Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

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Ace
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Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#1 » martedì 19 settembre 2017, 0:59

Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle, nella vecchia casa di Masia. Erano i nuovi vicini e la mia proprietà confinava con la loro. Mi ci ero imbattuto un paio di volte, una coppia di bastardi tutti tatuati e sempre vestiti di nero, entrambi con i capelli fino al culo: lei una vacca sempre in top scollati a mostrare le tettone al vento, lui un bifolco con la barba che puzzava di birra e merda, un guitto con i tatuaggi perfino sulla faccia da cazzo. Fu odio a prima vista perché dalle finestre di casa loro usciva sempre musica rock a tutto volume, una sorta di Heavy Metal cagato dal culo di Satana in persona. Quei porci erano arrivati su una Renegade lurida e nera che faceva un rombo d’inferno, prendendo possesso del casolare del vecchio Masia.
In breve il fienile di Masia era stato dipinto con murales che raffiguravano demoni e teschi e scene apocalittiche di giovani nude possedute da bestie caprine e un sacco di altre porcherie. E sul fienile il guitto aveva piazzato un grosso cartellone fatto di tavolacce, dove a rozze pennellate aveva scritto: L’UNICO CRISTO NEL QUALE CI RICONOSCIAMO È IL CRISTO DEL PISCIO E DELLA MERDA.
Quei figli di cane forse pensavano di vivere nel deserto.
Il giorno dopo scesi in paese e ne parlai con l’avvocato.
– Per il cartello non vedo problemi. Faremo un esposto, saranno costretti a toglierlo.
– E quella musica da cazzo sparata dalle finestre a tutte le ore?
– Dovremo contattare qualcuno per una perizia, dovranno redarre misurazioni e inviarle agli uffici di competenza. Armati di pazienza.
– Ho una voglia di e spaccargli il culo che non hai idea.
– Al momento sei nel giusto, così facendo passeresti dalla parte del torto. Tu stai buono e lascia che ci pensi io.
Tornai a casa e per qualche giorno le cose tornarono alla normalità. Le imposte del casolare di Masia erano sbarrate e non c’era traccia degli intrusi. Salii sul mio trattore e tornai a occuparmi del falcio della valle circostante.
Una settimana più tardi intorno all’ora di pranzo udii bussare alla porta. Guardai allo spioncino ed eccoti la vacca. Sapeva che la stavo guardando e sorrideva.
Aprii la porta.
– Salve – disse.
Indossava una maglietta traforata e le tette, di certo rifatte, erano davvero grosse e in bella mostra.
– Cosa le serve?
– Dobbiamo parlare.
Mi spinse ed entrò. Socchiuse la porta alle sue spalle, mi tirò a se e mi infilò la lingua in bocca. Poi la sua mano sbottonò i pantaloni e inizò a sfregarmi il membro eccitato.
– Boscaiolo, da quanto non vedevi una donna? – sussurrò inginocchiandosi.
Fu allora che lui entrò. Intendo il barbuto merdoso. Aveva una mazza da baseball che mi abbatté a tutta forza sulla testa.
Fu il buio…

Mi risvegliai nel fienile di Masia. Ero in piedi, legato alla grossa trave centrale che sosteneva la struttura. E gli intrusi erano lì che mi guardavano. Lui a petto nudo, stringeva un coltellaccio. Lei era seduta su un ceppo, la troia.
– Ciao boscaiolo – mormorò sexy.
Poi lui mi fu addosso e prese a menarmi fendenti sulle braccia e il volto. Urlai. Il sangue mi cadeva in fiotti caldi sul viso e mi colava sui pantaloni, filtrando sui boxer.
– Perché? – ansimai.
– Perché, perché… ma non c’è un perché, noi siamo DEI FIGLI DI UNA GRAN PUTTANA! Ecco perché!
La troia latrò un non so che, e mi fu addosso. Stringeva un cacciavite in mano e me lo conficcò in un occhio. Strillai come un animale, il dolore era indicibile.
Il merdoso mi lasciò andare un calcio tra le gambe e il fiato mi venne a mancare. Dallo choc la mascella mi si slogò e le labbra si lacerarono. Fu allora che udii le sirene. Gli intrusi si guardarono tra loro, e senza dire una parola afferrarono le asce appese alla parete, al di sopra del bancone da lavoro.

