti e andarsi a impelagare in cose che poi richiederebbero spiegazioni lunghe e tediose, soprattutto se non utili a far proseguire la storia. In questo caso, per esempo, farei andate Claudio sull'albero, lo faccio assistere alla scena del ghiaccio e fine; niente telefonata, tanto è già chiaro che il povero ragazzo le ha prese di brutto.

Insomma, per non dilungarmi troppo, buona l'idea, ma, a mio modesto avviso, c'è bisogno di lavorarci un po' su, soprattutto per il pdv che scappa via un po' troppo di frequente, saltando da un protagonista a un altro senza preavviso e facendo vedere a un protagonisa eventi ai quali pare poco credibile possa aver assistito di persona.
Se ne hai voglia potresti provare a fare una cosa: scegli un personaggio e stai con lui, vedi tutta la storia coi suoi occhi, e riscrivi il racconto usando solo il suo punto di vista. Ovviamente, se vuoi mantenere il coplo di scenda finale, sarebbe meglio usare il pdv di Michele.
A rileggerci.

ChiaradiLuna
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Re: Mia.

Messaggio#6 » giovedì 30 marzo 2017, 9:42

Bene ragazzi, grazie per i commenti!
Seguendo i vostri consigli ho modificato un po' il testo cercando di migliorare i famosi cambi di punti di vista. Volendo essere precisi, il cambio di pdv è uno soltanto e ho cercato di enfatizzarlo così che risulti più chiaro.
Per Fernando: ho tolto i soprannomi quando parla il narratore, va meglio? ^^ in compenso non credo sia una buona idea porre l'intero racconto nell'ottica del pdv di un unico personaggio. Voglio che il lettore si immedesimi prima in Claudio (comprendendo le sua situazione, concordando con il suo modo di ragionare e magari stando dalla sua parte, diciamo così) e poi voglio che si renda conto della realtà con gli occhi di Michele. Forse è un esperimento troppo azzardato per le mie capacità, ma voglio tentare così. ^^

Fatemi sapere!

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Re: Mia.

Messaggio#7 » venerdì 21 aprile 2017, 17:12

Ciao Chiara.
Scusa il ritardo con cui commento ma aprile è stato un mese frenetico.
Brava, hai aggiustato parecchie cose e mi sembra vada meglio.
Però, scusa ma non sono ancora soddisfatta.
Ti evidenzio i punti:

ChiaradiLuna ha scritto:Tuuu….tuuu…
Questa volta Claudio riesce a rispondere.
“Oh Cla, finalmente! E’ mezz'ora che ti chiamo! Sono all’entrata del campetto. Stiamo tutti aspettando te per iniziare, dove sei finito?”
“Naaa non vengo, ho altro da fare. Sai… sono dalla Sonia”
Claudio non può vedere la faccia di Michele, ma è certo che stia alzando gli occhi al cielo.
“Ancora con la Sonia, ma che palle! Vi siete mollati due mesi fa e tu la segui ancora come un cagnolino. E poi dopo la scenata che ti ha fatto oggi a scuola… non hai capito che è tutta matta?”
“Ah sì, la sfuriata di oggi, ahaha!” dice Claudio sorridendo. Gli sembra di essere un vecchio che ripensa ai ricordi di gioventù. “No, vedi, a lei piace fare palco, era tutta scena. Ora ci siamo chiariti e va tutto alla grande”
Michele è perplesso, lo si capisce dai suoi silenzi sostenuti. Si conoscono da anni, e ormai Claudio sa già che questi silenzi sono il preludio per uno dei suoi soliti discorsoni.
“D’accordo, fammi capire. 'Sta tipa diventa pallida non appena ti vede, ti sta distante minimo 5 metri, ti scansa e si fa scudo con le sue amiche. Oggi, dopo due mesi, riesci ad avvicinarla e lei si mette a sbraitare da pazza sclerata. Grida come un’indemoniata davanti a tutti, dice che la perseguiti, che le stai sempre addosso e che devi lasciarla in pace. Poi scappa e a momenti sfonda il portone della scuola. Neanche il bidello riesce a fermarla, fugge a razzo fuori e nessuno la vede più. Ora, come cazzo ti viene in mente di cercarla ancora?? LASCIALA STARE! Mica è l’unica figa in questo mondo!”
Claudio, con la calma e la serenità che gli riempiono la testa e la bocca, risponde ”Ma tu non capisci, lo fa apposta! E’ la sua vendetta”. Sa di dover continuare, perché Michele non conosce tutta la storia ed è ovvio che non ci arrivi.
”Vedi, prima di lasciarci ho fatto un po' lo stronzo. Sì, insomma, mi stava sul cazzo che uscisse con le sue amiche, sono tutte sceme e lei non lo è. Poi quel tipo a cui dava ripetizioni le faceva un filo incredibile e lei non se ne accorgeva neppure. Ecco, diciamo che non mi fidavo di lei, e litigavamo spesso, così ci siamo mollati. Adesso lei si comporta così perché deve tirar fuori tutta la rabbia. Io lo so, la capisco e la lascio fare. L’ho già perdonata per oggi, va tutto bene”. [fin qui sei nella testa di Claudio, ok. Siccome dal paragrafo dopo passi al pdv di Michele ti conviene mettere una riga vuota, uno spazio che faccia capire il salto]
Dall'altro capo del telefono c’è rassegnazione. Michele non sa davvero più come comportarsi con il suo amico, perché arrabbiarsi non serve a niente e nemmeno di farlo ragionare. A Michele resta una sola carta da giocare, e cioè raccontare a Claudio come stanno realmente le cose. Sonia gli aveva chiesto di mantenere il segreto e Michele è un ragazzo che mantiene la parola, con chiunque, ma questo è il momento giusto per buttare fuori tutto. Anche se sperava di non dover arrivare a tanto.
Prende un breve respiro e si butta. “Cla, ascolta, c’è una cosa che non sai”. Ora ha un attimo di esitazione. Non gli va di ferirlo, ma non gli va nemmeno di sentire altre stronzate.
[...]

Ma io l’ho messo a terra e l’ho preso a calci. Era tutto pieno di fango. Lei urlava, poverina, non volevo spaventarla così. Alla fine è uscito suo padre e ho fatto finta di andarmene, ho girato attorno all'isolato e mi sono arrampicato su un albero. Ho trovato un ramo perfetto sul quale sedersi, pensa che riuscivo a vedere sia il loro salotto che la camera di Sonia. Ovviamente lo hanno portato in casa, quel mentecatto, mica potevano lasciarlo nel fango. Gli hanno messo del ghiaccio sulle ferite e dato vestiti puliti. Credo che abbiano chiamato lo zio di Sonia, che è medico, perché si sono tranquillizzati dopo che lui ci ha parlato al telefono. Poi hanno chiamato i suoi che lo sono venuti a prendere. [qui non capisco come fa lui a sapere che hanno chiamato lo zio e dopo i suoi, a meno che Claudio non legga il labiale]Sono rimasto sull'albero per tutta la notte, per controllare che Sonia stesse bene e dormisse. Per fortuna le avevo fatto levare le tende della sua camera!”
[...]

“Claudio…che ci fai a casa di Sonia adesso?”
“Ah vedi…” sospira “Dopo che stamattina è scappata da scuola ho pensato di passare da lei per chiarirci e ho visto di nuovo la Golf davanti al vialetto. Sono dovuto salire sull'albero per vedere. Mi sono sistemato giusto in tempo per vederli entrare nella sua camera. Era nervosa, piangeva, e lui faceva la scena di essere lì per proteggerla e consolarla. Si sono pure chiusi la porta alle spalle.
Io lo so, voleva solo scoparsela.
Così mi sono arrampicato sulla grondaia e ho rotto la finestra con il mio martello. Mi è venuto addosso ma era una mezzasega, con un bel colpo in testa è caduto subito. Lei non faceva che urlare, urlava così tanto, proprio non voleva capire quanto la amo. Così ho dovuto farla smettere, mi ci ha costretto. Poi ho sistemato tutto, è tutto passato, sono uscito da un pezzo.”
“Cristo Cla…che cosa hai fatto?” Michele trema, non può essere vero, deve aver capito male.
“Niente, ho solo preso ciò che era mio. La sua vita, per esempio.
Ah sai, vi ho visti mentre parlavate assieme al Drift. E così anche tu pensavi di proteggerla, di farle un favore se non mi avessi detto niente, eh?”

