Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Lunedì 20 marzo 2017 dalle 21 all'una!
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jimjams
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Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#1 » martedì 21 marzo 2017, 0:08

L’allarme risuonò tra le pareti del cargo, scuotendoci dal torpore. Il viaggio era stato più travagliato del previsto ma eravamo arrivati a destinazione e la sirena che segnalava l’evento non poteva che suonare allegra alle mie orecchie. Non dovevo essere il solo in quello stato d’animo, perché in breve eravamo tutti in plancia ostentando larghi sorrisi e ottimismo. Tranne Raina, naturalmente.
– Siamo ancora in tempo per lasciar stare – fu il suo esordio. La ignorai.
– Kaleo, prepara il Concentratore, non ci vorrà molto per arrivare alla posizione stabilita.
– Vado avanti con le misure che abbiamo deciso ieri?
Scrollai le spalle, l’argomento era stato al centro di una discussione che si era protratta per tutto il viaggio e che il giorno precedente aveva avuto il suo epilogo.
– Non ci sono alternative, per caricarlo a bordo una volta Concentrato è necessario non superare quelle dimensioni.
– Lo perderemo nello spazio, è troppo piccolo – commentò Raina – dovremmo procedere in due stadi.
– Basta! Ne abbiamo parlato fino alla nausea, nessuno ha mai Concentrato un pianeta intero, figuriamoci se possiamo rischiare di farlo due volte.
Kaleo annuì e corse via. Per mia fortuna gli sguardi di disapprovazione degli altri due membri della banda convinsero Raina a lasciar stare.
Approfittai di quella pace per verificare il mio programma di ricerca. Una volta che il pianeta fosse stato Concentrato, ridotto a una ventina di metri di diametro, sarebbe stato essenziale recuperarlo nel più breve tempo possibile. Le possibilità che fosse colpito da qualche piccolo asteroide vagante sarebbero aumentate esponenzialmente con il passare del tempo, man mano che si fosse allontanato dalla sua orbita originale. Il programma calcolava tutto, meno gli imprevisti e gli effetti del caso. Avrebbe dovuto funzionare comunque.
Ero preso nei miei controlli quando la voce di Rabel interruppe il filo dei miei pensieri.
– Siamo in posizione stabile.
– Il Concentratore è pronto – gli fece subito eco Kaleo.
Mi leccai le labbra nervoso, non c’era più tempo né margine per rivedere alcunché.
– Va bene, attivalo, portiamoci a casa questo pianeta.
I minuti successivi furono frenetici. Appena eseguita la Concentrazione feci partire la ricerca. Rimanemmo in attesa con il fiato sospeso.
Ci mette troppo, pensavo. Ma alla fine ce la fece, così lo trascinammo nella stiva.

E a questo punto del racconto il Supremo Giudice batte con violenza la grossa mano sullo scranno.
– Basta, tutto questo è già a verbale. Dunque vi dichiarate colpevole?
– Be’ sì, cioè, no… Colpevole, di aver rubato Sygrel 12, certo, ma innocente…
– Innocente? Avete appena confessato di aver distrutto il pianeta!
– Ma non lo abbiamo distrutto, solo concentrato, si può rigenerare.
– E come accidenti pensavate di farlo?
Lo guardo sorpreso, dove vuole andare a parare? Bastava invertire il processo.
Lui legge il mio sgomento e scuote la testa, apre una pagina del manuale d’uso del Concentratore, capitolo Rigenerazione, e me la mostra.

Aggiungere acqua, q.b.



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antico
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#2 » martedì 21 marzo 2017, 0:11

Ciao Mario! Tutto ok con i parametri, non mi rimane che augurarti una buona Vietti Edition!

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angelo.frascella
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#3 » martedì 21 marzo 2017, 22:49

Ciao Mario.