Mi lasciarono lì come una bestia al mattatoio, a sanguinare. Poi delle voci, e a seguire delle urla. Strattonai con tutte le mie forze le corde, divincolandomi e tirando e roteando i polsi, finché non riuscii a liberarmi. Sentii uno sparo e in preda al panico corsi davani al bancone da lavoro in cerca di qualcosa per difendermi: c’era un’altra ascia. L’abbrancai e uscii.
La prima cosa che vidi fu il merdoso freddato da un proiettile in fronte. Accanto a lui un poliziotto con la testa sfondata e aperta in due da un colpo d’ascia. La troia stava finendo di macellare un secondo poliziotto e grondava sangue. Le fui addosso conficcandole l’ascia sulla schiena. Urlò e si voltò in una maschera di sangue. Non le diedi tempo di reagire e le tirai un calcio in faccia, facendola atterrare. Poi di nuovo afferrai l’ascia e presi a colpirla, mozzandole una gamba. Solo allora mi avvidi del coltello del merdoso, era in terra, poco distante. Lo presi e accoltellai ripetutamente la troia, la sgozzai e le tirai fuori le budella annodandogliele intorno al collo. Poi ripresi ad accoltellarla su quella faccia da troia, ancora e ancora… brutta puttana, brutta bastarda…



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vito.ricco
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#2 » martedì 19 settembre 2017, 15:34

Il tema lo hai centrato in pieno. Le scene di violenza rendono l'idea della rabbia che ci hai messo nello scriverlo. Questi sono i punti positivi dello scritto. Quelli negativi, sono un linguaggio che non scende mai a compromessi. In alcuni tratti trovo eccessivo l'uso del linguaggio forte, non per bigottismo, solo perché alle volte sfora troppo nel turpiloquio e rende poco interessante la narrazione. È un buono splatter ma andrebbe migliorato in alcuni punti.

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Ace
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#3 » martedì 19 settembre 2017, 16:12

Ciao Vito, grazie del tempo che hai speso per leggere le mie cazzate. Nessuna rabbia nello scriverlo: solo divertimento. Non avevo mai scritto niente del genere e magari una volta o l'altra ci proverò con il rigore necessario. Il linguaggio è oltre il turpiloquio? MA DOVE? Ahah, scherzo: certo che lo è, fa parte parte della violenza. Riguardo la narrazione: mi sono imbattuto nel link che invitava a scrivere il racconto a mezzanotte e venti, e a mezzanotte e cinquantanove era lì bello che inviato. Avessi avuto solo una ventina di minuti in più sarebbe stato più definito, privo di refusi, e con una struttura - ed un turpiloquio più adeguato. lol. Avessi avuto un'ora in più, forse sarebbe stato completamente diverso. Si nota con facilità che l'inizio è tratteggiato e che via via che scorrono i minuti diventa sempre più stringato e indefinito e incolore. Hai presente come i bambinii prendono in mano un chewing gum e lo stiracchiano fino a farne una specie di serpentello gommoso? E' così che l'ho scritto. Insomma: cotto e sfornato al volo. Mica è una buona scusa, però è così che stanno le cose: scritto in trentacinque minuti o giù di lì. Just for fun...

Ma hai ragione: è proprio uno splatter.
Con un paio di ideuzze sistemate al punto giusto, Rob Zombie ne farebbe un capolavoro, ahah...

Per chiudere: ho già letto tutti i racconti e dunque anche il tuo.
Appena posso ti scrivo le mie impressioni.

Ciao!

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DandElion
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#4 » mercoledì 20 settembre 2017, 21:42

Ciao! Ben venuto!!
Fa sempre piacere leggere di qualche new entry! :D

Come è mio uso approfondirò un po' di più il tuo racconto, che mi sembra meritevole, ma con alcune parti migliorabili (come spesso lo sono tutti i nostri racconti!)
Sembrerò sarcastica ed ironica. A volte un bel po' acida (smonto tutti i racconti che mi hanno colpito e mi sono piaciuti, ma che secondo me meritano una sorta di "riscrittura"), non avertene a male, so essere anche dolce (raramente).


