ARIEL

Lunedì 20 marzo 2017 dalle 21 all'una!
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DandElion
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ARIEL

Messaggio#1 » lunedì 20 marzo 2017, 22:43

Notte alta.
Una falce di luna si specchia nell’acqua, riflesso d’argento.
Il rumore della risacca si fa sempre più netto tra l’eco dei suoi passi.
Trascina un piede dietro l’altro, con incedere ondeggiante.
Sembra quasi una sirena storpia a cui abbiano mal montato le gambe: ogni passo indugia, come su una lama.
Attorno al corpo avvolta una tela strappata, tenuta da un ricordo di cima: naufragio sporco della deriva dei suoi giorni.
I capelli lunghi, intricati come rasta le conferiscono un’aria tutt’altro che ordinata.
Le mani disperate, ferite le gambe, carponi avanza: si arrampica su un cordolo di roccia.
Arriva nel punto più lontano. Come dopo un lungo viaggio, stremata si siede su un moncone di scoglio, minuta figura raccolta. Raggomitolata.
Allunga un piede verso l’acqua, lo trattiene a mezz’aria, avvolta dai ricordi.
Dietro gli occhi un turbinio di stelle: il dolore di un pianto inconsolabile forzatamente trattenuto.

“Questione di giorni. Forse di ore. Come lui ne ho visti pochi. Forse nessuno. Potrebbe anche arrivare ad una settimana.”

Fermo immagine.
La casa di mio nonno, il suo amore. Lo sguardo vuoto di mia madre. La bocca, cavità nera, dell’infermiere a domicilio. Tutto è nitido come lo avessi ancora davanti. La consapevolezza del non ritorno e l’insostenibile macigno dell’impotenza.

Le mie lacrime si sono fermate li. Sono tre anni che non posso, non verso una lacrima. Come se i miei occhi si fossero induriti. Come se il mio corpo non contenesse più acqua.
Dal giorno del suo funerale non bevo più. “Si sta lasciando morire” dicevano i medici, ma io non muoio mai, per dispetto alla Scienza.
Semplicemente, sono diventata allergica all’acqua. Il mio corpo mutato è fatto per il 75% da azoto, la molecola degli Dei, l’elemento chimico del dolore. Non c'è, non ho più acqua.
“Un capriccio genetico indotto da una malattia autoimmune” dicono i medici.
“Un raccapricciante dono di Satana” dice mia nonna.
Lavarmi, bere, sono ricordi lontani. Ho sete. Una sete insaziabile. Quando il mio corpo tocca l’acqua, sorte maledetta- novella Re Mida- la mia cute si scioglie, i miei tendini si irrigidiscono, i legamenti si sfaldano. Una flebo di salina può mandarmi in shock anafilattico.
Con mio nonno sono morta anche io. La mia vita è un pallido insignificante ricordo, ora che trascorro i miei giorni in una stanza bianca, come una cella.

Sfuggita dalla clinica psichiatrica dove mi hanno rinchiuso “stress nervoso post traumatico con delirio psicosomatico” è il verdetto della mia condanna. Io volevo solo rivedere il mare.
Avrei tentato il suicidio bevendo- secondo i miei carcerieri- se solo mi avessero dato accesso ai bagni.
Non posso più godere del curare la vita di un fiore, non potrei nutrirlo, né annaffiare più le tue rose, nonno. La mia esistenza non ha senso.
Allungo un piede verso l’acqua, lo immergo di colpo.

Un grido muto la scuote. Facendo leva sull’altro piede si butta nell’immenso, parabola elegante di una foglia di primo autunno. Di lei non resta che la spuma del mare.
Ultima modifica di DandElion il lunedì 20 marzo 2017, 23:38, modificato 5 volte in totale.


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antico
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Re: ARIEL

Messaggio#2 » lunedì 20 marzo 2017, 22:46

E dopo l'ottima prova nel tuo esordio su MC, rieccoti! Molto bene! Caratteri e tempo rispettati, buona Vietti Edition!

