Buried Town - Viviana Spagnolo

La 64ª Edizione (la 63ª è il Contest Best - non te la sarai mica perso, vero?) è denominata Contest Live. Questa edizione speciale si è tenuta il 28 febbraio 2015 alla Biblioteca Ginzburg di Torino. Quindici scrittori selezionati hanno partecipato alla sfida sul tema: Il passato è una bestia feroce, il titolo del primo thriller di Massimo Polidoro, Edizioni Piemme.
viviana.spagnolo
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Buried Town - Viviana Spagnolo

Messaggio#1 » sabato 28 febbraio 2015, 16:18

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Parliamoci chiaro, amico. Quella che ti sto per raccontare non è esattamente la verità. È una cosa che le assomiglia molto, però. Te pensala come la versione cinematografica della mia vita, ok? Una specie di romanzo.
Sono sicuro che ti piacciono i romanzi. Sono sicuro che muori dalla voglia di scriverne uno. Preparati, allora. Perché stai per farlo. Stai per scrivere un romanzo che chiamerai biografia che la gente chiamerà best seller. In due parole, stai per diventare famoso per aver scritto la storia della mia vita che non è proprio la storia della mia vita.
Per tutti sarai l’uomo che ha svelato i segreti del grande Tobia Lux e - te lo assicuro - nessuno saprà mai che non sono proprio tutti, tutti, tutti veri.
Il piano è mentire quanto basta. Il piano è salvarmi il culo, correggendo qua e là la storia della mia vita. Stiamo parlando di una variante accettabile della mia esistenza. Una versione riveduta e corretta del mio passato. Giusto quel tanto che serve per andare avanti senza fare troppo scalpore. Un colpo di botox alla verità. Una punturina di acido ialuronico alla realtà dei fatti. Nulla di troppo definitivo.
È che ho bisogno che il mondo creda di sapere ogni cosa che mi riguarda. Ho il fottuto, disperato bisogno che tutti pensino di essere a conoscenza dei miei misteri più misteriosi.
Quelli più oscuri. Quelli più terribili. Quelli più imbarazzanti.
I fattacci. Gli scheletri. Le figure di merda.
Tutto. Ogni santissima cosa che porta il mio nome.
È l’unico modo che ho per essere lasciato in pace, capisci. L’unica speranza che ho di salvarmi è fingere di darmi in pasto ai lupi. Ed è qui che entri in gioco tu.
Scrivi questa specie di libro rivelazione su di me, dai. Fa in modo che nessuno cerchi più di svelare i segreti di Tobia Lux, forza. Convinci la gente di essere riuscito a strapparmi la confessione del secolo. Lo scoop del momento.
Fallo ed io sarò libero.
Fallo e tu sarai famoso.
Scrivilo, scrivilo, scrivilo.
Ed io sarò morto.
E tu sarai più vivo che mai.
È sufficiente che mi ascolti per qualche ora, non ci metterò molto. Basterà poco tempo perché tu sappia tutto quello che ti serve sapere. Oltretutto sentirai una storia carina. Non fosse altro perché parlerà di me, di Tobia Lux. Una specie di Gesù Cristo che sta salendo sulla croce.
Si... uno pari, pari a Gesù Cristo. A parte una piccola differenza che vorrei tenessi presente: io non risorgerò. Ringraziando il cielo.
 