Ace ha scritto:Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle, nella vecchia casa di Masia. Erano i nuovi vicini e la mia proprietà confinava con la loro.

E fino a qui. A parte la scelta di un nome molto particolare e che di fatto è totalmente slegato con la narrazione, va tutto bene.

Ace ha scritto:Mi ci ero imbattuto un paio di volte, una coppia di bastardi tutti tatuati e sempre vestiti di nero, entrambi con i capelli fino al culo: lei una vacca sempre in top scollati a mostrare le tettone al vento, lui un bifolco con la barba che puzzava di birra e merda, un guitto con i tatuaggi perfino sulla faccia da cazzo.

"guitto" è un termine troppo aulico rispetto al taglio culturale che hai dato al tuo narratore.. a 'sto punto fagli dire "ehi marrano, sei un fellone" e ottieni una macchietta alla Groucho Marx. Secondo appunto, il cliché. Tatuato metallaro = pazzo sanguinario.. OhGgesù..


Ace ha scritto:Fu odio a prima vista perché dalle finestre di casa loro usciva sempre musica rock a tutto volume, una sorta di Heavy Metal cagato dal culo di Satana in persona.

Il caro timorato di Dio e tradizionalista che rivendica la vernacolarità del suo luogo natio conosce l'Heavy Metal abbastanza bene da crederlo "cagato dal culo di Satana"?
Il gergo gratuitamente triviale non è necessariamente violento. in questo passaggio anzi disturba un poco, distrae.

Ace ha scritto:Quei porci erano arrivati su una Renegade lurida e nera che faceva un rombo d’inferno, prendendo possesso del casolare del vecchio Masia.

Quindi questo non sa distinguere il suo piede dal suo buco del culo, è un villico, villano, MA ha in testa la differenza tra una LandRover e una Renegade. Interessante.

Ace ha scritto:In breve il fienile di Masia era stato dipinto con murales che raffiguravano demoni e teschi e scene apocalittiche di giovani nude possedute da bestie caprine e un sacco di altre porcherie.

E fino a qui ok. è casa sua, in fondo..

Ace ha scritto:E sul fienile il guitto aveva piazzato un grosso cartellone fatto di tavolacce, dove a rozze pennellate aveva scritto: L’UNICO CRISTO NEL QUALE CI RICONOSCIAMO È IL CRISTO DEL PISCIO E DELLA MERDA.


Questa qua è proprio gratuita. Se levi questa frase il resto del racconto regge lo stesso? Sì. Allora è inutile. È solo un tentativo di scandalo, che nemmeno c'entra un granché con la violenza. Avessi scritto "Il Cristo del sangue e del dolore" "il Cristo dell'Epidemia e della lussuria" "Il Cristo della Dominazione e dell'efferatezza" avrei pure potuto capire, ma "Piscio e Merda" sono oggetti "violenti"?


Ace ha scritto:Quei figli di cane forse pensavano di vivere nel deserto.
Il giorno dopo scesi in paese e ne parlai con l’avvocato.
– Per il cartello non vedo problemi. Faremo un esposto, saranno costretti a toglierlo.
– E quella musica da cazzo sparata dalle finestre a tutte le ore?
– Dovremo contattare qualcuno per una perizia, dovranno redarre misurazioni e inviarle agli uffici di competenza. Armati di pazienza.
– Ho una voglia di e spaccargli il culo che non hai idea.
– Al momento sei nel giusto, così facendo passeresti dalla parte del torto. Tu stai buono e lascia che ci pensi io.
Tornai a casa e per qualche giorno le cose tornarono alla normalità. Le imposte del casolare di Masia erano sbarrate e non c’era traccia degli intrusi. Salii sul mio trattore e tornai a occuparmi del falcio della valle circostante.
Una settimana più tardi intorno all’ora di pranzo udii bussare alla porta. Guardai allo spioncino ed eccoti la vacca.
niente da eccepire.

Ace ha scritto: Sapeva che la stavo guardando e sorrideva.

qui un po' "capitan ovvio" se ti suono alla porta e ti sento arrivare è ovvio che so che mi stai guardando. però quello che vedi non è che può essere poi molto.

Ace ha scritto: Aprii la porta.
– Salve – disse.
Indossava una maglietta traforata e le tette, di certo rifatte, erano davvero grosse e in bella mostra.