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Re: ARIEL

Messaggio#3 » lunedì 20 marzo 2017, 22:47

antico ha scritto:E dopo l'ottima prova nel tuo esordio su MC, rieccoti! Molto bene! Caratteri e tempo rispettati, buona Vietti Edition!

Grazie! Ho cambiato il Titolo, è un problema? in caso Rimetto "Ariel"
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Re: ARIEL

Messaggio#4 » lunedì 20 marzo 2017, 22:48

antico ha scritto:E dopo il grande esordio nella precedente edizione, rieccoti alla sfida di Minuti Contati, dove anche solo riuscire a consegnare è già un successo!

Grazie <3 mi sento onorata :D
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Re: ARIEL

Messaggio#5 » lunedì 20 marzo 2017, 22:49

DandElion ha scritto:
antico ha scritto:E dopo l'ottima prova nel tuo esordio su MC, rieccoti! Molto bene! Caratteri e tempo rispettati, buona Vietti Edition!

Grazie! Ho cambiato il Titolo, è un problema? in caso Rimetto "Ariel"


No niente, rimetto Ariel, che Lorelei era si un'ondina, ma di acqua dolce!!
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antico
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Re: ARIEL

Messaggio#6 » lunedì 20 marzo 2017, 22:52

Visto ora ;)
Puoi modificare fino all'una :D

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Re: ARIEL

Messaggio#7 » lunedì 20 marzo 2017, 23:06

antico ha scritto:Visto ora ;)
Puoi modificare fino all'una :D

Grazie :) Ma lascio Ariel. Teti mi fa tristezza come nome e Lorelei è di acqua dolce.. Poi in realtà mi era venuta subito Ariel e quindi "buona la prima" :P :P :P
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Linda De Santi
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Re: ARIEL

Messaggio#8 » sabato 25 marzo 2017, 17:39

Interessante sviluppo del tema. Si dice che l’estremo dolore prosciughi ogni lacrima dagli occhi, e alla tua protagonista invece si è prosciugata ogni goccia d’acqua dal corpo. Assurdo, ma nel caso del tuo racconto regge abbastanza.
Non so se apprezzo il passaggio dalla terza persona alla prima e poi di nuovo dalla prima alla terza nel finale. Anche i grassetti qua e là non mi convincono, la trovo un’enfatizzazione superflua.
Nel complesso comunque mi è piaciuto, è un buon racconto.

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DandElion
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Re: ARIEL

Messaggio#9 » domenica 26 marzo 2017, 0:15

Grazie <3
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Zebratigrata
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Re: ARIEL

Messaggio#10 » domenica 26 marzo 2017, 15:25

Anche se l’idea dell’allergia all’acqua può avere delle potenzialità è molto difficile da sfruttare. L’ambientazione che ci presenti è realistica, perciò si fatica a credere a questa cosa, e soprattutto a credere a una fuga da una clinica psichiatrica dopo 3 anni passati senza bere. Secondo me esageri con i tempi, se fosse una settimana (massimo) la fuga sarebbe lo stesso poco credibile ma il lettore potrebbe venire a patti con la questione per poi meravigliarsi e sospettare il soprannaturale quando la protagonista si scioglie nel suicidio.

I grassetti non mi sembra aggiungano nulla in questo caso e distraggono dalla lettura del racconto. Non mi sembrano in generale adatti a un testo di narrativa, se non per particolari sperimentazioni o con uno scopo preciso. Qui li usi per far risaltare alcuni elementi, che però a mio avviso puoi benissimo far risaltare in maniera più naturale con accapi, ritmo del testo, ecc..

Le descrizioni sono un po’ vaghe, il turbinio di stelle per esempio dice poco degli occhi mentre se descrivi concretamente lo sguardo di una persona reale puoi trasmettere molto di più e dare carattere al personaggio.