 
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Per cominciare, devi sapere che non ricordo proprio come io abbia avuto l’idea. Vuoto totale, dico. Nada. Nisba. Niet.
Se ti fa sentire meglio, però, posso inventarmi un inizio zeppo di cose mai successe. Posso dirti che il mio amico Abele mi ha preso da parte e ha minacciato di sfoderare la lama e tagliarmi la gola, se non avessi fatto quello che diceva.
A ben pensarci, posso dirti quello che voglio perchè, ora come ora, nessuno mi impedisce di farti credere che sia accaduto per davvero.
Poi, se quello che cerchi è la verità, quella vera, allora devo dirti che non so davvero come sia partito tutto questo. E, forse, non è nemmeno importante, non credi?
Forse l’unica cosa importante è che io non ho fatto niente di importante. Niente di diverso dal resto del mondo, dico. Perché ovunque c’è gente che ha bisogno di qualcosa e gente che guadagna facendoglielo avere. L’uomo è l’attività più redditizia del mondo, capisci che intendo?
Ed io sono solo stato alle regole del gioco. L’unica cosa di cui io, il grande Tobia Lux, sono colpevole è aver dato alle persone ciò che volevano: una storia di cui essere i protagonisti. Una vicenda in cui, una volta tanto, il ruolo dell’attore principale fosse tutto, tutto, tutto loro. E di nessun’altro.
Perciò perchè dovrei sentirmi in colpa per essere andato nei quartieri alti a cercare un paio di fessi? Per avergli detto che conoscevo il loro vero passato e avergli raccontato la loro storia tutta speciale. Una storia in cui avevano il ruolo di discendenti di grandi famiglie, eroi e, perchè no, divinità.
Perchè dovrei provare rimorso per questi cazzo di Signor Nessuno che mi guardano con i loro stupidi occhi increduli e mi chiedono se possono fare qualcosa per rimediare alla loro ignoranza?
Io: “Certo che potete”.
Io: “Ne avete tutto il diritto”.
È sufficiente che dimentichiate quello che credete di sapere. Nessuna guerra mondiale. Nessuna bomba atomica. Napoleone? Probabilmente non è mai esistito. Il passato, quello vero, è quello che non vi vogliono raccontare. Quello in cui voi siete i protagonisti della Storia. Quello che sta a Buried Town.
E, allora, è lì che li porto. Dritti a liberarsi della loro roba firmata e a farmela incassare. Dritti a spendere il loro soldi e a farmeli guadagnare.
E - so cosa stai pensando - ma io non derubo nessuno, amico. Io onoro il passato. Perchè, te lo assicuro, l’uomo rispetta solo le storie di cui è il personaggio principale.



cristina.danini
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Messaggio#2 » martedì 3 marzo 2015, 16:22

Bell'attacco, dato il tono che prende il racconto mi piace che si indirizzi direttamente al lettore. Sembra che gli stia dando le istruzioni per scrivere una storia, o per giocare un gioco e fargli capire come stanno le cose. Anche la distinzione in due parti numerate sembra enfatizzare l'idea di "regolamento". La scrittura è pulita e scorrevole, l'unica cosa che mi lascia un po' stupita è che ho come al sensazione che sia un incipit e la storia vera e propria debba ancora arrivare. Ora sono incuriosita, vorrei sapere qualcosa di questo tizio che mi sta parlando, degli scheletri che nasconde nell'armadio e di cosa sta architettando. Mi piace l'idea di nascondere le storie marce dietro a un passato eroico inventato. In totale... sono curiosa!

viviana.spagnolo
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Messaggio#3 » martedì 3 marzo 2015, 16:59

Credo tu abbia colto proprio nel segno, Cristina! Il mio racconto potrebbe sembrare quasi un incipit, sì... lo penso anch'io! Vedi, di fronte al tema, mi è venuta in mente una storia piuttosto imponente (che mal si accordava con il limite di tempo/ battute). Così ho fatto la scelta, forse rischiosa, di non condensarla rendendola frettolosa e mal sviluppata, ma di accennarla soltanto. Per via di questa decisione, il mio racconto gioca molto con il "non detto"... spingendosi quasi al limite. Si procede per suggestioni più che per accadimenti e per intuizioni più che per dati di fatto. Pensa il tutto come un abito vedo - non vedo. La cosa di cui sono felice, però, è che - anche se non ho raccontato tutta la vicenda - il suo senso è comunque tutto lì... ed è racchiuso, più o meno, nella frase conclusiva. Ed, in fondo, il significato di una storia è più importante della storia stessa... o, almeno, io la vedo così!

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Filippo Santaniello
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Messaggio#4 » martedì 3 marzo 2015, 23:39

E' un peccato che la storia stenti a decollare perché il tono è accattivante e il ritmo rende la lettura scattante.  Mi sarei sforzato d'inserire a tutti i costi un minimo di trama per non dare al lettore la sensazione che ci sia troppo di non detto, tuttavia anche così il racconto è godibile e guadagna punti soprattutto per un lessico muscolare tipico di certi romanzi contemporanei. Bella prova! Ciao Viviana!

