Edi

Sabato 26 agosto dall'una alle 19.00, sarà possibile partecipare sia live direttamente dal Castello di Milazzo (dove si tiene la manifestazione del Dragon Fest) che da casa (accompagnando il proprio racconto con una foto ritraente se stessi con la scritta ANCHE QUI A (nome luogo da cui si scrive) SIAMO AL DRAGON FEST!
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Eugene Fitzherbert
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Edi

Messaggio#1 » sabato 26 agosto 2017, 18:53

Edi
Di Eugene Fitzherbert

È notte. Sono seduta sul bordo di uno scoglio a scrutare il mare sotto di me, che borbotta e sciaguatta, rimbalzando indolente contro le rocce levigate da anni di fugaci baci salini. La luna è lassù nel cielo, dietro una coltre leggera di nuvole quasi immobili nell’oscurità fredda.
Sto aspettando, perché così mi è stato detto di fare.

Ricordo mia madre che mi raccontava di come fossi stata concepita, in riva al mare.
‘Sai, Edi, tu sei figlia del mare.’ Così esordiva ogni volta mia madre. ‘È l’acqua salata che ti ha generato, mentre ero sola a fare il bagno sotto la luce della luna. Qualcosa mi afferrò e mi trascinò giù, nelle profondità verdi e cristalline del mare più sconosciuto.’ Di solito si interrompeva qui, altre volte continuava, blaterando esseri marini antropomorfi, versione ittica di qualche favola della buona notte o di qualche sogno che non voleva ammettere che fosse il suo.
Mia madre era così, sempre pronta a raccontarmi una storia, pur di far passare il tempo infinito che trascorrevamo nella nostra casetta di legno. Vivevamo quasi come due novelle naufraghe, lontane dal mondo circostante, quello che mia mamma chiamava Mondo Civilizzato. A lei non doveva piacere tanto questo Mondo Civilizzato, perché non faceva altro che condannarlo, ma allo stesso tempo era alla disperata ricerca di redimerlo. E diceva che lei era la sola che stava facendo qualcosa per salvarlo.
Perché volesse salvarlo, se lo odiava tanto, non sono mai riuscita a capirlo.
Era convinta che io fossi il punto di congiunzione, mi chiamava proprio così: la Ragazza A Metà, come se potesse avere un minimo di senso.

Se sono qui sugli scogli a guardare il mare lo devo anche a lei. A parte il fatto che mi considerasse una creatura del mare, lei mi ha insegnato a rispettare questo spettacolare luogo pullulanti di miliardi di esseri viventi. Che siano pesci pagliaccio, oloturie o calamari giganti, mia madre amava tutte le creature del mare e le considerava quasi miei parenti, secondo la sua idea che il mare o qualcosa nel mare mi avesse generato. Beh, vi confesso che l’idea di essere una cugina lontana di qualche cozza zebrata non mi riempie di gioia…
Il tempo passava sempre più lentamente con mia madre, anche perché stava diventando monotona. Le sue storie erano sempre le stesse, non cambiavano mai e mi erano venute a noia.
Quando compii sei anni, qualcosa cambiò e mia madre decise che era venuto il momento di iniziare una nuova fase dell’educazione della piccola Edi: iniziò a farmi bere l’acqua di mare. E io bevvi.
Secondo lei serviva a nutrire la mia seconda metà, a coltivare la natura alternativa del mio essere. Per fortuna non mi ha rifilato dei vermi, a quelli non avrei saputo resistere.
Con l’acqua di mare, vennero anche le lezioni di Storia. Ho imparato un sacco di cose sul Mondo Civilizzato: le Città, le Nazioni, le Invenzioni. Cose che non ho mai visto dal vivo, sempre così abbandonata nel mio microcosmo a metà strada tra la terraferma e il mare aperto. L’unica persona che ho conosciuto di persona è stata proprio mia madre, poi nessun altro. Probabilmente, lei era l’ultimo essere umano sulla Terra.

Più mia madre mi raccontava quel che sapeva, più volevo saperne, come se fossi venuta al mondo per apprendere, immagazzinare e memorizzare. Ho saputo dei Computer, delle Navi che solcano i mari, dei Pescatori che come dei pazzi bastardi (parole sue) catturano e mangiano i poveri pesci del mare. Ho saputo di come il corallo stesse morendo e di quanto questo la facesse sentire in colpa.
Di solito concludeva queste piccole lezioni di Storia disperata con una piccola parola di speranza e quella parola ero io. Mi considerava la soluzione che avrebbe riappacificato il mondo della terra con quello del mare.

L’adolescenza bussò alla mia porta biologica quasi inaspettata e con essa arrivò la consapevolezza. Mia madre era ferma a fissare l’acqua, in attesa di qualcosa che forse non sarebbe mai arrivato. Io ero poco dietro di lei e da dentro di me emerse una bolla di pura epifania. Lei probabilmente aveva ragione, io ero un punto di contatto, una via di mezzo, una transizione. Forse c’era dentro di me qualcosa che veniva dal mare e forse era solo un istinto che ora stava fiorendo. In quell’istante capii cosa fossi, cosa mia madre avesse allevato: guardai il dorso delle mie mani, coperte da un sottile strato di squame rosate. Mi toccai il collo, gonfio per le branchie chiuse perché ero esposta all’aria, mi passai la lingua tra i minuscoli denti aguzzi che erano cresciuto dietro le mie labbra.
Ero un Predatore, un Predatore dei Mari.
Assaporai la mia prima vittima in un lampo e la consegnai alle acque. I brandelli di mia madre se ne andarono trasportati dalla corrente.

Ora sono qui e attendo, come mi è stato detto di fare dagli emissari del Popolo degli Abissi (il nome me lo sono inventato io). Stanno venendo per me perché i sono il punto di congiunzione, sono l’esperimento riuscito che permetterà loro di riconquistare la terra ferma.



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antico
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Re: Edi

Messaggio#2 » sabato 26 agosto 2017, 18:57

Ciao Eugene! Tutto ok con i parametri, buona Dragon Fest Edition anche a te!

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LauSil
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Re: Edi

Messaggio#3 » mercoledì 30 agosto 2017, 19:40

Ciao Eugene! :)

Buon racconto, senza dubbio. Purtroppo - ma qui non posso dire nulla a te - è piuttosto simile a un racconto che lessi qualche tempo fa, di Alessandro Forlani. Pazienza, può succedere. Però ammetto che questo mi ha tolto un po' il piacere della lettura. Cercherò comunque di commentare, come giusto che sia, il racconto in sé, senza fare paragoni.

Piacevole la storia, azzeccata la scrittura, ben ponderato il colpo di scena finale. Interessante la figura della madre, un po' ambientalista oltranzista e non del tutto stabile di mente, un po' Cassandra che prevede il momento della resa dei conti.
Particolarmente azzeccato l'incipit, evocativo e che cala subito nell'atmosfera del racconto. Un piccolo dubbio: a tratti si direbbe che l'umanità sia già estinta, a tratti che qualcosa rimanga e che ci sia quindi una specie di guerra alle porte con questa razza marina. Mi sono persa qualcosa?
Qualche refuso qua e là, ma sicuramente, nel complesso, una buona prova.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Edi

Messaggio#4 » mercoledì 30 agosto 2017, 21:42

Ciao, Laura.
Innanzitutto, grazie per i complimenti.
Venendo alla questione Forlani: ti confesso che non conosco affatto questo autore e sono dovuto andare a chiedere a Mr Google, per cui, davvero, se ci sono tangenze con quello che ho scritto io e qualche racconto suo, sono puramente casuali.