A proposito del titolo: scegli il nome della sirenetta, e il lettore immagina subito che un parallelo esplicito costituisca l’ossatura stessa del racconto ma resta poi deluso. Ma il parallelo non c’è veramente: nonostante il paragone esplicito delle gambe con la coda della sirena l’unica cosa in comune tra le due è il mare, che però ha un ruolo diverso nelle due storie. Se ci sono altre analogie purtroppo non le ho colte.

Insomma, vedo molte cose da sistemare, questo anche perché l’idea di fondo del tuo racconto è impegnativa da sostenere ma con un po’ di ritocchi potrebbe uscirne un racconto interessante.

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DandElion
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Re: ARIEL

Messaggio#11 » domenica 26 marzo 2017, 19:02

Ciao Zebratigrata, grazie delle puntualizzazioni.
Mi permetto di controbattere.
Il racconto è evidentemente di fantascienza, il che lo colloca in qualcosa di verosimile, MA che per sua natura deve avere un quid che lo differenzia dalla realtà.
Ecco perchè la povera Ariel essendo mutata in un organismo a base azoto NON ha bisogno di bere e mangiare perchè la sua natura non glielo consente, MA soffre di questo perchè il suo cervello (e anche il suo corpo evidentemente) ha memoria di quando era un organismo a base carbonio. Se fosse una settimana massimo sarebbe un racconto normale di una donna normale che si suicida normalmente e se non troviamo il suo corpo tra i flutti sarebbe semplicemente perchè qualche animaletto ne ha pasturato.. E invece il racconto non è su questo.

Sui grassetti, ok messaggio recepito, era un esperimento che non farò mai più :P

Un turbinio di stelle è chiaramente visualizzabile con una galassia. Un oggetto nero, con delle spirali luminose.. non mi sembrava poco chiaro come concetto. Se di una persona che vedi a distanza riesci a descrivere lo sguardo nel dettaglio hai fatto uno zoom tale che lei ti guardi. Ariel non si gira mai verso la voce narrante.

L'analogia che non hai colto è con la sirenetta, sì, ma non quella della Disney, quella di Andersen, che muore, appunto, diventando spuma del mare perchè nonostante lei abbia sacrificato la sua voce per avere le gambe, il principe non se la sposa, anzi la friendzona e si sposa un'altra. Per questo motivo lei è triste, le sorelle scambiano le loro chiome con la sua vita, ma a patto che lei uccida il principe. lei NON lo uccide e al sorgere del sole diventa spuma del mare.. se ci pensi è un po' come venere.. solo spuma del mare..

Poi se il tuo modello di favola è happy ending ad ogni costo.. beh no, non ci vado nemmeno vicino..

Grazie per gli spunti!
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Polly Russell
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Re: ARIEL

Messaggio#12 » martedì 28 marzo 2017, 13:24

Mmm... Non lo so. Ci sono parecchie cose che non mi convincono, a fronte di un testo, in alcune parti poetico.
Iniziamo: la spiegazione che sia mutata in un organismo a base di azoto non funziona un granché, nel senso che non mi dai un motivo. Mi dici "è mutata in un essere fatto d'azoto". Ok, ma perché? Messa in silenzioso la mia modalità nerd, non ci farò caso, ma rimane sempre un dubbio, se è davvero fatta di azoto perché è in clinica psichiatrica? La sindrome post traumatica e delirio psicosomatico (ma esiste?) non reggono, giacché non bene da tre anni e ha tentato il suicidio con un bicchier d'acqua.
La parte iniziale arranca, un po' come la tua protagonista, è lenta e un pochino faticosa. Perché qualcuno avrebbe dovuto attaccare male le gambe a una sirena? È un paragone che proprio non capisco. Tutto il fraseggio è troppo ampolloso per essere un racconto, ma non è abbastanza poetico per essere una poesia, quindi il tuo lavoro rimane unzione sorta di ibrido che non saprei dove collocare.
La parte finale, con la citazione é delicato, anche se avrei preferito, a questo punto, la "sirenetta" come titolo.
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lordmax
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Re: ARIEL

