Il primo della fila - DAY ONE
- chiara.rufino
- Messaggi: 147
Il primo della fila - DAY ONE
L’ennesima pila di scartoffie lo aspettava da dieci minuti sulla sua scrivania e Martin si sedette e, preso il primo foglio, cominciò a dattilografare, stando attento a non saltare neanche un paragrafo. Attorno a lui, un ticchettio insistente lo accompagnava nel lavoro, una cavalcata collettiva che raggiungeva il culmine con la fine dell’ora lavorativa e la precisione nell’aver riportato tutti i documenti che gli venivano assegnati ogni giorno.
“Quando peschi un polipo, figliolo, l’importante è che lui si aggrappi col suo tentacolo alla rete, solo così riuscirai a trattenerlo e a portarlo a casa”, gli aveva detto svariate volte il padre, durante le loro pescate sul mar Baltico. Ricordava ancora lo sciabordio delle acque e la calma ponderata che l’aveva accompagnato in quei momenti, fino all’arrivo in quell’ufficio.
Era stato scelto tra i migliori del corso al ginnasio e, dopo un’ulteriore formazione, assegnato a uno degli ultimi piani del grosso edificio squadrato di Berlino. Nessuno sapeva della sua famiglia e da dove venisse, contava solo il risultato che Martin raggiungeva per il dipartimento e lo faceva scintillare nel bagliore dell'impero.
Senza stravizi o gusti sessuali particolari, Martin era una macchina efficiente e ben oliata che, ogni giorno, puntava ad andare sempre più in alto verso una vetta immaginaria e da lui delineata.
“Sei un orologio svizzero, devo complimentarmi con te”.
Era la frase più pronunciata dai superiori in divisa, a volte di passaggio per quelle stanze anonime e spoglie; non c’era una sola foto a ornare la scrivania dell’uomo e a dare un segnale di calore umano.
Martin si limitava a togliersi gli occhiali, pulirli da un’immaginaria macchia e rimetterli al suo posto, mostrandosi dimesso e fedele al partito come gli era stato insegnato da suo padre.
Poco importava che fossero pesci, animali o esseri umani; per lui quello appreso sulla barca era diventato una regola di vita e l’aveva condotto fin là, in uno dei posti più ambiti in tutta la Germania e alla giovane età di ventisette anni.
Un bussare alla porta lo distrasse dal suo lavoro e si ritrovò a far scattare la testa e la mano in avanti, un automatismo ormai che lo tormentava anche nel sonno.
“Martin, noi andiamo a farci una birra, vieni con noi?”
Guardò l’orologio sul muro e constatò che ormai erano le cinque e mezza di venerdì, un altro fine settimana all’insegna degli straordinari.
Accortosi che le sue mansioni erano svanite nel nulla della sua perfezione, l’uomo prese la giacca e, sistemata la spilla delle SS sul bavero, s’avviò alla porta e raggiunse gli altri in corridoio.
“Quando peschi un polipo, figliolo, l’importante è che lui si aggrappi col suo tentacolo alla rete, solo così riuscirai a trattenerlo e a portarlo a casa”, gli aveva detto svariate volte il padre, durante le loro pescate sul mar Baltico. Ricordava ancora lo sciabordio delle acque e la calma ponderata che l’aveva accompagnato in quei momenti, fino all’arrivo in quell’ufficio.
Era stato scelto tra i migliori del corso al ginnasio e, dopo un’ulteriore formazione, assegnato a uno degli ultimi piani del grosso edificio squadrato di Berlino. Nessuno sapeva della sua famiglia e da dove venisse, contava solo il risultato che Martin raggiungeva per il dipartimento e lo faceva scintillare nel bagliore dell'impero.
Senza stravizi o gusti sessuali particolari, Martin era una macchina efficiente e ben oliata che, ogni giorno, puntava ad andare sempre più in alto verso una vetta immaginaria e da lui delineata.
“Sei un orologio svizzero, devo complimentarmi con te”.
Era la frase più pronunciata dai superiori in divisa, a volte di passaggio per quelle stanze anonime e spoglie; non c’era una sola foto a ornare la scrivania dell’uomo e a dare un segnale di calore umano.
Martin si limitava a togliersi gli occhiali, pulirli da un’immaginaria macchia e rimetterli al suo posto, mostrandosi dimesso e fedele al partito come gli era stato insegnato da suo padre.
Poco importava che fossero pesci, animali o esseri umani; per lui quello appreso sulla barca era diventato una regola di vita e l’aveva condotto fin là, in uno dei posti più ambiti in tutta la Germania e alla giovane età di ventisette anni.
