Rosso di sera

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Monica Patrizi
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Rosso di sera

Messaggio#1 » martedì 16 maggio 2017, 1:02

Da che ricordo, non ho mai visto Lia sorridere.
Se da questo dettaglio sia possibile dedurre la presenza di pensieri lugubri e che la sua vita non le piacesse, non sarò certo io a dirlo.
Lia macinava chilometri al Centro Diurno per persone disabili in cui lavoravo come tirocinante psicologa molti anni fa. Scivolava per i corridoi sulle ruote della sua carrozzina, silenziosa come un gatto, senza salutare o parlare con nessuno, osservando il mondo dalla sua montatura di occhiali rosa. La ricordo vestita in tuta e scarpe da tennis, i capelli unti, tirati indietro da un cerchietto. La paresi alle gambe era stata la conseguenza di un parto difficile. Mamma e figlia avevano rischiato di morire, legate da quel momento e per gli anni a venire a un triste futuro. La fortuna per la piccola fu che la mancanza di ossigeno alla nascita le lasciò intatta l'area del linguaggio. Di questa buona sorte tuttavia Lia non seppe che farne. Sebbene sapesse parlare, infatti, non divenne mai una simpatia di ragazza. La ricordo saccente, dispensare giudizi e rimproveri. Il suo talento migliore era fare la spia. Lia la Carestia la chiamavano i compagni.
Raramente accennava ai suoi affetti. Ho sempre pensato fosse figlia unica.
Non credo fosse felice di venire al Centro. Non si era mai adattata a quella vita da disabile tra i disabili. Eppure non era mai mancata. Per questo, quando non la vidi quel lunedì mattina, e il giorno seguente, sentii una certa inquietudine. Al telefono di casa non rispondeva nessuno. I genitori erano separati. Il cellulare della madre risultava irraggiungibile. Il papà era all'estero per lavoro. Pensammo ad un'influenza.
Il terzo giorno tuttavia, ci chiamò la sorella. Ci avvertiva che Lia e sua madre erano scomparse. Non avevano notizie dalla domenica. Avevano allertato le forze dell'ordine.
Le cercarono ovunque.
Soltanto una volta entrati nel loro appartamento trovarono, in camera di Lia, una lettera.
Chiunque le conoscesse, in modo più o meno inconscio, pensò al doppio suicidio.
D'altronde, con una vita come la loro, ci si sarebbe ammazzati per molto meno.
Immagino il tremolio delle mani di chi aprì la busta e lo stupore nel trovarvi una cartolina.
Quando la sorella me la mostrò, al Centro, ne feci una copia, che conservo come una reliquia. Come una speranza. Come una sterzata inaspettata che talvolta le persone riescono a imprimere alla ruote della carrozzina della propria vita.
L'immagine ritraeva un tramonto, con il sole di corallo che lambiva una spiaggia caraibica. Dietro Lia aveva scritto:
“Io e mamma abbiamo pensato che sarebbe stato bello fare una crociera.
Non credo torneremo presto, finché i soldi della pensione di invalidità me lo consentiranno, girerò il mondo con lei.
D'altronde per fare la vita da disabile ho sempre tempo.
Rosso di sera bel tempo si spera. Lia.”
Ultima modifica di Monica Patrizi il martedì 16 maggio 2017, 1:30, modificato 2 volte in totale.



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antico
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Re: Rosso di sera

Messaggio#2 » martedì 16 maggio 2017, 1:12

Ciao Monica e bentornata! Ma quanto tempo è passato? Almeno un anno! Bene, l'importante è che tu ora sia qua. Ok con i caratteri, sei fuori tempo regolare di un pelo e pertanto avrai un malus minimo. Buona Franco Forte Edition!

Essendo tu già in malus di tempo puoi modificare fino alle 01.33 senza incorrere in ulteriori penalità ;)

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Monica Patrizi
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Re: Rosso di sera

Messaggio#3 » martedì 16 maggio 2017, 1:28

Ok, grazie del suggerimento!
Già che ci sono nel malus allora approfitto per rivedere il racconto!