Capita a volte in MC di leggere (ma anche di scrivere, perché l’ho fatto pure io) un racconto con uno spunto interessante e uno svolgimento serio, che però finisce con una specie di battuta. Questo mi dà ogni volta la sensazione di una specie di barzelletta, che magari mi fa anche sorridere, ma da un punto di vista narrativo mi lascia insoddisfatto.
Io proverei ad alleggerire il tono della prima parte in modo che il lettore non si aspetti un finale “serio”, ma già capisca che si tratta di una narrazione umoristica.
Un paio di annotazioni: nel giro di poche frasi ripeti troppo spesso Concentratore/Concentrazione e talvolta il risultato è cacofonico.
Inoltre non mi convince molto il fatto che il pianeta concentrato sia più a rischio di collisioni con asteroidi (anzi essendo ridotto e pure massa inferiore, dovrebbe essere abbastanza al sicuro).

A rileggerci,
Angelo

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maria rosaria
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#4 » mercoledì 22 marzo 2017, 15:48

Ciao Mario.
Ho letto il tuo racconto con interesse e divertimento. Mi ha fatto sorridere l'idea di "concentrare" un pianeta per trasportarlo. Nel finale scopro che la concentrazione non è altro che una disidratazione. Geniale!
Però ci sono alcune cose che non mi convincono e siccome non sono una grande lettrice di fantascienza provo a esportele per capire se magari l'errore è solo mio di comprensione (e ottusaggine):
1) a un certo punto scrivi:
"– Non ci sono alternative, per caricarlo a bordo una volta Concentrato è necessario non superare quelle dimensioni.
– Lo perderemo nello spazio, è troppo piccolo – commentò Raina – dovremmo procedere in due stadi.
– Basta! Ne abbiamo parlato fino alla nausea, nessuno ha mai Concentrato un pianeta intero, figuriamoci se possiamo rischiare di farlo due volte."

Ecco, qui mi sono un po' persa. Cosa significa procedere in due stadi?. Se il processo di concentrazione si rischia di farlo due volte, la cosa più ovvia che mi è venuta in mente è che quel "due stadi" significhi dividere il pianeta in due parti e concentrare le due parti per un trasporto meno pericoloso. Insomma, questo punto mi ha fatto un po' storcere il naso, ma solo perchè non sono riuscita a immaginarmi quello che invece fino a prima mi avevi mostrato benissimo.
2) Anche io, come Angelo, credo che se il pianeta è troppo piccolo diminuisce (anziché aumentare) i rischi di collisione con asteroidi o corpi celesti vari.
3) Il finale: quell'aggiungere acqua q.b. mi piace, solo con capisco perchè, se è scritto nel manuale d'uso del Concentratore, debba lasciar perplesso il Supremo giudice.

Alla prossima. :-)
Ultima modifica di maria rosaria il venerdì 24 marzo 2017, 19:16, modificato 1 volta in totale.
Maria Rosaria

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jimjams
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#5 » giovedì 23 marzo 2017, 17:37

angelo.frascella ha scritto:Ciao Mario.

Capita a volte in MC di leggere (ma anche di scrivere, perché l’ho fatto pure io) un racconto con uno spunto interessante e uno svolgimento serio, che però finisce con una specie di battuta. Questo mi dà ogni volta la sensazione di una specie di barzelletta, che magari mi fa anche sorridere, ma da un punto di vista narrativo mi lascia insoddisfatto.
Io proverei ad alleggerire il tono della prima parte in modo che il lettore non si aspetti un finale “serio”, ma già capisca che si tratta di una narrazione umoristica.
Un paio di annotazioni: nel giro di poche frasi ripeti troppo spesso Concentratore/Concentrazione e talvolta il risultato è cacofonico.
Inoltre non mi convince molto il fatto che il pianeta concentrato sia più a rischio di collisioni con asteroidi (anzi essendo ridotto e pure massa inferiore, dovrebbe essere abbastanza al sicuro).

A rileggerci,
Angelo


Ciao Angelo!

Se devo dirti la verità la penso come te, proprio perché in questo tipo di racconti è una chiave piuttosto comune, e infatti questo racconto mi piace meno del precedente (quello del baratto). D'altra parte se è tanto usato ci sarà una ragione :-)
Buono il consiglio sulla chiave umoristica da introdurre subito, magari se lo espando diventa più facile farlo, così come il gioco sulla base Concentrare può farmi gioco .-) (ripetendolo ancora di più).