Michele alza gli occhi. Al di à della strada [se Claudio ha un cellulare potrebbe andar bene la frase finale (dall'altra parte della strada), ma allora Michele come fa a dire che è a casa di Sonia?Insomma qui non capisco più dov'è Claudio...] una sagoma lo fissa con un grosso martello in mano.

“Nessuno deve cercare di proteggerla. Nessuno.”
Maria Rosaria

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Re: Mia.

Messaggio#8 » venerdì 21 aprile 2017, 17:17

Spero di essere stata chiara nelle mie considerazioni.

:-)
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Re: Mia.

Messaggio#9 » venerdì 21 aprile 2017, 22:11

Ciao Maria Rosaria,
grazie per avermi risposto e per i suggerimenti ^^

Hai ragione per quanto riguarda il lasciare una riga vuota, rende meglio l'idea di stacco e faccio subito questa modifica.

Per quanto riguarda le telefonate, credo toglierò quella sullo zio di Sonia perché mi rendo conto che è un pò debole. Parlando di quella che fanno per chiamare i genitori di Andrea: dato che Claudio è sull'albero che osserva, quindi può vedere che qualcuno in casa sta telefonando, e poco dopo può vedere arrivare i genitori di Andrea a prenderlo. Eventualmente proverò a renderlo più comprensibile.

Ora cerco di spiegare meglio l'ultima parte: fin dall'inizio del racconto Claudio dice a Michele di essere a casa della Sonia; l'idea è che durante la telefonata lui esca e si diriga verso il campetto, dove Michele lo sta aspettando. Per cui l'ultimo paragrafo è la vera e propria scena in cui Claudio raggiunge Michele.
Alla luce di ciò, era comunque comprensibile o è meglio se rivedo un attimo quest'ultimo passaggio?

Grazie ancora, a presto!

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Re: Mia.

Messaggio#10 » sabato 22 aprile 2017, 8:49

È vero, hai ragione, lo dice all'inizio che è a casa della Sonia. Forse, ma su questo non sono sicurissima, dovresti mettere qualche parola, piccola frase che fa capire che i due stanno ancora parlando al telefono. Però può essere solo una mia sensazione, che leggendo si perda di vista il contesto telefonico. :-)
Maria Rosaria

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Re: Mia.

Messaggio#11 » domenica 23 aprile 2017, 14:54

Questa nuova versione della storia migliora uno spunto già di per sé validissimo. La spirale di paranoia nella quale cade Claudio è resa con molta efficacia attraverso l’espediente della telefonata all’amico Michele. Mi è piaciuto il passaggio in cui Claudio parla a Michele della serata al Drift (il fatto che gli abbia mentito sulla sua presenza è prova di follia lucida…e tu la rendi bene attraverso le reazioni dell’amico Michele). I due personaggi sono ben resi, Michele dapprima complice, e poi terrorizzato, Claudio che si presenta inizialmente come bravo ragazzo legato alla fatua e mattoide Sonia, rivelandosi in realtà per quel che è, uno stalker che arriva all’omicidio del nuovo fidanzato di Sonia e dal finale, il lettore capisce che non si fermerà lì. Sonia, invece, è vittima fino in fondo (crisi di terrore a scuola quando vede Claudio, la paura che Claudio sappia di Andrea…sembra di vederla mentre supplica Michele. E in lei c’è la sindrome della vittima…il fatto di aver tolto le tende dalla sua stanza su ordine di Claudio la dice lunga su di lei).

Chiedo l’ammissione alla vetrina




Attenzione al refuso al di à della strada per al di là della strada.