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Callagan
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Re: Rosso di sera

Messaggio#4 » martedì 16 maggio 2017, 15:11

Ciao Monica.
Il tuo racconto mi è piaciuto. Ho trovato molto convincente la voce narrante, capace di avvolgermi subito nella storia che andava a raccontare. Ed è stato un racconto coerente, verosimile, al di là della sua portata. È stato un piacere leggere e questo è uno dei risultati più grandi per uno scrittore. Il finale non è scontato, ci si aspettava certamente il suicidio, un omicidio, e invece quello che hai prospettato per Lia si è trasformato in una botta più potente, per il lettore, di qualsiasi tipo di morte.
Hai avuto tu il coraggio di non cadere sul banale e, a mio parere, sei stata premiata.
Il mio giudizio è positivo sia da un punto di vista di stile che da un punto di vista di trama e narrazione.

alexandra.fischer
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Re: Rosso di sera

Messaggio#5 » martedì 16 maggio 2017, 20:25

ROSSO DI SERA di Monica Patrizi La morale della tua storia è che il coraggio di sperare si annida anche nelle situazioni più difficili, come quella di Lia, imprigionata su una sedia a rotelle per via del parto difficile toccato alla madre. La sua vita al Centro Diurno, fra persone colpite dalla vita come lei, è tetra (ha un carattere chiuso e tende a fare la spia. Il soprannome Lia la Carestia mostra tutta la sua solitudine. Il fatto che la madre sia separata e il padre lavori all’estero, aggiunge ulteriore amarezza alla vita della ragazza. Questo, attraverso gli occhi della psicologa che si occupa del suo caso. La vede insofferente, chiusa e forse figlia unica. La descrizione fisica che ne dà ne rende bene l’indole schiva: tuta, capelli unti tenuti fermi da un cerchietto, unico vezzo gli occhiali dalla montatura rosa. A sorpresa, sul finale, spunta una sorella, sconvolta dalla scomparsa di Lia e della madre. Omicidio Suicidio? No, la cartolina della sorpresa del finale mostra una Lia coraggiosa, determinata a scoprire il mondo attraverso una crociera in compagnia della madre, almeno fintanto che i soldi della pensione di invalidità glielo consentiranno.

Niko G
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Re: Rosso di sera

Messaggio#6 » giovedì 18 maggio 2017, 15:50

Racconto molto carino! Mi piace molto lo spezzare l’atmosfera cupa della storia di Lia, ben disegnata con le giuste scelte lessicali e le mirate informazioni sulla sua vita piena di sventure, con l’inaspettato lieto fine che sorprende e lascia in bocca un piacevole sapore di rivalsa. La felicità viene da dentro di noi e dalle nostre scelte, a prescindere da quello che la vita ci ha riservato. Il tema è anche azzeccatissimo, trovare il coraggio per cambiare tutto, una volta per tutte.
Solo qualche piccolo appunto: I periodi un po’ monotoni e con poca subordinazione che rendono il racconto un po’ “scattoso”; Sul “chiunque la conoscesse pensò a un doppio suicidio”, che è un modo di “agganciare” meglio il lettore per dar maggior risalto al finale, avrei fatto una scelta diversa, questa frase spiazza un po’ non facendo capire chi sia entrato nella stanza trovando la lettera; La storia familiare della ragazza sembra poco coerente con una crociera ai caraibi, soprattutto il tenore di vita di chi è costretto a vivere in situazioni così drammatiche.
Ma sono solo piccolezze 
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

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eleonora.rossetti
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Re: Rosso di sera

Messaggio#7 » giovedì 18 maggio 2017, 23:02

Ciao Monica, ben trovata,
un racconto delizioso. Ci catapulti davanti a questa Lia, con le sue disgrazie, tutte premesse che potevano portare a un finale prevedibile, come anche ipotizza la voce narrante. E invece no, sorprendi, fai vedere la svolta che Lia fa nella sua vita, una svolta che nessuno si aspettava (tantomeno la sorella).
Non ho niente da appuntarti, non ho trovato difetti rilevanti nella narrazione.
Bel lavoro!
Uccidi scrivendo.

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Monica Patrizi
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Re: Rosso di sera