Un bussare alla porta lo distrasse dal suo lavoro e si ritrovò a far scattare la testa e la mano in avanti, un automatismo ormai che lo tormentava anche nel sonno.
“Martin, noi andiamo a farci una birra, vieni con noi?”
Guardò l’orologio sul muro e constatò che ormai erano le cinque e mezza di venerdì, un altro fine settimana all’insegna degli straordinari.
Accortosi che le sue mansioni erano svanite nel nulla della sua perfezione, l’uomo prese la giacca e, sistemata la spilla delle SS sul bavero, s’avviò alla porta e raggiunse gli altri in corridoio.
404 Patience Not Found
Re: Il primo della fila
Chiara, buonasera! Tutto ok anche per te con tempo e caratteri, buona Forlani Edition!
Ps: se domani sera vorrai scrivere un secondo racconto sul nuovo tema che svelerò alle 21 in punto potrai partecipare sia con questo che con quell'altro!
Ps: se domani sera vorrai scrivere un secondo racconto sul nuovo tema che svelerò alle 21 in punto potrai partecipare sia con questo che con quell'altro!
- angelo.frascella
- Messaggi: 729
Re: Il primo della fila - DAY ONE
Ciao Chiara.
Casualmente qualche giorno fa, leggendo American Gods, vi ho trovato la descrizione di una bravissima persona che però, alla fine, si rivela un ufficiale delle SS (non è uno dei personaggi del libro, ma una digressione dell'autore). Il tuo racconto mi ci ha rimandato subito lì. Al di là di questo, che è poco importante, nel descrivere il piattume della vita del protagonista sei stata abbastanza piatta e questo, da un lato, è coerente con l'effetto che volevi ottenere, dall'altro rende un po' monocorde il racconto. Insomma, l'effetto drammatico è tutto concentrato nell'ultima riga: questo è accettabile in un racconto così breve, però mi ha lasciato lo stesso un po' "freddino".
A rileggerci,
Angelo
Casualmente qualche giorno fa, leggendo American Gods, vi ho trovato la descrizione di una bravissima persona che però, alla fine, si rivela un ufficiale delle SS (non è uno dei personaggi del libro, ma una digressione dell'autore). Il tuo racconto mi ci ha rimandato subito lì. Al di là di questo, che è poco importante, nel descrivere il piattume della vita del protagonista sei stata abbastanza piatta e questo, da un lato, è coerente con l'effetto che volevi ottenere, dall'altro rende un po' monocorde il racconto. Insomma, l'effetto drammatico è tutto concentrato nell'ultima riga: questo è accettabile in un racconto così breve, però mi ha lasciato lo stesso un po' "freddino".
A rileggerci,
Angelo
- chiara.rufino
- Messaggi: 147
Re: Il primo della fila - DAY ONE
Ciao Angelo,
grazie per il commento. Diciamo che ero concentrata sulla"coerenza" e l'attinenza al tema, quindi sì, ammetto che non ho rischiato di trama.
Del nazista di American Gods non me lo ricordavo proprio, dovrò rileggerlo:)
grazie per il commento. Diciamo che ero concentrata sulla"coerenza" e l'attinenza al tema, quindi sì, ammetto che non ho rischiato di trama.
Del nazista di American Gods non me lo ricordavo proprio, dovrò rileggerlo:)
404 Patience Not Found
Re: Il primo della fila - DAY ONE
Beh, Chiara, sfondata una porta aperta ...
L'argomento rientra nel novero dei miei maggiori campi d'interesse (se ti va dà un'occhiata al mio racconto ..). Il modo con cui hai trattato il tema di Forlani è calzante, pochi fronzoli, volutamente asettico, come il senso dell'onore e della fedeltà che alberga nel petto del protagonista.
(IM)parzialmente, un plauso al merito.
L'argomento rientra nel novero dei miei maggiori campi d'interesse (se ti va dà un'occhiata al mio racconto ..). Il modo con cui hai trattato il tema di Forlani è calzante, pochi fronzoli, volutamente asettico, come il senso dell'onore e della fedeltà che alberga nel petto del protagonista.
(IM)parzialmente, un plauso al merito.
Non è morto ciò che può vivere in eterno e in strani eoni anche la morte può morire.
Quando sento la parola "cultura" alzo il cane della mia Browning.
Quando sento la parola "cultura" alzo il cane della mia Browning.
