Si diceva che - Luca Pappalardo

Lunedì 20 marzo 2017 dalle 21 all'una!
Kuranes
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Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#1 » lunedì 20 marzo 2017, 23:59

Guardai lo stagno, e sorrisi.

Si raccontavano un sacco di cose, a proposito dello stagno.

Si diceva che più di trecento anni prima una Strega ci fosse affogata dentro, e che chiunque ci si avvicinava da solo fosse destinato a scomparire sott’acqua, attirato da un canto sommesso a cui non si poteva resistere.

Si diceva che durante il proibizionismo la criminalità organizzata nascondesse sul fondo dello stagno botti sigillate piene di whisky. Si diceva che un giorno una botte si fosse rotta, e che tutti i pesci fossero venuti a galla morti stecchiti, tranne uno, che era venuto a galla ubriaco. Si diceva che ora quel pesce stesse imbalsamato sopra la porta del bar del Vecchio Custer, e che cantasse per tutti quelli che entravano e uscivano dal locale.

Al termine dei nostri rispettivi e diseguali lavori io e Alfred andavamo spesso a bere nel bar del Vecchio Custer, e ogni volta che la porta si apriva e il pesce cantava io pensavo che nessuno, sano di mente, lo avrebbe mai potuto trovare divertente. Alfred, per smentirmi, rideva sempre, e a ogni sua risata il mio odio cresceva un po’ di più, anche se poi lui mi offriva da bere e io in quel bere affogavo tutto l’odio per la sua risata, tutto l’odio per i suoi soldi, tutto l’odio per la sua stupida e immeritata felicità.

Si diceva che ogni primo del mese, al chiaro di luna, sulle rive dello stagno comparisse una moneta d’oro, e che quella moneta d’oro fosse solo la piccolissima parte di un tesoro maledetto risalente al tempo delle popolazioni Azteche. Che il primo del mese potesse non esserci la luna, o che gli Aztechi non avessero mai fatto un giro dalle parti della Florida, non sembrava importare a nessuno.

Quando aveva saputo che avevo perso il lavoro, e che la banca mi aveva rifiutato anche l’ultimo prestito, Alfred aveva sorriso e detto che avrei potuto scavare le rive fangose dello stagno in cerca del tesoro. Poi si era scusato, e aveva detto “non preoccuparti, ce la farai”, e mi aveva offerto da bere, e nient’altro.

Si diceva che un assassino si aggirasse la notte nei pressi dello stagno, e per questo motivo le coppiette ci stavano ben lontane, ché comunque lo stagno non era un bel posto per le coppiette e nemmeno per i vagabondi solitari.

Giusto giusto (ma questo non lo si diceva) era un buon posto per andarci a bere con le tasche piene di sassi e un amico, quando la luna era alta nel cielo e dal fondo dello stagno la Strega cantava sommessamente, mentre l’oro splendeva sulle rive fangose e infestava i sogni dei miserabili insieme all’odio, all’invidia e ai pesci canterini.

Guardai lo stagno, e sorrisi. Si diceva che in fondo allo stagno, quando le acque erano terse e pulite, si potessero intravedere i contorni gonfi di una sagoma umana.

Ma le acque dello stagno non erano mai terse e pulite; e in ogni caso, si raccontavano un sacco di cose a proposito dello stagno.
Ultima modifica di Kuranes il martedì 21 marzo 2017, 0:40, modificato 4 volte in totale.



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antico
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#2 » martedì 21 marzo 2017, 0:01

Ciao Luca! Caratteri ok e anche il tempo, buona Vietti Edition!

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Linda De Santi
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#3 » domenica 26 marzo 2017, 10:31

Ciao Luca! L’idea che hai avuto per sviluppare il tema è molto classica, ma mi piace com’è venuto fuori il racconto. Sei stato abile nell’intrecciare leggende, chiacchiere e fatti reali e a far emergere poco a poco il filo conduttore della storia. Personalmente avrei reso il tutto ancora più torbido evitando di palesare subito l’odio del protagonista verso Alfred, limitandoti cioè a dire semplicemente quello che fa Alfred senza esprimere l’effetto che ha sul protagonista. Credo che avrebbe reso ancora più incisivo il finale, ma in ogni caso si tratta di un’ottima prova, complimenti!

