Fuori

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SalvatoreStefanelli
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Fuori

Messaggio#1 » sabato 4 novembre 2017, 0:05

Il mio mondo è qui tra queste mura, dove vivo solo, abbracciato ai libri e alla tv. Non ho bisogno di altro. Non ho bisogno di nessuno che mi costringa a uscire dal mio appartamento.
Sono le tre, i rumori dalla strada mi svegliano. Come ogni notte l'asfalto pullula di vermi, di polvere bianca, di gambe aperte e imbrattate di sperma, di soldi velenosi. Le sirene non arrivano quasi mai qui, hanno paura di entrare nel quartiere quando i lampioni lasciano troppe ombre cariche di occhi, e non solo. Dopo poco il silenzio sembra ribellarsi a tutti questi frastuoni, ma il silenzio mi spaventa più delle urla.
Questa notte l'aria è irrespirabile, i cani in fondo alla strada si sono svegliati e abbaiano impazziti. I primi scricchiolii nelle mura sono seguiti subito dai secondi e poi infiniti altri. Le mura ondeggiano. Mi alzo. Quasi non mi reggono le gambe. Tutto si muove. Tutto trema.
«Angelillo apri! Dobbiamo scappare! è il terremoto. Forza! Prima che crollano le scale... Angelillo! Strunz! Tu muori. Tu e chella maledetta paura di uscire!»
«Signora Maria, non posso! Non ce la faccio.»
«Vieni. Ti ci porto io giù. Apri ‘sta cazzo di porta!»
La porta è lì che mi guarda, se la ride delle mie paure. Eppure, all’improvviso si spalanca. Cede, e sembra aver paura anch’essa.
La signora Maria ha un viso pallido, le mani livide a forza di battere contro l'anta. Tenta un sorriso, cerca di afferrarmi una mano. «Vieni! Fai presto. Tu muori se resti» dice, ma io non l’ascolto. Vedo le mura tremare all'impazzata. Crollano i soprammobili, i quadri alle pareti. Appaiono le prime crepe e, inarrestabili, si allargano.
«Uh! Maronna! Io non voglio morire! Corri Angelillo, corri!» mi grida lei, mentre scappa giù per le scale, inciampa, maledice, sbatte contro la parete e continua a correre. E io sono ancora qui, a guardare lo stipite della porta inclinarsi un poco da un lato per ritornare indietro subito dopo. È la cosa che si muove di meno: tutto intorno non c’è pace.
Uno stridore più forte degli altri e tutto si calma. Finalmente.
Respiro con affanno. Scopro di essere tutto sudato e, intanto, osservo la mia mano destra stretta alla porta, come se possa confortarmi il suo contatto. Mi guardo indietro: è tutto un disastro. E, mentre penso che dovrò darmi da fare per rimettere tutto a posto, c’è qualcuno che sa quanto la miglior vendetta sia quella che meno si aspetti. Una nuova scossa arriva come una stilettata ai pilastri della palazzina. Cado. Intorno a me crolla di tutto: suppellettili, armadi, lampadari, sedie. Il grosso tavolo del salone piega una gamba e fa l’inchino d’addio. Crollano i muri, il pavimento si squarcia mentre dall’alto cade giù quello del piano di sopra. La polvere mi blocca il respiro. L’architrave sopra la porta è l’unico che resiste. Mi trascino questi pochi centimetri con il cuore in gola, sino a raggiungerlo. Mi fermo lì, tra il mio mondo e quello fuori. In lontananza muore il suono di una campana. I cani hanno smesso di guaire, la strada tace le sue solite voci.
Intorno a me si fa il vuoto. Una oscura nube, pulviscolo di quello che era una casa, nasconde un cielo prima carico di stelle. Abbracciato alle mie gambe, con la testa tra di esse, prego. Come mai in vita mia.
Un’altra scossa, la più forte, e pure l’architrave cede: prima quello al piano superiore, che mi passa accanto come una furia. Poi il mio. Infine, quello del piano di sotto. Mi sento trascinare giù, tra calcinacci che mi urtano ai fianchi e oggetti vari che mi prendono a pugni e calci. Non ho nemmeno la forza di urlare la mia disperazione. Penso ai miei libri: vorrei poterne leggere uno adesso per evadere da questo inferno. Infine c’è silenzio.
Lo scorrere del tempo non ha più senso: ore che sembrano minuti e minuti che appaiono ore, la testa mi duole, e non li conto tra un dormiveglia e l’altro. Quando sento dei nuovi rumori non so quanto tempo è passato. Non riesco ancora a capire se è già giorno. Tra i rumori ascolto il suono delle prime voci. Sento riaffiorare la speranza. Provo a chiamarli ma non riesco ad emettere che atoni lamenti. Scavano. “Fate presto!”. “Non arrivano”. “Stanno arrivando”. “Dove andate? Sono qui!”. I miei pensieri corrono avanti e indietro. Quando, finalmente, rimuovono l’ultimo impedimento sono stordito dalla troppa luce.
«È vivo! È vivo!»
«Forza, amico, che ce l’hai fatta.»
Mi sollevano a braccia. Ho il tempo di guardare indietro e vedere dove ho passato le ultime ore. L’architrave era disteso intorno a me e sopra… Be’, c’era la porta. La osservo meglio: è rivoltata. Sono stato fuori dalla mia casa e sono sopravvissuto. Forse potrò farlo ancora, di uscire… dalla mia prossima casa.
Ultima modifica di SalvatoreStefanelli il lunedì 11 dicembre 2017, 21:31, modificato 2 volte in totale.



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Il Dottore
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Re: Fuori

Messaggio#2 » lunedì 6 novembre 2017, 10:40

Ciao, Salvatore e benvenuto nel Laboratorio.

Visto che sei nuovo ti ricordo che:
- puoi modificare il racconto quante volte vuoi
- per tentare l'accesso alla vetrina devi aver ricevuto almeno tre "richieste di grazia" da parte di altri lettori e commentato almeno altri tre racconti nel laboratorio.

Buon lavoro :)
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Fuori

Messaggio#3 » lunedì 6 novembre 2017, 19:14

Grazie del benvenuto e del promemoria, davvero utile per me che non ricordo mai niente. Appena posso cercherò di commentare altri racconti (per ora ne ho letti due e commentato uno, visto che l'altro andrà in archivio). Spero in qualche commento utile a migliorare il mio. Alla prossima.

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Massimo Tivoli
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Re: Fuori

Messaggio#4 » sabato 11 novembre 2017, 12:44

Bel racconto. Scritto, a mio modesto parere, molto bene e che descrive l’esperienza diretta di un evento sismico catastrofico. Sono Aquilano e quindi il tema mi sta particolarmente a cuore... il racconto è abbastanza coerente nel “vivere” il crollo dell’ultima scossa. Ma secondo me il punto di forza del racconto, che giustifica un crollo forse vissuto con un po’ troppa lucidità, è la psicologia del personaggio che viene mostrata egregiamente. E poi il finale. Sì, il terremoto non smuove solo le case ma anche gli animi e la psiche, cambiandoli per sempre, nel bene e nel male.

Eccetto per la, forse, troppa lucidità durante il crollo, che però come detto è funzionale soprattutto per il finale, non ho suggerimenti da fare. Pertanto:

CHIEDO LA GRAZIA
(INSOMMA L’AMMISSIONE ALLA VETRINA)

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SalvatoreStefanelli
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Re: Fuori

Messaggio#5 » sabato 11 novembre 2017, 15:42

Sai, Massimo, la lucidità durante il crollo è un qualcosa che, come dici, ha un senso con il finale ed è pur vero che può sembrare eccessiva, ma ti assicuro che ho visto gente avere una tale lucidità nei momenti più impensabili e caotici quasi da averne timore. Ho vissuto anch'io un terremoto (quello dell'Irpinia e di Napoli quasi quaranta anni fa) e non ricordo bene quanta lucidità avessi, ricordo che avevo 17 anni e mi venne anche una leggera crisi epilettica (allora ne soffrivo) mentre scendevo le scale ma non ebbi paura, quella arrivò qualche giorno dopo, a una nuova violenta scossa, quando ormai c'era la consapevolezza di quanto accaduto. Le palazzine INA Casa del mio rione, tuttavia, hanno retto benissimo tanto che ricordo (cosa strana per me, che non ho memoria) solo di un rullino sulla scrivania il quale si giro e cadde, i danni agli edifici furono irrisori. Grazie del commento e della richiesta di Grazia.

alexandra.fischer
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Re: Fuori

Messaggio#6 » martedì 21 novembre 2017, 16:25

Il racconto è molto ben scritto: rende con molta credibilità il terremoto (bella l’immagine del tavolo della sala personificato quando nel crollo, sembra voler fare con la sua gamba spezzata un inchino d’addio al suo proprietario)
L’evento scuote l’esistenza tranquilla e solitaria del librofilo Angelillo (tanto amante della lettura da rammaricarsi di non avere nulla da leggere per distrarsi dalle scosse di terremoto) in un quartiere partenopeo degradato, (droga, prostituzione). La parlata di Maria rivolta ad Angellillo immerge ulteriormente il lettore nella realtà partenopea.
Il finale contiene una nota di speranza: Angelillo si è salvato dal crollo e già immagina di scappare dal terremoto successivo, sì, ma nella nuova casa che riavrà.

Attenzione a: Angelillo apri (manca la virgola dopo Angellillo).