Re: Il primo della fila - DAY ONE
Ciao Chiara,
tema centrato, il mostro tentacolare c’è, e fa male (ha fatto male in passato, e ancora fa male alla nostra anima).
Il racconto fila liscio senza intoppi, e questo è un pregio, ma anche un difetto: non ci sono picchi particolari e il finale chiude la storia senza però far alzare troppo i battiti cardiaci del lettore (IMHO).
In un racconto così breve mi sarei aspettato qualche “cattiveria” in più.
Nel complesso discreta prova.
Ciao
Adriano
tema centrato, il mostro tentacolare c’è, e fa male (ha fatto male in passato, e ancora fa male alla nostra anima).
Il racconto fila liscio senza intoppi, e questo è un pregio, ma anche un difetto: non ci sono picchi particolari e il finale chiude la storia senza però far alzare troppo i battiti cardiaci del lettore (IMHO).
In un racconto così breve mi sarei aspettato qualche “cattiveria” in più.
Nel complesso discreta prova.
Ciao
Adriano
-
- Messaggi: 417
- Contatta:
Re: Il primo della fila - DAY ONE
ciao
non ho purtroppo (o per fortuna) nulla da aggiungere a variare rispetto a quanto hanno già detto Andry e Angelo, mi trovo d'accordo sia sugli apprezzamenti che sugli appunti.
Volendo aggiungere qualcosa, direi che sicuramente il tentacolo c'è (la macchina del nazismo o di ogni altra organizzazione che manipoli le coscienze di chi non aspetta altro, e purtroppo sono sempre molti) e quindi tema ok.
non ho purtroppo (o per fortuna) nulla da aggiungere a variare rispetto a quanto hanno già detto Andry e Angelo, mi trovo d'accordo sia sugli apprezzamenti che sugli appunti.
Volendo aggiungere qualcosa, direi che sicuramente il tentacolo c'è (la macchina del nazismo o di ogni altra organizzazione che manipoli le coscienze di chi non aspetta altro, e purtroppo sono sempre molti) e quindi tema ok.
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Re: Il primo della fila - DAY ONE
Ciao Chiara, anch'io mi unisco a quanto già espresso nei commenti precedenti al mio. Lo stile monocorde mi ha un po' fatto storcere il naso all'inizio (di regola l'incipit dovrebbe essere coinvolgere da subito il lettore per convincerlo a proseguire la lettura, mentre leggere di una persona che fa un lavoro noioso e poi della pesca al polpo mi ha un po' fatto perdere l'entusiasmo), ma poi dopo il racconto si riprende bene, soprattutto nel modo in cui sviluppa il tema. Nel complesso è un buon racconto. Alla prossima!
- chiara.rufino
- Messaggi: 147
Re: Il primo della fila - DAY ONE
Ciao a tutti:D.
Mi state dando un sacco di bei feedback e volevo ringraziarvi. Secondo, l'intento del mio racconto era proprio quello: far vedere quanto il genocidio sia stato per certa gente "barboso", un banale lavoro da burocrate ma mortale.
Ci sono riuscita quindi:)
Mi state dando un sacco di bei feedback e volevo ringraziarvi. Secondo, l'intento del mio racconto era proprio quello: far vedere quanto il genocidio sia stato per certa gente "barboso", un banale lavoro da burocrate ma mortale.
Ci sono riuscita quindi:)
404 Patience Not Found
Re: Il primo della fila - DAY ONE
Poco da aggiungere a quanto ià fatto notare da chi mi ha preceduto nel commentarti, il racconto procede lungo la linea che gli hai disegnato e lo fa anche discretamente, anche se, questo è da sottolineare, il tuo disvelare il termine SS alla fine fa pensare che tu lo volessi tenere nascosto quando invece è già ben chiaro da molto prima di cosa si stia parlando. Detto questo, affrontiamo la discussione partendo dalla paura, perché quel tentacolo deve fargli paura: è il tema per cui l'hai scritto. Ecco, manca totalmente questo immergere il lettore nella sua paura per qualcosa che poi lo ha inglobato trasformandolo in un ingranaggio di se stessa, inconsapevole o meno che lui lo sia. Andare a revisionare il racconto in quest'ottica potrebbe dargli il boost decisivo per portarlo al livello che gli compete, a mio parere. Al momento è un pollice che mira timido verso l'alto, ma le potenzialità ci sono tutte.
Torna a “98° Edizione - Forlani Edition - l'Ottava della Quinta Era - NOVANTOTTESIMA ALL TIME”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite