Classifica (e commenti) di Alessandro Vietti (CLASSIFICA FINALE)

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Classifica (e commenti) di Alessandro Vietti (CLASSIFICA FINALE)

Messaggio#1 » lunedì 10 aprile 2017, 22:37

Ecco a voi il messaggio integrale di Alessandro Vietti

Innanzitutto lasciate che faccia i complimenti a tutti voi per il meraviglioso impegno e la fantastica passione e vi ringrazi per aver voluto partecipare a quest'edizione di Minuti Contati. Ho affrontato la lettura dei finalisti con molta curiosità e interesse e devo dire che non è stato semplice stilare una classifica, benché fin da subito sia emersa una divisione dei racconti in tre fasce. La prima è quella dei migliori, degli autori che, per lo meno dalle poche righe che ho potuto leggere, sembrano aver acquisito una buona consapevolezza e maturità nello scovare le idee e una scrittura, anche piuttosto raffinata, per riuscire a gestirle al meglio. A questa fascia appartengono i racconti del podio. La seconda fascia è quella dei racconti che hanno qualcosa che colpiscono il lettore, ma non riescono a morderlo fino in fondo. Sono generalmente ben scritti, ma in qualche modo mancano del colpo d'ala che faccia spiccare loro il volo. A questa fascia appartengono il quarto e il quinto della classifica. Gli ultimi quattro li vedo infine appartenere a una terza fascia, per la quale il racconto avrebbe avuto bisogno di maggior incisività. Del resto un racconto, soprattutto così breve, può "arrivare" al lettore sostanzialmente in due modi: o per cosa racconta (ovvero per l'idea attorno cui ruota), o per come viene raccontato (ovvero per la sua struttura e il suo stile). In generale i racconti più riusciti sono, ovviamente, quelli che riescono a coniugare al meglio entrambi gli aspetti. Ebbene, da questi punti di vista gli ultimi quattro racconti mi sono sembrati più deboli degli altri. Non so chi siano gli autori e non ho letto nient'altro di loro, pertanto non so se questo sia espressione della necessità di lavorare ancora per raggiungere una maggiore maturità della scrittura, o se sia invece il risultato di una semplice avversione al tema proposto, o ancora di una serata storta. Ci sta tutto. Comunque sia, spero che prenderete queste mie osservazioni con l'intento che hanno, ovvero come stimolo per allenarsi a guardare al proprio lavoro come se fosse quello di qualcun altro (fondamentale) e di cercare di fare sempre meglio. Se individuare le tre fasce non è stato difficile, non è stato altrettanto facile, all'interno di ciascuna di esse, dare un ordine di classifica ai racconti. Per esempio se il terzo posto del podio era abbastanza sicuro, sui primi due sono stato a lungo incerto, è stato un testa a testa insomma, e ho avuto bisogno di parecchie riletture per convincermi che, alla fine, il primo posto, secondo me doveva andare a quello che ho indicato. Per gli altri ho cercato di privilegiare, ove possibile, lo stile, la scrittura, la "voce", perché non si deve mai perdere di vista il fatto che un'idea banale scritta alla grande, sarà sempre (molto) meglio di un'idea geniale non sorretta da una scrittura adeguata.

Ed ecco la mia classifica finale con i relativi commenti:

1) Si diceva che
La cosa più bella di questo racconto è il modo con cui l'autore lascia intravedere nella filigrana del non detto il dramma che si consuma tra i due personaggi (e che forse risulta evidente solo a una rilettura) e che rende l'effetto ancora più forte. È davvero un ottimo risultato. Senza contare la leggerezza sul filo dell'ironia che pervade tutta la narrazione e che ho apprezzato moltissimo.

2) Terraferma!
"Terraferma!" parte dal classico punto di vista ribaltato, con uno sviluppo decisamente suggestivo, surreale, quasi vertiginoso che, per lo meno all'inizio, mi ha ricordato le atmosfere del bellissimo "Torre di Babilonia" di Ted Chiang. Poi non pago di questo, quando tutto sembra ormai filare liscio verso il finale, l'autore ribalta ancora la prospettiva (o almeno così fa credere al lettore), rendendo così la vertigine completa.

