IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
- marco.roncaccia
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IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.
L’ha detto un cinese, vero? Cioè a me lo hai detto tu.
Io ti confido che sono il male assoluto e tu mi tiri fuori ‘sto cinese!
A me fanno schifo sia i bruchi sia le farfalle. Però a fare fuori le farfalle c’è più gusto.
Tra deludere un bruco e il resto del mondo non c’è partita.
A spiaccicare un bruco c’è il rischio che qualcuno ti ringrazi anche.
In realtà mi fanno schifo anche i cinesi, e da quando mi hai detto quella frase ho smesso di staccare ali alle farfalle.
E poi le farfalle non ti ascoltano.
Tu invece si.
Certo non puoi rispondere.
Con tutto quel nastro adesivo in faccia è tanto se respiri.
D'altronde sei abituato ad ascoltare.
Solo che questa volta sul lettino ci sei tu e non io.
È che in realtà non mi stanno sul cazzo solo i musi gialli.
Chiunque abbia un muso, ecco. Compreso tu.
Anzi tu sei abbastanza in alto nella classifica di quelli a cui voglio fare male.
Come nelle nostre sedute in clinica, io parlo e tu ascolti.
Certo non puoi prendere appunti e nemmeno tamburellare con le dita.
Che fastidio mi dava!
Ora guarda cosa ho qui con me?
Bello eh?
Non è un volgare trinciapollo commerciale!
L’ho preso in un negozio specializzato in articoli professionali da cucina.
E ora la conta.
... il dottore si ammalò, ambarabaciccicoccò.
È uscito il medio.
Che poi ci si piglia gusto! Ecco, si, per il pollice ci vuole un po’ più di forza.
Uao! Che figata.
Per fortuna ci sono anche i piedi!
Uh uh! Che bello!
Senti che suono!
Orecchio destro, sinistro, naso. Godo veramente.
Ci si cavano anche gli occhi col trinciapollo. Uno e ora l’altro!
Ma lo sai che mi è venuto un dubbio?
Cioè non lo avevo fino a poco fa.
Sono arrivato con le idee ben chiare.
Quando il signor Garri ha citofonato qui, l’ho seguito in ascensore e ci ho giocato dal primo al decimo piano.
Cosa si può fare con un semplice sacchetto di plastica!
Sono entrato nello studio e la segretaria ha cantilenato:
«il dottore tarderà una mezzora, si accomodi».
«Bene!» le ho risposto.
Si ricorda la mia fantasia erotica ricorrente?
Sodomizzare il cadavere di una donna ancora caldo.
Beh, ho preso il tagliacarte dalla scrivania e mi sono accomodato.
È stato fantastico, ma è durato solo venti minuti.
Allora ho cominciato a spulciare tra i volumi in libreria e mi è caduto l’occhio su “La nascita della tragedia” di un tale dal nome strano.
Lo sfoglio e leggo quello che il Sileno dice a Re Mida:
«Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto.»
Cazzo che verità!
Capisci? Mi sono detto, dopo tutta la fatica per scappare dalla clinica e arrivare fino a qui mi tocca anche farti il favore di realizzare la seconda cosa migliore per te!
Insomma, ecco, ho cambiato il mio piano.
Visto che i tuoi occhi sono sul tappeto ti racconto.
Tiro giù la zip della tua patta e mi godo l’ultimo colpo di trinciapollo.
Mmmh!
Ora apro la finestra, salgo sul davanzale e …
Ciao dottore!
L’ha detto un cinese, vero? Cioè a me lo hai detto tu.
Io ti confido che sono il male assoluto e tu mi tiri fuori ‘sto cinese!
A me fanno schifo sia i bruchi sia le farfalle. Però a fare fuori le farfalle c’è più gusto.
Tra deludere un bruco e il resto del mondo non c’è partita.
A spiaccicare un bruco c’è il rischio che qualcuno ti ringrazi anche.
In realtà mi fanno schifo anche i cinesi, e da quando mi hai detto quella frase ho smesso di staccare ali alle farfalle.
E poi le farfalle non ti ascoltano.
Tu invece si.
Certo non puoi rispondere.
Con tutto quel nastro adesivo in faccia è tanto se respiri.
D'altronde sei abituato ad ascoltare.
Solo che questa volta sul lettino ci sei tu e non io.
È che in realtà non mi stanno sul cazzo solo i musi gialli.
Chiunque abbia un muso, ecco. Compreso tu.
Anzi tu sei abbastanza in alto nella classifica di quelli a cui voglio fare male.