Messaggio#13 » mercoledì 29 marzo 2017, 12:47

Storia struggente e malinconica.
Però l'inizio è pesante, molto pesante e lento.
Ho faticato un poco ad arrivare alla fine.
Avrei preferito di gran lunga fosse stato una poesia, alcuni passaggi già ne ricordano la struttura.
Oppure una canzone come nei libri fantasy.
Messa come è ora usi vocaboli molto ricercati ma in una struttura che li fa sembrare lanciati a caso.

La seconda parte è molto più interessante. La storia di uno scherzo del distino, terribile e meraviglioso al tempo stesso.
Avrei preferito maggiore approfondimento su questa parte e una prima parte molto più breve, diciamo il 25% di quanto è ora.
Anche l'ultima frase mi butta un po' fuori dalla storia, avrei preferito leggerla ancora in prima persona come il pezzo precedente.

Ben fatto l'uso di corsivi e grassetto per sottolineare i passaggi perché rende chiaro su cosa vuoi ci si concentri.
Il riferimento alla sirenetta è abbastanza evidente, ci avevo pensato poi l'avevo scartato perché manca il principe. ^__^
Grazie per non aver messo un finale buonista che ne abbiamo già troppi. ^__^

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DandElion
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Re: ARIEL

Messaggio#14 » mercoledì 29 marzo 2017, 21:07

Polly Russell ha scritto:Mmm... (..)
Iniziamo: la spiegazione che sia mutata in un organismo a base di azoto non funziona un granché, nel senso che non mi dai un motivo. Mi dici "è mutata in un essere fatto d'azoto". Ok, ma perché?


Ciao! :) c'è scritto: la molecola del dolore.


Polly Russell ha scritto:Se è davvero fatta di azoto perché è in clinica psichiatrica? La sindrome post traumatica e delirio psicosomatico (ma esiste?)

Perchè in questo mondo è impossibile ammettere un organismo base azoto ergo la medicina ammette solo ciò che può giustificare.. Esiste al sindrome post traumatica da shock ed esistono varie forme psicosomatiche.

Polly Russell ha scritto:La parte iniziale arranca, un po' come la tua protagonista, è lenta e un pochino faticosa. Perché qualcuno avrebbe dovuto attaccare male le gambe a una sirena?È un paragone che proprio non capisco.

Volutamente arranca, come lei.. Da che mondo è mondo nei racconti le sirene inspiegabilmente vogliono diventare umane. Se conoscessi la sirenetta di Handersen avresti colto perché anche li si parla di andatura barcollante.. insomma è un cambio di schema motorio molto complesso da acqua a terra, da pinna a gambe..

Polly Russell ha scritto:La parte finale, con la citazione é delicato, anche se avrei preferito, a questo punto, la "sirenetta" come titolo.

Capito..
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Re: ARIEL

Messaggio#15 » mercoledì 29 marzo 2017, 21:18

lordmax ha scritto:Storia struggente e malinconica.

Grazie <3

lordmax ha scritto:Avrei preferito di gran lunga fosse stato una poesia, alcuni passaggi già ne ricordano la struttura.
Oppure una canzone come nei libri fantasy.

Boh non mi sembra né l'una né l'altra, ma io ce l'ho in testa, io penso così: frammentata e cinematografica. Forse è per questo che non me ne rendo conto.

lordmax ha scritto:La seconda parte è molto più interessante. La storia di uno scherzo del distino, terribile e meraviglioso al tempo stesso.

Grazie :)

lordmax ha scritto:Avrei preferito maggiore approfondimento su questa parte e una prima parte molto più breve, diciamo il 25% di quanto è ora.

