Pioggia acida di novembre

Appuntamento a lunedì 19 giugno alle ore 21 con il tema di Maurizio Bertino, Campione della Prima Era di Minuti Contati. Chi vorrà partecipare avrà tempo fino all'una di notte per postare un racconto di massimo 3000 caratteri spazi inclusi incentrato su quel tema.

NB: la partecipazione alla Bertino Night non preclude la partecipazione alla Frascella Night e alla Della Rossa Night. Volendo, si può partecipare anche a tutte e tre!
Canadria
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Pioggia acida di novembre

Messaggio#1 » martedì 20 giugno 2017, 0:04

Per strada, Mattia scuote la testa tornando da scuola. I compagni bofonchiano parole di scherno o di incoraggiamento ma nessuno sa bene che cosa dire, infine gli battono una mano sulla spalla e vanno via. Mattia singhiozza in avanti, come un’auto che sbuffa gasolio quando si prova a metterla in moto dopo dieci anni, si appoggia al muro per riprendere fiato e ingoia catrame e pece nera.
Poggiato al muro, striscia forte il palmo destro della mano ed il polso contro le pietre taglienti incollate al cemento e si strappa la pelle vicino alle vene.
Mentre gocciola sangue, consuma anche l’altro braccio contro il muro ruvido trascinando il gomito, crollando a terra e tagliandosi sino alla punta del dito medio.
Biascica parole incomprensibili e si raggomitola sulle ginocchia ancora incrostate dalla polvere e dal sangue dei giorni passati.
Dal cielo comincia a piovere.
E’ una pioggia acida e buia e brucia, e il vento sputa terra e Mattia sta immobile con le ferite in vista ed il sangue sanguinante e le ginocchia inginocchiate e la voce schiacciata dal vento.

Una scena inconsueta e terribile: un sedicenne inchiodato a terra, trafitto dalla pioggia acida, riverso a bocca aperta perché il veleno del cielo gli corroda l’esofago.
Passa un tale con gli stivali neri, si ferma sul ragazzo in croce e mette su di lui un ombrello scuro.
Mattia chiude la bocca e ancor di più chiude gli occhi afflitti e già chiusi per affanno e tristezza. Probabilmente si aspetta un calcio nei denti, l’ultimo dolore.
L’uomo lo fissa per qualche secondo, tossisce e sta per dire qualcosa, guarda dietro di sé e poi ai lati, guarda il cielo, le scarpe, la testa del ragazzo e le mani, tossisce un’altra volta e va via.

Mattia si è convinto da un pezzo che qualcuno lo spii nei suoi momenti più privati. E’ entrato in paranoia.
Effettivamente ormai ne è certo, perché da un po’ hanno cominciato a circolare foto di lui nudo.
Sua madre l’ha visto immortalato nel suo primo approccio con una ragazza, i compagni di classe ne hanno potuto giudicare a gran voce le nitide e spoglie doti virili, e le ragazze hanno potuto fingere di non voler guardare e poi ne hanno parlato lungamente a mensa, svuotando d’un sorso i loro succhi di frutta.

E’ entrato in paranoia e non ne è uscito più.
Nessuno sa come aiutarlo. Nessuno degli amici né dei genitori.
Mattia passeggia per i corridoi di scuola e per le strade di casa sempre più affranto, graffiandosi le ginocchia e le mani e affondando le unghie nelle guance e piangendo e mordendo limoni col sale.
Nessuno sa come aiutarlo. Nessuno degli amici né dei genitori, né la sua ragazza, che poi sarei io.
Neppure io, la sua ragazza, saprei come aiutarlo. Anche se smettessi adesso, non potrei più salvarlo.
Lo osservo avvelenarsi e scontrarsi aspramente contro i lati più taglienti del mondo circostante e so che non posso fare più nulla.
Mi domando se ho ragione, se davvero quest’immagine di sedicenne trafitto ed affogato nella pioggia di novembre, sarà l’ultima fotografia che scatterò di lui.



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antico
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#2 » martedì 20 giugno 2017, 0:08

E tris anche per te, grandissima Claudia!!!

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Simone Cassia
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#3 » mercoledì 21 giugno 2017, 15:13

Ciao Canadria,
racconto impegnativo, il tuo. Andiamo con ordine.
Il tema c’è; quel “che poi sarei io” è la chiave che permette di interpretare a pieno quanto letto fino a quel momento.
La ricercatezza del lessico e l’uso di figure retoriche nelle immagini che descrivi sono evidenti ed esprimono una voglia di poesia, quasi a voler trasporre nello scritto quanto estetica sia la ricerca fotografica della protagonista (per quanto malata), tuttavia per quanto risulti carica di espressività la scena iniziale sembra quasi scollegata dal resto, .
Questo senso di scollamento appare ancora più evidente quando passi ad un POV esterno per spiegare quanto letto fino a quel momento rendendo, di fatto, superflua la parte iniziale.
Passiamo all’uomo con l’ombrello, all’inizio sembra un “Simone di Cirene” che aiuta Cristo a portare la croce, ma poi si rivela un evento un po’ fine a se stesso.
Nel finale, come accennavo prima, sveli le carte e chiudi il cerchio intorno alla vicenda.

Nel complesso il racconto è molto espressivo, ma sono convinto che avresti potuto giocartela meglio. Mi permetto qualche osservazione, poi vedi tu se c’è qualcosa di buono da prenderci o se mandarmi a quel paese :P
- Scopriamo che la protagonista è una fotografa solamente perché ce lo dice, forse descrivere l’immagine di apertura dal suo punto di vista potrebbe aumentare il senso di continuità e sottolineare l’estetismo distruttivo a cui si dedica;
- il passante con l’ombrello e la pioggia acida sembrano buttate un po’ così, forse conviene riflettere se dare più valore oppure eliminare del tutto una o entrambe le figure (dato che i caratteri sono contati);
- Il dramma di Mattia è spiegato in 6 righe contate, forse si meriterebbe un po’ più di narrazione.
Mi fermo qui, scusami se mi sono un po’ allargato, ma spero che apprezzerai.
A rileggerci

Ps. Qualora ti interessi qualche chiarimento, oppure farmi notare qualcosa sono a disposizione :)

Canadria
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#4 » mercoledì 21 giugno 2017, 16:24

Ciao, Simone!
Grazie per il commento preciso e attento, proverò a risponderti secondo quella che era la mia idea del racconto.

Nella prima scena incontriamo Mattia quando già il suo dramma ha assunto dimensioni enormi. I compagni di classe non sanno bene come comportarsi, provano a dire qualcosa per tirarlo su ma non insistono neanche tanto.
Il pezzo iniziale vorrebbe focalizzarsi sull'autolesionismo di Mattia, disperato a tal punto da tagliarsi le braccia contro un muro ruvido per strada.
La scena ci viene descritta, effettivamente, dalla ragazza, ma il lettore ancora non lo sa e questo è un effetto voluto, provato per cercare un piccolo colpo di scena nelle ultime righe.

La seconda parte, invece, proprio come hai detto tu, vorrebbe rappresentare il punto di vista della ragazza che appunto, anche in quel momento, lo sta spiando. Non potrei dirlo meglio di te: il mio tentativo, in questo caso, era proprio quello di trasporre nello scritto la ricerca estatica di quell'ultima fotografia.
L'uomo che passa rappresenta (per me) l'incontro con il prossimo, l'idea che ha Mattia del mondo circostante, dato quello che gli è accaduto: si aspetta un calcio nei denti e certo non un gesto d'aiuto (che comunque non arriverà).

Arriviamo alla terza parte (che è, in realtà, il punto di inizio): spiega perché quel ragazzo è arrivato a tanto, che cosa sta succedendo. E' limitata rispetto al resto perché volevo che durante la lettura del racconto ci si concentrasse soprattutto sulla gravità del dramma percepita dal protagonista, più che sull'evento scatenante in sé.
Anche qui il prossimo è un nemico o, se va bene, semplicemente una figura inerme.

Arriva la conclusione e con questa, nelle ultime righe, quello che avrei voluto risultasse un "colpo di scena". Si chiarisce chi è l'artefice di tutto questo e cioè proprio una delle persone a lui più vicine, la ragazza che guarda ogni scena e non agisce ma, anzi, lo immortala con ferocia.

Per quanto riguarda la pioggia acida, è un aggettivo che ho dato per cercare di rendere più "palpabile" il dolore interiore di Mattia, che apre la bocca ad una pioggia che spera lo corroderà dall'interno.
E' acida anche per chi guarda perché la scena è drammatica. Inoltre, la pioggia, il vento e la terra che battono sulle ferite sporche mi davano un senso acidulo in bocca.
Sciocchezze, me ne rendo conto, ma mi era parso un buon modo per intendersi. Probabilmente non è stata una scelta fortunata.

Scusa per la risposta che risulterà, probabilmente, più lunga del racconto ma la sintesi non è tra le mie principali doti e dal momento che hai impiegato del tempo per commentare e sollevare quesiti, mi è sembrato giusto risponderti adeguatamente.

Ti ringrazio ancora per il tuo commento perché tramite gli occhi degli altri si impara spesso a leggersi in maniera diversa.

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Rionero
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#5 » mercoledì 21 giugno 2017, 18:23

Ciao Canadria,

ho aspettato un po' a commentare il tuo racconto perché davanti a certi argomenti tendo a fermarmi per ragionarci a mente fredda, troppo spesso infatti questi spunti forti sono scorciatoie narrative che non apprezzo.

Nel tuo caso mi sembra in realtà essere stato preso un punto di vista decisamente originale sulla questione, con una voce narrante peculiare: forse quello che manca è una maggiore forza propria a questa, forse potevi riuscire a far compredere che era la ragazza/fotografa a parlare senza esplicitarlo. Senza dilungarmi sugli appunti a cui hai già risposto, le varie parti mi sembrano un po' scollate tra loro, nella prima parte il punto di vista è molto da narratore onnisciente, poi compare la ragazza/fotografa...poi un piccolo dubbio: leggo che qualcuno ha messo in giro i suoi primi approcci con una ragazza e poi è proprio la sua ragazza dice di averlo fatto, è una contraddizione o c'è una logica?

Comunque al netto di questi ragionamenti, a caldo del racconto avevo molto apprezzato l'angoscia che eri riuscito a ricreare e la freddezza che aveva fatto trasparire con l'ultimo paragrafo.

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eleonora.rossetti
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#6 » venerdì 23 giugno 2017, 15:43

Ciao Canadria,
ti ho tenuta per ultima nei commenti perché mi sono presa più tempo per rileggere il tuo racconto e formulare un giudizio, perché non è stato facile.
E' d'impatto, non c'è niente da dire. Le immagini che usi sono forti, le tratteggi bene, anche con le ripetizioni volute, dando quel senso di tragica poesia che esprimono il dramma dell'autolesionismo, di una persona che ormai ha perso fiducia e si lascia andare.
I due dubbi che ho sono sulla figura dell'uomo con l'ombrello e il POV. Come già Simone ha notato, è una presenza un po' fine a se stessa, un po' superflua a mio avviso anche perché ho trovato discordante la sua reazione (prima l'altruismo dell'ombrello e poi lo ignora?). Il limite dei 3k è una spina nel fianco e secondo me avresti potuto approfittare di quella parentesi per raccontare più dettagli sulla vicenda, soprattutto sul dramma di Mattia.
Il secondo, come dicevo, è il POV. Fino a poche righe dal termine credevo di essere in una terza persona e tutta la poesia che hai riversato, con il lessico ricercato ecc. mi è andato a stridere con l'identità della voce narrante. Ok, parliamo pur sempre di una fotografa quindi ci sta che ricerchi l'essenza dell'arte in ogni posa plastica (lo stare "in croce", ecc.) ma ho considerato quanto giovane possa essere la ragazza (stiamo tra i banchi di scuola) e mi ha proiettato dentro la sua testa senza empatizzare molto, o meglio, mi sembravano pensieri di un adulto nella mente di un giovane.
Di certo hai saputo trasmettere il senso di freddezza con le ultime frasi, l'assistere al male che si è causato senza reagire e anzi, quasi infierendo immortalandolo ancora, ma avrei preferito rendere la seconda persona più "attiva" durante la narrazione, es. agganciandomi alla mia osservazione di prima, sarebbe bastato rinunciare al dettaglio dell'ombrello e dell'uomo per aggiungere qualche frase che suggeriva il fatto che Mattia fosse al momento spiato dagli occhi della ragazza attraverso l'obiettivo della fotocamera. Non so se mi sono spiegata ^^"

Nel complesso il racconto prende. E molto. Al di là delle annotazioni sulla forma, l'ho apprezzato.
Alla prossima (e scusa la prolissità del commento ^^")
Uccidi scrivendo.

mezzomatto
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#7 » sabato 24 giugno 2017, 16:22

Pioggia acida di novembre, di Canadria
Racconto in cui non si capisce se quello che si legge è simbolo o evento. All'inizio ho pensato che si trattasse di un racconto fantascientifico o avveniristico, di un mondo soggetto a effettiva pioggia a cida, e che l'autolesionismo di Mattia ne fosse una conseguenza. Poi ho pensato a Blue Whale, poi... Non sono riuscito a trovare un filo unificante. Peccato, perchè l'uso della parola è buono, le immagini avvincono, ma... rimangono lì, staccate una dall'altra. Forse è il guaio della fotografia.

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Andrea Partiti
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#8 » sabato 24 giugno 2017, 23:31

Il racconto non mi ha preso, l'idea è ottima, ma la rivelazione finale stride molto con la preparazione.
Il primo paragrafo è fatto di frasi di lunghezza simile tra loro, creano una cadenza monotona, un ritmo abbastanza piatto, che funziona bene per descrivere la situazione del tuo protagonista. Allo stesso modo tutte queste immagini particolari che evochi sembrano frutto di una mente che soffre per la sua situazione. Però tutto questo crolla nel momento in cui ci dici che il narratore è qualcuno che lo osserva e vuole il suo male, che non ha ragione di vedere tutto attraverso immagini e metafore negative e brucianti. Ho la sensazione che iniziando non avessi davvero deciso di inserire in quel modo la sua ragazza/torturatrice, ma sia stata una decisione venuta in seguito.
Credo che ripensando o riscrivendo la scena iniziale il racconto avrebbe un paio di marce in più e migliorerebbe nettamente!

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luigi.brasili
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#9 » domenica 25 giugno 2017, 1:53

Ho trovato la parte centrale con la cenere l’ombrello eccetera, fuorviante, con l’effetto di un pezzo di narrazione infilato lì per cambiare completamente strada, che invece vediamo riprendere in qualche modo nella terza parte. La prima parte genera interesse, anche se la narrazione in diversi passaggi l’ho trovata poco efficace, didascalica direi. La seconda è spiazzante, la terza meritava di essere accompagnata meglio verso la conclusione dalle precedenti. Ho dovuto rileggere più volte per comprendere, non solo il senso, ma anche lo sviluppo. L’intento e il tema sono lodevoli.

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Vastatio
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#10 » lunedì 26 giugno 2017, 14:09

Ciao,

racconto particolare il tuo. Mi sarebbe davvero piaciuto riuscire a "vedere" la ricerca estetica della tua protagonista. Il vero punto originale del tuo racconto. La sua fredda ricerca dello scatto perfetto, della situazione in grado di immortalare la sofferenza del ragazzo. Perché, quando alla fine la riveli, ho cercato di rileggere il racconto immaginandomi lei come la causa delle sue paronoie, lei che lo segue per fargli le foto. L'attenzione per alcuni particolari (il taglio fino al dito medio) che prima credevo fossero solo un narratore onniscente un po' troppo puntiglioso, li rileggo bene come questa "ricerca".
Però mi stona l'accenno alle foto con "lei"? A meno che non sia lei con cui ha approcciato la prima volta o l'incontro fortuito (pensavo fosse lei) sotto la pioggia. Mi piace che sia un semplice evento di cui lei è testimone mentre lo stalkera, però la reazione del passante è troppo aliena.
In ogni caso mi è piaciuto e trovo che l'interpretazione del tema sia piacevolmente diversa. Da sistemare per rendere più evidente la strada che volevi prendere.

Zebratigrata
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Re: Pioggia acida di novembre

Messaggio#11 » martedì 27 giugno 2017, 20:55

Edit: chiedo venia, avevo postato tutto qui, commenti e classifcia. Sigh. Ho sonno.

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