3) Regolamento della piscina
Questo racconto, letto tra i primi, ha scalato piano piano la classifica fino al podio con la forza di un'idea originale, quella di mediare una narrazione che di fatto (quasi) non esiste, attraverso un triplo decalogo che sembra uscito da un libro di Chuck Palahniuk e che piano piano, sostenuto da un climax stravagante, acquista valenze di volta in volta disturbanti, surreali, sociali.

4) A oriente
Un racconto, questo, che può essere preso a esempio di come, anche se non si ha un'idea che spacca, si può riuscire comunque a catturare il lettore con lo stile e la forma della narrazione che contribuiscono a dare notevoli suggestioni. Dunque un racconto che, a mio avviso, funziona più per la confezione che per il contenuto, ma che – almeno in narrativa – è cosa più che legittima e, anzi, assolutamente degna di nota.

5) Tecniche di scrittura di narrativa breve secondo Giorgio
Se questo racconto fosse un automobile, sarebbe un diesel. Parte lento, deve scaldarsi, carburare, all'inizio sembra non avere ben chiara la direzione da seguire, poi a un certo punto comincia a emergere il gioco dell'autore, che si diverte (e diverte) applicando il tema dell'acqua a tutto quello che può. In un racconto così breve, però, il suo essere diesel a mio avviso lo ha indebolito.

6) Pulizia necessaria
Primo racconto dell'ultima fascia, parte da un'idea non particolarmente memorabile, ma si riscatta almeno in parte con una buona scrittura. In narrativa il tema del "sogno", a occhi chiusi o a occhi aperti che sia, è un'arma a doppio taglio, perché se da un lato concede la libertà per sorprendere il lettore, dall'altro suona un po' come il deus ex-machina dell'autore in difficoltà. Dunque va usato sempre con molta parsimonia.

7) L’essenza del guerriero
Qui siamo dalle parti de L'ultimo dominatore dell'aria. Il racconto dunque inizia già un po' in svantaggio per una vaga sensazione di deja vu, ma perde ulteriore terreno a causa di uno stile troppo convenzionale, la mancanza di guizzi, e un po' di mancanza di unità tra i vari quadri, un focus, anche solo ideale, che dia alla storia - ancorché breve - un senso di compimento e di rotondità.

Una passeggiata
I racconti minimalisti come questo sono tra i più difficili, perché questo genere di narrazione ha bisogno di profondità e di suscitare emozioni ed empatia, e dunque di una scrittura forte, evocativa, personale, altrimenti rischiano di arenarsi su una spiaggia di ordinarietà che finisce per lasciare il lettore a bocca asciutta. Sono però un'ottima palestra per mettere alla prova il proprio stile.

Everyday
L'autore qui ha avuto il coraggio di affrontare un tema delicato come l'Alzheimer e la conseguente difficoltà di dover fare uno slalom molto ripido tra i paletti della retorica e dei luoghi comuni, che affollano la pista della narrazione quando amore e malattia s'incontrano. Per affrontare queste discese serve una scrittura incisiva e una prospettiva forte. Inoltre ho trovato particolarmente debole, qui, l'aderenza al tema proposto.


Infine, alcuni spunti di lettura suggeriti dai vostri racconti:
> "Voci dalla Luna" o "Ballando a notte fonda" di André Dubus (per un minimalismo letterario di altissimo livello)
> "Il giorno in cui diventammo umani" o "Antropometria", di Paolo Zardi (per quando amore e malattia e altre sciocchezze della vita si incontrano)
> "Le ore invisibili" di David Mitchell (per un fantasy moderno fuori dai canoni)
> "Il ventre del lago" di Robert McCammon (ovvero come si può fare una storia di acqua alla Stephen King, ma senza essere Stephen King)
>"Storie della tua vita" di Ted Chiang (ovvero il racconto fantascientifico in una delle sue massime espressioni contemporanee)
>"Pastoralia"/"Dieci dicembre" di George Saunders (ovvero uno dei più grandi scrittori di racconti che scorrazzino attualmente sul pianeta Terra).



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