Beh però la storia è la storia di un suicidio, non la storia di tutto quello che ha passato, altrimenti poi qualcuno mi avrebbe detto "eh si però, insomma per una che si tuffa nel mare 2000 battute e solo 1000 tra intro e finale?"

lordmax ha scritto:Anche l'ultima frase mi butta un po' fuori dalla storia, avrei preferito leggerla ancora in prima persona come il pezzo precedente.

L'ho provata: suonava malissimo.

lordmax ha scritto:Ben fatto l'uso di corsivi e grassetto per sottolineare i passaggi perché rende chiaro su cosa vuoi ci si concentri.

Grazie per essere una voce fuori dal coro!!

lordmax ha scritto:Il riferimento alla sirenetta è abbastanza evidente, ci avevo pensato poi l'avevo scartato perché manca il principe. ^__^

Ma l'amore familiare vale meno dell'amore per un non congiunto? Avevo un nonno che era un Re, che ci faccio con il principe?! XD

lordmax ha scritto:Grazie per non aver messo un finale buonista che ne abbiamo già troppi. ^__^

Come dice una mia amica: "un bel finale, per me, contempla almeno un paio di morti"
Grazie :D
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Polly Russell
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Re: ARIEL

Messaggio#16 » mercoledì 29 marzo 2017, 22:50

Polly Russell ha scritto:Se è davvero fatta di azoto perché è in clinica psichiatrica? La sindrome post traumatica e delirio psicosomatico (ma esiste?)

Perchè in questo mondo è impossibile ammettere un organismo base azoto ergo la medicina ammette solo ciò che può giustificare.. Esiste al sindrome post traumatica da shock ed esistono varie forme psicosomatiche.

Sì che esiste la sindrome post traumatica lo so, so anche che esistono varie forme psicosomatiche, figurati, ho sofferto di psoriasi per anni! :)
E il "delirio psicosomatico" che proprio mi suona nuovo.
Per il resto, la medicina moderna può non accettare quello che vuoi, ma se una è in ospedale e non beve da tre anni, qualche domanda se la fanno.


Polly Russell ha scritto:La parte iniziale arranca, un po' come la tua protagonista, è lenta e un pochino faticosa. Perché qualcuno avrebbe dovuto attaccare male le gambe a una sirena?È un paragone che proprio non capisco.

Volutamente arranca, come lei.. Da che mondo è mondo nei racconti le sirene inspiegabilmente vogliono diventare umane. Se conoscessi la sirenetta di Handersen avresti colto perché anche li si parla di andatura barcollante.. insomma è un cambio di schema motorio molto complesso da acqua a terra, da pinna a gambe..

Certo che ho letto la Sirenetta di Handersen, proprio per questo ho colto la citazione finale, ma l'andatura barcollante, c'entra poco. È chiaro che se è una sirena con le gambe barcolla. Ma la tua è una donna. Il mio dubbio comunque non è sul fatto che arranchi è sul paragone che hai fatto tu. Tu dici che una donna (che le gambe le ha) sembra una sirena cui abbiano attaccato male le gambe. È il paragone che è strano.
Come se parlando di una che non riesce a tener dritto un vaso dicessi "come un fagiano cui hanno tolto le ali e ricucito male braccia e mani." Non capisco cosa c'entri, ma magari è un mio limite. Anche perché andava sugli scogli, quindi avresti potuto paragonarla a una sirena e basta, con tutta la coda. E lì me la sarei immaginata come una foca che cerca di risalire la scogliera. Invece arranca, come arrancherebbe chiunque.
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Re: ARIEL

Messaggio#17 » giovedì 30 marzo 2017, 23:26

Ciao e ben ritrovata.
Ammetto che non so bene come giudicare questo pezzo.
Hai una scrittura molto ricercata ma a tratti un po' pesante.
Perché l'azoto è l'elemento del dolore?
Chiedi un bello sforzo al lettore: deve accettare che un corpo muti in azoto. Mi chiedo come faccia a essere ancora viva, ma lasciamo stare.
Credo che snellendo un po' il tutto il pezzo ne potrebbe giovare.