Come nelle nostre sedute in clinica, io parlo e tu ascolti.
Certo non puoi prendere appunti e nemmeno tamburellare con le dita.
Che fastidio mi dava!
Ora guarda cosa ho qui con me?
Bello eh?
Non è un volgare trinciapollo commerciale!
L’ho preso in un negozio specializzato in articoli professionali da cucina.
E ora la conta.
... il dottore si ammalò, ambarabaciccicoccò.
È uscito il medio.
Che poi ci si piglia gusto! Ecco, si, per il pollice ci vuole un po’ più di forza.
Uao! Che figata.
Per fortuna ci sono anche i piedi!
Uh uh! Che bello!
Senti che suono!
Orecchio destro, sinistro, naso. Godo veramente.
Ci si cavano anche gli occhi col trinciapollo. Uno e ora l’altro!
Ma lo sai che mi è venuto un dubbio?
Cioè non lo avevo fino a poco fa.
Sono arrivato con le idee ben chiare.
Quando il signor Garri ha citofonato qui, l’ho seguito in ascensore e ci ho giocato dal primo al decimo piano.
Cosa si può fare con un semplice sacchetto di plastica!
Sono entrato nello studio e la segretaria ha cantilenato:
«il dottore tarderà una mezzora, si accomodi».
«Bene!» le ho risposto.
Si ricorda la mia fantasia erotica ricorrente?
Sodomizzare il cadavere di una donna ancora caldo.
Beh, ho preso il tagliacarte dalla scrivania e mi sono accomodato.
È stato fantastico, ma è durato solo venti minuti.
Allora ho cominciato a spulciare tra i volumi in libreria e mi è caduto l’occhio su “La nascita della tragedia” di un tale dal nome strano.
Lo sfoglio e leggo quello che il Sileno dice a Re Mida:
«Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto.»
Cazzo che verità!
Capisci? Mi sono detto, dopo tutta la fatica per scappare dalla clinica e arrivare fino a qui mi tocca anche farti il favore di realizzare la seconda cosa migliore per te!
Insomma, ecco, ho cambiato il mio piano.
Visto che i tuoi occhi sono sul tappeto ti racconto.
Tiro giù la zip della tua patta e mi godo l’ultimo colpo di trinciapollo.
Mmmh!
Ora apro la finestra, salgo sul davanzale e …
Ciao dottore!
Ultima modifica di marco.roncaccia il martedì 20 giugno 2017, 0:51, modificato 5 volte in totale.
Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ed ecco il Roncaccia! Finalmente, non potevi mancare a questa CENTESIMA! Tutto ok con i parametri, divertiti!
- marco.roncaccia
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Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Eccomi! Grazie Antico!
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao, Marco.
Porca miseria! Lo posso dire? Mi hai profondamente colpita.
Anche perchè, lo ammetto, le scene di violenza cruda mi disturbano sempre un po'.
Qui abbiamo una devianza totale, assoluta. Un crescendo di atrocità fino al gesto estremo in cui il protagonista decide di uccidersi e lasciare viva (si fa per dire) la sua vittima.
Tema centratissimo e, a mio parere, ben interpretato attraverso uno straordinario ribaltamento dei ruoli in cui il paziente (vittima) diventa aguzzino e il medico (aguzzino) diventa vittima.
Bravo!
Porca miseria! Lo posso dire? Mi hai profondamente colpita.
Anche perchè, lo ammetto, le scene di violenza cruda mi disturbano sempre un po'.
Qui abbiamo una devianza totale, assoluta. Un crescendo di atrocità fino al gesto estremo in cui il protagonista decide di uccidersi e lasciare viva (si fa per dire) la sua vittima.
Tema centratissimo e, a mio parere, ben interpretato attraverso uno straordinario ribaltamento dei ruoli in cui il paziente (vittima) diventa aguzzino e il medico (aguzzino) diventa vittima.
Bravo!
Maria Rosaria
- marco.roncaccia
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Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao Maria Rosaria,
che dire se non... grazie per l'apprezzamento, nonostante non sia il tuo genere.
che dire se non... grazie per l'apprezzamento, nonostante non sia il tuo genere.
- angelo.frascella
- Messaggi: 729
Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao, Marco.
Acc... veramente estremo il tuo racconto. Certo il male è male e se lo si ammorbidisce non si ha più diritto di chiamarlo così.
In ogni caso, se la prima metà in cui ci conduci dai vaneggiamenti del protagonista alle torture allo psichiatra ha un suo crescendo che funziona, poi quando arriva la parte sul tipo al citofono e sulla segretaria mi è sembrato un po' tirato per le lunghe e ripetitivo. Il finale, con l'"epifania" del killer e la sua decisione finale ridà respiro al racconto. L'idea non è troppo originale (e un po' lontana dai miei gusti), ma realizzata, nel complesso, abbastanza bene.
A rileggerci,
Angelo
Acc... veramente estremo il tuo racconto. Certo il male è male e se lo si ammorbidisce non si ha più diritto di chiamarlo così.
In ogni caso, se la prima metà in cui ci conduci dai vaneggiamenti del protagonista alle torture allo psichiatra ha un suo crescendo che funziona, poi quando arriva la parte sul tipo al citofono e sulla segretaria mi è sembrato un po' tirato per le lunghe e ripetitivo. Il finale, con l'"epifania" del killer e la sua decisione finale ridà respiro al racconto. L'idea non è troppo originale (e un po' lontana dai miei gusti), ma realizzata, nel complesso, abbastanza bene.
A rileggerci,
Angelo
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Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
ciao
bello forte, lo dico anch'io e mi accodo agli altri, quindi ottima riuscita. Così come anche il racconto di Giancarmine, si tratta della declinazione della stessa idea: là, una patologia violenta e possessiva circoscritta (a quanto sembra); qui, invece, non circoscritta e in certo senso assoluta.
Un unico, piccolo dubbio: il piano del killer è composito (scoprire dove il medico ha lo studio, fuggire dalla clinica, aggredire qualcuno per prendergli vestiti e denaro, comprare il trinciapollo in un negozio specifico eccetera). Frutto di una mente molto pronta, con ogni probabilità è un individuo di una certa cultura, io credo.
E quindi ci sta che dopo aver compiuto il secondo delitto (a proposito: bella fortuna che Garri fosse al primo appuntamento e la segretaria non l'avesse mai visto. Ma senza fortuna, si sa, le grandi imprese non riescono) lui si metta a leggere (se non fosse colto, non lo farebbe). Ma poi non ricorda il nome di Nietzsche.
Ecco, questo stona un po', a mio modestissimo parere.
Comunque, credo sia davvero un buon lavoro.
bello forte, lo dico anch'io e mi accodo agli altri, quindi ottima riuscita. Così come anche il racconto di Giancarmine, si tratta della declinazione della stessa idea: là, una patologia violenta e possessiva circoscritta (a quanto sembra); qui, invece, non circoscritta e in certo senso assoluta.
Un unico, piccolo dubbio: il piano del killer è composito (scoprire dove il medico ha lo studio, fuggire dalla clinica, aggredire qualcuno per prendergli vestiti e denaro, comprare il trinciapollo in un negozio specifico eccetera). Frutto di una mente molto pronta, con ogni probabilità è un individuo di una certa cultura, io credo.
E quindi ci sta che dopo aver compiuto il secondo delitto (a proposito: bella fortuna che Garri fosse al primo appuntamento e la segretaria non l'avesse mai visto. Ma senza fortuna, si sa, le grandi imprese non riescono) lui si metta a leggere (se non fosse colto, non lo farebbe). Ma poi non ricorda il nome di Nietzsche.
Ecco, questo stona un po', a mio modestissimo parere.
Comunque, credo sia davvero un buon lavoro.
- marco.roncaccia
- Messaggi: 559
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Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao Valter,
ti ringrazio per il commento e per l'apprezzamento.
Per quanto riguarda i tuoi dubbi: il piano è composito e il tizio è relativamente sveglio (del resto ha un disturbo della personalità non un ritardo mentale) ma è di ceto popolare. E' sicuramente alfabetizzato e sa utilizzare Internet ma non ha una grande cultura visto che chiama Lao Tze "il cinese" e considera Nietzsche un tipo dal nome strano. Qualsiasi adolescente del centro dove lavoro saprebbe fare lo stesso (e molte altre cose) senza avere la più pallida idea di chi siano i due personaggi di cui sopra.
Rispetto alla sua fortuna, in realtà lui si apposta e aspetta qualcuno che citofoni allo studio, la segretaria gli dice di accomodarsi con una frase standard quindi probabilmente non ha nemmeno fatto in tempo a guardarlo in faccia. Nulla ci dice e poco ci interessa se Garri è al suo primo appuntamento oppure no.
ti ringrazio per il commento e per l'apprezzamento.
Per quanto riguarda i tuoi dubbi: il piano è composito e il tizio è relativamente sveglio (del resto ha un disturbo della personalità non un ritardo mentale) ma è di ceto popolare. E' sicuramente alfabetizzato e sa utilizzare Internet ma non ha una grande cultura visto che chiama Lao Tze "il cinese" e considera Nietzsche un tipo dal nome strano. Qualsiasi adolescente del centro dove lavoro saprebbe fare lo stesso (e molte altre cose) senza avere la più pallida idea di chi siano i due personaggi di cui sopra.
Rispetto alla sua fortuna, in realtà lui si apposta e aspetta qualcuno che citofoni allo studio, la segretaria gli dice di accomodarsi con una frase standard quindi probabilmente non ha nemmeno fatto in tempo a guardarlo in faccia. Nulla ci dice e poco ci interessa se Garri è al suo primo appuntamento oppure no.
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Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
il tuo racconto mi è piaciuto molto. Scorrevole e deciso, ha un ritmo incalzante che induce a correre fino alla fine per scoprire cosa succederà. Ho apprezzato meno la parte in cui il protagonista mozza le orecchie e gli occhi, l'ho trovata fuori dal contesto, e adesso cerco di farti capire cosa intendo. La prima parte è follia dura e precisa, che ti scaraventa in una testa incasinata, dove c'è spazio sia per la violenza sia per la profondità della prima frase. E va benissimo così, perché si tratta appunto di una mente completa, niente lascia percepire quella spiacevole sensazione di un personaggio delineato solo a metà, come spesso accade, soprattutto nei racconti così brevi.
Quando poi arriva la parte delle orecchie e degli occhi, questa mente viene scalzata da una completamente diversa, infantile, per cui la violenza non è nemmeno divertimento ma soltanto violenza fine a se stessa. Questa cosa non mi è piaciuta perché non serve nemmeno a presentare il mezzo, il trinciapollo, perciò la toglierei del tutto. Concludo dicendo che anche il finale mi ha lasciato perplesso, troppo definitivo un suicidio in una situazione così instabile e pazzoide.
Ribadisco comunque che il tuo testo mi è piaciuto molto, queste sono mere osservazioni.
il tuo racconto mi è piaciuto molto. Scorrevole e deciso, ha un ritmo incalzante che induce a correre fino alla fine per scoprire cosa succederà. Ho apprezzato meno la parte in cui il protagonista mozza le orecchie e gli occhi, l'ho trovata fuori dal contesto, e adesso cerco di farti capire cosa intendo. La prima parte è follia dura e precisa, che ti scaraventa in una testa incasinata, dove c'è spazio sia per la violenza sia per la profondità della prima frase. E va benissimo così, perché si tratta appunto di una mente completa, niente lascia percepire quella spiacevole sensazione di un personaggio delineato solo a metà, come spesso accade, soprattutto nei racconti così brevi.
Quando poi arriva la parte delle orecchie e degli occhi, questa mente viene scalzata da una completamente diversa, infantile, per cui la violenza non è nemmeno divertimento ma soltanto violenza fine a se stessa. Questa cosa non mi è piaciuta perché non serve nemmeno a presentare il mezzo, il trinciapollo, perciò la toglierei del tutto. Concludo dicendo che anche il finale mi ha lasciato perplesso, troppo definitivo un suicidio in una situazione così instabile e pazzoide.
Ribadisco comunque che il tuo testo mi è piaciuto molto, queste sono mere osservazioni.
- marco.roncaccia
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Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao Aristide,
la discordanza tra i due aspetti della personalità del protagonista, quello riflessivo e quello violento rappresentano il motivo, unito all'ossessione che egli ha di essere il male assoluto, per cui, prima delle vicende narrate si trovava in una clinica psichiatrica. Il fatto di voler far fuori lo psichiatra rientra in questo schema. Lo psichiatra ha relativizzato la sua ossessione per il male (vedi prima frase) e lui non glielo ha perdonato, salvo poi, rendersi conto, attraverso la lettura occasionale di un passo de "La nascita della tragedia" di Nietsche, che la sua concezione del male è quantomento infantile. Capisco che questo può lasciarti perplesso ... ma è la storia che volevo raccontare!
la discordanza tra i due aspetti della personalità del protagonista, quello riflessivo e quello violento rappresentano il motivo, unito all'ossessione che egli ha di essere il male assoluto, per cui, prima delle vicende narrate si trovava in una clinica psichiatrica. Il fatto di voler far fuori lo psichiatra rientra in questo schema. Lo psichiatra ha relativizzato la sua ossessione per il male (vedi prima frase) e lui non glielo ha perdonato, salvo poi, rendersi conto, attraverso la lettura occasionale di un passo de "La nascita della tragedia" di Nietsche, che la sua concezione del male è quantomento infantile. Capisco che questo può lasciarti perplesso ... ma è la storia che volevo raccontare!
Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ouch, Marco, ero pronto all'ironia, ma quella nera fa maluccio. Bon, il racconto centra il tema (c'entra, c'entra) fin troppo direi. La pazzia è resa bene, il corso delle idee che vagano pure, e insomma bene anche lo stile, come sempre. Credo che ammazzare il proprio analista sia un evento ricorrente in letteratura, d'altra parte può sempre far comodo, quanto meno ci fanno uno sconto. Ma bando agli scherzi, la cosa che mi è piaciuta di più è come il racconto esplora la follia, una bestia incomprensibile e capace di tutto. A voler essere pignoli in realtà il nostro pazzo non è affatto malvagio, proprio perché pazzo, ma è un dettaglio marginale e soprattutto opinabile.
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Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
decisamente un racconto duro, ma non ti dico una novità, visti i commenti precedenti. Anch'io, pur non essendo di stomaco debole, ho preferito la parte iniziale, in cui il protagonista mostra più i suoi problemi mentali, le sue paranoie, e meno le parti più crude, quasi splatter. Gusti a parte, mi sembra un racconto molto buono, un vero colpo allo stomaco. Certo, l'idea del tipo che vuole far fuori il suo strizza non è nuovissima, ma tu la rendi molto bene e comunque è perfettamente aderente al tema. L'idea finale del suidicio, con la vittima che rimane in vita ma orrendamente mutilata, rende ancor più terrificante il racconto.
decisamente un racconto duro, ma non ti dico una novità, visti i commenti precedenti. Anch'io, pur non essendo di stomaco debole, ho preferito la parte iniziale, in cui il protagonista mostra più i suoi problemi mentali, le sue paranoie, e meno le parti più crude, quasi splatter. Gusti a parte, mi sembra un racconto molto buono, un vero colpo allo stomaco. Certo, l'idea del tipo che vuole far fuori il suo strizza non è nuovissima, ma tu la rendi molto bene e comunque è perfettamente aderente al tema. L'idea finale del suidicio, con la vittima che rimane in vita ma orrendamente mutilata, rende ancor più terrificante il racconto.
Re: IL MALE ASSOLUTO di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
ho letto il tuo racconto con il fiato corto.
Assoluta pertinenza al tema: il male interno che si traduce in male inflitto con crudeltá.
Molto interessante l'immagine iniziale del bruco/farfalla. Efficacissimo la parte che lascia intravedere la psicosi del protagonista narrante.
Non amo le descrizioni crude, ma questo é un fatto del tutto personale. Credo la tua narrazione funzioni bene sempre. Avverto una sorta di "stacco" tra la prima e la seconda parte, ma é forse un effetto voluto, che alimenta ulteriormente la tensione.
La frase in cui parli del nastro adesivo che copre la faccia mi ha fatta trasalire. Lí hai aperto le cortine su di uno scenario divenuto piú chiaro.
Sono alla mia prima esperienza in "minuti contati" ed é possibile che io non disponga di strumenti valutativi adeguati, ma il tuo racconto mi é piaciuto, tenendomi inchiodata allo schermo fino alla fine, vivendo il crescendo di tensione che la narrazione ha suscitato. Grazie.
ho letto il tuo racconto con il fiato corto.
Assoluta pertinenza al tema: il male interno che si traduce in male inflitto con crudeltá.
Molto interessante l'immagine iniziale del bruco/farfalla. Efficacissimo la parte che lascia intravedere la psicosi del protagonista narrante.
Non amo le descrizioni crude, ma questo é un fatto del tutto personale. Credo la tua narrazione funzioni bene sempre. Avverto una sorta di "stacco" tra la prima e la seconda parte, ma é forse un effetto voluto, che alimenta ulteriormente la tensione.
La frase in cui parli del nastro adesivo che copre la faccia mi ha fatta trasalire. Lí hai aperto le cortine su di uno scenario divenuto piú chiaro.
Sono alla mia prima esperienza in "minuti contati" ed é possibile che io non disponga di strumenti valutativi adeguati, ma il tuo racconto mi é piaciuto, tenendomi inchiodata allo schermo fino alla fine, vivendo il crescendo di tensione che la narrazione ha suscitato. Grazie.
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