Chiedo l’ammissione alla Vetrina

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SalvatoreStefanelli
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Re: Fuori

Messaggio#7 » martedì 21 novembre 2017, 17:13

Ciao Alexandra. Grazie per il commento. Correggo subito la svista della virgola. Unica cosa che mi preme aggiungere: il protagonista non sta immaginando di scappare dal prossimo terremoto ma spera di riuscire a superare la sua paura di uscire di casa, visto che è come se fosse stato fuori la porta per tutto il tempo prima che lo rinvenissero sotto le macerie.. Ciao, abbraccioni e GRAZIE per la richiesta di ammissione in vetrina.

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SalvatoreStefanelli
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Re: Fuori

Messaggio#8 » venerdì 8 dicembre 2017, 18:55

Dottore, sto seriamente pensando di chiederti la Grazia. Due persone hanno commentato il racconto e lo hanno trovato degno. Sono passati più di due settimana di silenzio assoluto e, forse, attendere potrebbe rivelarsi inutile. Che dici: ma la fai questa Grazia e lo spostiamo in vetrina?

Gualtiero Bianchi
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Re: Fuori

Messaggio#9 » domenica 10 dicembre 2017, 18:33

Ciao Salvatore.
Anche con questo racconto a mio avviso hai fatto centro.
Partiamo dalla premessa: due periodi per delineare una personalità, uno stato dell'esistenza impalcato dicotomicamente tra il mondo del protagonista, limpido, conosciuto e controllabile, e il mondo esterno, oscuro e ingestibile, ripudiato in maniera quasi confessionale (termini come veleno, vermi e polvere sono perfetti perchè propri di una linguaggio simbolico-religioso). In due battute hai creato un contesto appropriato, e non è mai semplice.
Poi la crisi, sottoforma di terremoto, fa letteralmente crollare le certezze di Angelillo, e imprigionandolo sotto le macerie lo libera dalle proprie ben sistematizzate paure.
In mezzo, tutto quello che da valore alla storia: l'efficace descrizione delle sensazioni in un sisma (realistiche per quanto possibile al sottoscritto che fortunatamente non ne ha mai vissuto uno in prima persona), la personificazione degli oggetti di casa (che prendono vita con il movimento tellurico), il macchiettistico intervento della vicina, il crescere del silenzio post-catastrofe, la attesa di una salvezza che sa di rinascita. Davvero molto bene.

CHIEDO LA GRAZIA.

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SalvatoreStefanelli
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Re: Fuori

Messaggio#10 » domenica 10 dicembre 2017, 20:03

Grazie Gualtiero. Le tue parole mi danno enorme piacere, l'analisi che fai del racconto è precisa e ben puntualizzante, anche meglio di come avrei potuto fare io. Poi, chiedi la grazia... Ora non ci resta che vedere cosa decide Il Dottore. Incrocio le dita o, come amo dire io, intreccio canestrini.

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Il Dottore
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Re: Fuori

Messaggio#11 » lunedì 11 dicembre 2017, 9:43

Ciao, Salvatore!

Scusa mi ero sfuggito sia il messaggio in cui chiedevi l'accesso diretto alla vetrina che la terza richiesta di grazia! Mi fustigherò per penitenza.
(in casi come questi mandatemi pure un messaggio diretto qui nel forum o su Facebook!)

Il racconto è una piccola perla e merita senz'altro l'accesso alla Vetrina (anzi avrebbe meritato destini migliore nel Contest in cui l'avevi proposto).
Il racconto è promosso.
Ti chiederei solo di modificare la punteggiatura dei dialoghi per adeguarla allo standard della Vetrina (https://www.minuticontati.com/forum/viewtopic.php?f=3&t=2294)
La pubblicazione in vetrina richiederà un po' di tempo per accordarsi con la programmazione gestita direttamente dall'Antico (che ti contatterà anche per la liberatoria). Quindi se per un po' di tempo vedi il tuo racconto ancora qui non ti preoccupare!

Complimenti!!!

PS sai già, immagino, che esiste una bella App sviluppata da Roberto Romanelli che permette di gustarsi i racconti anche da Cell in un bell'abito elegante?
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Fuori

Messaggio#12 » lunedì 11 dicembre 2017, 21:34

Grazie!
Ho messo i caporali. Alcuni pensieri li ho messi in corsivo ma lasciati tra le virgolette alte, perché vengono pensati in tempi diversi, sperando che vadano bene così. Grazie, Dottore!!!

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Re: Fuori

Messaggio#13 » lunedì 11 dicembre 2017, 22:09

Ciao, Salvatore!

Grazie per i caporali... ai pensieri non ci avevo pensato :).
Non so quale formalismo adotti la Vetrina in proposito. Vediamo che ne dice l'Antico. In fondo io sono solo un suo umile adepto! :D
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Fuori

Messaggio#14 » lunedì 25 dicembre 2017, 11:01

Buone Feste a Tutti e Un Sereno e Felice 2018.

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antico
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Re: Fuori

Messaggio#15 » mercoledì 24 gennaio 2018, 16:48

Racconto promosso in Vetrina, procedo a disattivarlo qui nell'Arena.

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