Per i rischi di collisione. Rispondo qui anche a Maria Rosaria: in realtà il rischio non è la probabilità. Mi spiego meglio. le probabilità che il pianeta, rimpicciolito, venga colpito da un grosso asteroide, potrebbero sembrare in effetti ridotte, proprio in virtù della dimensione minuscola. D'altra parte gli effetti di un impatto con un frammento anche molto molto piccolo, di cui in certe zone è pieno lo spazio, sarebbero enormi, considerato appunto la dimensione del pianeta così ridotto. Dunque il rischio in realtà è altissimo, anche se la probabilità si un evento negativo potrebbe essere ridotta (e bisogna vedere di quanto si riduce anche questa, considerato che a questo punto sono pericolosi anche i frammenti di un centimetro).


mario

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jimjams
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#6 » giovedì 23 marzo 2017, 17:47

maria rosaria ha scritto:Ciao Mario.
Ho letto il tuo racconto con interesse e divertimento. Mi ha fatto sorridere l'idea di "concentrare" un pianeta per trasportarlo. Nel finale scopro che la concentrazione non è altro che una disidratazione. Geniale!
Però ci sono alcune cose che non mi convincono e siccome non sono una grande lettrice di fantascienza provo a esportele per capire se magari l'errore è solo mio di comprensione (e ottusaggine):
1) a un certo punto scrivi:
"– Non ci sono alternative, per caricarlo a bordo una volta Concentrato è necessario non superare quelle dimensioni.
– Lo perderemo nello spazio, è troppo piccolo – commentò Raina – dovremmo procedere in due stadi.
– Basta! Ne abbiamo parlato fino alla nausea, nessuno ha mai Concentrato un pianeta intero, figuriamoci se possiamo rischiare di farlo due volte."

Ecco, qui mi sono un po' persa. Cosa significa procedere in due stadi?. Se il processo di concentrazione si rischia di farlo due volte, la cosa più ovvia che mi è venuta in mente è che quel "due stadi" significhi dividere il pianeta in due parti e concentrare le due parti per un trasporto meno pericoloso. Insomma, questo punto mi ha fatto un po' storcere il naso, ma solo perchè non sono riuscita a immaginarmi quello che invece fino a prima mi avevi mostrato benissimo.
2) Anche io, come Angelo, credo che se il pianeta è troppo piccolo diminuisce (anziché aumentare) i rischi di collisione con asteroidi o corpi celesti vari.
3) Il finale: quell'aggiungere acqua q.b. mi piace, solo con capisco perchè, se è scritto nel manuale d'uso del Concentratore, debba lasciar perplesso il Supremo giudice.

Alla prossima. :-)



Ciao Maria Rosaria, eccomi a risponderti.

1) Non c'era molto spazio per spiegare e ho forse dato per scontato che si capisse. L'idea dei due stadi è quella di ridurre una prima volta il pianeta, ma a dimensioni tali che fosse molto facile raggiungerlo posizionandosi a distanza ravvicinata, quindi ridurlo ancora fino alla dimensione definitiva, avendo a questo punto il vantaggio di aver limitato enormemente le possibilità di perderselo. È chiaro che sto giocando no? Però è divertente, ipotizzando che si possa fare una certa cosa con la tecnologia, vedere quante possibilità si aprono.

2) Vedi la risposta data ad Angelo, il rischio è sempre calcolato come risultato partendo da possibilità di accadimento e impatto. Può darsi che riducendo il pianeta si riduca la possibilità di accadimento, ma si alza immensamente il possibile impatto. Per esempio la possibilità che un piccolo frammento entri nella nostra atmosfera è molto molto alta, credo succeda di continuo, ma l'impatto è zero. Gli stessi frammenti una volta ridotti diventano invece letali.

3) Forse il dialogo non è costruito perfettamente, chi pronuncia l'ultima frase è il giudice:
– E come accidenti pensavate di farlo?
E la prima persona poi è dell'accusato, che non capisce perché al giudice sembri impossibile rigenerare il pianeta.

(accusato)Lo guardo sorpreso, dove vuole andare a parare? Bastava invertire il processo.
Lui (il giudice) legge il mio sgomento e scuote la testa, apre una pagina del manuale d’uso del Concentratore, capitolo Rigenerazione, e me la mostra.

Insomma il giudice sa che è impossibile portare nello spazio tutta l'acqua necessaria (quanto basta) a rigenerare un intero pianeta, quindi lo stesso è di fatto distrutto e irrecuperabile, ma il nostro condannato ovviamente non ci era ancora arrivato.

mario

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Adry666
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#7 » venerdì 24 marzo 2017, 11:14

Ciao Mario,

tema centrato e “concentrato” :-))

Come sempre il tuo racconto è scritto molto bene, buon ritmo e ambientazione.

Tuttavia ci sono alcune cose che non mi sono arrivate come avrebbero dovuto (IMHO). In primis il senso del tutto, non ho capito il finale, l’ho riletto ma non capisco lo stesso.
Tu hai scritto:
“E come accidenti pensavate di farlo? Lo guardo sorpreso, dove vuole andare a parare? Bastava invertire il processo. Lui legge il mio sgomento e scuote la testa, apre una pagina del manuale d’uso del Concentratore, capitolo Rigenerazione, e me la mostra.
Aggiungere acqua, q.b.”
E quindi? Bastava fare un “unzip”, oppure si doveva rigenerare con l’aggiunta di acqua? Boh..
Passiamo all’incipit: “L’allarme risuonò tra le pareti del cargo, scuotendoci dal torpore. Il viaggio era stato più travagliato del previsto ma eravamo arrivati a destinazione e la sirena che segnalava l’evento non poteva che suonare allegra alle mie orecchie.”
Bello, ma se mi parli di: “viaggio era stato più travagliato del previsto ma eravamo arrivati a destinazione”, poi mi aspetto delle spiegazioni/narrazioni in proposito, se mi fai vedere la pistola prima o poi devi usarla.
Inoltre, secondo me, hai ripetuto troppe volte la parola “concentrazione”, dopo un po’ suona stucchevole.

Nel complesso discreta prova.

Ciao
Adriano

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giancarmine trotta
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#8 » martedì 28 marzo 2017, 19:15

Ciao Mario, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti.
Anche questo si legge bene, però ti confermo anch'io che qualcosa andava sistemato. Un pizzico di ironia all'inizio avrebbe agevolato il finale. Oppure un personaggio dal tono sarcastico, sopra le righe, avrebbe legato lo stesso finale. Sul tema ci siamo quasi: il punto esclamativo forse avrebbe meritato una battuta più accesa, anche se il modo con cui hai costruito il testo è chiuso egregiamente dalla battuta culinaria "Aggiungere acqua, q. b.".
Sulla questione rischio/probabilità della collissione hai dato una spiegazione che mi convince, anche se leggendolo anch'io ho trovato il fatto strano: probabilmente il nostro pensiero di spazio infinito ci fa percepire come difficile l'impatto tra asteroide e pianeta grande e ancora più difficile quello con uno piccolissimo. Ma gli effetti sono diversi, vero!
Alla prossima,
G.

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raffaele.marra
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#9 » mercoledì 29 marzo 2017, 22:59

Sicuramente lo spunto di partenza è avvincente e originale, con altrettanta certezza dico che il tutto andrebbe approfondito con molta più consapevolezza. A voler dare una lettura scientifica alla tua idea, vengono a galla una serie di interrogativi che stentano a mantenersi al di qua dell'inverosimiglianza. Concentrare un pianeta in una sfera di venti metri di diametro è un'idea affascinante, ma porta in sé una serie di complicazioni anche piuttosto elementari (nella definizione, non nella risoluzione, ahimè!). Non capisco se il tuo progetto di concentrazione si basi su una semplice disidratazione o sulla riduzione del vuoto atomico; in entrambi i casi, ovviamente, noto alcune evidenti incongruenze. Se si trattasse di riduzione per semplice disidratazione, considerando la riduzione ad una sfera di venti metri di diametro, non credo che in fondo ci voglia poi così tanta acqua per ripristinare lo status quo ante. Se si trattasse di riduzione per eliminazione del vuoto atomico, allora il discorso si complica notevolmente perché comincio a chiedermi perché debba mancare proprio l'acqua (se non perché era il tema del mese). Spero mi perdonerai per queste digressioni, ma mi piaceva renderti partecipe dei tanti "scervellamenti" che un racconto così può suscitare. Probabilmente mi risponderai che si tratta di un racconto molto più leggero di questo mio stesso commento, e quindi è ammissibile un po' di affidamento alla sacrosanta potenza dell'immaginazione e chi s'è visto s'è visto. Dalla tua c'è il fatto che, con il finale che punta sull'ironia, hai dimostrato di aver scelto di realizzare un racconto "soft" che, come tale, non necessita di particolare precisione scientifica, nonostante l'idea di partenza fosse potenzialmente grandiosa per un testo molto più "serio" e fisicamente attendibile. Concludo il tutto con il confermarti, visto che sicuramente non si sarà capito, che secondo me hai comunque fatto un buon lavoro.

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jimjams
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#10 » venerdì 31 marzo 2017, 11:14

raffaele.marra ha scritto:Sicuramente lo spunto di partenza è avvincente e originale, con altrettanta certezza dico che il tutto andrebbe approfondito con molta più consapevolezza. ...


Nel racconto la chiave è che il pianeta viene "disidratato", non si sa con che processo, e necessita di una grande quantità di acqua per poter tornare come prima. In pratica i "ladri" utilizzano in maniera assolutamente impropria uno strumento pensato per lavorare su dimensioni molto minori, ma in grado di funzionare anche su scala molto maggiore.
Ma è ovvio che non c'è niente di hard sf in tutto ciò, anzi probabilmente non andrebbe forse considerato nemmeno fantascienza. In reltà è un problema ricorrente per me: gli aspetti più tecnologici di un certo genere di SD non mi attirano né come lettore né come scrittore. Ho in sospeso un romanzo con una storia che mi piace molto, e non so se mai lo riprenderò, proprio perché mi rendo conto che sarei massacrato dai cultori della SD più hard, per le numerose forzature scientifiche che devo introdurre per portarlo avanti nel modo che voglio io.

Forse dovrei fregarmene :-)

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angelo.frascella
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#11 » venerdì 31 marzo 2017, 14:35

jimjams ha scritto:
raffaele.marra ha scritto:Ho in sospeso un romanzo con una storia che mi piace molto, e non so se mai lo riprenderò, proprio perché mi rendo conto che sarei massacrato dai cultori della SD più hard, per le numerose forzature scientifiche che devo introdurre per portarlo avanti nel modo che voglio io.

Forse dovrei fregarmene :-)


In realtà se leggi tanti romanzi/autori famosi di fantascienza, se ne fregano abbastanza.
Per esempio, in Dick non c'è un barlume di credibilità scientifica, eppure è uno degli autori più amati.
Quindi la mia risposta è: fregatene. L'importante è che non presenti il romanzo come Hard Sci-Fi.

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jimjams
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#12 » martedì 16 maggio 2017, 0:38

angelo.frascella ha scritto:
jimjams ha scritto:
raffaele.marra ha scritto:Ho in sospeso un romanzo con una storia che mi piace molto, e non so se mai lo riprenderò, proprio perché mi rendo conto che sarei massacrato dai cultori della SD più hard, per le numerose forzature scientifiche che devo introdurre per portarlo avanti nel modo che voglio io.

Forse dovrei fregarmene :-)


In realtà se leggi tanti romanzi/autori famosi di fantascienza, se ne fregano abbastanza.
Per esempio, in Dick non c'è un barlume di credibilità scientifica, eppure è uno degli autori più amati.
Quindi la mia risposta è: fregatene. L'importante è che non presenti il romanzo come Hard Sci-Fi.


Te l'ho detto vero che ti voglio bene?

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angelo.frascella
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Re: Quanto Basta - Mario Pacchiarotti

Messaggio#13 » martedì 16 maggio 2017, 22:23

jimjams ha scritto:Te l'ho detto vero che ti voglio bene?


:)

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