Sul gradino - Ambra Stancampiano
Inviato: martedì 13 giugno 2017, 0:33
Sul gradino
di Ambra Stancampiano
La prima volta che mi sono seduto qui è stato per un atto di ribellione.
Volevo voltare le spalle alla mia casa e, soprattutto, a mia madre, che m’impediva con le sue lagne di lasciarla per vedere il mondo.
In preda all’ira sbattei l’uscio del nostro bugigattolo e mi fermai sullo scalino tra la porta e la strada, a respirare piene boccate d’aria di mare e libertà.
Subito fui investito da un dubbio che non avevo calcolato: da che parte dovevo cominciare? Destra? Sinistra? Oppure dritto davanti a me, verso la spiaggia?
Sentii il bisogno di fermarmi per prendere una decisione così importante, perciò mi misi a sedere sul gradino con un sospiro, fissando la strada.
Intorno, tutto era uguale da sempre: il mare rombante, la strada polverosa, la rimessa in legno per le barche, le case basse dei pescatori intorno alla piazzetta con la fontana.
La nostra vicina, Zà Tana, stava seduta sul gradino di casa sua a rammendare con un grosso ago una rete da pesca tutta sugheri. Mi vide e m'apostrofò:
- Michè! Come sta mamma tua? È a casa?
- Si, è qua. La vuole chiamata?
- Ma no, salutamela tanto.
Si rimise al lavoro, osservandomi di sottecchi.
Io continuavo a consumarmi gli occhi sulla strada, senza decidermi ad andare.
A destra ci sono solo rimesse per le barche e poi i campi di Sferrazza. A sinistra ci sono le case basse e la fontana, poi la città…
Pensavo, e nel non riuscire a prendere una decisione sentivo il petto costretto in una morsa a cui non sapevo dare un nome.
Finito il suo lavoro, Zà Tana sollevò gli occhi e, vedendomi nella stessa posizione di ore prima, mi chiese:
- Michè, ma che stai facendo seduto lì da stamattina?
- Prendo una decisione.
- E che devi farci con le decisioni tu, che sei picciriddu? Quelle sono cose per i grandi.
- Non sono picciriddu! Ho tredici anni.
- Stai diventando tutto tuo padre!- Disse lei con condiscendenza.
La guardai con sufficienza:
- Io mio padre non lo conosco, le mie decisioni le prendo da me.
- E che decisione stai prendendo?
- Voglio vedere il mondo, ma non so se andare a destra o a sinistra.
Lei scoppiò in una tumultuosa risata che le fece vibrare il doppio mento morbido. Si ritirò in casa gloglottando.
Rimasi a combattere quella misteriosa battaglia contro me stesso finché mia madre venne timidamente a chiamarmi per la cena.
Sul paesaggio che tanto mi turbava era sceso un buio rassicurante. Le onde del mare e il canto assordante dei grilli mi misero quiete, un sentore di brace alle case basse mi sussurrò che era il momento di tornare alla serenità.
Mi sono seduto su questo gradino ogni giorno, senza mai riuscire a decidermi tra la destra e la sinistra.
Nel frattempo il mondo è cambiato: la rimessa per le barche adesso è in lamiera e nei campi hanno costruito delle villette; le case basse ora sono bar frequentati dai ragazzi la sera. La fontana è diventata una fioriera a cui nessuno mette mai acqua.
Dal mio angolino, sempre immobile, ho osservato il mondo muovermisi intorno e ho scoperto un segreto che non rivelerò mai a nessuno.
di Ambra Stancampiano
La prima volta che mi sono seduto qui è stato per un atto di ribellione.
Volevo voltare le spalle alla mia casa e, soprattutto, a mia madre, che m’impediva con le sue lagne di lasciarla per vedere il mondo.
In preda all’ira sbattei l’uscio del nostro bugigattolo e mi fermai sullo scalino tra la porta e la strada, a respirare piene boccate d’aria di mare e libertà.
Subito fui investito da un dubbio che non avevo calcolato: da che parte dovevo cominciare? Destra? Sinistra? Oppure dritto davanti a me, verso la spiaggia?
Sentii il bisogno di fermarmi per prendere una decisione così importante, perciò mi misi a sedere sul gradino con un sospiro, fissando la strada.
Intorno, tutto era uguale da sempre: il mare rombante, la strada polverosa, la rimessa in legno per le barche, le case basse dei pescatori intorno alla piazzetta con la fontana.
La nostra vicina, Zà Tana, stava seduta sul gradino di casa sua a rammendare con un grosso ago una rete da pesca tutta sugheri. Mi vide e m'apostrofò:
- Michè! Come sta mamma tua? È a casa?
- Si, è qua. La vuole chiamata?
- Ma no, salutamela tanto.
Si rimise al lavoro, osservandomi di sottecchi.
Io continuavo a consumarmi gli occhi sulla strada, senza decidermi ad andare.
A destra ci sono solo rimesse per le barche e poi i campi di Sferrazza. A sinistra ci sono le case basse e la fontana, poi la città…
Pensavo, e nel non riuscire a prendere una decisione sentivo il petto costretto in una morsa a cui non sapevo dare un nome.
Finito il suo lavoro, Zà Tana sollevò gli occhi e, vedendomi nella stessa posizione di ore prima, mi chiese:
- Michè, ma che stai facendo seduto lì da stamattina?
- Prendo una decisione.
- E che devi farci con le decisioni tu, che sei picciriddu? Quelle sono cose per i grandi.
- Non sono picciriddu! Ho tredici anni.
- Stai diventando tutto tuo padre!- Disse lei con condiscendenza.
La guardai con sufficienza:
- Io mio padre non lo conosco, le mie decisioni le prendo da me.
- E che decisione stai prendendo?
- Voglio vedere il mondo, ma non so se andare a destra o a sinistra.
Lei scoppiò in una tumultuosa risata che le fece vibrare il doppio mento morbido. Si ritirò in casa gloglottando.
Rimasi a combattere quella misteriosa battaglia contro me stesso finché mia madre venne timidamente a chiamarmi per la cena.
Sul paesaggio che tanto mi turbava era sceso un buio rassicurante. Le onde del mare e il canto assordante dei grilli mi misero quiete, un sentore di brace alle case basse mi sussurrò che era il momento di tornare alla serenità.
Mi sono seduto su questo gradino ogni giorno, senza mai riuscire a decidermi tra la destra e la sinistra.
Nel frattempo il mondo è cambiato: la rimessa per le barche adesso è in lamiera e nei campi hanno costruito delle villette; le case basse ora sono bar frequentati dai ragazzi la sera. La fontana è diventata una fioriera a cui nessuno mette mai acqua.
Dal mio angolino, sempre immobile, ho osservato il mondo muovermisi intorno e ho scoperto un segreto che non rivelerò mai a nessuno.