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Re: Mia.

Messaggio#12 » domenica 23 aprile 2017, 15:18

Ciao!

@maria rosaria : ti ringrazio per il chiarimento ^^. Per il momento provo a lasciare il testo così com'è; se in futuro altri mi indicassero la tua stessa osservazione mi impegnerò a inserire ulteriori richiami al fatto che il dialogo è completamente telefonico.
@alexandra : grazie mille, sono contenta che questa versione ti abbia convinto di più ^^ e grazie anche per avermi fatto notare il refuso.

A presto!

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Re: Mia.

Messaggio#13 » giovedì 4 maggio 2017, 13:07

Ciao Chiara, visto che gli altri hanno già trattato per esteso la struttura e i pdv mi limito a segnalare qualche refuso e qualche parte che può essere resa più scorrevole, poi deciderai tu! Prima di tutto però, volevo dirti che apprezzo molto il tema, e la mescolanza dei punti di vista di Michele e Claudio, che serve a rendere il quadro completo della situazione e a mettere in risalto la pazzia di Claudio.

Per cominciare, ti faccio un regalo: È. Mi rendo conto che le È con l'apostrofo non sono colpa tua, che siamo nel 2017 e i vari word processor potrebbero rendersi conto che scriviamo italiano e magari mettere qualche automazione in più, o accordarsi sulle scorciatoie da tastiera. Anch'io sono arrivata al punto che quando posso evito di iniziare una frase con la è maiuscola pur di non dovermi sforzare a ricordare la scorciatoia. In questo caso, comunque, ti basterà un bel trova e sostituisci.

Poi, i puntini di sospensione. Non ne usi troppi, anzi molti sono necessari, ma ricorda di inserire lo spazio alla fine (in molti casi manca) e a volte ci vorrebbe anche una maiuscola dopo i tre puntini. Se vuoi, penso che potresti eliminarne o spostarne alcuni:

- dopo "oggi a scuola" basterebbe un punto fermo;
- la frase “Cosa?...ma come? Lo sai già?” potrebbe essere riformulata in "Cosa...? Ma come, lo sai già?", che mi sembra renderebbe il suono del parlato in modo più efficace;
- la frase “Ma tu…sei completamente impazzito??” potrebbe essere più diretta e d'impatto come "Ma sei completamente impazzito?" o anche "Ma sei completamente pazzo?"

L'ultima frase citata mi dà modo di trattare anche i doppi punti interrogativi. è vero (maledetta è maiuscola) che vengono usati in chat e via messaggio, ma in teoria il modo corretto di aggiungere enfasi a una domanda sarebbe ?!. Non dubito però che prima o poi, essendo pratica comune, i doppi punti di domanda entreranno anche nello scritto più alto, quindi a te la scelta se lasciarli o meno.

Sempre sull'argomento refusi semplici, ti segnalo una parola mancante: "(...) perché arrabbiarsi non serve a niente e nemmeno di farlo ragionare" - intendevi "nemmeno cercare di farlo ragionare", giusto?

Infine, ci sono alcune frasi che potrebbero essere riformulate per suonare meglio:

-""(...) la sfuriata di oggi, ahaha!” dice Claudio sorridendo" potrebbe essere semplificata in "(...)la sfuriata di oggi!" ride Claudio. L'onomatopea del riso è un po' negata dal fatto che poi affermi che sta sorridendo. Altrimenti puoi toglierla del tutto e lasciare che lo dice sorridendo.

- "(...) di non dirti di averli visti assieme" il doppio di suona un po' pesante: se ti piace, potresti variare l'ultima parte in "(...) che li avevo visti assieme" che mi sembra anche più adatta al parlato.

Queste comunque sono correzioni minime, poi vedrai tu. Complimenti per il racconto, spero di esserti stata utile!

ChiaradiLuna
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Re: Mia.

