1) ORA E MAI PIU' di Valter Carignano
2)PUTTANA di Carmen Franzese
3)NOT SAFE FOR WITCHES di Mario Pacchiarotti
4)PRURITO di Ambra Stancampiano
5)SOLO PEZZI UNICI di Angelo Frascella
6)QUATTRO DIMENSIONI di Aristide Capuzzo
7) GUALTIERO E L'UOMO NERO di Fernando Nappo
8)LA CRUDELTA’ DI M. R. Del Ciello-------SOLO PEZZI UNICI di Angelo FrascellaL'idea è interessante e, come ti è già stato fatto notare, molto Kingiana!
la prosa scorre lineare (non ti segnalo i refusi in quanto legati alla fretta).
La società dei consumi, capace di indurre desiderio dell'inutile, è ben resa, ma, personalmente, mi ha stonato l'accenno ai social: sicuramente è vero che questi rappresentano un vero e proprio imbuto per anime, ma l'ho visto troppo in contrasto con l'ambientazione che hai creato, fatta di polvere, cianfrusaglie e luci soffuse E soprattutto parte di quel troppo spiegato che appesantisce la lettura.
Per esempio :
Quando do via i miei pezzi unici devo essere sicura che il cliente non li voglia per un capriccio, ma perché ne è soggiogato.”
Non serve, era già tutto perfettamente chiaro!
PRURITO di Ambra StancampianoDi solito amo molto la tua scrittura secca, diretta e spigolosa, la tua capacità di dare informazioni senza mai cadere nell'infodump e il tuo frequente e attento sguardo sul male di vivere, ma questa volta mi hai lasciata perplessa.
Solo la tua spiegazione mi ha permesso di capire in quale rapporto stessero il prurito e il tumore, mentre mi è piaciuto molto il modo in cui i movimenti delle sopracciglia della madre rendono perfettamente l'accrescersi della preoccupazione e il legame a tratti morboso (come sottolineato da quel "ce la faremo) tra madre e figlia.
Insomma, tutte queste parole per dire che il racconto ha ottime potenzialità, ma così com'è lascia il lettore con troppi dubbi.
Alcune note:
Il fatto che la parte finale perda qualche colpo ti è già stato segnalato, per cui non mi ripeto, mentre mi soffermo sulla parte iniziale:
1)
la prima neve intingere il paesaggio verde e marrone
Qui mi hai fatto venire grossi dubbi:
INTINGERE: (dal Treccani) bagnare leggermente tuffando in un liquido.
Quindi l'immagine della prima neve che lambisce i tetti delle case c'è, ma il dubbio è questo: si intinge il pane nel sugo, non è il sugo a intingere il pane, per cui questa neve che intinge il paesaggio mi suona male (ma se ho preso una toppa ti sarei grata di una spiegazione, perchè proprio mi hai spalancato le porte del dubbio!)
2)
È stato come una piccola puntura sotto il piede sinistro, proprio al centro della palma
Quella del piede è la
pianta e non la palma (e del resto anche quello della mano è il palmo, non la palma)
:-)
GUALTIERO E L'UOMO NERO di Fernando NappoStoria dal finale divertente, la tua, che interpreta il tema alla lettera, il male visto con gli occhi di un bambino che da esso è attratto e che vuole sfuggire un male più grande: lo studio della geografia!
Mi è piaciuto molto il modo in cui sei riuscito a rendere l'uomo nero e la sua paura della luce, ma ho trovato straniante il cambio di registro linguistico adottato dal babau nel momento in cui deve prendere Gualtiero:
Allora, spegni la torcia, mio giovane adepto, riporta l’oscurità nella stanza e consegnati a me.
Raggiante, Gualtiero spense la torcia la gettò in un angolo.
L’uomo nero lo ghermì. — D’ora in poi il tuo spirito sarà mio. E così come fece a suo tempo l’uomo nero che mi adottò, io ti insegnerò tutto ciò che so. Sarò il tuo maestro, la tua guida...
Improvvisamente la magia si è spezzata...
ORA E MAI PIU' di Valter CarignanoReinterpretazione moderna dell'Apocalisse.
Ammetto che la prima lettura è stata ardua fino alla fine, quando diviene chiaro il soggetto in questione, ma la seconda lettura mi ha dato molta soddisfazione (soprattutto per aver colto gli indizi disseminati).
Solo alcuni dubbi:
Tre minuti, poi sei, poi undici. Undici. Giusto il tempo per andare a comprare quel nuovo deodorante.
3,6,11... sinceramente non ho compreso... i minuti di attesa aumentano?
Lo stringe, la fa sognare, le crea un vuoto che prima non c'era. La fa sua.
Qui se non ho capito male il cavaliere bianco esercita il suo potere su quello verde, induce in lei un vuoto (desiderio) che prima non c'era...
Il cambio di soggetto (LO stringe, LA fa sognare) presumo sia un errore di battitura...