Messaggio#8 » venerdì 19 maggio 2017, 1:54

Intanto grazie a tutt@, il bello di questo contest è per me proprio il confronto, la possibilità di ricevere dei consigli utilissimi, di correggere il tiro per il futuro.
@Callagan: Avvolgere è un verbo che mi piace molto. L'idea era quella di portare il lettore per i corridoi di un centro diurno, accanto ad una persona sulla sedia a rotelle, peraltro neanche simpatica, sono contenta se ci sono riuscita. Grazie!
@Alexandra: mi hai restituito il senso del mio racconto, che ritrovo esattamente nelle tue parole, come uno specchio. Grazie!
@Niko: grazie per i tuoi, preziosi, appunti. Concordo con te, forse la prima parte è troppo descrittiva e un po' lenta, ma il punto di vista è quella di una tirocinante psicologa: inizia da un ricordo visivo, da quando vede Lia per la prima volta, ne coglie l'aspetto esteriore. La parte della diagnosi non potevo non metterla, il racconto è quello di una psicologa, né quella sulle relazioni difficili: Lia non è simpatica né si sforza di esserlo. Avevo pensato se inserire un dialogo tra le due, ma forse sarebbe stato superfluo, non avrebbe aggiunto informazioni e con 3000 caratteri a disposizione ho preferito non rischiare. Non sono d'accordo invece sul <<La storia familiare della ragazza sembra poco coerente con una crociera ai caraibi, soprattutto il tenore di vita di chi è costretto a vivere in situazioni così drammatiche>>. Solo la cartolina è dei caraibi; Lia scrive che farà una crociera e che girerà il mondo, non dice dove e durerà finché i soldi della sua pensione glielo permetteranno. Una crociera costa meno di un mese in una casa famiglia, credimi, e non tutte le persone con disabilità sono indigenti, per fortuna. Inoltre il bello dei racconti è anche quello di poter osare con la fantasia, rispetto a quello che è la realtà! Grazie!
@Eleonora: grazie! Era da tanto che non partecipavo, pur continuando a seguire da lettrice le sfide e i racconti di Minuti Contati... grazie!

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GabriSyb
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Re: Rosso di sera

Messaggio#9 » venerdì 19 maggio 2017, 11:58

In genere i finali troppo buoni non mi piacciono, ma questa è una mia preferenza che paleso solo per dare maggior valore al mio apprezzamento. NONOSTANTE i finali buoni non mi piacciano, questo racconto mi è piaciuto. Non ho apprezzato solo una cosa, il riferimento ai capelli unti della ragazza, perché mi sembra eccessivo. Mi spiego: ottima la caratterizzazione e l'accento sull'antipatia, non comprendo invece la puntualizzazione di un elemento fisico particolarmente sgradevole, lo trovo non necessario e sovrabbondante. Ma, insomma, è proprio un voler cercare il pelo nell'uovo!

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Vastatio
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Re: Rosso di sera

Messaggio#10 » venerdì 19 maggio 2017, 13:59

Ciao,

nella prima parte ci fai conoscere una realtà ben diversa da quella che poi mostri alla fine e, mi spiace, non le trovo coerenti.
Prima di tutto ci mostri una Lia che non si integra, antipatica, una spia, saccente che poi, senza aver avvertito nessuno (dopotutto non ha/vuole amici.) si prende la briga di lasciare una lettera (pure briosa) per dire dove vanno e cosa hanno deciso di fare? Per quale motivo?
Una crociera coi soldi della pensione di invalidità? Davvero? e fino a quel momento invece va a un Centro Diurno? Tutto è possibile, per carità, magari la madre non è indigente (ma nella mia "ingenuità" mi sono immaginato un Centro Diurno non certo per ricchi), ma mi stona.
Avrei trovato più credibile che, in casa loro ( a proposito: "le cercarono ovunque" e "solo quando entrarono nel loro appartamento"... magari non iniziare a dragare il fiume ma provare prima a casa fa risparmiare energie), ci fosse magari una lettera dove finalmente veniva autorizzato a loro favore un indennizzo per irregolarità durante il parto che avevano causato le complicazioni e, di fianco, un catalogo Costa Crociere. Avresti anche giustificato una decisione di "getto" anche da parte della madre che "anche lei" non avverte nessuno al centro dove è "solita" portare la figlia.

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Monica Patrizi
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Re: Rosso di sera

Messaggio#11 » venerdì 19 maggio 2017, 17:57

@GabriSyb, ciao! Grazie per il tuo prezioso commento... hai notato un particolare sull'aspetto della protagonista su cui, pensando a come caratterizzarla "dentro" e "fuori" e nell'economia dei caratteri a disposizione, ho pensato tanto, se toglierlo o cambiarlo, così come l'essere vestita sempre in tuta... segnali che denotano una certa trascuratezza, una scarsa desiderabilità sociale, una poca cura nell'aspetto esteriore, specie in una giovane donna quale Lia è... inoltre spesso chi ha una disabilità motoria viene aiutato a lavarsi, a vestirsi ecc. dai familiari o da assistenti domiciliari..." i capelli unti e il cerchietto", era quello che volevo far arrivare al lettore: chi è che non ci farebbe caso e sentirebbe disagio, quando si ha davanti una persona sempre con i capelli sporchi? Grazie ancora per averlo notato!

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Monica Patrizi
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Re: Rosso di sera

Messaggio#12 » venerdì 19 maggio 2017, 18:34

@Vastatio, ciao Roberto! Grazie anche a te per le preziose osservazioni, in particolare sul punto del racconto in cui madre e figlia scompaiono e vanno cercate... volevo creare una certa suspence ma, dove potevano cercarle in effetti quelle due??? Fiume in cui sono andate in gita in sedia a rotelle? Amanti segreti? Rapina alla posta in fila per la pensione? Rapimento e riscatto??... e poi 3000 caratteri non aiutano! Hai centrato quello che secondo me è l'anello più debole... casa e centro, due telefonate e nella realtà madre e figlia con disabilità si trovano in due minuti, altro che tre giorni, pure se il padre è all'estero, i genitori sono separati e la sorella se ne frega.... quindi grazie, azzeccatissimo appunto!
Sono d'accordo anche sul poter mettere nel finale, un fattore economico più caduto all'improvviso dal cielo e più legato al resto della storia (l'indennizzo in Italia è fantascienza, però magari gli arretrati della 104 ci potevano stare)... tuttavia, dove starebbe allora il coraggio di queste due se tutto dipendesse da una botta di culo esterna? Il coraggio nelle situazioni sfavorevoli in partenza, la sterzata alle ruote di una vita in sedie a rotelle, seppure per il tempo di una crociera, di un viaggio lontano, della durata di quanto i soldi finiscono (come per tutti in fondo), "perché tanto per fare la vita da disabile avrò sempre tempo", questo volevo dire con il racconto. Non mi trovi d'accordo invece su: i centri socio-educativi diurni per persone con disabilità sono servizi pubblici, si accede alla lista di attesa per entrarvi con alcuni requisiti, l'invalidità del 100% ad esempio, l'età, la condizione socio familiare, la residenza... pure chi ha un reddito medio/alto e ha determinate caratteristiche può, se vuole, accedervi. Sulla psicologia dei personaggi a cui muovi titubanze: tale madre tale figlia può bastare? :) grazie ancora.

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TinaCaramanico1
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Re: Rosso di sera

Messaggio#13 » lunedì 22 maggio 2017, 13:32

Ciao Monica. Un racconto semplice questo, poco letterario (sembra più una pagina di diario, il racconto di un ricordo fatto a un’amico), che però fa simpatia per il finale ottimista, e che centra perfettamente il tema del contest: il coraggio di affrontare una vita che sembra non lasciare spazio alla felicità, e invece la felicità bisogna andare a prendersela, senza farsi fermare da nulla. Carino e gradevole.

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maria rosaria
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Re: Rosso di sera

Messaggio#14 » lunedì 22 maggio 2017, 17:44

Ciao Monica.
Il racconto è ben scritto e ho apprezzato molto la descrizione di Lia, all'inizio, che mi ha calato subito nella situazione di notevole disagio della donna.
Siccome è giusto che ti faccia notare anche le cose che secondo me non quadrano, mi permetto di fare due osservazioni:
1) all'inizio non ho capito subito se il parto difficile era della madre di Lia o di Lia stessa. Ho dovuto rileggere con attenzione per capire che si trattava della prima ipotesi. Ma questo dipende forse dal fatto che sono un po' tonta io, perché noto che nessuno ha avuto lo stesso mio fraintendimento;
2) il cambiamento improvviso di comportamenti. Si passa da una persona (Lia) silenziosa, trascurata, saccente, antipatica, insomma una che non mi sembra sprizzasse gioia di vivere a una donna che se ne va ai Caraibi e lascia tanto di testimonianza scritta. Su questo punto mi sono risposta che poteva essere un comportamento indotto dalla madre che, improvvisamente o forse no, lavora sull'umore e sulle decisioni della figlia. E allora ecco che mi manca questo personaggio: la madre, di cui non si sa nulla tranne che ha avuto un parto difficile. Mi sarebbe piaciuto saperne di più. :-)

Ad ogni modo, racconto ben scritto e particolare. Brava.
Maria Rosaria

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Monica Patrizi
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Re: Rosso di sera