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antico
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Re: ARIEL

Messaggio#18 » sabato 1 aprile 2017, 16:30

Racconto molto complesso che si riesce ad apprezzare maggiormente in seconda lettura, anche se le problematiche fondanti restano e gli impediscono di raggiungere il suo scopo. Il problema maggiore è che è difficile empatizzare con la protagonista. Già la perdita dei genitori è un tipo di dolore che siamo tutti destinati a provare, quindi quasi "naturale", ma la perdita del nonno è addirittura data per scontata e si fatica a comprendere un tale shock se non preparato, appunto, portandoci dentro la testa della protagonista prima dello stress ricevuto. Si fosse trattato della perdita di un figlio o, meglio (a fini narrativi!) di quella dell'intera famiglia (magari in un incidente d'auto) allora saresti potuta "entrare" ne racconto come hai fatto, ma non così, la strada da te scelta implica qualcos'altro che qui non c'è. Un pollice ni, per quanto mi riguarda, ma un invito a rivederlo perché il racconto c'è, lo vedo. E l'idea mi piace.

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Re: ARIEL

Messaggio#19 » domenica 2 aprile 2017, 19:00

DandElion ha scritto:!


Ciao!

Non conoscevo la storia originale della sirenetta, questo ha sicuramente compromesso un po' la mia comprensione del tuo racconto! Non sono assolutamente per le storie con lieto fine obbligatorio, in ogni caso :-)
Purtroppo la Disney ha marchiato a fuoco tutta una serie di storie e spesso è molto probabile che a una persona qualunque venga in mente la versione edulcorata piuttosto che quella originale cruda e cruenta (vedi anche Cappuccetto Rosso, ecc.) :-(

Per quanto riguarda il turbinio di stelle, non intendevo dire che non ho 'visualizzato' l'immagine del turbinio di stelle. Intendevo invece dire che questa immagine non ha veramente arricchito in qulche modo la figura della protagonista, non mi ha permesso di capire le sue emozioni o di provare empatia per lei.

Sul fatto che non si mostra mai di fronte, ammetto che io leggendo ho immaginato una "camera mobile" che alla fine del primo brano la inquadrava in primo piano, forse perché menzioni occhi e lacrime e viene spontaneo pensare a un punto di vista vicino quando ci sono questi dettagli (lo so che le lacrime sono trattenute, perciò non ci sono, però già il solo nominarne l'assenza mi fa guardare il soggetto da vicino).

Il discorso realismo/fantascienza è molto complesso. Amo molto la letteratura fantastica e non è un problema per me accettare le meccaniche scientifiche deliranti del Dottor Who o dei lavori di Douglas Adams. Per contro, quando un testo è 'realistico', sono una cagacazzo riguardo ai dettagli. Non ti so spiegare com'è che alcuni testi per quanto poco realistici mi riescono a convincere, a farmi accettare qualunque cosa senza che strida e stoni, mentre altri testi nel momento in cui introducono l'elemento fantastico risultano solo poco credibili. Lo ha scritto molto meglio di me Raffaele Marra nel suo commento al racconto di Linda De Santi in questa stessa edizione di MinutiContati. In questo caso qualcosa per me non ha funzionato. Non è che fosse difficile da accettare la natura strana della malattia della ragazza, era più l'inizio in un contesto realistico che mi ha reso difficile accettare il contesto in cui era inserita. Forse inserire in maniera più decisa un'atmosfera 'fantastica' nell'incipit avrebbe riposizionato il racconto su un livello fantastico da subito, eliminando il problema e rendendolo molto più 'accettabile' per chi legge. Purtroppo non so aiutarti meglio di così, io stessa mi sono sempre chiesta come mai i libri della Allende non fanno mai una piega, nemmeno per le persone che leggono solo gialli e thriller legali :-D

Sara

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