Il male migliore
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Il male migliore
Bang!
Anche questo se n'è andato, e con un colpo di pistola. Quell'altra con la testa nel forno, e un terzo, di ottant'anni, figuriamoci, ha avuto la faccia tosta di impiccarsi. Vecchio bambinone viziato; e dire che cominciavo ad affezionarmici.
Do un'occhiata all'agenda: ben tre aziende, oggi. Emicrania, che sembra niente in confronto, che so, a un tumore o anche solo a un osso rotto, ma voi che preferite, uno che vi urla contro o uno che geme, sbuffa e sospira ogni volta che vi avvicinate? Non so se vorrei essere rispettato o temuto, ma di sicuro non mi piace essere scomodo, dannazione.
Uno degli impiegati è a casa, ma devo visitarlo lo stesso per via di una cosa che si chiama la sindrome del bancario: da quanto ho capito, vuol dire che quando smette di concentrarsi sul lavoro sta malissimo, e non si riprende finché non si rimette in moto. Se non altro è un caso curioso.
“Vaffanculo!” Lo sento ringhiare a nessuno in particolare mentre mi allontano. “Che cazzo di male!”
Ma sì, insulta, insulta pure.
E con questo, per oggi, ho ufficialmente finito: in un battito d'ali sono fuori dal piano mortale, e alla velocità del desiderio sono al bar.
Devo schivare un paio di Gioie all'ingresso, e sforzarmi di ignorare quel loro sguardo di allegra superiorità. Nessuno è mai infelice di vedere loro.
Supero una tavolata di Glorie e Successi che si sfidano a chi offre più da bere agli altri, saluto con un cenno uno Sconforto – non ricordo il suo nome, ma lo incrocio spesso durante il mio turno – e raggiungo il mio solito posto, di fianco a Tommaso.
Come me, è un Dolore; al contrario di me, riesce ancora a sorridere alla fine del suo turno.
“Offri tu,” annuncia accogliendomi con una pacca sulla spalla. “E non serve che mi ringrazi.”
“Ah, mi ci mancava la tua simpatia. Lo sai che ieri ho sperato che dei bambini in pediatria avessero il fegato di sopportarmi meglio? Dei bambini, santo cielo.” So che sto per partire con una delle mie tirate, ma non riesco a fermarmi. “Non dico che volessi nascere Gioia, però un dannato paio di settimane di ferie in più farebbe miracoli. Tu non hai mai lavorato in Divisione Cronicità, ma lo sapevi che è uno dei cinque reparti con più richieste di trasferimento in assoluto? E più la medicina progredisce, più ci avviciniamo alla top three.” Premo i palmi delle mani sulle tempie per calmarmi. “Cavolo, scusami. È il lavoro, si mangia tutto. Come va con la tua Lussuria?”
“A gonfie vele,” ghigna Tommaso. “A letto è... Wow.”
“Quindi è vero quello che dicono di loro?”
“Un gentiluomo non scende nei dettagli,” annuncia, e annuisce energicamente, strappandomi un mezzo sorriso. “Senti, non è molto regolare, ma... Dice che può mettere una buona parola per te. E se ti consigliamo entrambi...”
Non è possibile.
“Stai dicendo che...?” Si stringe nelle spalle, in un gesto di falsa modestia. “Gr... Gr... Gra...”
“Benvenuto in Divisione Masochisti, scemo. Adesso offrimi il pranzo.”
Anche questo se n'è andato, e con un colpo di pistola. Quell'altra con la testa nel forno, e un terzo, di ottant'anni, figuriamoci, ha avuto la faccia tosta di impiccarsi. Vecchio bambinone viziato; e dire che cominciavo ad affezionarmici.
Do un'occhiata all'agenda: ben tre aziende, oggi. Emicrania, che sembra niente in confronto, che so, a un tumore o anche solo a un osso rotto, ma voi che preferite, uno che vi urla contro o uno che geme, sbuffa e sospira ogni volta che vi avvicinate? Non so se vorrei essere rispettato o temuto, ma di sicuro non mi piace essere scomodo, dannazione.
