I commenti di FRANCO FORTE ai finalisti

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I commenti di FRANCO FORTE ai finalisti

Messaggio#1 » lunedì 5 giugno 2017, 22:26

Di seguito, ecco i commenti di Franco Forte ai racconti finalisti della FRANCO FORTE EDITION

Fiore grigio
Ecco il vero coraggio: quello di essere donna e doversi guardare allo specchio tacendo dei sogni infranti, del dolore e dei soprusi subiti, per continuare a soffrire in silenzio, fino a quando non si ha la possibilità di sfogarsi con qualcuno. Delicato come un petalo di rosa, questo racconto esprime il lato oscuro del coraggio di una donna, che non è travestito di paura come troppo spesso si crede, ma resta semplicemente imbrigliato nella vita che scorre, nelle convenzioni che ci stritolano, nella dinamica folle della biologia, che impone che il più forte fisicamente lo sia anche dal punto di vista psicologico. Fino a quando il grigio esplode, diventando nero, e il coraggio (o la sua mancanza) si trasforma in disperazione.

Regalo di Natale
Ancora violenza sulle donne, un tema che purtroppo domina le pagine dei giornali, dei rotocalchi, dei servizi televisivi. E quando si parla di violenza, spesso il coraggio ha una doppia faccia: quella di chi subisce in silenzio, per poteggere chi gli è più caro (i figli? Se stessi? Le convenzioni civili?), o quella della vendetta, che solletica l’anima oscura di ciascuno di noi. Non spetta a me giudicare, né indicare una via. Di certo, la vendetta ha sempre un sapore agrodolce, che non è detto faccia rima con coraggio.

Rosso di sera
Che bello quando il coraggio diventa speranza: la speranza magari non tanto di ricominciare, quanto di cambiare, di dare un calcio ai gesti quotidiani di tutti i giorni che accumulano tristezza alla tragedia, dolore al rimpianto. Cambiare è un atto di coraggio, nessun dubbio su questo. Soprattutto quando, come le protagoniste di questo racconto, lo si fa con una presa di coscienza positiva, per cercare di capire se in un raggio di sole può esserci lo spiraglio per un nuovo sprazzo di futuro.

Alicudi
Il coraggio dei sentimenti mancati, dell’amore che scivola nel vento come l’odore del mare, è qualcosa di molto potente, e l’autrice riesce a coglierne gli attimi più intensi, il sapore salmastro, il gusto salato tanto simile a quello delle lacrime. Una bella storia che resta impressa nella memoria come tocchi di pennello sulla tela, insieme ai dubbi, al dolore, al rimpianto e al coraggio della protagonista del racconto.

La grigia
Un racconto potente, quando la rivelazione finale distrugge in un colpo solo l’ironia, le risate, la “faciloneria” con cui si parla di alieni, rapimenti, innesti capaci di controllare la mente. Ma il coraggio dov’è? Forse proprio nel modo in cui la mente riesce a creare mostri comprensibili, alieni ma almeno familiari, già visti al cinema, nelle serie TV, nei romanzi, per tenere lontani quelli invisibili e imperscrutabili che scavano sentieri di morte nei nostri corpi, e che sanno essere più pericolosi e temibili di qualsiasi incubo alieno.

Rudy e le cheerleader
Dietro lo schermo della fantascienza, e di una storia leggera, quasi divertente, si avverte tutta la disperazione del protagonista, che gioca con la propria mente per creare l’illusione di un coraggio che non ha, ma a cui sta cercando di tenersi avvinghiato con le unghie e con i denti. Una storia dolorosa e delicata più di quanto faccia intendere il tono ironico dell’autore, e per questo più forte, più incisiva, per il contrasto dei sapori, degli odori, dei suoni. Un buon modo per scrivere una storia breve.

Cuore di madre
Lotta o fuga. E’ questo il cuore pulsante del racconto, che urla, geme, soffoca e strepita in tante, troppe case italiane, quasi si trattasse di una pandemia capace di diffondersi strada dopo strada, quartiere dopo quartiere, città dopo città. I drammi della famiglia ci toccano da vicino, e nessuno di noi vorrebbe trovarsi davanti a questa scelta: lottare o fuggire. Trasformarsi in mostri capaci di aggredire e difendersi, oppure in vigliacchi che vogliono solo lasciarsi tutto alle spalle. Dov’è il coraggio, qui? Nella smorfia del mostro o negli occhi sgranati di terrore del vigliacco? Forse in entrambi. O in nessuno.

L’interrogatorio
Un’idea di carnefice originale, finalmente, dopo che se sono letti di tutti i tipi e che un po’ ci hanno stufato. Peccato che in realtà non sia stata sfruttata a dovere, ma solo mostrata un attimo al lettore, per poi tornare a riporla fra le pieghe di una storia che si muove lungo percorsi consueti. Il finale cerca di porre rimedio e per fortuna ci riesce, ponendo un accento molto personale sul concetto di “coraggio”. Un racconto interessante, dunque, che grazie alla forza dell’idea di base, meriterebbe risalto in un’opera più corposa.

Odore di coraggio
Una parabola semplice ma lampante di come spesso la paura possa essere il miglior carburante per i nostri atti di coraggio, anche quando arriviamo a provare vergogna per noi stessi e per le nostre azioni. Ma per parafrasare uno dei personaggi di questo racconto, che ci vuole ad affrontare qualcuno, o qualcosa, se non si ha paura di farlo? Da qui deriva il vero coraggio.

Ospite #98
Argomento difficile, quello trattato in questo racconto, forse in un modo un po’ troppo “leggero” e didascalico, per i miei gusti, però certamente con l’intento di sottolineare quella variante di coraggio che ci spaventa un po’ tutti: il coraggio della morte. Scegliere di dare risalto al punto di vista “tecnico”, alle procedure, al fastidio e all’ironia conseguente, è a sua volta un atto di coraggio, da parte dell’autore, e questo è senz’altro da lodare.

La verità non è solo un ricordo
Un film che si ripete, un atto di coraggio che sconfina nella follia e che diventa tragedia, troppo spesso associato alla bravate dei ragazzi d’oggi, all’incoscienza dei più giovani, che non hanno rispetto per il futuro, perché si credono eterni. E’ così che tanti adolescenti finiscono nelle foto ricordo, bagnate dalle lacrime di amici e parenti. E’ così che la stupidità, troppo spesso, viene confusa con il coraggio da esibire in pubblico.


Qualunque cosa accadrà
Il coraggio, a volte, può essere il passo successivo al dolore, alla disperazione, all’angoscia di fronte a prospetive ignote, che fino a un momento prima non avevamo nemmeno contemplato. Un passo difficile, che potrebbe annientare una mente fragile, ma che nelle donne, quando ci sono di mezzo i figli e il loro futuro, riesce sempre a innescare una reazione, un moto di energia incombusta che brucerà piano, nel tempo, per garantire sicurezza e protezione a chi, di quell’atto di coraggio, dovrà avvertirne solo le sfumature dell’arcobaleno, non i lapilli di dolore e sofferenza nascosti in un cantuccio.



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