La classifica e i commenti di Andrea Atzori

Regole speciali per la CENTESIMA di Minuti Contati!
Lunedì 12 giugno: DELLA ROSSA NIGHT
Mercoledì 14 giugno: FRASCELLA NIGHT
Lunedì 19 giugno: BERTINO NIGHT
Una serata per ogni Campione di MC (manca Bommarito causa impegni). Si potrà decidere di partecipare a una sola serata, a due o a tutte tre. Ogni Campione potrà partecipare alle serate degli altri Campioni. Ogni serata sarà trattata come edizione a se stante (quindi i racconti non verranno mischiati) e i partecipanti di ogni serata avranno una settimana di tempo per consegnare commenti e classifica. Ogni serata avrà divisione in gruppi in caso di superamento dei 13 partecipanti. Al termine della settimana di commenti e classifiche, a qualle degli autori si aggiungerà quella del Campione della serata e i migliori di ogni serata verranno raggruppati in un gruppone finale e commentati dagli autori (volontari) che non avranno ottenuto l'accesso alla finale e da guest (volontarie, tra quelle che hanno dato vita alla Quarta e alla Quinta Era). Sarà possibile accedere al Gruppo Finale con più di un racconto. Il vincitore del Gruppo Finale sarà dichiarato CAMPIONE DELLA CENTESIMA EDIZIONE.

Questa CENTESIMA EDIZIONE non sarà considerata come tappa della Quinta Era, bensì come PRIMA TAPPA del circuito de LO SCRITTORE DELL'ESTATE 2017.
Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

La classifica e i commenti di Andrea Atzori

Messaggio#1 » mercoledì 5 luglio 2017, 11:14

Immagine

Andrea Atzori è uno scrittore, editor e traduttore. Nato a Cagliari nell’orwelliano 1984, è cresciuto a Carbonia, nel south far west dell’isola di Sardegna. Laureato in Storia all’Università di Cagliari, nel 2011 ha conseguito un master in editoria al Politecnico di Oxford (Oxford Brookes University), dove ha lavorato come assistente editoriale per la David Fickling Books (editore di Queste oscure materie) a fianco dell’autore e senior editor Simon Mason e dello stesso fondatore David Fickling. A Londra ha lavorato come assistente marketing per i marchi DK Travel e Rough Guides.
Nella scrittura ha iniziato come giornalista di viaggio, curando dal 2008 al
2013 la rubrica “Giramondo” per il mensile Sardinews. Dal 2012 al 2015 ha scritto per il blog dell’agenzia letteraria Sul Romanzo e al momento collabora come editor consultant con Edizioni Condaghes e come traduttore letterario dall’inglese per Book on a Tree.
Da autore ha pubblicato diversi romanzi, tra cui la saga fantasy per ragazzi Iskìda della Terra di Nurak (Condaghes), su cui il premio Oscar Anthony LaMolinara ha in lavorazione un teaser cinematografico. La Prima Stagione della saga, L’Amuleto del Sonno, si è classificata seconda al Premio Cittadella 2014 per la narrativa fantasy e la terza stagione Il Canto di Akasha è stata finalista al Premio Italia 2015.
Andrea vive in Germania, nella Foresta Nera.
(biografia di Andrea Atzori tratta dal suo SITO)

Guest star della NOVANTESIMA EDIZIONE di Minuti Contati.

QUI potete trovare l'intervista che ha rilasciato al nostro Spartaco nell'ottobre del 2016.

QUI, invece, potete trovare l’incipit de “Dal bronzo e dalla tenebra”, il romanzo di Andrea Atzori edito con Acheron. All’epoca della sua pubblicazione su questa Vetrina, fu un’anteprima assoluta che la guest della Seconda Edizione della Quinta Era decise di concedere a Minuti Contati.

Di seguito i suoi commenti a tutti e quindici i finalisti di questa CENTESIMA EDIZIONE e in fondo la classifica.


COMMENTI

Sul gradino, di Ambra Stancampiano
Suggestivo, ma il dilemma del ragazzo non è trasmesso con la giusta intensità. Si avverte troppo marcatamente la sua funzione strutturale, preparatoria del climax e della “morale” conclusiva del racconto. Questa mancanza di naturalezza traspare anche dalle domande della vecchia, che suonano un po’ tendenziose. La concordanza verbale dell’inizio, con il passaggio tardivo al passato remoto, è stata inoltre una falsa partenza. Peccato. Una nota di merito al finale, però.

