La classifica e i commenti di Aislinn

Regole speciali per la CENTESIMA di Minuti Contati!
Lunedì 12 giugno: DELLA ROSSA NIGHT
Mercoledì 14 giugno: FRASCELLA NIGHT
Lunedì 19 giugno: BERTINO NIGHT
Una serata per ogni Campione di MC (manca Bommarito causa impegni). Si potrà decidere di partecipare a una sola serata, a due o a tutte tre. Ogni Campione potrà partecipare alle serate degli altri Campioni. Ogni serata sarà trattata come edizione a se stante (quindi i racconti non verranno mischiati) e i partecipanti di ogni serata avranno una settimana di tempo per consegnare commenti e classifica. Ogni serata avrà divisione in gruppi in caso di superamento dei 13 partecipanti. Al termine della settimana di commenti e classifiche, a qualle degli autori si aggiungerà quella del Campione della serata e i migliori di ogni serata verranno raggruppati in un gruppone finale e commentati dagli autori (volontari) che non avranno ottenuto l'accesso alla finale e da guest (volontarie, tra quelle che hanno dato vita alla Quarta e alla Quinta Era). Sarà possibile accedere al Gruppo Finale con più di un racconto. Il vincitore del Gruppo Finale sarà dichiarato CAMPIONE DELLA CENTESIMA EDIZIONE.

Questa CENTESIMA EDIZIONE non sarà considerata come tappa della Quinta Era, bensì come PRIMA TAPPA del circuito de LO SCRITTORE DELL'ESTATE 2017.
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La classifica e i commenti di Aislinn

Messaggio#1 » sabato 22 luglio 2017, 15:31

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Aislinn è stata la guest star della SETTANTATREESIMA Edizione di Minuti Contati.

"Aislinn è nata nel 1982, scrive ascoltando rock e metal e ha una passione inesauribile per la lettura. Nel 2013 ha pubblicato con Fabbri Editori il suo primo romanzo urban fantasy Angelize; nel 2014 è uscita la seconda e ultima parte della storia, Angelize II - Lucifer. Ha partecipato al romanzo storico In territorio nemico di Scrittura Industriale Collettiva (minimum fax, 2013) e a diverse antologie. Vive ad Arona, ma capita spesso a Milano; tiene corsi e workshop di scrittura, è traduttrice, editor e consulente editoriale. Gestisce il blog http://aislinndreams.blogspot.it e pagine sui principali social network." (tratto dal suo blog http://aislinndreams.blogspot.it/)

QUI potete trovare l'intervista che ha rilasciato al nostro Spartaco in occasione dell'edizione che l'ha vista come guest star.

QUI, invece, potete trovare un racconto di Aislinn pubblicato sulla Vetrina di Minuti Contati.


Di seguito potete trovare i suoi commenti ai finalisti della CENTESIMA e a chiudere trovate la sua classifica.

COMMENTI

Sul gradino, di Ambra Stancampiano
Questo racconto mi ha lasciato l'impressione di una freccia scagliata verso un bersaglio... mancato. La frase d'incipit riesce a destare interesse, inducendo a chiedersi quale sia stato l'episodio che ha scatenato «l'atto di ribellione» del protagonista, ma la storia s'indirizza invece verso un'attesa irrisolta che caratterizzerà la vita del personaggio. Carini il quadretto che emerge – la vicina anziana, il ragazzino ribelle seduto sul gradino, l'italiano regionale... –, la scelta dei dettagli d'ambiente e il sapore simbolico dell'attesa in cui resta bloccato il protagonista; il finale, però, mi è parso insoddisfacente. L'accenno al «segreto» che mai verrà rivelato, così ex abrupto, anziché colpire o suggestionare per effetto allusivo risulta un po' gratuito e troppo criptico, tanto da rovinare un poʼ quanto si è cercato di costruire prima. Il linguaggio è generalmente buono, forse a volte un po' troppo retrò.

Il generale in barca, di Andrea Partiti
Linguaggio curato, ricco di dettagli, ma più che una storia mi è parso un semplice quadretto d'ambiente, uno spaccato più che una narrazione: grazioso, con un finale gradevole, ma senza il guizzo in più, senza una reale tensione narrativa, senza quel qualcosa che renda indimenticabile la scena. Una paginetta ben scritta a livello stilistico, ma non sufficientemente intrigante sul piano dei contenuti, con un finale potenzialmente appropriato ma che non basta a rendere sufficientemente dinamico il racconto.

