FACILMENTE EDIBILE di Marco Roncaccia

La 65ª Edizione di Minuti Contati è una DEMO EDITON. La prima parte si è svolta come un contest parallelo alla Special 64ª Edizione, il Contest Live! Due scrittori, Marra e Marchese, hanno partecipato sul tema: Il passato è una bestia feroce, il titolo del primo thriller di Massimo Polidoro, Edizioni Piemme, il 28 febbraio 2015. E poi hanno lanciato la loro sfida agli altri partecipanti per il 4 marzo 2015.
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marco.roncaccia
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FACILMENTE EDIBILE di Marco Roncaccia

Messaggio#1 » giovedì 5 marzo 2015, 0:34

Scrivo sia di giorno che di notte. Ed ho sempre scritto. Sin da quando ero bambino. Ricordo con tenerezza quando , tenuto a vista dallo sguardo severo di Suor Brunilde vergavo le mie prime lettere. Eravamo con gli altri bambini facendo dei lavoretti per la festa della mamma cioè un cuore fatto con le mollette da bucato da usare come sotto-pentola. Chiamai Suor Brunilde e le chiesi di insegnarmi le lettere e le parole. Il mio lavoretto alla fine è stato l’unico che aveva la scritta al centro
MAMMA TVB
 
Da allora a me ed ai miei genitori è stato chiaro che il mio futuro sarebbe stato la scrittura. Ogni volta che esce un mio libro c’è una fila in libreria che nemmeno le Rockstars. Mio padre c’è rimasto male che io non volevo scendere in campo come lui. Ma io gli ho detto:
- Papà a te ti piace la politica mentre a me…. io preferisco la narrativa. Mio padre, che non era ancora sottosegretario ma allora era solo assessore, ci è rimasto un pò male. Ma poi ha capito. Infatti è stato il primo a credere in me fino in fondo .
 
Addirittura alle elementari non ti viene di persona al colloquio con la maestra, invece di mandare la tata!!!!! C’era stato un qui prod quo e nonostante io mi ero impegnato tantissimo nei temi e nei dettati la maestra Razzi mi aveva valutato con una pessima valutazione.
 
Mio padre però le ha fatto capire il mio amore per le belle lettere. Mi ricordo che erano rimasti parecchio a discutere da soli nell’aula del ricevimento. Da quel giorno sono sempre stato il primo della classe ed i miei temi la maestra addirittura lì sentiva talmente suoi che spesso me li impreziosiva con parole e frasi del suo e poi li leggeva a tutta la classe.
 
Non so che fine avrei fatto se non avrei incrociato sulla strada i miei maestri di vita e qui ci tengo a ricordare il De Marinis prof d’italiano delle medie che mi suggeriva i versi amorevolmente e che mi chiamava il suo piccolo Dante , la Crisquolo appassionata di Leopardi e che dava ai miei temi quel nonsoche di sfiga profonda, e in ultimo quel grande accademico che è stato poi il mio mensore degli anni della Università, con cui discussi la mia tesi sulla bontà d’animo del vampiro a partire da una attenta lettura della saga di Twilight, e cioè il Di Salvo.
Per questo ci tengo a citarli quì ed a dedicare a loro questo mia autobiografia.
 
 
 
La lettura si conclude con un singhiozzo.
Allontani il foglio dal volto del professor Di Salvo.
Con un fazzolettino di carta gli detergi uno zigomo. Lui non può farlo, è legato alla sedia.
Non ci prova nemmeno a dire qualcosa. Sa che è inutile.
 
Non è servito a Suor Brunilde che, dopo aver letto ad alta voce, ripeteva “Sono innocente”, mentre le sue interiora uscivano dalle incisioni a forma di T, di V e di B che le stavi praticando con una sgorbia sul ventre.
 
Non è servito alla Razzi. Le hai aperto la scatola cranica con un seghetto elettrico da macellaio. Con forchetta e coltello hai estratto la sua materia cerebrale e l’hai spalmata, con molta cura, pagina per pagina sul manoscritto in modo che ci fosse del suo a impreziosire tutta l’autobiografia.
L’ultima cosa che ha detto è stata «gh gh», la penultima «che cosa avrei potuto fare?»
 
Anche il De Marinis ha proferito la sua velleitaria arringa difensiva. Ma il divaricatore dentale che aveva in bocca gli impediva di articolarla a dovere. Allora hai iniziato ad inserire nel cavo orale manciate di foglie di alloro e, a quel punto, finché è stato cosciente, c’è stato spazio solo per i conati.
 
La Crisquolo, invece, dopo la lettura del foglio, ha cominciato a recitare ossessivamente l’Atto di Dolore legata nella vasca piena di acqua marina. E’ svenuta un attimo prima del contatto con la Cubomedusa. Non saprai mai quanto dolce le sia stato il naufragar.
 
Prendi dalla scrivania i tre grossi volumi. Il rosso e il bianco contrastano il nero della copertina.
Meni un colpo forte sul paletto di frassino con il primo volume, ma è solo con New Moon che si apre la ferita. Eclipse percuote il legno con la violenza di una mattonata, percepisci che la punta del cuneo si è fatta strada tra le costole.
Con Breaking Down devi picchiare parecchio forte prima che il cuore sia trafitto e il Di Salvo esali l’ultimo respiro.
 
Sai che non hai ancora finito.
Manca un’ultima cosa.
 
Ti siedi alla scrivania, riprendi il foglio e lo guardi.
Nella parte finale dello stampato c’è una nota scritta a penna.
Leggi ad alta voce ai cadaveri che hai intorno.
 
Ciao Mario, ti invio questa mia introduzione da inserire come principio della mia propria autobiografia.
Mi pare che l’ho scritta abbastanza bene e quindi credo che sia facilmente edibile.
 
Non c'è scampo. Mario è il tuo nome e nemmeno tu sei innocente.
Prendi il foglio, lo appallottoli, ne strappi una abbondante porzione con i denti.
Mastichi e ti sforzi di inghiottire.
Non è per niente facile e per aiutarti innaffi il tutto con una abbondante sorso di veleno.



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ceranu
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Messaggio#2 » martedì 10 marzo 2015, 22:02

Ciao Marco, ancora tu? :)
Finalmente usciamo dal mondo zombie, ma il risultato è lo stesso. Testo scorrevole e intelligente. Leggendo il primo paragrafo stavo impazzendo chiedendomi perché, poi la risposta è arrivata. Complimenti, nella prima persona sei una frana :P
Scherzi a parte sei riuscito a sbagliare quel tanto da rendere fastidiosa la lettura, ma non abbastanza da renderla illeggibile. Immagino fosse quello il tuo intento, il giusto equilibrio. Quindi tutto bene fino al finale, che trovo leggermente sottotono.
Nel complesso una buona prova, anche se la prossima volta voglio vedere se nella terza persona te la cavi. :)
Ciao, alla prossima.

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angelo.frascella
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Messaggio#3 » martedì 10 marzo 2015, 22:45

Ciao Marco.
Ho qualche dubbio sul senso del racconto. Io l’ho capito così: Mario è l’editor di una casa editrice (probabilmente grossa) che ha avuto la colpa di rendere “leggibili” i testi sgrammaticati di un raccomandato (figlio di un politico) rendendolo così una “star” della letteratura. Quando si trova davanti all’introduzione dell’autobiografia di questo assassino della letteratura, Mario decide di punire tutti i colpevoli, sin dalla maestra delle elementare, che hanno lasciato che il tipo si credesse uno scrittore nato.
Se le cose stanno così, devo dire che mi piace l’idea del racconto e anche lo svolgimento (compresa l’introduzione sgrammaticata… anche se, purtroppo, ho letto cose simili da più di un aspirante scrittore…). Ironia in difesa della letteratura! Se proprio devo farti un appunto, la sequenza delle punizioni inflitta, persona per persona, risulta un po’ troppo lunga, ai limite di una lista della spesa.

Buona scrittura
Angelo

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marco.roncaccia
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Messaggio#4 » mercoledì 11 marzo 2015, 0:55

@Ceranu,
ti ringrazio per il commento :) la prima persona... posticcia è stata più complicata di una prima persona reale!!!
Se vuoi leggere una mia terza persona ... segui il Link :)
http://www.omero.it/omero-magazine/fantareale/racconto-breve-autobiografico/

Quanto al finale peccato non ti sia piaciuto... l'errore edibile (commestibile) invece di editabile che è anche la condanna per l'editor a mangiare il foglio prima di avvelenarsi pensavo fosse una buona idea.