Il generale in barca, di Andrea Partiti
Una bella fotografia, uno scatto nitido capace di trasmettere emozioni nonostante la staticità. Peccato per l’uso dei lemmi marinareschi, non naturale e ricercato a tutti i costi, quando la scelta di un termine più comune avrebbe a volte giovato alla scorrevolezza (e nella ricercatezza forzata si nasconde l’insidia: la “sponda” della barca, in nautica, non si può sentire. Come si dice: “Scrivi sempre di ciò che sai”). E peccato anche per l’ultima frase; senza, il racconto si sarebbe compreso comunque, e si sarebbe concluso con più grazia; la stessa che ha avuto il merito di tenere per gran parte dello svolgimento.

Dettagli, di Sara Tirabassi
L’ho dovuto rileggere. E questo non è bene.Confusione: “destra” e “sinistra” usati spesso come indicazioni, ma destra e sinistra di cosa? “Rasta” utilizzato talvolta per indicare i capelli (i dreadlocks – ndr) e talvolta per l’individuo che li porta. Dettagli, descritti spesso molto bene e con minuzia, ma a che scopo? … OK, il finale e il titolo. Ma la mia impressione è che questi siano nati dopo; che questo racconto sia stato un flusso di coscienza a cui si è dovuto trovare con urgenza un senso alla fine, perché non si limitasse a una lista di dettagli, giustappunto. Le descrizioni però, in narrativa, sono temibili tentatrici: si potrebbero riempire pagine intere a descrivere una nuvola, scordandoci del cosasi debba scrivere perché il nostro pezzo di fiction funzioni. Il racconto ha provato a rimediare con un pizzico di umorismo nella frase finale, ma non mi ha convinto, sorry.

Il cacciatore di sguardi, di Raffaele Marra
Non male. Un po’ troppo patetico forse l’incalzare delle riflessioni, e forse goffo il dettaglio della pistola, telefonato, laddove il climax avrebbe funzionato anche senza. Non so se era voluto (mi dico di sì), ma la frase finale attua un capovolgimento prospettico non da poco: la scena con la ragazza sembrava una redenzione esistenziale, ma la frase ultima la rigetta senza pietà nella piattezza prevedibile di un ennesimo giorno a cui non si è riusciti a porre fine con la gloria della negazione suicida. Solo io l’ho letto in questo modo? Inquietante.

La vita nonostante, di Maurizio Bertino
Malatissimo. Un po’ ingessati gli scambi iniziali, conditi anche con troppi punti esclamativi. Ma quando si arriva a “il bonus per le uccisioni” si sgranano gli occhi e si comincia a leggere sul serio. Qui l’affresco è delirante, funziona. La sensazione però è che l’autore avrebbe potuto calcare più la mano nel finale, con più effetto, proprio perché ormai era riuscito a conquistare l’attenzione. Certo, l’espressione “lesbicite acuta” è grottesca abbastanza da confermare tramite i personaggi il contesto etico assurdo, ma forse si poteva osare di più, laddove lo scambio di battute tra marito e moglie risulta un po’ piatto.

Troppo visibile, di Fernando Nappo
Fottutamente surreale. È perfetto nel suo incedere verso la fine e ottiene il suo obiettivo, quale che sia, senza spiegazioni inutili. Un esercizio di stile riuscito, dadaismo all’ennesima potenza. Questo però, forse, ne penalizza la profondità, il calore. Non si può avere tutto.

Versioni, di Riccardo Rossi
Classe. Ammettendo la totale aleatorietà del mio entusiasmo, ho amato questo racconto dall’inizio alla fine. Non è questo che fa la buona letteratura? Scrittura pulita, incisiva; incedere risoluto, con l’inquietudine che sale man mano che affermazioni illogiche costruiscono la paradossale logica interna del racconto. Mi ricorda terribilmente “Cassandra”. No, non vi dico chi è. L’autore si è conquistato la mia stima incondizionata. Un frammento stupendo.

Lag, di Eleonora Rossetti
Spietato. Ben scritto. Poche cazzate. Dritto allo stomaco, alla miseria. Complimenti.

Camera 303, di Erika Adale
Molto intenso. Bello. Il climax però poteva essere marcato meglio, più chiaramente. Il colpo di scena nitido e incisivo è ciò che nel brevissimo spazio vitale di questo tipo di flash-fictionfa la differenza tra un racconto riuscito e un semplice bel pezzo di prosa. Comunque sia, una penna aggraziata, un’anima sottile, che sento di dover premiare. Il resto si può sempre migliorare.

Assenza, di Viviana Tenga

Ben scritto, ma l’ho trovato troppo stereotipato nella definizione dei ruoli, dei motisentimentali e delle relazioni interpersonali. Questo ahimè ha invalidato la percezione del finale, che di per sé non era male.Peccato.

