Panni stesi di Monica Patrizi

Appuntamento a lunedì 12 giugno alle ore 21 con il tema di Alberto Della Rossa, Campione della Quarta Era di Minuti Contati. Chi vorrà partecipare avrà tempo fino all'una di notte per postare un racconto di massimo 3000 caratteri spazi inclusi incentrato su quel tema.

NB: la partecipazione alla Della Rossa Night non preclude la partecipazione alla Frascella Night e alla Bertino Night. Volendo, si può partecipare anche a tutte e tre!
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Monica Patrizi
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Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#1 » martedì 13 giugno 2017, 1:32

Panni stesi.
Di Monica Patrizi

Mia madre mi confidò un giorno, come fosse un segreto da tramandare di generazione in generazione, che la vita è quella cosa che scorre tra una lavatrice e l’altra.
La domenica pomeriggio, mentre le mie amiche uscivano con il fidanzato o facevano qualche gita con la loro famiglia, io e mia madre, passavamo il tempo a fare il bucato.
Iniziavamo dagli indumenti dispersi, quelli non pervenuti dentro la cesta accanto alla lavatrice.
Passavamo in rassegna tutte le stanze, alla ricerca degli abiti sporchi, spesso finiti sotto al letto di mio fratello, o appoggiati distrattamente sopra la spalliera di una sedia da mio padre. Talvolta, da sotto le lenzuola ritrovavamo calzini appallottolati, ormai dati per scomparsi.
Una volta radunati i disertori, io mi limitavo a passarle i capi uno ad uno, mentre lei li divideva in categorie, partendo da un principio basilare, che ogni donna deve sapere, tenere lontano i chiari dagli scuri. Inforcava poi gli occhiali, girava al rovescio ogni indumento, ne controllava il tipo di tessuto, a quanti gradi doveva essere lavato, a quanti giri di centrifuga.
I capi in lana erano quelli che più le destavano ansia. La paura di infeltrire un maglione di mio nonno o di rovinare una sua camicia di seta, la faceva rimandare il lavaggio per i delicati di qualche giorno. Chiamava al telefono le zie, la sentivo chiedere consigli, come se si trattasse di un parente malato, argomentava sulle marche di detersivi e ammorbidenti anti infeltrenti visti in pubblicità, spacciati dalla tv come fossero unguenti dalle doti miracolose. Alla fine comunque, mai convinta del tutto, per evitare di sbagliare portava i capi di cashmere e seta in lavanderia, separandosene con grandi sospiri.
In un carico a parte metteva la divisa da lavoro di mio padre, infermiere al Pronto Soccorso.
Indossava guanti in lattice resistente e con candeggina e sapone di Marsiglia sfregava con foga sulle macchie di liquidi biologici: schizzi di sangue, di muco e chissà che altro. Li lasciava in ammollo qualche ora in una grande bacinella blu e poi li lavava a 90 gradi. Erano gli unici che andava a stendere all’ultimo piano, sul terrazzo condominiale. Li appoggiava sul filo come fossero una bandiera, quasi a rassicurare gli altri inquilini e se stessa, che se suo marito non rientrava la notte era soltanto perché era stato di turno in ospedale.



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antico
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#2 » martedì 13 giugno 2017, 1:36

Ciao Monica, arrivi sul filo di lana! Tutto ok con i caratteri, avrai un malus minimo per il tempo. Buona CENTESIMA!

valter_carignano
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#3 » martedì 13 giugno 2017, 13:57

ciao
sembra che debba aprire io i commenti di questo girone, se qualcuno non mi sta battendo sul tempo :-).
Bella scena familiare, dal tono volutamente dimesso, ma non priva di elementi ironici. Azzeccati, secondo me, i termini 'militari' utilizzati per definire i capi di biancheria ('scomparsi', 'disertori'...).
Il tono dimesso è la forza del racconto, secondo me, ma al tempo stesso forse anche il suo tallone d'Achille. Personalmente - ma non è una critica, nel senso che magari ci hai pensato anche tu ma hai deciso di fare una scelta diversa - mi sarebbe piaciuto sentire 'in diretta' uno scampolo di dialogo con le zie.
Interessante l'accenno conclusivo alla fedeltà del marito, magari avrebbe potuto essere introdotto dalle parole di un antagonista, tipo 'quella pettegola del primo piano', in modo da dargli più forza e ragione di essere.
In tutti i casi, personalmente credo sia un buon lavoro.

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giancarmine trotta
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#4 » martedì 13 giugno 2017, 20:59

Ciao Monica,

ho notato anch'io il tono dimesso, quasi depresso. Una protagonista frustrata dalla situazione familiare e dal vissuto della mamma. E' un racconto lineare, senza forzature. Forse un po' troppo piatto, ma ci sta in una narrazione dal tono pacato. Buono l'incipit e il finale. Peccato per alcune passaggi dalla punteggiatura migliorabile:
"io e mia madre, passavamo" = la virgola non la metterei
"che ogni donna deve sapere, tenere lontano i chiari dagli scuri." = invece della virgola, due punti.
Buona prova con margini di miglioramento.
Alla prossima,
G.

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raffaele.marra
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#5 » venerdì 16 giugno 2017, 18:24

Mi ha colpito molto il modo in cui sei riuscita a dare spessore a una situazione che apparentemente non ha in sé alcuna emotività o interesse. Invece il tuo racconto è tale da destare interesse e curiosità pur limitandosi a parlare di una pratica tipicamente femminile, quotidiana e probabilmente banale. Credo sia merito del tuo stile, sobrio eppure ben condotto in ogni riga. E credo sia anche merito del fatto che c'è di fondo un rapporto madre-figlia che emerge in modo molto intelligente e chiaro. Ho apprezzato l'acuto finale sul luogo di stesura della tuta del marito. In definitiva resta la sensazione di un racconto molto più interessante di quanto voglia apparire.

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DandElion
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#6 » lunedì 19 giugno 2017, 1:31

Una volta mi capitò di vedere un tatuaggio molto particolare e questo racconto me l'ha ricordato..
Mi piace, funziona, forse è un po' troppo stereotipato, o forse sono io che sfido quotidianamente i coloranti facendo una lavatrice unica in cui butto roba di ogni colore TRANNE che verde, ho scoperto che il verde è il male: stinge SEMPRE.
Comunque tornando al racconto, dicevo: mi piace, funziona, forse è un po' troppo stereotipato e non ho gradito molto la chiusura con velate corna, perché quando sposi un un uomo che lavora a turni sposi anche la fiducia che riponi in lui. Non so, l'ho trovata una cosa un po' superflua. Per il resto, la rassegna della casa.. mia madre mi avrebbe ucciso se lasciavo le cose in giro, altro che cercarle insieme xD ma si sa, le madri nordiche sono un po' sbozzate con l'accetta.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Fernando Nappo
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#7 » lunedì 19 giugno 2017, 14:54

Ciao Monica,
nel tuo racconto la protagonisca ricorda la madre attraverso alcuni momenti legati alla quotidianità, e in particolare al "rito" del bucato. Nessun evento in particolare, se non il ricordo. E in questo, a mio avviso, centri il tema. Interessante la descrizione degli indumenti che - quasi decidessero loro - cercano di sfuggire al bucato Così come certe pratice (i colori da non mischiare, rovesciare i vestiti) in cui ho rivisto certe abitudini di mia madre, donna dell vecchia guardia.
Il finale mi è piaciuto. Non necessariamente la donna non si fida del marito, ma comunque sia ci tiene alle apparenze e con quella sua abitudine di stendere i panni da lavoro dell'uomo informa gli altri condomini.

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Terribile
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#8 » martedì 20 giugno 2017, 23:30

Ciao Monica,
fra i racconti che ho letto sei stata una delle poche che ha colto il tema. A parte che una conoscenza più approfondita sui segreti del bucato non farebbe male a nessuno, mi è piaciuto il modo in cui hai raffigurato lo stato emotivo delle due donne, che affrontano quelle incombenze come un rituale sacro quasi. Complimenti, pollici alti per me. Questa classifica sarà davvero difficile...

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Monica Patrizi
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Re: Panni stesi di Monica Patrizi

Messaggio#9 » giovedì 22 giugno 2017, 20:20

Car@ tutt@, vi ringrazio per i preziosi commenti. Ho avuto una settimana difficile e purtroppo non sono riuscita a rispondervi. Tuttavia, anche se la sessione de "Della Rossa Night" è terminata e probabilmente non leggerete questo post, colgo l'occasione per farlo ora, soprattutto per dirvi grazie:
@Valter: grazie dell'ottimo consiglio. Il mio cruccio è stato infatti non riuscire ad inserire nella trama qualche dialogo, nel poco tempo a disposizione, avrebbe probabilmente aggiunto più dinamicità alla routine descritta...la madre al telefono con le zie? tra la protagonista e il fratello disordinato che lascia i calzini sotto al letto? con la madre che le chiede di aiutarla di domenica? ... chi vivrà vedrà! :)
@Giancarmine: grazie per aver letto con attenzione il testo, la punteggiatura va rivista, hai assolutamente ragione! Il tono piatto se da un lato l'ho scelto a sottolineare una giornata priva di apparenti eventi significativi, all'interno di dinamiche familiari tutt'altro che lineari, dall'altro sicuramente poteva essere reso più accattivante al lettore, con qualche attenzione in più da parte mia... colpa mia, quindi grazie!
@Raffaele: grazie per le belle parole spese per il mio racconto... spero di riuscire a migliorarlo!
@DandElion: grazie per le tue attente osservazioni, un altro mio cruccio è stato non riuscire a caratterizzare maggiormente i personaggi così come li avevo immaginati, mentre si muovevano in una domenica tra le mura domestiche. Per motivi di carattere e tempo, ma probabilmente anche per difficoltà di scrittura mie, risultano appena abbozzati, quindi grazie per il suggerimento, lavorerò in questa direzione!
@Fernando: grazie per il tuo bel commento, hai centrato in pieno il messaggio che volevo inviare attraverso questo racconto, la cosiddetta "domanda implicita"... spero di lavorarci sopra con più calma e poterlo migliorare! Grazie.

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