Dettagli, di Sara Tirabassi
Beʼ, i dettagli sicuramente non mancano, sicuramente sono descritti con linguaggio forbito e articolato, ma l'accumulo di particolari e il flusso di coscienza che s'intravede a legarli non danno vita né a una trama particolarmente accattivante né a personaggi memorabili o capaci di suscitare empatia e interesse, almeno per quanto mi riguarda. Anche rileggendolo più volte, rimane l'impressione di un esercizio di stile freddo, che poco o nulla mi ha trasmesso.

Il cacciatore di sguardi, di Raffaele Marra
Ecco un racconto breve ma completo: ben scritto, con un personaggio che si fa subito ricordare e per il quale si riesce a empatizzare grazie a una caratterizzazione vivida con tocchi essenziali ma non privi d'originalità. Nonostante il poco spazio a disposizione, l'autore/autrice riesce a trasmettere l'atmosfera della quotidianità vissuta dal protagonista senza disperdersi però in un accumulo di troppi dettagli che alla lunga stancherebbero; pochi tocchi ben dosati e ben scelti bastano a dar vita anche alla figura della ragazza, e il semplice incontro con il protagonista – e l'impatto che ha su quest'ultimo – risulta credibile. Non mancano la rivelazione finale (la pistola con cui Nino meditava il suicidio) e la svolta conclusiva. Bene.

La vita nonostante, di Maurizio Bertino
Buone intenzioni non del tutto riuscite: allʼinterno di un contesto distopico abbastanza classico (ma lo giustifichiamo con gli ovvi limiti di spazio) il quadretto familiare risulta un po' forzato, mentre funzionano meglio le allusioni via via più esplicite al «lavoro» di Sergio. Che però avrebbero potuto essere più sottili e gestite in modo da giungere a un colpo di scena finale, evitando un'ultima parte di storia meno coinvolgente e raffinata. Gli scambi verbali tra i personaggi non suonano proprio naturalissimi.

Troppo visibile, di Fernando Nappo
Simpatico racconto dai toni surreali – come se non bastasse la surrealtà fantozziana del lavoro d'ufficio, oserei dire... Il ritmo è ben gestito, il linguaggio e i dialoghi pure. Non è facile rendere accettabili atmosfere di questo tipo senza che suonino vuote o forzate, ma qui ci si è riusciti e il raccontino si legge con piacere.

Versioni, di Riccardo Rossi
Molto grazioso, ben scritto e con un efficace crescendo, una trama da Ai confini della realtà che sfrutta bene il poco spazio a disposizione, uno degli obiettivi più difficili. Bella la progressione, soddisfacente il finale, buon linguaggio. Promosso su tutta la linea.

Lag, di Eleonora Rossetti

Accidenti, mi hai lasciato addosso una tristezza, chiunque tu sia!... La situazione, di per sé non nuova se la riduciamo allʼosso, viene comunque sviluppata in maniera interessante da leggere, anche se poi lo svolgimento rimane abbastanza prevedibile. Il linguaggio è complessivamente accurato e rimane chiaro senza dilungarsi troppo. Mi ha ricordato un romanzo che ho avuto per le mani di recente, The loneliest girl in the universe di Lauren James, ottimo YA che, rispetto al tuo racconto, ha ovviamente molto più spazio per parlare di comunicazione nello spazio e sfruttare le possibilità narrative offerte dalla distanza e dai ritardi nella ricezione dei messaggi: te lo consiglio, se ti incuriosisce il tema.

Camera 303, di Erika Adale
Rischiosa la scelta del punto di vista in seconda persona, che spesso si rivela uno sfizio fine a se stesso; in questo caso, però, il cambio di prospettiva che avviene con la seconda parte giustifica e illumina la curiosa seconda persona iniziale, così che la storia ne risulta arricchita. Insomma, ho apprezzato nonostante solitamente, lo ammetto, io detesti lʼuso del punto di vista in seconda persona, il che non è poco! Peccato per lʼerrore nellʼuso del punto di vista in terza che si rileva nellʼultima parte: la considerazione dellʼinfermiere maschio su Alice si potrebbe eliminare o trasformare piuttosto in una battuta di dialogo più o meno bonaria. Alcune scelte lessicali delicate e azzeccate.

Assenza, di Viviana Tenga
Racconto dallo sviluppo coerente, con personaggi abbastanza tipici e una conclusione graziosa, anche se forse avrei dato un poʼ più mordente al momento della decisione finale di Paola. Linguaggio semplice senza particolari problemi né guizzi. Il testo andrebbe un pochino asciugato, a mio parere, perché il flusso di pensieri della protagonista mi è sembrato nel complesso ripetitivo.

Il grande inquisitore, di Giuseppe De Micheli

Se il conteggio ossessivo dell'inizio riesce a trasportare brevemente il lettore nella mentalità del frate protagonista, il racconto purtroppo si perde un po' nel nulla: la dinamica tortura-tentazione, frate-strega è nel complesso abbastanza banale e prevedibile, così come i dettagli splatter. Tra ossessione religiosa e voyeurismo del religioso, si giunge a una conclusione un poʼ buttata lì e il racconto finisce per comunicare poco.

Non dovevi farlo, di Giancarmine Trotta
Il racconto non crea particolare suspense: fin da subito è chiaro il grosso di ciò che è accaduto, fin da subito il linguaggio rivela la natura violenta, squilibrata e possessiva del (detestabile, ovviamente) protagonista, su cui si insiste a tal punto che mi è parso mancare un crescendo di tensione; la rivelazione sulla gravidanza della donna non mi è sembrata una sorpresa sufficiente, almeno non presentata secondo questa modalità. Anziché raccontare quello che è successo a posteriori, attraverso gli insistenti pensieri del protagonista, che rendono lo sviluppo un poʼ ripetitivo e stanco, forse sarebbe valsa la pena cercare uno sviluppo diverso (per esempio, raccontare il processo, con lʼassassino che solo lì, davanti a tutti, svela la motivazione del gesto, oppure mostrare la donna che svela la gravidanza al compagno... e lʼimprovvisa reazione folle di questʼultimo). Di sicuro, comunque, lʼautore/autrice riesce a suscitare fastidio e disgusto nei confronti del suo personaggio.

Not Safe For Witches, di Mario Pacchiarotti
Linguaggio goffo e punto di vista incerto rovinano la possibile atmosfera e la rivelazione finale, che avrebbe potuto essere interessante e far spiccare la storia rispetto alle tante variazioni sul tema «inquisitore perverso» (gli argomenti «stregoneria» e «inquisizione», poi, con me partono generalmente avvantaggiati, ma forse proprio per questo divento più esigente...) Troppo facile, poi, quando si utilizzano inquisitori e simili, scivolare nei dettagli splatter e nei dialoghi da malvagio sghignazzante; magari una maggiore, raffinata freddezza e un linguaggio più controllato e allusivo avrebbero reso più solido il racconto.

Il male assoluto, di Marco Roncaccia
Inizialmente la voce narrante, perversamente allegra, si fa seguire, ma presto il giochino si fa troppo insistito. Il finale riesce a variare sul tema, anche se alla fine mi è rimasta lʼimpressione di un racconto un poʼ fine a se stesso, che nonostante la brevità ben presto stanca.

Un nuovo inizio, di Roberto Romanelli
Ecco un racconto che ho letto più volte, per districarne al meglio i numerosi dettagli e allusioni: alla prima lettura ha prevalso una certa confusione, alla seconda i pezzi vanno a posto. Forse cʼè tanta carne al fuoco in poco spazio, e semplificare un poʼ le cose avrebbe potuto giovare per rendere meno faticosa la lettura. Comunque interessante, e lʼidea di fondo (da appassionata di Peter Pan) mi è piaciuta.

CLASSIFICA

1) Versioni
2) Il cacciatore di sguardi
3) Camera 303
4) Troppo visibile
5) Lag
6) Assenza
7) Un nuovo inizio
8) Il generale in barca
9) Non dovevi farlo
10) Il male assoluto
11) La vita nonostante
12) Sul gradino
13) Not Safe For Witches
14) Il grande inquisitore
15) Dettagli



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