Il Nuovo Mondo
Inviato: giovedì 15 giugno 2017, 0:01
Il Nuovo Mondo
di G. Trotta
“Comandante guardi!”
“Dove?”
“Il rilevatore!”
L'uomo più alto in grado della Navicella FUTURE-3000-X spalancò gli occhi davanti al monitor e rimase senza parole. La missione era partita otto anni prima alla ricerca di nuovi mondi, quanto più simili al Pianeta Terra. Le nuove scoperte nucleari sulla propulsione a velocità esponenziale permisero la possibilità di esplorare la Via Lattea. Mentre il rilevatore di pianeti lampeggiava, confermando che quel puntino a poche settimane di viaggio fosse un agglomerato di sostanze conosciute tra cui ossigeno e acqua in proporzioni diverse da quelle del pianeta natìo, il Capitano P. J. Hunt ripensò al giorno della partenza, nel lontano 2484.
“Questa missione non è la fine della Terra. La Terra è già finita.
Siamo rimasti in tre miliardi e ogni anno descresciamo a causa degli effetti devastanti delle radiazioni nucleari della sesta guerra mondiale. Nessun posto è completamente incontaminato da almeno cento anni e in alcune regioni è impossibile respirare, bere, mangiare. Questa missione, Capitano Hunt, è una delle nostre ultime speranze.
Come rappresentante delle Nazioni Parzialmente Abitabili -NPA-, la supplico di non fallire.
Altrimenti, il presente e il futuro dei nostri figli, sarà compromesso”.
“Tenente Werry”.
“Sì Capitano”.
“Quanto cibo abbiamo?”
“A questi ritmi, restando tutti in vita, abbiamo cibo per altri dieci anni”.
Il Capitano guardò la Navicella e accarezzò la plancia con cura, come ringraziandola della possibilità di tornare vincitore.
Dopo i problemi sorti già al terzo anno di viaggio non sperava certo di raggiungere il Nuovo Mondo e poter addirittura tornare indietro: i surriscaldamenti dei motori e i malfunzionamenti della bussola cosmica non permettevano di essere ottimisti. Quel lampeggiante acceso, invece, gli dava la forza di continuare: con la competenza dei suoni uomini e con un po' di fortuna avrebbe ritrovato il Sistema Solare.
“Mi dica Tenente”.
“Capitano, la tendenza delle proporzioni tra le sostanze è positiva. E' certa la presenza di uno strato gassoso che assomiglia alla nostra atmosfera”.
“Siete riusciti a capire quale parte della Galassia stiamo percorrendo?”
“No. Torneremo sulla Terra grazie alla mappa del viaggio d'andata. Dovessimo perdere quei dati...”
Il Comandante non volle sapere altro e fermò il suo sottoposto con un gesto deciso della mano, poi aggiunse delle parole in tono dimesso: “Iniziamo la fase di atterraggio diminuendo la velocità. Appena gli apparecchi fotograferanno il Nuovo Mondo, mi avverta”.
“Capitano”.
Lui si precipitò in plancia.
“Sì!”
Bianco in volto, il Tenente Werry si limitò a far vedere le immagini al suo Capitano.
“Quanto manca all'atterraggio?”
“Tre o quattro giorni al massimo”.
Atterrarono in un'area semideserta. Iniziarono le manovre di bilanciamento della forza di gravità che sarebbero durate giorni. Intanto il Capitano prese la parola:
“Ci troviamo a circa tremila km dal punto di partenza.
Missione fallita."
di G. Trotta
“Comandante guardi!”
“Dove?”
“Il rilevatore!”
L'uomo più alto in grado della Navicella FUTURE-3000-X spalancò gli occhi davanti al monitor e rimase senza parole. La missione era partita otto anni prima alla ricerca di nuovi mondi, quanto più simili al Pianeta Terra. Le nuove scoperte nucleari sulla propulsione a velocità esponenziale permisero la possibilità di esplorare la Via Lattea. Mentre il rilevatore di pianeti lampeggiava, confermando che quel puntino a poche settimane di viaggio fosse un agglomerato di sostanze conosciute tra cui ossigeno e acqua in proporzioni diverse da quelle del pianeta natìo, il Capitano P. J. Hunt ripensò al giorno della partenza, nel lontano 2484.
“Questa missione non è la fine della Terra. La Terra è già finita.
Siamo rimasti in tre miliardi e ogni anno descresciamo a causa degli effetti devastanti delle radiazioni nucleari della sesta guerra mondiale. Nessun posto è completamente incontaminato da almeno cento anni e in alcune regioni è impossibile respirare, bere, mangiare. Questa missione, Capitano Hunt, è una delle nostre ultime speranze.
Come rappresentante delle Nazioni Parzialmente Abitabili -NPA-, la supplico di non fallire.
Altrimenti, il presente e il futuro dei nostri figli, sarà compromesso”.
“Tenente Werry”.
“Sì Capitano”.
“Quanto cibo abbiamo?”
“A questi ritmi, restando tutti in vita, abbiamo cibo per altri dieci anni”.
Il Capitano guardò la Navicella e accarezzò la plancia con cura, come ringraziandola della possibilità di tornare vincitore.
Dopo i problemi sorti già al terzo anno di viaggio non sperava certo di raggiungere il Nuovo Mondo e poter addirittura tornare indietro: i surriscaldamenti dei motori e i malfunzionamenti della bussola cosmica non permettevano di essere ottimisti. Quel lampeggiante acceso, invece, gli dava la forza di continuare: con la competenza dei suoni uomini e con un po' di fortuna avrebbe ritrovato il Sistema Solare.
“Mi dica Tenente”.
“Capitano, la tendenza delle proporzioni tra le sostanze è positiva. E' certa la presenza di uno strato gassoso che assomiglia alla nostra atmosfera”.
“Siete riusciti a capire quale parte della Galassia stiamo percorrendo?”
“No. Torneremo sulla Terra grazie alla mappa del viaggio d'andata. Dovessimo perdere quei dati...”
Il Comandante non volle sapere altro e fermò il suo sottoposto con un gesto deciso della mano, poi aggiunse delle parole in tono dimesso: “Iniziamo la fase di atterraggio diminuendo la velocità. Appena gli apparecchi fotograferanno il Nuovo Mondo, mi avverta”.
“Capitano”.
Lui si precipitò in plancia.
“Sì!”
Bianco in volto, il Tenente Werry si limitò a far vedere le immagini al suo Capitano.
“Quanto manca all'atterraggio?”
“Tre o quattro giorni al massimo”.
Atterrarono in un'area semideserta. Iniziarono le manovre di bilanciamento della forza di gravità che sarebbero durate giorni. Intanto il Capitano prese la parola:
“Ci troviamo a circa tremila km dal punto di partenza.
Missione fallita."