Il grande inquisitore, di Giuseppe De Micheli
Nelle prime dieci righe sono diventato il più grande ammiratore di Fra Gerolamo! Poi no. Lo slancio iniziale, il delirante calcolo dei multipli del dolore, sono stati capaci di delineare un personaggio immenso, uno degno di avere un posto d’onore in una saga a cui appassionarsi; un antieroe con i fiocchi, un Villain di quelli seri, un Sand danGlokta, un Solomon Kane dalla salute psichica instabile. Ma l’autore – forse acciecato dal tema – sceglie la via del patetico penitente, e Fra Gerolamo muore riga dopo riga, appiattendosi, e portando il racconto con sé. A volte inseguire ciò che vogliamo ottenere ci nasconde alla vista ciò che abbiamo già ottenuto.

Non dovevi farlo, di Giancarmine Trotta
Terrificante. Sono indeciso se considerarlo riuscito proprio per questo, o proprio per questo grossolano. È un caso che apre riflessioni ampie. L’inconscio collettivo che costituisce la base sia dell’espressione autorale che della percezionedel lettore è sempre parte integrante della finzione, perché né genera il processo di comprensione, anche quando l’immedesimazione in un personaggio (quali che siano i suoi valori) è riuscita al 100% (come in questo caso, ed è sicuramente un merito narrativo). Ecco, a tal proposito mi viene in mente una fin troppo nota frase di Elmore Leonard: “In uno dei miei libri si raccontava di un personaggio che era solito scrivere storie d’amore d’ambientazione storica piene di stupri e avverbi”. Mi ci sono sempre scornato. La sua ironia era sugli avverbi, certo; ma la frecciata sugli stupri è al vetriolo: provocare a gamba tesa sui temi dove l’inconscio collettivo è più vulnerabile è molto facile. Anzi, è troppo facile. Facilissimo. Quasi banale. È perciò dalla delicatezza con cui tocca i temi psicologicamente più disturbanti che si vede la buona penna, non dalla brutalità con cui lo fa; quando la materia trattata è brutale di per sé non potrebbe guadagnare oltre in tal senso... L’autore non me ne voglia, ha scritto un bel pezzo. Sono riflessioni che si perdono nel concetto stesso di letteratura, nel cosa faccia buona fiction, e cosa no; e anche questo fa parte del gioco dei gusti.

Not Safe For Witches, di Mario Pacchiarotti
Diabolico! ;) Bel colpo di scena. Avevamo un ennesimo inquisitore che si riscopre patetico di fronte alle tentazioni della carne, invece con un piccolo colpo di genio l’autore esce dallo stereotipo e sorprende il lettore il tanto giusto. Non male.

Il male assoluto, di Marco Roncaccia
Inquietante. Ma che vi siete bevuti a ‘sto giro? È ben scritto e ottiene ciò che vuole, non c’è che dire. Questo lo promuove senza indugio.Allargando il tiro però, se vale una riflessione è la medesima esposta per il racconto “Non dovevi farlo”: entrare nella “mente dell’assassino”, forzare il lettore nell’immedesimarsi con qualcosa che il suo codice morale rifiuta è un meccanismo che funziona fin troppo. Ha il fascino osceno della pornografia. Magari duri venti minuti, poi però spegni.

Un nuovo inizio, di Roberto Romanelli
Ecco, questo sì. Lo so, i racconti dovevano essere valutati senza tenere conto del tema, ma il paratesto influenza sempre il testo e, intuendo un medesimo tema affrontato in altri racconti, credo che questo frammento riesca a ottenere qualcosa che in letteratura, per me, è più prezioso di ogni “pornografia”: suggerisce contesti. Apre brecce fugaci sulla profondità dei personaggi; mostra e nasconde indizi sui prima e i dopo del presente narrato; dipinge un’ambientazione ignota con pochi tratti affinché il lettore si incuriosisca. Insomma, imbastisce un sogno e affascina il tanto giusto perché il lettore voglia viverlooltre. Detto ciò, poteva essere certo più chiaro e conciso. Ma sento di premiarlo comunque.

CLASSIFICA

1. Versioni
2. Lag
3. Camera 303
4. Un nuovo inizio
5. Troppo visibile
6. Il cacciatore di sguardi
7. Not safe for witches
8. La vita nonostante
9. Il male assoluto
10. Non dovevi farlo
11. Il generale in barca
12. Assenza
13. Il grande inquisitore
14. Sul gradino
15. Dettagli



Torna a “100° Edizione - LA CENTESIMA EDIZIONE”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti