La crudeltà - di M.R. Del Ciello
- maria rosaria
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La crudeltà - di M.R. Del Ciello
La crudeltà
di M.R. Del Ciello
Ricordo bene il giorno in cui divenni adulto.
E ricordo Giulia, non solo perché era mia cugina.
Io, un paio di occhiali grandi come quadri su un mucchietto sparuto di ossa, lei radiosa, la bocca succosa come una ciliegia e una massa di capelli ricci che ti ci potevi nascondere dentro.
Era estate e i pomeriggi nella casa di campagna dei miei nonni erano sempre troppo lunghi e assolati.
Un pomeriggio, annoiati e soli, mentre tutti dormivano, scoprimmo i nostri corpi e io divenni adulto.
Lei mi lasciò alla fine dell’estate, quando le scuole riaprirono e io soffrii come un cane. La prima delusione d’amore non si scorda mai. Ce ne furono altre di delusioni e mi convinsi presto che le donne sanno solo essere crudeli.
Per fortuna con il passare del tempo le cose sono migliorate. Gli occhiali sono spariti (miracolo delle lenti a contatto) e le mie ossa si sono rimpolpate a poco a poco di muscoli che alle donne piacciono tanto.
Giulia ha lasciato il posto a Eva, che da compagna di università è divenuta poi mia moglie e spero presto madre dei miei figli.
La mia carriera d’avvocato ha preso il volo, un grosso studio in centro mi ha accolto prima come tirocinante poi, dopo l’esame, sono entrato a far parte dei soci e in pochi mesi la mia vita è decollata.
— Ehi, Pino? Come va la causa? — Ivo mi fa sempre le stesse domande. È curioso, lo capisco. Anch’io ero così fino a poco tempo fa.
— C’è da lavorarci un po’, ma la vinciamo, non dubitare.
Rispondo spesso così, ma stavolta non sono sicuro per niente e mi chiedo quanto sia riuscito a fingere bene.
Il fatto è che la giustizia non è proprio come la si immagina sui banchi di scuola o guardando i telefilm americani.
Non sempre sono i buoni che vincono, e spesso quelli che pensiamo buoni non sono migliori dei cattivi.
— Devi chiedere l’infermità mentale — mi ordina, davanti a un caffè, uno dei vecchi.
— Ma stiamo parlando di un assassino — dico a voce bassa.
— Ma tu lo sai chi è quello?
— Sì, e allora?
— Allora si da il caso che suo padre finanzi molto bene la nostra società legale. Quindi fottitene se è colpevole.
— Ma ha ucciso una donna… — provo a ribattere senza troppa convinzione.
— Una vecchia baldracca, Pino. Cerchiamo di non fare i romantici, okay?
Me ne torno a casa. Domani chiederò l’infermità mentale.
Ora voglio consolarmi tra le braccia di Eva.
I giri della chiave di casa sono però troppi. Eva non è in casa.
Accendo la luce in cucina e trovo un biglietto sul frigo:
“Sono a cena da Tiziana. Ho provato a chiamarti ma il tuo cellulare era sempre spento”.
Allora ripenso a Giulia. Mia cugina.
La chiamo. Lei è sempre disponibile quando ho bisogno.
Ha conservato la bocca succosa come una ciliegia e la stessa massa di capelli.
Se le lascio un po’ di denaro si fa anche picchiare.
Perché le donne sanno essere crudeli, ma io ho imparato a difendermi.
di M.R. Del Ciello
Ricordo bene il giorno in cui divenni adulto.
E ricordo Giulia, non solo perché era mia cugina.
Io, un paio di occhiali grandi come quadri su un mucchietto sparuto di ossa, lei radiosa, la bocca succosa come una ciliegia e una massa di capelli ricci che ti ci potevi nascondere dentro.
Era estate e i pomeriggi nella casa di campagna dei miei nonni erano sempre troppo lunghi e assolati.
Un pomeriggio, annoiati e soli, mentre tutti dormivano, scoprimmo i nostri corpi e io divenni adulto.
Lei mi lasciò alla fine dell’estate, quando le scuole riaprirono e io soffrii come un cane. La prima delusione d’amore non si scorda mai. Ce ne furono altre di delusioni e mi convinsi presto che le donne sanno solo essere crudeli.
Per fortuna con il passare del tempo le cose sono migliorate. Gli occhiali sono spariti (miracolo delle lenti a contatto) e le mie ossa si sono rimpolpate a poco a poco di muscoli che alle donne piacciono tanto.
Giulia ha lasciato il posto a Eva, che da compagna di università è divenuta poi mia moglie e spero presto madre dei miei figli.
La mia carriera d’avvocato ha preso il volo, un grosso studio in centro mi ha accolto prima come tirocinante poi, dopo l’esame, sono entrato a far parte dei soci e in pochi mesi la mia vita è decollata.
— Ehi, Pino? Come va la causa? — Ivo mi fa sempre le stesse domande. È curioso, lo capisco. Anch’io ero così fino a poco tempo fa.
— C’è da lavorarci un po’, ma la vinciamo, non dubitare.
Rispondo spesso così, ma stavolta non sono sicuro per niente e mi chiedo quanto sia riuscito a fingere bene.
Il fatto è che la giustizia non è proprio come la si immagina sui banchi di scuola o guardando i telefilm americani.
Non sempre sono i buoni che vincono, e spesso quelli che pensiamo buoni non sono migliori dei cattivi.
— Devi chiedere l’infermità mentale — mi ordina, davanti a un caffè, uno dei vecchi.
— Ma stiamo parlando di un assassino — dico a voce bassa.
— Ma tu lo sai chi è quello?
— Sì, e allora?
— Allora si da il caso che suo padre finanzi molto bene la nostra società legale. Quindi fottitene se è colpevole.
— Ma ha ucciso una donna… — provo a ribattere senza troppa convinzione.
— Una vecchia baldracca, Pino. Cerchiamo di non fare i romantici, okay?
Me ne torno a casa. Domani chiederò l’infermità mentale.
Ora voglio consolarmi tra le braccia di Eva.
I giri della chiave di casa sono però troppi. Eva non è in casa.
Accendo la luce in cucina e trovo un biglietto sul frigo:
“Sono a cena da Tiziana. Ho provato a chiamarti ma il tuo cellulare era sempre spento”.
Allora ripenso a Giulia. Mia cugina.
La chiamo. Lei è sempre disponibile quando ho bisogno.
Ha conservato la bocca succosa come una ciliegia e la stessa massa di capelli.
Se le lascio un po’ di denaro si fa anche picchiare.
Perché le donne sanno essere crudeli, ma io ho imparato a difendermi.
Maria Rosaria
Re: La crudeltà - di M.R. Del Ciello
Ciao Maria Rosaria e benvenuta anche a te in questa CENTESIMA! Tutto ok con i parametri, divertiti!
Re: La crudeltà - di M.R. Del Ciello
IO:IL MALE? O io un povero diavolo frustrato che ha una vita di m**da molto diversa da come l'avevo sognata? Non so non mi ha molto convinto e un uomo che difende assassini, leva dignità alla vita altrui, tradisce la moglie ed è avvezzo a pagare una donna per sesso non mi sembra "il male" quanto più un povero ca**one che vedi quante ne prende se una volta sola gli va storto qualcosa. Non so mi aspettavo qualcosina di più avvincente.. Non mi hai molto convinta 'sto giro.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: La crudeltà - di M.R. Del Ciello
Ciao M.R.!
È il secondo racconto tuo che leggo in questa edizione e mi sorprendo sempre per come gestisci bene i tempi e le come usi le parole: davvero, sono periodi scritti a orologeria. Da questo punto di vista, non ti si può dire davvero niente e mi limito a (ri)farti i miei complimenti!
Il racconto in quanto tale, secondo me, non centra appieno il tema. Quel che vedo di fronte a me, alla fine della lettura, è un avvocato con il vizietto di andare a donne, con un accenno di sadismo. Non è neanche così turpe da assecondare la difesa di un omicida tanto da doversi far convincere dal suo superiore a chiedere l'infermità mentale. Poi, non capisco in tutta onestà il finale: come avrebbe imparato a difendersi dalle donne che lo hanno ferito? Mi pare invece che lui le cerchi, queste donne, tanto che il primo pensiero dopo la giornataccia al lavoro è quello di andare dalla sua Eva...
Certo, il racconto in sè narra di vicende sbagliate, ma è più un male generalizzato e sottostante, di quelli che governano l'andazzo di buona parte della nostra esistenza, più che un male evidente, visibile e mordace.
Il tuo racconto profuma di Male, non ne ha un vero e proprio sapore.
È il secondo racconto tuo che leggo in questa edizione e mi sorprendo sempre per come gestisci bene i tempi e le come usi le parole: davvero, sono periodi scritti a orologeria. Da questo punto di vista, non ti si può dire davvero niente e mi limito a (ri)farti i miei complimenti!
Il racconto in quanto tale, secondo me, non centra appieno il tema. Quel che vedo di fronte a me, alla fine della lettura, è un avvocato con il vizietto di andare a donne, con un accenno di sadismo. Non è neanche così turpe da assecondare la difesa di un omicida tanto da doversi far convincere dal suo superiore a chiedere l'infermità mentale. Poi, non capisco in tutta onestà il finale: come avrebbe imparato a difendersi dalle donne che lo hanno ferito? Mi pare invece che lui le cerchi, queste donne, tanto che il primo pensiero dopo la giornataccia al lavoro è quello di andare dalla sua Eva...
Certo, il racconto in sè narra di vicende sbagliate, ma è più un male generalizzato e sottostante, di quelli che governano l'andazzo di buona parte della nostra esistenza, più che un male evidente, visibile e mordace.
Il tuo racconto profuma di Male, non ne ha un vero e proprio sapore.
Re: La crudeltà - di M.R. Del Ciello
Ciao, Maria Rosaria!
Il tuo è un racconto sul male nella quotidianità. Diciamo che le azioni del tuo protagonista sono “cattive” azioni che diventano vero e proprio “male” soltanto in quanto perseguite nel tempo e volontariamente, con cognizione.
Al di là di questo, la struttura del racconto stavolta mi sembra un po’ debole. E’ come, per intenderci, se raccontassi un evento nel primo paragrafo, “poi” un’altra cosa nel secondo paragrafo, “poi” un’altra nel terzo…sono informazioni più o meno slegate tra loro. Si passa dall’adolescenza allo studio legale al rientro a casa con tradimento. Non si ha il tempo di conoscere ed immaginare i personaggi che presenti né l’ambientazione, tutto questo sicuramente a causa del limite di caratteri imposto dal contest.
Insomma, una storia con delle buone potenzialità in cui il tema va ricercato nel susseguirsi di giorni simili a questo. Forse il titolo mi sembra un po’ esagerato.
Alla prossima!
Il tuo è un racconto sul male nella quotidianità. Diciamo che le azioni del tuo protagonista sono “cattive” azioni che diventano vero e proprio “male” soltanto in quanto perseguite nel tempo e volontariamente, con cognizione.
Al di là di questo, la struttura del racconto stavolta mi sembra un po’ debole. E’ come, per intenderci, se raccontassi un evento nel primo paragrafo, “poi” un’altra cosa nel secondo paragrafo, “poi” un’altra nel terzo…sono informazioni più o meno slegate tra loro. Si passa dall’adolescenza allo studio legale al rientro a casa con tradimento. Non si ha il tempo di conoscere ed immaginare i personaggi che presenti né l’ambientazione, tutto questo sicuramente a causa del limite di caratteri imposto dal contest.
Insomma, una storia con delle buone potenzialità in cui il tema va ricercato nel susseguirsi di giorni simili a questo. Forse il titolo mi sembra un po’ esagerato.
Alla prossima!
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: La crudeltà - di M.R. Del Ciello
Hai deciso di percorrere una via coraggiosa per declinare il tema del contest. Qui il male è ambiguo, quasi duplice: il male è la donna crudele che fa soffrire l'uomo ma è anche quest'ultimo che altrettanto cinicamente riesce a vederla solo come oggetto funzionale alla propria carriera o al proprio piacere. Entrambe le visioni, a mio parere, sono un tantino "blande", non riesco ad associarle al concetto di "il male" e tanto meno a "io, il male". Non sto dicendo che non sei in tema, ma solo che avrei preferito che il concetto di male nel racconto fosse un tantino più intenso. Detto ciò, il racconto è ben scritto, con un controllo e un equilibrio che non sono affatto semplici da mantenere. Lo stile è sobrio ed essenziale e le scene scorrono in maniera chiara e di conseguenza alimentano l'interesse del lettore. Che dire, si tratta indubbiamente di un buon lavoro, tecnicamente accettabile, ma che può non soddisfare tutti i palati, soprattutto a livello tematico ed emozionale.
- alberto.dellarossa
- Messaggi: 230
Re: La crudeltà - di M.R. Del Ciello
Ciao Maria Rosaria.
Ottima la prosa, nulla da dire. Periodi ben costruiti, eleganti e scorrevoli, davvero brava. Mi convince meno il cuore del racconto perché non riesco a credere all'ambiguità del protagonista. È troppo debole per picchiare. Farsi picchiare, forse, non il contrario. La sua descrizione è oscillante, e non mi permette di inquadrare il chiaroscuro del protagonista. C'è qualcosa che non funziona proprio nel protagonista, per il resto il racconto sarebbe più che buono, davvero.
Ottima la prosa, nulla da dire. Periodi ben costruiti, eleganti e scorrevoli, davvero brava. Mi convince meno il cuore del racconto perché non riesco a credere all'ambiguità del protagonista. È troppo debole per picchiare. Farsi picchiare, forse, non il contrario. La sua descrizione è oscillante, e non mi permette di inquadrare il chiaroscuro del protagonista. C'è qualcosa che non funziona proprio nel protagonista, per il resto il racconto sarebbe più che buono, davvero.
- patty.barale
- Messaggi: 349
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Re: La crudeltà - di M.R. Del Ciello
Vengo subito al punto: non mi convince!
Mi spiego: è chiara la volontà di mostrare la banalità del male (per usare una citazione inflazionata), di descrivere una persona “per bene” come tante che in realtà ha lo scheletro di ordinanza nascosto in fondo all’armadio.
Tuttavia in tutto il racconto c’è troppo Grisham (Il socio), c’è troppo sistema giudiziario e legale americano, proprio quello che poche righe prima
avevi bollato di poca aderenza alla realtà.
Un penalista di per sé ha lo stomaco a pelo lungo, poi, se diventato socio di uno studio che si presume importante, non riesco a credere che possa essere così ingenuo e tanto meno che possa mostrarsi tale ai suoi soci anziani senza che questi non lo guardino con gli occhi strabuzzati come se fosse un marziano (e se fino ad allora non gli avevano rivelato gli affari loschi, non lo farebbero certo in assoluta tranquillità davanti a un caffè!)
Infine, pur non approvando la violenza, anche la sua malvagità non è poi così malvagia: quello che si evince è che la cugina accetti di buon grado di essere picchiata durante il rapporto purché a fronte di un “pagamento”. In fondo si tratta di esseri adulti e consenzienti… per cui parlare CRUDELTA mi pare un tantino esagerato.
Mi spiego: è chiara la volontà di mostrare la banalità del male (per usare una citazione inflazionata), di descrivere una persona “per bene” come tante che in realtà ha lo scheletro di ordinanza nascosto in fondo all’armadio.
Tuttavia in tutto il racconto c’è troppo Grisham (Il socio), c’è troppo sistema giudiziario e legale americano, proprio quello che poche righe prima
Il fatto è che la giustizia non è proprio come la si immagina sui banchi di scuola o guardando i telefilm americani.
avevi bollato di poca aderenza alla realtà.
Un penalista di per sé ha lo stomaco a pelo lungo, poi, se diventato socio di uno studio che si presume importante, non riesco a credere che possa essere così ingenuo e tanto meno che possa mostrarsi tale ai suoi soci anziani senza che questi non lo guardino con gli occhi strabuzzati come se fosse un marziano (e se fino ad allora non gli avevano rivelato gli affari loschi, non lo farebbero certo in assoluta tranquillità davanti a un caffè!)
Infine, pur non approvando la violenza, anche la sua malvagità non è poi così malvagia: quello che si evince è che la cugina accetti di buon grado di essere picchiata durante il rapporto purché a fronte di un “pagamento”. In fondo si tratta di esseri adulti e consenzienti… per cui parlare CRUDELTA mi pare un tantino esagerato.
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