Invece, le tue perplessità sono giustificate, perché il punto di vista della protagonista è appunto estremamente miope, essendo vissuta praticamente isolata dal mondo. Quindi non possiamo sapere dalle sue parole cosa ci sia là fuori (l'umanità è sparita? L'umanità è in guerra? Sta per invadere il mare? Chi lo sa?). Forse il Popolo degli Abissi le racconterà qualcosa. Ma, come si dice, questa è un'altra storia.

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LauSil
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Re: Edi

Messaggio#5 » sabato 2 settembre 2017, 14:22

Eugene Fitzherbert ha scritto:
Venendo alla questione Forlani: ti confesso che non conosco affatto questo autore e sono dovuto andare a chiedere a Mr Google, per cui, davvero, se ci sono tangenze con quello che ho scritto io e qualche racconto suo, sono puramente casuali.


Ma certo, Eugene, ci mancherebbe! Alla fine, gli ibridi con creature mostruose sono da sempre un grande tema dell'immaginario fantastico, può capitare, come dicevo! Infatti ho valutato il tuo racconto comunque per tutti i suoi lati positivi, ed è finito anche piuttosto in alto nella mia classifica ;)

Canadria
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Re: Edi

Messaggio#6 » domenica 3 settembre 2017, 16:20

Ciao, Eugene!
Questa volta sono in difficoltà. In genere apprezzo i tuoi racconti ed il tuo stile di scrittura, ma stavolta proprio questa storia non mi ha convinto. Il colpo di scena arriva proprio all’ultimo secondo, quando però vorresti capire qualcosa di più e fare delle domande. Per esempio:
Perché proprio Edi è stata mandata in missione? Chi è? Da chi?
Perché l’epifania arriva proprio con l’adolescenza?
Perché uccide sua madre?
L’omicidio, inoltre, non traspare minimamente nel resto del racconto. Non dico che dovesse mostrarsi colpevole o penitente, ma sembra quasi una cosa ancora non accaduta. Capisco che questo serva a preparare il colpo di scena ma, effettivamente, parliamo dell’unico essere umano con cui Edi ha avuto a che fare per almeno 16 anni! Una simile assenza di “ripensamenti” sarebbe caratteristica di un essere apatico, senza sentimenti o emozioni, eppure Edi inorridisce al pensiero del mangiare i vermi e non vorrebbe essere assimilata a una cozza.
Insomma, mi sembra che tutto sia scritto ad arte per il colpo di scena finale che sicuramente riesce ma risulta, a mio parere, scollegato dal resto del racconto. Spero di essere riuscita a spiegarmi.
Ciao e alla prossima!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Edi

Messaggio#7 » domenica 3 settembre 2017, 17:31

Ciao, Canadria, credo di pagare lo scotto di essere stato l'ultimo a venir letto prima che tu uscissi. Pazienza. :D
Che la piccola Edi fosse insofferente della madre, lo si vede già in un altro passaggio, quando la considera 'monotona', noiosa.
Poi, non è stata mandata in missione, come hai intuito tu, visto che è un ibrido, nato da una sorta esperimento (chiamiamolo così) e la sua missione emerge (è proprio il caso di dirlo) dopo.
La adolescenza è per molti animali (e anche per l'uomo) il momento in cui si manifestano i caratteri sessuali secondari e si attivano gli istinti, siano essi predatori o di altra natura. Per questo Edi ha la sua epifania: è diventata GRANDE. Il suo istinto si manifesta ed è un istinto diretto e preciso, proprio quello che il Popolo degli Abissi voleva che si attivasse: quello omicida. Perché ricordiamo che il nemico viene dal mare...
Il punto di vista della narrazione è fisso dagli occhi della protagonista che non può certo sapere tutto di quello che accade chissà dove, visto che l'unica fonte di notizie è la madre, una pseudoecologista eremita un po' folle.
Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.

Detto questo, in cinquemila caratteri non potevo aggiungere di più, ma pazienza. Mi spiace che tu non abbia colto tutto subito, ma quello è colpa mia, ahimé.

Canadria
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Re: Edi

Messaggio#8 » domenica 3 settembre 2017, 20:00

Sono ancora fuori e non ho letto tutto il tuo commento ma le prime righe mi bastano per prometterti che lo rileggerò e ricommenterò al mio rientro prima di stilare la classifica definitiva!
Mi scuso in anticipo se ho commesso qualche inesattezza, posso giustificarmi dicendo che li ho letti tutti almeno due volte!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Edi

Messaggio#9 » domenica 3 settembre 2017, 20:01

Canadria ha scritto:Sono ancora fuori e non ho letto tutto il tuo commento ma le prime righe mi bastano per prometterti che lo rileggerò e ricommenterò al mio rientro prima di stilare la classifica definitiva!
Mi scuso in anticipo se ho commesso qualche inesattezza, posso giustificarmi dicendo che li ho letti tutti almeno due volte!


Mscché, non preoccuparti, era una BATTUTA, devi capirmi, non riesco a non scherzare, è più forte di me. Anzi, ti ringrazio di aver commentato e come sempre, non è niente di personale! Fai la tua classifica con il cuore e se il mio racconto non ti è piaciuto, pazienza, è comunque colpa mia che non l'ho scritto bene. ;-)

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jimjams
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Re: Edi

Messaggio#10 » lunedì 4 settembre 2017, 11:16

Non ho capito bene perché "Probabilmente, lei era l’ultimo essere umano sulla Terra.", considerando che prima si dice che la Madre parla sempre del Mondo Civilizzato da redimere, il che fa pensare che esista un mondo civilizzato. A meno che non si intenda che sia l'unica rimasta dotata di umanità. Mi lascia un pochino perplesso anche il sacrificio della madre, ma capisco che il finale si lega bene a questo. L'ultima frase la rivedrei un pochino, lascia stare "il nome me lo sono inventato io", perché rompe il ritmo e le emozioni. Una storia centrata bene sul tema, che ha una sua morale e mi piace. Qualche sistemata qui e lì e diventa perfetta. Una nota generale. Quando leggo i raccontini di MC mi rendo conto che molti potrebbero tranquillamente essere il nucleo per delle novelle o addirittura dei romanzi.

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Andrea Partiti
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Re: Edi

Messaggio#11 » lunedì 4 settembre 2017, 11:57

Mi piace il tipo di linguaggio che usi per raccontare la storia, è molto appropriato e ci inganna nel modo giusto portandoci in direzioni positive, mediazione, collaborazione, contatto tra specie (anche se sotto sotto sappiamo che non può davvero funzionare senza intoppi). Ti giochi bene la madre e il suo trattare la figlia da Speranza, con il suo comportarsi in maniera umana e voler vedere di più nel suo ruolo educativo solo per venir risvegliata in maniera violenta alla maturazione della figlia.
Quella parentesi nella frase finale è proprio anticlimatica, io la togliere. Si chiama popolo degli abissi, punto, non ci devi spiegare. Purtroppo la chiusura è poco incisiva e poco in tono con il resto del racconto, quasi come se volessi giustificare la storia. Una scena di attesa nell'acqua rossa di sangue mentre percepisce i suoi simili che si avvicinano o qualsiasi cosa analoga che ci fa pensare a un primo contatto ci avrebbe dato le stesse informazioni.
"Per fortuna non mi ha rifilato dei vermi, a quelli non avrei saputo resistere" è una frase ambigua, "non saper resistere" lo usi nel senso di "non saper tollerare/sopportare", ma penso che in base alle zone d'Italia da cui si viene venga percepito più come "trovare irresistibili", che trasmette l'idea opposta (Ai biscotti al cioccolato non avrei saputo resistere).

Canadria
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Re: Edi

Messaggio#12 » lunedì 4 settembre 2017, 12:10

Eugene Fitzherbert ha scritto:Ciao, Canadria, credo di pagare lo scotto di essere stato l'ultimo a venir letto prima che tu uscissi. Pazienza. :D
Che la piccola Edi fosse insofferente della madre, lo si vede già in un altro passaggio, quando la considera 'monotona', noiosa.
Poi, non è stata mandata in missione, come hai intuito tu, visto che è un ibrido, nato da una sorta esperimento (chiamiamolo così) e la sua missione emerge (è proprio il caso di dirlo) dopo.
La adolescenza è per molti animali (e anche per l'uomo) il momento in cui si manifestano i caratteri sessuali secondari e si attivano gli istinti, siano essi predatori o di altra natura. Per questo Edi ha la sua epifania: è diventata GRANDE. Il suo istinto si manifesta ed è un istinto diretto e preciso, proprio quello che il Popolo degli Abissi voleva che si attivasse: quello omicida. Perché ricordiamo che il nemico viene dal mare...
Il punto di vista della narrazione è fisso dagli occhi della protagonista che non può certo sapere tutto di quello che accade chissà dove, visto che l'unica fonte di notizie è la madre, una pseudoecologista eremita un po' folle.
Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.

Detto questo, in cinquemila caratteri non potevo aggiungere di più, ma pazienza. Mi spiace che tu non abbia colto tutto subito, ma quello è colpa mia, ahimé.


Riletto e ri-riletto, non per la tua battuta ma perché credo che ognuno di noi meriti soddisfazione nei commenti altrui per ciascun racconto, e se il mio commento non ti ha soddisfatto è giusto che io ne scriva un altro.
Per me i vostri commenti sono molto importanti e non voglio che i miei sembrino affrettati o superficiali.
Detto questo, ovviamente so che non volevi offendermi/colpirmi/ferirmi/ironizzare perciò non farti paranoie simili a quelle che mi farei io. Sto pensando di cancellare questa introduzione perché potrebbe sembrare l’introduzione di una psicolabile offesa ma in realtà non la cancellerò intanto perché effettivamente sono un po’ psicolabile, secondariamente per spiegarti che non potrei mai offendermi per una cosa simile e infine perché vorrei che ci ridessi su.
Fine.
Inizio del commento-bis:
Confermo che la parte finale, il colpo di scena, mi risulta distaccato dal resto del racconto. Preparato ma non preparato. Non so come spiegarlo meglio. Secondo me andrebbe inserito qualche “indizio” in più: che sua madre le risultasse monotona, ai miei occhi non basta.
Il fattore adolescenza adesso l’ho compreso, dopo la tua spiegazione, e credo che effettivamente funzioni (magari qualche carattere in più, al di fuori dei limiti di Minuti Contati, potrebbe essere speso per “spiegare” in qualche modo tutto ciò che in lei si sta attivando e cioè, come dici tu, caratteri sessuali secondari e maggiore consapevolezza del proprio istinto).
Infine, per quanto riguarda il fattore “missione”, credevo che il Popolo degli Abissi avesse consapevolmente deciso di far nascere un ibrido per motivi specifici per cui mi chiedevo: perché proprio lei e perché proprio lì? Perché proprio su un’isola dove si trova un solo essere vivente (la madre)? C’è un motivo o è stata una scelta casuale?
Però capisco che è difficile (se non impossibile) spiegare tutto questo in soli 5000 caratteri. Sembra l’introduzione per un racconto molto più lungo.

Fabiana Donato
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Re: Edi

Messaggio#13 » martedì 5 settembre 2017, 22:26

Ciao Eugene! Inizio dicendoti che mi hai spiazzata. Per tutto il tempo ho pensato ad altro, anzi non riuscivo a farmi un'idea ben chiara, perché non capivo cosa cavolo fosse la tua protagonista. Credo proprio che questo sia l'elemento che ti sei giocato meglio, in quanto mi hai incuriosita a continuare, ma anche un po' delusa. Ti dico subito il motivo. Ho adorato l'inizio del racconto, in quanto hai usato dei termini così belli e particolari, che mi hai trascinato piacevolmente nella lettura di questa storia, solo che poi hai modificato il tuo modo di narrare, usando termini meno ricercati, tanto da farmi notare che la magia non l'ho più ritrovata. Avrei preferito leggere un racconto con un linguaggio più lineare, in modo da dargli più coerenza a livello strutturale. Ho trovato più spiazzante questo, che il fatto di aver chiuso male il racconto. Per me non lo hai chiuso male, solo che lo hai chiuso un po' troppo tardi. Nel complesso è bello! Alla prossima!

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AmbraStancampiano
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Re: Edi

Messaggio#14 » mercoledì 6 settembre 2017, 13:25

Ciao Eugene,
parto in controtendenza con gli altri commenti dicendoti da subito che io ho trovato il finale, colpo di scena annesso, assolutamente perfetto: all'interno di Edi esiste una natura che è più forte di ogni affetto e sovrastruttura umane, che non guarda in faccia nessuno, nemmeno l'impegno ecologist-pazzoide della madre. Bello, ed estremamente sensato. Ecco, forse il fatto che stiano per arrivare gli emissari del popolo del mare e che lei lo sappia già diventa un po' eccessivo, anche perché ci apre le porte su tutto un mondo di cui prima non ci hai affatto parlato, creandoci così uno spaesamento che parte da questa sorta di telepatia mai manifestatasi precedentemente (come fa Edi a sapere che loro stanno arrivando? Se è davvero un anello di congiunzione pianificato e non un errore, perché il popolo del mare non l'ha contattata prima? La telepatia è arrivata con la pubertà? in questo caso forse avresti potuto esprimerla in maniera un po' più chiara).
Il racconto parte con grande lentezza, e all'inizio presenti la situazione con un linguaggio un po' troppo arzigogolato, anche se evocativo, che rischia di creare disaffezione nel lettore. Non fraintendermi, il tuo stile mi piace molto, ma gli incipit che funzionano meglio per introdurre il lettore in una narrazione particolare come questa sono quelli asciutti e visivi; in generale, credo che le tue descrizioni del mare siano molto belle ma che avresti potuto limarle per concedere più spazio a punti della trama che sono molto meno chiari, come appunto il rapporto di Edi e della madre con il popolo del mare.
La madre è un personaggio stupendo, assolutamente reale, ed è perfetta così com'è, non cambierei nulla in lei (nemmeno la fine che fa e che, ti confesso, mi ha fatta anche un po' godere sadicamente, visto quanto ne ho personalmente piene le scatole di certi animalisti ecologisti integralisti da tastiera).
Il tema c'è e ci sta. Insomma, secondo me è un buon lavoro che andrebbe cesellato e rivisto solo in alcune piccolissime dinamiche.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Lo Smilodonte
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Re: Edi

Messaggio#15 » martedì 12 settembre 2017, 14:13

Edi di Eugene
Cazzo sì. Un bel racconto, scritto bene, con una prosa pulita e sulla quale ho davvero poco da dire. L’unico, vero appunto che ho da fare riguarda la lunghezza. Nel senso che ho avuto l’impressione che – a fronte dell’innalzamento della soglia a 5k – tu abbia sentito l’esigenza di scrivere il più possibile, quando alcuni passaggi sono superflui nell’economia di una storia che scorre e funziona perfettamente. Un esempio? Il riferimento a Computer e navi, ridondante rispetto al passaggio precedente dove con le informazioni sul Mondo Civilizzato (ottima intuizione usare la maiuscola, crea un distacco che da solo racconta moltissimo della psicologia della voce narrante).
La chiusura è perfetta, feroce e pulita, almeno fino all’ultima frase, che avrei asciugato: inutile la precisazione sul nome e sugli emissari, mentre avrei premuto il piede sull’acceleratore: più di un punto di congiunzione, il protagonista dovrebbe essere un messia, sospeso tra due mondi, che permetterà al suo popolo di riconquistare la terra ferma.
Inutile dirlo, trovo il tuo racconto tra i migliori dell’edizione, senza ombra di dubbio.

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