Inoltre (e qui metto a nudo la mia ignoranza, e chiedo lumi per interesse personale) le mie conoscenze sui Cavalieri dell'Apocalisse sono molto limitate, in particolare a me risultava:
CAVALIERE BIANCO: Anticristo (interpretazione come forza del male)/Cristo (interpretazione come forza del bene)
CAVALIERE ROSSO: Guerra
CAVALIERE NERO: Carestia (e non morte)
CAVALIERE VERDE: Morte/Pestilenza
Quindi, erro io o hai deciso tu di attribuire un po’ arbitrariamente le caratteristiche ai singoli cavalieri?
E, inoltre:
La donna in verde a destra si alza, indossa uno splendido tailleur corto che mette in risalto il fisico statuario e abbronzato. È bella, le sue labbra hanno mietuto innumerevoli vittime. – Perché presiedi tu? Se facciamo il conto, io sono prima. Da sempre.
Il cavaliere verde è il IV cavaliere delle scritture e non il primo (che è il cavaliere bianco), per cui questo passaggio mi ha un po' confusa....
Detto tutto questo, l'idea è eccezionale, anche se non di immediata comprensione, soprattutto per gli incisi del mondo reale che disorientano e a tratti portano l'autore a intrufolarsi in maniera, secondo me, un po’ fastidiosa, ma devo definirlo un ottimo lavoro!
NOT SAFE FOR WITCHES di Mario PacchiarottiL’inquisizione è il Male, l’incarnazione del demonio e tu ce lo mostri a chiare lettere: mi piace!
La prima parte del racconto è scritta molto bene, nonostante si basi su un argomento già ampiamente sfruttato: mi hai riportato alla mente le forti emozioni provate visitando il museo della tortura di San Gimignano.
Nella seconda parte, se mi è piaciuto il fatto che l’Inquisitore sia la reale incarnazione del male, dall’altra l’ho trovata troppo sbilanciata verso la classica antitesi tra santa e puttana, elementi cardine della moderna inquisizione…
In ogni caso leggerti è sempre un piacere!
LA CRUDELTA’ DI M. R. Del CielloVengo subito al punto: non mi convince!
Mi spiego: è chiara la volontà di mostrare la banalità del male (per usare una citazione inflazionata), di descrivere una persona “per bene” come tante che in realtà ha lo scheletro di ordinanza nascosto in fondo all’armadio.
Tuttavia in tutto il racconto c’è troppo Grisham (Il socio), c’è troppo sistema giudiziario e legale americano, proprio quello che poche righe prima
Il fatto è che la giustizia non è proprio come la si immagina sui banchi di scuola o guardando i telefilm americani.
Avevi bollato di poca aderenza alla realtà.
Un penalista di per sé ha lo stomaco a pelo lungo, poi, se diventato socio di uno studio che si presume importante, non riesco a credere che possa essere così ingenuo e tanto meno che possa mostrarsi tale ai suoi soci anziani senza che questi non lo guardino con gli occhi strabuzzati come se fosse un marziano (e se fino ad allora non gli avevano rivelato gli affari loschi, non lo farebbero certo in assoluta tranquillità davanti a un caffè!)
Infine, pur non approvando la violenza, anche la sua malvagità non è poi così malvagia: quello che si evince è che la cugina accetti di buon grado di essere picchiata durante il rapporto purché a fronte di un “pagamento”. In fondo si tratta di esseri adulti e consenzienti…
QUATTRO DIMENSIONI di Aristide CapuzzoFlusso di coscienza non indifferente!
Dal punto di vista del contenuto mi ha colpito molto il modo in cui riesci a rendere il senso di colpa di un individuo vittima di pedofilia: se è il padre del suo primo fratello significa che la madre ha abusato di lui quando era bambino e lui, in ogni suo atto, in ogni suo gesto vede un lato negativo, un’incapacità a fare qualcosa di buono, nonostante tutto questo sia fatto per mantenere i fratelli.
Devo ammettere che il sistema di scatole cinesi, divagazioni ed elucubrazioni che hai creato mi ha lasciata perplessa, forse necessita di una gestione un po’ più controllata…
PUTTANA di Carmen FranzeseWow, non so gli altri gironi, ma qui i flussi di coscienza dall’aspetto “sono un mattone e ‘mo ti arrivo in testa” abbondano! :-)
A parte battute, riesci a descrivere molto bene il desiderio di amore, attenzione e affetto che anima la bambina e che la porta, una volta diventata grande, a cercare un surrogato di tutto questo. Il tutto mi ha catturata fino all’ultima frase, una frase che, secondo me spezza la magia, che sembra voler sottolineare il tema, un tema che è presente in maniera sottile, impalpabile, soprattutto in quel far del male principalmente a se stessa, che, per l’appunto, la frase finale stronca.
Devo ammettere che anche la mancanza di “A capo” non mi è parsa fuori luogo, ma parte di una verità vomitata tutta d’un fiato quasi con il timore che il respiro possa far venire meno il coraggio…
Complimenti!