@Angelo Frascella Hai capito perfettamente tutto quello che c'era da capire. L'obiettivo della prima parte è tipicamente Horror: generare fastidio e repulsione nel lettore ma nello stesso tempo impedirgli di guardare altrove (tipo incidente stradale).
Sul tuo appunto, niente da eccepire. Grazie per il tuo commento.

luca.pagnini
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Messaggio#5 » domenica 15 marzo 2015, 18:38

Ciao Marco!

Purtroppo non sono un amante del genere, ma mi pare che per un lavoro concepito e redatto in 4 ore non ci sia di che lamentarsi. Il soggetto è davvero originale, la trama piena zeppa di avvenimenti, proprio per questo però, visti i caratteri a disposizione, il risultato mi suona un po’ troppo “denso”. La descrizione delle esecuzioni ne esce compressa tra l’introduzione sgrammaticata e il finale. Per gusto personale, soprattutto la prima parte forse starebbe meglio inserita tra i vari supplizi, anche per evitare l’effetto “elenco”, sia all’inizio che dopo, con gli omicidi. In definitiva, sempre secondo me, una storia così avrebbe bisogno di molti più caratteri, (o, in questo contesto, forse bastavano un paio di morti in meno). Interessante il passaggio della narrazione dalla prima persona alla seconda. Tema colpito e affondato.

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erika.adale
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Messaggio#6 » domenica 15 marzo 2015, 22:33

Ciao Marco, la prima parte del racconto è davvero divertente. La finte "brutte lettere" che usi per l'introduzione all'autobiografia sono perfette, il testo è tanto irritante da diventare irresistibile (come il titolo, per altro). L'attinenza al tema proposto è assoluta e l'idea originale e quasi sempre ben gestita. Il "quasi" sta per l'elenco delle vendette. Lo splatter in generale mi annoia ma, al di là del gusto personale, la descrizione puntuale delle sevizie non mi è sembrata indispensabile al senso della vicenda ( tranne la frase sul dolce naufragar della Crisquolo, per la quale chapeau). Nell'equilibrio del racconto mi pare troppo lunga: appurato che l'editor ha deciso di far fuori tutti, dobbiamo proprio rifare l'elenco con relativa tortura? Il sorriso scatta appena si capisce la situazione, poi tutto il resto non fa che ribadire un concetto noto e la tensione cala...per risalire sul finale (bello).

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marco.roncaccia
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Messaggio#7 » lunedì 16 marzo 2015, 12:50

Ciao Luca,
grazie per il commento.
Hai ragione sul discorso "elenco" e sicuramente intervallare omicidi col testo sgrammaticato potrebbe essere una soluzione interessante. Anche se poi si rischia di rendere pesante il testo con il continuo cambio di persona. Comunque devo confessarti che scrivere metà racconto in prima persona sgrammaticata, avendo a ogni rilettura (e sperando di trasmettere al lettore) il brivido del gesso che scricchiola sulla lavagna ha avuto per me un fascino imprescindibile :)

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marco.roncaccia
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Messaggio#8 » lunedì 16 marzo 2015, 13:02

Ciao LeggEri,
ti ringrazio e ti do ragione sul disequilibrio del racconto.
Però sono contento di una cosa. La domanda da cui sono partito è la seguente: si può scrivere in modo sgrammaticato tanto da irritare chi legge se gli errori fanno parte della storia? Non sapevo la risposta ma dal tuo commento e da quelli che lo precedono direi che è affermativa. A metà racconto (e tempo) mi sono chiesto se continuare a scrivere in quella maniera fino alla fine o se inserire un testo differente che inquadrasse e desse una conclusione alla storia. Dalla gestione della seconda scelta sono derivati alcuni problemi al testo e il finale che da anche il titolo al racconto.
Buona scrittura e a rileggerci

Giulio_Marchese
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Messaggio#9 » lunedì 16 marzo 2015, 16:42

Ciao Marco,

Il racconto non mi ha entusiasmato più di tanto, secondo me non si capisce il "clima". Nel senso, è un racconto comico? In parte. E' horror? In parte. Satirico? In parte. E via dicendo. Mi ha lasciato l'amaro in bocca, perché non è riuscito a trasmettermi niente se non in parte. Non so se sono chiaro. Poi non mi piace il doppio elenco, prima dell'ascesa del presunto scrittore (l'autobiografia) e poi quello delle morti di quelle stesse persone. Forse il modo migliore per renderlo sarebbe inframmezzare parti di biografia e fotogrammi delle uccisioni, in modo da non ripetere due volte l'elenco. L'idea però è originale e perfettamente attinente al tema.

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marco.roncaccia
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Messaggio#10 » lunedì 16 marzo 2015, 20:02

Ciao Giulio,
i registri che citi sono presenti tutti e tre non solo in questo ma più o meno in tutte le cose che scrivo. Quando scrivo parto dal presupposto che alcune persone apprezzeranno, altre no. Mi sa che tu appartieni alla seconda categoria. :)
In ogni caso grazie del commento.

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beppe.roncari
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Messaggio#11 » lunedì 16 marzo 2015, 20:25

Ciao Marco, di nuovo qui? Cavolo, due Minuti Contati in pochi giorni? Allora ci prendi gusto! :-)
Il racconto mi è piaciuto e mi ha divertito.
A mio parere il tono e il genere possono essere definiti "grotteschi".
Ti confesso però che a una prima lettura, per mia distrazione, ero convinto che a perpetrare gli omicidi... fosse il figlio del politico! Mi sembrava più forte così, la storia.
Il punto debole, per me, è nel personaggio dell'editor, che non ha una motivazione sufficiente al supplizio di tutti gli "insegnanti" del sedicente autore di bestseller che neanche le Rock stars... ma - a parte la goduria del contrappasso - risulta un po' esterno alla vicenda.
Certo, anche lui è coinvolto. Ma... assolto?
Prima di leggere i commenti, nella mia stanca incomprensione, ero più contento del racconto in cui il grande scrittore si rende conto di essere un emerito imbecille e che suo padre si scopava al prof. ecc. ecc. e decide di punire e di punirsi!
Non mi avrebbe convinto appieno neanche così, ma almeno il protagonista avrebbe avuto una motivazione più forte, degna di Gargantuà e Pantagruèl. Alla prossima! :-)

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marco.roncaccia
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Messaggio#12 » lunedì 16 marzo 2015, 20:54

Ciao Beppe,
hai ragione ... ho preso il vizio anche se non ho perso il pelo :)
La motivazione dell'editor sta nel vendicare la narrativa. Tutti i personaggi che hanno creato il "mostro" si autoassolvono tranne l'editor che si e li condanna.
In ogni caso a mia discolpa cito il fatto che ero stanco morto e ho scritto mentre giocava la Lazio (la sera del contest).
Scherzi a parte, come ho detto sopra, sono partito dall'idea di scriverlo tutto in prima persona sgrammaticata e poi ho cambiato idea e trama. Questo ha generato alcune cose interessanti (il finale e il titolo) e un po' di squilibrio nel testo complessivo. Spero comunque di aver tenuto alto l'onore di quelli con le prime cinque lettere del cognome come noi :)

luca.pagnini
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Messaggio#13 » martedì 17 marzo 2015, 10:48

Cit. "Comunque devo confessarti che scrivere metà racconto in prima persona sgrammaticata, avendo a ogni rilettura (e sperando di trasmettere al lettore) il brivido del gesso che scricchiola sulla lavagna ha avuto per me un fascino imprescindibile", chapeu! :D

 

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marco.roncaccia
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Messaggio#14 » martedì 17 marzo 2015, 13:58

:D  Grazie

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beppe.roncari
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Messaggio#15 » martedì 17 marzo 2015, 20:09

Semper altus honor!
Ti capisco, io ho davvero scritto sul cellulare scarico durante una festa di compleanno di un'amica, senza farmi accorgere... ;-)

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Peter7413
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Messaggio#16 » mercoledì 18 marzo 2015, 0:46

Peccato che alla fine l’unico a salvarsi sia proprio il decelebrato! Del resto è logico, ma avrei preferito trovare una motivazione anche interna al racconto, del tipo “quelli cascano sempre in piedi e a farne le spese sono comunque e sempre i soliti”. Forse, a opera in corso, ti sei fatto prendere la mano dal gioco e ti sei concentrato sull’elenco di vittime perdendo di vista la possibilità di continuare comunque ad arricchire il racconto disseminando altri indizi e chiavi di lettura. Detto questo, il racconto mi è piaciuto, l’idea è davvero ottima e ritengo che lo dovrebbero leggere in molti, sicuramente tutti quelli che potrebbero rischiare di fare la fine dei tuoi personaggi… Chissà che, spaventandoli, il mondo non possa migliorare?

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