Messaggio#14 » venerdì 5 maggio 2017, 22:29

Grazie MissouriFever per i suggerimenti, ho già provveduto a correggere dove mi hai indicato (sperando di non essermi dimenticata qualcosa in giro). Hai ragione su tutto, l'unica cosa che ho mantenuto è il "(...) di non dirti di averli visti assieme" che ho l'impressione suoni meglio.
Comunque grazie ancora, sei stata molto più che utile!

A presto!

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MissouriFever
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Re: Mia.

Messaggio#15 » domenica 7 maggio 2017, 12:48

Son contenta di esserlo stata! Allora direi che

CHIEDO L'AMMISSIONE ALLA VETRINA

ChiaradiLuna
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Re: Mia.

Messaggio#16 » sabato 13 maggio 2017, 22:08

Grazie molte MissouriFever! ^^

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angelo.frascella
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Re: Mia.

Messaggio#17 » martedì 16 maggio 2017, 23:02

Ciao ChiaraDiLuna

Il racconto è carino e godibile. Direi che sei quasi pronta per la pubblicazione.
Ti chiederei solo di eliminare i doppi punti interrogativi (??) che possono andar bene in un fumetto, ma non in narrativa e la scritta in maiuscolo che nel Web vuol dire gridare, ma nei racconti no.
Una volta fatto questo, CHIEDO L'AMMISSIONE ALLA VETRINA.

ChiaradiLuna
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Re: Mia.

Messaggio#18 » giovedì 18 maggio 2017, 14:22

Detto fatto, Angelo! ;)

Grazie a te ho già raggiunto i tre voti necessari per chiedere l'ammissione alla vetrina.
Dato che il racconto ha subito diverse modifiche, al momento preferisco aspettare di leggere il commento del prossimo lettore e vedere se ha altri suggerimenti da proporre. Staremo a vedere ^^

Ci tengo a ringraziare tutti per le critiche e i suggerimenti, questa volta vi ho dato molto da fare! XD

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Sara Todde
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Re: Mia.

Messaggio#19 » mercoledì 21 giugno 2017, 19:03

Ciao ChiaradiLuna, non ho avuto modo di leggere le versioni precedenti, comunque penso anch'io che il racconto sia pronto per la vetrina. Molto scorrevole e diretto, e il fatto che la storia sia costruita quasi esclusivamente sui dialoghi contribuisce al senso di straniamento (e di angoscia) che proviamo, come Michele, ad assistere al crescendo che ci rivela la follia di Claudio. A rileggerci!
CHIEDO L'AMMISSIONE ALLA VETRINA
Once barely taking a break
Now she sleeps her days away

ChiaradiLuna
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Re: Mia.

Messaggio#20 » mercoledì 21 giugno 2017, 23:15

Ciao Sara!
Ti ringrazio molto! A questo punto credo che il racconto sia pronto, perciò

CHIEDO L'AMMISSIONE ALLA VETRINA

Ho appena partecipato alla Bertino Night e ho già lasciato i miei commenti e la classifica, perciò qui mi limito a riportare i commenti che ho scritto nell'ambito del laboratorio.
viewtopic.php?f=97&t=1948#p22886
viewtopic.php?f=97&t=1927#p21335
viewtopic.php?f=97&t=2005#p22155

Ancora grazie a tutti!
A rileggerci! ^^

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Il Dottore
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Re: Mia.

Messaggio#21 » domenica 6 agosto 2017, 19:22

Ciao, Chiara.

Racconto promosso in Vetrina! Complimenti.
(lo spostamento avverrà compatibilmente con gli impegni dell'Antico :)
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

ChiaradiLuna
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Re: Mia.

Messaggio#22 » domenica 6 agosto 2017, 21:17

Dottore e Antico, grazie infinite! ^^

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antico
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Re: Mia.

Messaggio#23 » venerdì 18 agosto 2017, 17:17

Eccomi. Provvedo a spostarlo in Vetrina al più presto. Diciamo entro la prossima settimana.

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antico
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Re: Mia.

Messaggio#24 » martedì 29 agosto 2017, 22:30

Vetrinizzato. Ora provvedo a disattivarlo qui sul Laboratorio.

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