Zebratigrata
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#4 » domenica 26 marzo 2017, 15:25

Molto molto bello. Non ho molto da commentare, mi è piaciuta molto la tua interpretazione del tema. Vedo solo un paio di dettagli ‘migliorabili’, o comunque su cui riflettere. Il primo è l’uso di ‘stagno’ al posto di ‘lago’ o simili. All’inizio sembra stonare perché mi aspetto che sia un lago ad essere associato a leggende simili, non uno stagno. Quando poi lo descrivi come un postaccio vedo che ‘stagno’ è più appropriato. Forse anticipando qualcosa sul fatto che sia un posto brutto in cui non vale la pena andare nemmeno per le coppiette renderesti subito ‘adatta’ la scelta dello stagno al posto del lago.

L’altro dettaglio è la frase “e dal fondo dello stagno la Strega cantava sommessamente, mentre l’oro splendeva sulle rive fangose e infestava i sogni dei miserabili insieme all’odio, all’invidia e ai pesci canterini.” Se interpreto bene le tue intenzioni è un tentativo di rimettere insieme le leggende e spiegarci chiaramente che il protagonista uccide l’amico perché è invidioso dei suoi soldi. Ecco, da una parte la spiegazione non serve secondo me, si capisce comunque, dall’altra quella frase costringe il lettore, che sta leggendo un bel testo scorrevole, a fermarsi e tornare indietro a ripescare la strega e il tesoro, a chiedersi perché la strega canta, a sospettare che ci siano davvero, ecc… Insomma blocca un po’ la lettura senza aggiungere niente. Io la eliminerei, oppure se proprio vuoi riprendere gli elementi citati prima tenterei una riformulazione.

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lordmax
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#5 » mercoledì 29 marzo 2017, 12:49

Mi piace l'idea di un racconto al 'si diceva... ' sono sempre divertenti da leggere e da indagare.
La prima parte scorre liscia e prepara bene il finale.
Un appunto che non ho capito: "Che il primo del mese potesse non esserci la luna, o ..." viene poi lasciato lì e non mi è chiaro a cosa si riferisca o a cosa serva.
Sono invece dibattuto sulla parte finale quando hai cambiato lo stile e sei passato da un "si diceva..." a uno stile diverso e, a mio parere, più dispersivo.

Kuranes
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#6 » mercoledì 29 marzo 2017, 13:48

La parte che mi hai citato è funzionale a sottolineare che, come per tutte le "leggende", anche quella del tesoro Atzeco sopravvive nonostante evidenze contrarie... Volevo marcare la mano sul fatto che lo stagno racchiude dicerie anche molto diverse, ma comunque tutte uniformi e sullo stesso livello come credenza e importanza... Compresi i cadaveri:P

Il penultimo paragrafo è un po' un azzardo, volevo suggerire un senso di straniamento e un allontanamento dallo stile del racconto per creare una sorta di sospensione (che è poi quella nella quale avviene l'omicidio).

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Polly Russell
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#7 » mercoledì 29 marzo 2017, 22:33

Mi è piaciuto davvero molto, e vacca miseria è tutto fuorchè uno stile che amo, quello che hai usato. Quindi hai lavorato davvero bene.
Non amo la prima persona, non amo il colloquiale, eppure sei riuscito a stupirmi. Bello il modo delicato in cui intrudici i personaggi, tutti: un paio di pennellate e li abbiamo lì, belli e pronti. Il suicidio poi, arriva come un pugno nello stomaco.
Complimenti.
Polly

diego.ducoli
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#8 » giovedì 30 marzo 2017, 23:28

Poco da dire, mi piace.
Intrecci bene le leggende e la storia, in poche battute crei una bella atmosfera e una storia.
Non so che aggiungere il pezzo è molto evocativo, le immagini sono chiare.
Il tutto ha il sapore di un vecchio telefilm americano, riesco a immaginarmi i bordi melmosi e l'acqua torbida.
Promosso sicuramente.

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antico
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Re: Si diceva che - Luca Pappalardo

Messaggio#9 » sabato 1 aprile 2017, 17:02

Il miglior racconto del gruppo, a mio parere. Ha un grosso punto debole nella parte centrale, nel momento in cui espliciti i sentimenti del protagonista nei confronti dell'"amico" e concordo con Linda quando ti dice che potevi farlo desumere strada facendo. Per il resto, una revisione qua e là potrebbe fargli bene, tanto da ripulire alcuni periodi, ma il finale è grandioso e il tema lo vedo preso. Pollice tendente all'alto per me.

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