Messaggio#15 » martedì 23 maggio 2017, 1:18

@TinaCaramanico1: grazie Tina per il tuo commento, in effetti ho scritto questo racconto traendo spunto dall'ambientazione del romanzo "Follia", di Mcgrath, dove la voce narrante è quella di uno psichiatra, il quale racconta uno dei casi più complessi (e interessanti) in cui si è imbattuto mentre lavorava in una struttura residenziale psichiatrica... in "Rosso di sera", una psicologa ricorda un caso che l'ha colpita durante la sua esperienza di tirocinio all'interno di un centro diurno per persone disabili, il caso della giovane Lia appunto. Mi sarebbe piaciuto tantissimo ampliare la descrizione dell'occasione/motivo scatenante per cui la psicologa ricorda il caso di Lia e il suo vissuto, con così pochi caratteri a disposizione non ce l'ho fatta, ma il tuo suggerimento è davvero stimolante, (magari la psicologa che archivia le vecchie cartelle cliniche, o che legge un articolo di giornale che parla di una scomparsa e si pensa al suicidio, o la psicologa che ne parla ad una collega...), ancora grazie!
@Maria Rosaria: grazie per le tue preziose osservazioni. Ciò che volevo esprimere, ma probabilmente non ci sono riuscita del tutto, è che la tirocinante psicologa aveva intuito da alcuni atteggiamenti che Lia non fosse felice e che non si era adattata né integrata a quel centro e a quella vita; il suicidio avrebbe potuto essere, dato il quadro clinico e le condizioni, una possibile opzione (la voce narrante vorrebbe instillare nel lettore il dubbio che Lia lo faccia).
Invece Lia sorprende la tirocinante, che per questo conserva ancora una copia della sua cartolina come una reliquia: anziché continuare a scivolare per i corridoi del Centro, quella giovane donna in carrozzina sterza, cambia direzione, scegliendo di utilizzare i soldi della sua pensione, finché le dureranno, per un viaggio, una crociera che non ha mai fatto, "perché tanto per fare la vita da disabile avrà sempre tempo."
Preziosissima è la tua annotazione sulla madre, che in effetti in una prima stesura del racconto avevo iniziato a caratterizzare. Ho poi però dovuto tagliare, lasciando il minimo indispensabile, per rientrare nelle 3000 battute. Il tuo è un ottimo e stimolante suggerimento, grazie, con maggiori caratteri a disposizione è un'idea davvero interessante da sviluppare! Grazie!

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Polly Russell
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Re: Rosso di sera

Messaggio#16 » giovedì 25 maggio 2017, 16:54

Molto, molto grazioso. La sorpresa finale è ben riuscita e strappa un sorriso.
Mi suona un po' strano che la sorella non fosse informata, e che una cartolina postale sia stata trovata in camera di lei. Chi ce l'ha messa? Meglio foto, magari un ritaglio di giornale che ritrae il posto scelto per la vacanza.
Ahimè, con la pensione di invalidità, ho qualche dubbio (accompagno compreso) che sue persone possano permettersi di andare in crociera, ma l'idea è ottima.
Polly

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Jacopo Berti
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Re: Rosso di sera

Messaggio#17 » giovedì 25 maggio 2017, 22:59

Ciao Monica, piacere di ritrovarti. Anche io sono tornato con questa edizione, assente da un po' meno tempo di te.
Hai scritto un bel racconto, che forse - come dice Vastatio - non sembra del tutto coerente, ma funziona. La voce narrante è convincente, la vicenda è interessante e inaspettata. Sei riuscita a dare una svolta positiva al racconto senza farci venire il diabete mellito per la sdolcinatezza, e questa è cosa rara in un'edizione fatta di ravvedimenti manzoniani o, viceversa, di situazioni nere senza uscita.
Curando alcuni particolari, puoi farne veramente un racconto bello a prescindere dal contesto del contest, e anche questa è cosa rara.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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antico
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Re: Rosso di sera

Messaggio#18 » giovedì 1 giugno 2017, 16:12

Mi è piaciuto. Bello soprattutto questo approccio alla realtà: laddove si tende a pensare all'oscurità e al finale con sangue, ecco che freghi tutti e ci lasci con due personaggi che ci tengono alla vita e se la vogliono godere, quasi che la loro felicità fosse diventata socialmente inaccettabile. Ci sono delle incertezze qua e là e ti sottolineo anch'io che ho avuto difficoltà a capire subito se Lia fosse la madre o la figlia. Pollice tendente all'alto per me.

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