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Peter7413
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Messaggio#5 » mercoledì 4 marzo 2015, 19:30

Ottimo lo stile, avvinghia subito il lettore grazie al suo essere diretto e senza fronzoli. Mancano dialoghi, ma chi se ne frega, non se ne sente la mancanza. C'è però un grosso divario fra prima parte (avvincente, completa, ben condotta) e seconda parte (necessariamente frettolosa per concludere quando invece, come l'autrice stessa sottolinea, avrebbe avuto bisogno di spazio maggiore per esprimere tutte le proprie potenzialità). Vero, ciò che vuol essere è espresso (bellissima la considerazione con cui si chiude il racconto "l'uomo rispetta solo le storie di cui è il personaggio principale"), ma rimane in superficie e il finale risulta, di conseguenza troppo "leggero" e "accennato" rispetto a quanto precede. La risultante è un disequilibrio fra le parti che non giova al giudizio finale. Certo è che le potenzialità dell'idea, unite allo stile dell'autrice, sono elevate e che il consiglio è di rielaborare il tutto senza limiti di caratteri a limitarlo.

viviana.spagnolo
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Messaggio#6 » mercoledì 4 marzo 2015, 20:55

@ Filippo, Peter7413: nel rispondervi, rischierei di ripetere quanto ho detto a Cristina... perchè, in fondo, la nota dolente è sempre quella e io stessa l'ho riconosciuta. Quello che posso aggiungere è che Minuti Contati, per me, è stata davvero una sfida tosta. Sono una scrittrice (?) "riflessiva" e ho bisogno che le storie sedimentino un po' dentro di me prima di scriverle. Il "gioco" non era affatto facile quanto sembrava: c'era bisogno di concentrazione costante e di idee belle chiare in modo da riuscire a condensarle con efficacia. Era la prima volta che mi mettevo alla prova con una cosa simile ed è stato divertente. Seguirò il consiglio di Peter7413 e proverò a riformulare la storia senza il limite di righe... e, se ne verrà fuori qualcosa di buono, dovrò dire grazie a Minuti Contati! Per il momento, però, il racconto è quello sopra... con tutti i suoi inevitabili difetti.

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Peter7413
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Messaggio#7 » mercoledì 4 marzo 2015, 21:02

Minuti Contati serve anche a quello, a darti la scarica di adrenalina alla creatività e portarti a creare storie che poi potrai riprendere e allargare. Hai fatto un ottimo lavoro Viviana, certo il difetto può essere quello, ma magari per qualcuno non lo sarà (le teste sono tante e anche le idee e i punti di vista).

In particolare sono molto curioso di saperne di più su quest'uomo in grado di convincere riguardo a un diverso passato e capace di costruirne di personalizzati: è un'idea vincente che merita un racconto anche nell'ordine dei 30000 caratteri, tanto per iniziare. Nel caso veda la luce, mi piacerebbe leggerlo!

viviana.spagnolo
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Messaggio#8 » mercoledì 4 marzo 2015, 21:18

Sono d'accordo, Peter7413! Credo di dover essere debitrice a quella scarica di adrenalina alla creatività, in ogni caso. E, certo, se mai verrà alla luce (cosa che mi auguro), te lo farò leggere sicuramente!

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marco.roncaccia
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Messaggio#9 » giovedì 5 marzo 2015, 21:06

Non hai scritto un racconto ma hai tra le mani le due cose più difficili da trovare nella narrativa: una voce convincente, un ritmo avvincente. Anche il titolo e il nome del personaggio che parla sono intriganti. Ho anche pensato, all’inizio, che volessi sfondare la cosiddetta quarta parete e inserire il lettore (che nel caso del contest è anche scrittore, proprio come colui a cui si rivolge Tobia Lux) all’interno del racconto. La seconda parte evidenzia quello che manca al tuo testo per diventare racconto: la drammaturgia e il movimento che si intravedono ad un livello ancora troppo embrionale. Una raccomandazione, non mollare l’osso! Tobia Lux, evidentemente ha parecchio da dire ancora ed ha scelto proprio te per scrivere la sua biografia.

sharon.galano
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Messaggio#10 » giovedì 5 marzo 2015, 21:24

Ciao Viviana,

hai scelto una voce narrante impegnativa. Si tratta di una prima persona che in un monologo vuole condensare un passato feroce. Ci sono vari pericoli che gli altri partecipanti hanno già evidenziato: non viene dato molto spazio alla trama, mancano i dialoghi, e il racconto diventa un incipit. Ma penso che sia proprio questo il punto forte della tua storia: la voce è tutto. E tu la scrivi proprio come se stessi lì ad ascoltarla. C'è molta paratassi, proprio come nel parlato. Ti consiglio di continuare su questa linea e ampliare il racconto, oppure, di riscrivere la storia, sacrificando parte dell'io narrante. Prova, siamo qui per questo. Buon lavoro.

viviana.tenga
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Messaggio#11 » venerdì 6 marzo 2015, 10:53

Ciao Viviana,

A parte un paio di refusi lo stile è veramente ottimo, la prima parte cattura subito il lettore in modo originale e coinvolgente. Come hanno detto anche altri, però, il racconto è secondo me poco equilibrato. La parte introduttiva, per quanto bella, finisce col dilungarsi un po' troppo, mentre i fatti veri e propri vengono esposti in modo frettoloso solo alla fine. Per i limiti di battute, il racconto di una storia così non poteva che essere un incipit, però secondo me si poteva limare un po' sulla prima parte e aggiungere elementi alla seconda, in modo da lasciare il lettore con qualcosa di più. Comunque, per essere una prima partecipazione a Minuti Contati il livello è davvero molto buono, complimenti!

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#12 » venerdì 6 marzo 2015, 12:11

Ciao Viviana.

Mi piace un sacco la lingua che hai usato, e questo ormai è appurato. Molto moderna e veloce. Però quello che mi chiedo è: perché hai raccontato proprio questa storia? Questa è solo la premessa a una storia e non la storia in sé, forse era meglio aggiungere una parte di trama per non rendere la lettura un po' vaga. Bella la riflessione sul passato dell'umanità invece.

Peccato per quel guizzo di trama che mi è mancato, altrimenti come struttura e lingua davvero niente da ridire.

jacqueline.nieder
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Messaggio#13 » sabato 7 marzo 2015, 14:32

Molto bello, geniale l'idea, stile molto personale, complimenti davvero.

Anche io terrei caro questo racconto, rimaneggiandolo e non dandoti limiti di battute. L'idea è davvero originale e anche io onestamente sento il racconto come l'incipit di un romanzo. Oppure  rielaborandolo un attimo riesci a chiudere il cerchio, spiegare "come" queste persone diventano protagoniste di una storia che non è la Storia ma una manipolazione su "misura" trasformandolo in un racconto lungo.

In ogni caso, complimenti di nuovo.

francesco.damore
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Messaggio#14 » domenica 8 marzo 2015, 12:54

Il racconto è ben scritto e molto accattivante, ma non riesco a trovare il tuo protagonista, ovvero Tobia, convincente, sia nel modo in cui parla, sia in quello che dice.
Non ho creduto in lui e nella sua "grandezza" neanche per un secondo e tra l'altro non vedo il motivo per cui qualcuno debba scrivere un libro su di lui o perché dovrebbe considerarsi un grande dato che non ci hai fornito alcun elemento nel racconto per cui dovremmo pensarlo.
Forse il racconto dovrebbe continuare con la storia che vuole raccontarci per capire il perché noi lettori dovremmo ascoltare le sue parole e anche per vedere se il personaggio ci convince di quello che dichiara in tutto il racconto.

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ceranu
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Messaggio#15 » lunedì 9 marzo 2015, 14:08

Ciao Viviana.
Bell'esercizio di scrittura. Si legge tutto bene, senza intoppi e trovo il tuo stile frizzante e coinvolgente. Eppure il mio commento deve finire qui, perché non c'è altro da analizzare. Non posso dire neppure che questo sia un buon incipit, perché non ho la più pallida idea di chi parli e di quale sia il suo scopo. A dire il vero non ho capito nemmeno il mezzo. Sta scrivendo una lettera, rilascia un'intervista? Chi ha davanti? Perché lui è così importante.
Non so, ci sono parecchie domande senza risposta.
Ciao e alla prossima

beppe
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Messaggio#16 » lunedì 9 marzo 2015, 17:20

Ciao Viviana, benvenuta a Minuti Contati!
Non starò a ripeterti quello che ti hanno già detto e consigliato gli altri: voce accattivante, bel ritmo, manca un minimo di trama etc. Cerco di farti notare altre cose che possano esserti utili.
Questa frase uccide il racconto – il lettore ti ha seguito, ha avuto pazienza già fino a metà racconto, e tu gli dici:
Forse l’unica cosa importante è che io non ho fatto niente di importante. Niente di diverso dal resto del mondo, dico.

Se questo tizio non ha fatto niente di eccezionale, perché me ne parli?
L’importanza della situazione va settata nel primo periodo, nell’incipit (del tuo lungo incipit). Come nel mio amato e sempre citato Anna Karenina di Tolstoj: “Tutte le famiglie felici si assomigliano, mentre tutte le famiglie disgraziate sono infelici a modo loro.”
La tua frase incipit è messa alla fine:
te lo assicuro, l’uomo rispetta solo le storie di cui è il personaggio principale

È sepolta (Buried) troppo lontano dal tuo mondo (Town) del racconto, che solo ci fai intravedere. Anche se tieni questo racconto di Minuti Contati come l’incipit di una storia più lunga, tieni conto di questi consigli: come in un frattale, il tutto sta anche nel dettaglio. Anche nell’incipit, in nuce, nel suo DNA, devi dare al lettore TUTTO il tema della tua storia… E poi lo devi sviluppare. A rilleggerci! ;-)

PS
Alcuni perché sbagliati: “perchè, ora come ora”; “Perciò perchè dovrei sentirmi in colpa”; “perchè no, divinità.”; “Perchè dovrei provare rimorso”; “Perchè, te lo assicuro,” – perché vuole sempre l’accento acuto: “perché”. In altri casi lo scrivi giusto.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#17 » martedì 10 marzo 2015, 10:45

Partiamo dall'apprezzamento: adoro come scrivi. Mi piace questo colloquio a tu per tu con il lettore, il dialogo non scade mai nel banale e ti cattura. Solo che, come altri ti hanno già fatto notare, ti lascia con un gigantesco punto interrogativo, mille dubbi che non trovano risposta, mentre invece in un racconto ci deve essere un inizio e soprattutto una chiusura che perlomeno dia un senso a quanto narrato. Si può considerare, appunto, un buon incipit e ti assicuro che se aprissi un libro e leggessi questo inizio, proseguirei nella lettura.

A rileggerci!

 
Uccidi scrivendo.

carolina.pelosi
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Messaggio#18 » martedì 10 marzo 2015, 12:13

Nonostante sia un enorme incipit (come sostieni tu stessa), l'ho trovato molto, molto potente! L'idea è pazzesca, coinvolge e incuriosisce, lo stile mi piace un sacco, scorre, non s'inceppa mai. La voce narrante è vicina, quasi come una voce amica, diretta, il titolo promette un segreto sepolto di grandi dimensioni. Prenditi tempo e continua a lavorarci, più che un racconto, io ci vedrei un gran bel romanzo!

carolina.pelosi
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Messaggio#19 » mercoledì 11 marzo 2015, 14:38

Nonostante sia un enorme incipit (come hai detto anche tu), io l'ho trovato molto, molto potente! L'idea è pazzesca, lo stile mi piace un sacco, è forte, è diretto. La voce narrante è una voce vicina, quasi una voce amica, e arriva proprio dove vuole arrivare. Il titolo anticipa qualcosa di sepolto, un segreto, un grande segreto. che incuriosisce e intriga già dalle prime righe. Continua a lavorarci, più che un racconto, a me piacerebbe averne un romanzo vero e proprio!

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patty.barale
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Messaggio#20 » venerdì 13 marzo 2015, 15:20

Wow, che stile, che incisività, che bella scrittura, mi sento carica, mi sento curiosa, voglio sapere tutto, questa storia mi prende un casino... Ma dov'è la storia?

A parte battute, in questo racconto vedo un incipit capace di incollarmi alla pagina e di catturare il mio interesse, ma, appunto, un incipit!

La mia sensazione è che tu avessi in testa un'idea molto più complessa e che il limite di tempo e battute ti abbia costretto a stringere il tutto in un qualcosa di incompiuto e anche affrettato nella seconda parte.

O forse sono io che non ho capito un tubo?  :-)

Alla prossima!

diego.ducoli
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Messaggio#21 » lunedì 16 marzo 2015, 22:38

Ciao Viviana

Azzeccatissimo lo stile scelto per la narrazione, forte  e incisivo. Metti tantissima carne al fuoco, crei un personaggio intrigante, per certi versi cattivo. Vorrei saperne di più, cos'è questa Buried Town, cosa fa e cos'è ma poi...Nulla. Questo è il difetto principale del brano, non mi ha soddisfatto.

È un ottimo inizio per qualcosa di più lungo ,se mai decidi di portare avanti la storia voglio sapere come prosegue.

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