Uno degli impiegati è a casa, ma devo visitarlo lo stesso per via di una cosa che si chiama la sindrome del bancario: da quanto ho capito, vuol dire che quando smette di concentrarsi sul lavoro sta malissimo, e non si riprende finché non si rimette in moto. Se non altro è un caso curioso.
“Vaffanculo!” Lo sento ringhiare a nessuno in particolare mentre mi allontano. “Che cazzo di male!”
Ma sì, insulta, insulta pure.
E con questo, per oggi, ho ufficialmente finito: in un battito d'ali sono fuori dal piano mortale, e alla velocità del desiderio sono al bar.
Devo schivare un paio di Gioie all'ingresso, e sforzarmi di ignorare quel loro sguardo di allegra superiorità. Nessuno è mai infelice di vedere loro.
Supero una tavolata di Glorie e Successi che si sfidano a chi offre più da bere agli altri, saluto con un cenno uno Sconforto – non ricordo il suo nome, ma lo incrocio spesso durante il mio turno – e raggiungo il mio solito posto, di fianco a Tommaso.
Come me, è un Dolore; al contrario di me, riesce ancora a sorridere alla fine del suo turno.
“Offri tu,” annuncia accogliendomi con una pacca sulla spalla. “E non serve che mi ringrazi.”
“Ah, mi ci mancava la tua simpatia. Lo sai che ieri ho sperato che dei bambini in pediatria avessero il fegato di sopportarmi meglio? Dei bambini, santo cielo.” So che sto per partire con una delle mie tirate, ma non riesco a fermarmi. “Non dico che volessi nascere Gioia, però un dannato paio di settimane di ferie in più farebbe miracoli. Tu non hai mai lavorato in Divisione Cronicità, ma lo sapevi che è uno dei cinque reparti con più richieste di trasferimento in assoluto? E più la medicina progredisce, più ci avviciniamo alla top three.” Premo i palmi delle mani sulle tempie per calmarmi. “Cavolo, scusami. È il lavoro, si mangia tutto. Come va con la tua Lussuria?”
“A gonfie vele,” ghigna Tommaso. “A letto è... Wow.”
“Quindi è vero quello che dicono di loro?”
“Un gentiluomo non scende nei dettagli,” annuncia, e annuisce energicamente, strappandomi un mezzo sorriso. “Senti, non è molto regolare, ma... Dice che può mettere una buona parola per te. E se ti consigliamo entrambi...”
Non è possibile.
“Stai dicendo che...?” Si stringe nelle spalle, in un gesto di falsa modestia. “Gr... Gr... Gra...”
“Benvenuto in Divisione Masochisti, scemo. Adesso offrimi il pranzo.”
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
- maria rosaria
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Re: Il male migliore
Ciao Daniel.
Il tuo racconto è accattivante però purtroppo non sono riuscita a coglierne il vero significato.
Mi sono persa soprattutto quando hai inserito il personaggio di Tommaso. Fino ad allora mi ero allineata su uno schema del tipo: chi parla, la voce narrante, è il Male (inteso in senso fisico, come malattia o dolore) e gli altri sono la Gioia, il Successo, lo Sconforto e via dicendo. Poi entra in scena Tommaso e lì mi sono persa.
Sicuramente sono io che non ci arrivo e me ne dispiace perché anche il finale mi ha lasciato perplessa e con parecchi punti interrogativi.
Il tuo racconto è accattivante però purtroppo non sono riuscita a coglierne il vero significato.
Mi sono persa soprattutto quando hai inserito il personaggio di Tommaso. Fino ad allora mi ero allineata su uno schema del tipo: chi parla, la voce narrante, è il Male (inteso in senso fisico, come malattia o dolore) e gli altri sono la Gioia, il Successo, lo Sconforto e via dicendo. Poi entra in scena Tommaso e lì mi sono persa.
Sicuramente sono io che non ci arrivo e me ne dispiace perché anche il finale mi ha lasciato perplessa e con parecchi punti interrogativi.
Maria Rosaria
- angelo.frascella
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Re: Il male migliore
Ciao, Daniel.
Interpretazione simpatica la tua e la battuta finale è davvero carina. Il tuo olimpo di gioie e dolori mi ha fatto ripensare a John Doe (non so se hai mai letto quel fumetto). La parte iniziale del racconto forse è un po’ confusa e, solo quando il protagonista annuncia che Tommaso è un dolore come lui ho iniziato a intuire (è vero che dici che due Gioie lo attendono all’ingresso, ma avevo pensato, alla prima lettura, che fosse una metafora per indicare delle ragazze). Comunque complessivamente mi ha divertito.
A rileggerci,
Angelo
Interpretazione simpatica la tua e la battuta finale è davvero carina. Il tuo olimpo di gioie e dolori mi ha fatto ripensare a John Doe (non so se hai mai letto quel fumetto). La parte iniziale del racconto forse è un po’ confusa e, solo quando il protagonista annuncia che Tommaso è un dolore come lui ho iniziato a intuire (è vero che dici che due Gioie lo attendono all’ingresso, ma avevo pensato, alla prima lettura, che fosse una metafora per indicare delle ragazze). Comunque complessivamente mi ha divertito.
A rileggerci,
Angelo
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Re: Il male migliore
Grazie dei commenti e degli appunti.
Chiarisco il punto: la voce narrante è un Male, un Dolore, lo si vede quando incontra "un paio di Gioie", "una tavolata di Glorie e Successi" e quando si narra che Tommaso è "un Dolore, come me". Queste incarnazioni di concetti non sono univoche: ci sono tanti Dolori, tante Gioie (anche se non se ne vede mai una qua in zona, dicono), tante Glorie, tanti Successi, tante Lussurie, tanti Spiriti Critici... E sono addirittura divisi in Divisioni (Agonie, Masochisti, Traumi...). Non è un'associazione automatica, quindi capisco che possa creare confusione. Cercare di infilare un'ambientazione (urban) fantasy in un racconto di 3000 caratteri è sempre una scommessa, dopotutto...
Il tuo racconto è accattivante però purtroppo non sono riuscita a coglierne il vero significato.
Mi sono persa soprattutto quando hai inserito il personaggio di Tommaso. Fino ad allora mi ero allineata su uno schema del tipo: chi parla, la voce narrante, è il Male (inteso in senso fisico, come malattia o dolore) e gli altri sono la Gioia, il Successo, lo Sconforto e via dicendo. Poi entra in scena Tommaso e lì mi sono persa.
Chiarisco il punto: la voce narrante è un Male, un Dolore, lo si vede quando incontra "un paio di Gioie", "una tavolata di Glorie e Successi" e quando si narra che Tommaso è "un Dolore, come me". Queste incarnazioni di concetti non sono univoche: ci sono tanti Dolori, tante Gioie (anche se non se ne vede mai una qua in zona, dicono), tante Glorie, tanti Successi, tante Lussurie, tanti Spiriti Critici... E sono addirittura divisi in Divisioni (Agonie, Masochisti, Traumi...). Non è un'associazione automatica, quindi capisco che possa creare confusione. Cercare di infilare un'ambientazione (urban) fantasy in un racconto di 3000 caratteri è sempre una scommessa, dopotutto...
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
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Re: Il male migliore
ciao
mi è piaciuto, benché io abbia scritto una cosa totalmente diversa, molto accattivante il Male che si lamenta di essere Male... ogni lavoro ha i suoi lati negativi e può stufare, giustamente.
Non 'il' Male ma 'uno dei' Mali, ci sta, una specie di organigramma con Gioie, Lussurie, Mali al posto di Troni, Cherubini, Serafini. Se ci sono quelli, perché non questi?
Appena appena più chiaro poteva forse essere il 'trasferimento' finale, ma in tutti i casi un buonissimo lavoro, leggero e spigliato.
mi è piaciuto, benché io abbia scritto una cosa totalmente diversa, molto accattivante il Male che si lamenta di essere Male... ogni lavoro ha i suoi lati negativi e può stufare, giustamente.
Non 'il' Male ma 'uno dei' Mali, ci sta, una specie di organigramma con Gioie, Lussurie, Mali al posto di Troni, Cherubini, Serafini. Se ci sono quelli, perché non questi?
Appena appena più chiaro poteva forse essere il 'trasferimento' finale, ma in tutti i casi un buonissimo lavoro, leggero e spigliato.
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Re: Il male migliore
Ciao Daniel,
Bel racconto. Non ho avuto alcuna fatica a comprendere i personaggi e la situazione, entrambi interessanti e originali. Ho avuto più problemi a seguire lo svolgimento. Come ti hanno segnalato il passaggio finale è confuso, ho dovuto rileggere per capirlo e non è mai una buona cosa, anche data la brevità del racconto. Io cercherei un altro nome per Tommaso, pure inventato, che richiami la sua specialità e allo stesso tempo lo delinei rendendolo un personaggio reale. Ironico parlare di realismo in un racconto fantasy, ma confido che tu abbia capito il senso di quel 'reale'.
Ci si rilegge!
Bel racconto. Non ho avuto alcuna fatica a comprendere i personaggi e la situazione, entrambi interessanti e originali. Ho avuto più problemi a seguire lo svolgimento. Come ti hanno segnalato il passaggio finale è confuso, ho dovuto rileggere per capirlo e non è mai una buona cosa, anche data la brevità del racconto. Io cercherei un altro nome per Tommaso, pure inventato, che richiami la sua specialità e allo stesso tempo lo delinei rendendolo un personaggio reale. Ironico parlare di realismo in un racconto fantasy, ma confido che tu abbia capito il senso di quel 'reale'.
Ci si rilegge!
Re: Il male migliore
Divertente racconto che in qualche modo mi ricorda certi personaggi di Pratchett o Gaiman. Dura la vita del Male, anche se a quanto pare c'è Male e Male e non tutti sgobbano alla stessa maniera. Tutto sommato non mi dispiace. Un elemento che potrebbe migliorare è la parte iniziale che crea un po' di confusione in cui leggendo non si capisce cosa stia succedendo. Buona idea di fondo, aderente al tema.
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Re: Il male migliore
Ciao Daniel,
l'idea di base del racconto mi piace molto, ma prima di riuscire a estrapolarla per benino dal tuo testo l'ho dovuto rileggere un paio di volte, soprattutto la parte iniziale. E non nascondo che c'è un punto, l'incontro con Tommaso, che ancora non mi è chiarissimo.
Molto simpatico, una volta capia l'dea, e senza dubbio in tema.
l'idea di base del racconto mi piace molto, ma prima di riuscire a estrapolarla per benino dal tuo testo l'ho dovuto rileggere un paio di volte, soprattutto la parte iniziale. E non nascondo che c'è un punto, l'incontro con Tommaso, che ancora non mi è chiarissimo.
Molto simpatico, una volta capia l'dea, e senza dubbio in tema.
Re: Il male migliore
Ciao Daniel,
Mi é molto piaciuta la declinazione del tema che hai scelto: é di certo originale, interessante.
Ho trovato il tuo racconto piacevole, addirittura commovente in questo pasagio:
"Lo sai che ieri ho sperato che dei bambini in pediatria avessero il fegato di sopportarmi meglio? Dei bambini, santo cielo.”
Purtroppo, alcuni passaggi del racconti non mi sono risultati immediatamente chiara. Tempo che possa affaticare i lettori, che, come me, potrebbero essere costretti a rileggere.
Tuttavia, l'idea mi piace veramente tanto e il mio giudizio complessivo é positivo.
Carmen
Mi é molto piaciuta la declinazione del tema che hai scelto: é di certo originale, interessante.
Ho trovato il tuo racconto piacevole, addirittura commovente in questo pasagio:
"Lo sai che ieri ho sperato che dei bambini in pediatria avessero il fegato di sopportarmi meglio? Dei bambini, santo cielo.”
Purtroppo, alcuni passaggi del racconti non mi sono risultati immediatamente chiara. Tempo che possa affaticare i lettori, che, come me, potrebbero essere costretti a rileggere.
Tuttavia, l'idea mi piace veramente tanto e il mio giudizio complessivo é positivo.
Carmen
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