Pare che ti dispiace xD

Ace ha scritto:– Cosa le serve?
– Dobbiamo parlare.
Mi spinse ed entrò. Socchiuse la porta alle sue spalle, mi tirò a se e mi infilò la lingua in bocca. Poi la sua mano sbottonò i pantaloni e inizò a sfregarmi il membro eccitato.

Ah quindi ti starà pure su, ma se te lo piglia in fondo ti piace? Ma che uomo sei, o narratore? Regge pochissimo. Il vicino di casa bonazzo, ma molesto, se mi infila la lingua in bocca gli mollo 'na cinquina ben tornita, altroché! Sarà che sono donna, ma non mi riesco proprio ad immaginare la probabilità di questa eventualità.
Ben pensato il "colpo di scena" dopo, che però non è che ci apra chissà quale novità.

Ace ha scritto:– Boscaiolo, da quanto non vedevi una donna? – sussurrò inginocchiandosi.
Fu allora che lui entrò. Intendo il barbuto merdoso. Aveva una mazza da baseball che mi abbatté a tutta forza sulla testa.
Fu il buio…


Non conosco un coglione così coglione che si faccia fare un pompino sulla porta della propria casa senza trascinare lei dentro chiudendo l'uscio. E fidati, di coglioni ne conosco una valanga.


Ace ha scritto:Mi risvegliai nel fienile di Masia. Ero in piedi, legato alla grossa trave centrale che sosteneva la struttura. E gli intrusi erano lì che mi guardavano. Lui a petto nudo, stringeva un coltellaccio. Lei era seduta su un ceppo, la troia.


"il cattivo non ti ammazza all'istante, prima ti fa un discorsetto.." Sembra una scena da canzone dei Gemboy..


Ace ha scritto:– Ciao boscaiolo – mormorò sexy.

Oh mo' si. CLICHÈ!

Ace ha scritto: Poi lui mi fu addosso e prese a menarmi fendenti sulle braccia e il volto. Urlai. Il sangue mi cadeva in fiotti caldi sul viso e mi colava sui pantaloni, filtrando sui boxer.
– Perché? – ansimai.


NESSUNO se lo accoltelli ti chiede "perchè" come prima cosa. Al limite ti da' del gran figlio di una cagna e SI chiede come scappare. La fase del gioco del perchè subentra QUANDO sai che sei spacciato.

Ace ha scritto:– Perché, perché… ma non c’è un perché, noi siamo DEI FIGLI DI UNA GRAN PUTTANA! Ecco perché!
La troia latrò un non so che, e mi fu addosso. Stringeva un cacciavite in mano e me lo conficcò in un occhio. Strillai come un animale, il dolore era indicibile.


Cacciavite in un occhio = superiore ai 10 cm = raramente non si perde conoscenza entrando in coma diretto.

Ace ha scritto:Il merdoso mi lasciò andare un calcio tra le gambe e il fiato mi venne a mancare. Dallo choc la mascella mi si slogò e le labbra si lacerarono.

Molto splatter, ma anatomicamente poco probabile. Non dico impossibile, ma poco probabile. l'adrenalina fa tenere il controllo muscolare e indurisce il facciale. E se mi hai infilato un cacciavite in un occhio e sto ancora in piedi dopo che mi hai anche accoltellato, beh un po' di adrenalina l'avrò pure. magari non da vendere, ma si un po' ce la ho.

Ace ha scritto:Fu allora che udii le sirene. Gli intrusi si guardarono tra loro, e senza dire una parola afferrarono le asce appese alla parete, al di sopra del bancone da lavoro.

Evviva evviva arrivano i nostri. BA.NA.LE. Manca solo un attacco alieno..

Ace ha scritto:Mi lasciarono lì come una bestia al mattatoio, a sanguinare. Poi delle voci, e a seguire delle urla.
Strattonai con tutte le mie forze le corde, divincolandomi e tirando e roteando i polsi, finché non riuscii a liberarmi.

Signori, direttamente dal pianeta Kripton ecco superman. Sono steso. seminudo. accoltellato. con un cacciavite in un occhio. legato. mi hanno spaccato i gioielli di famiglia con un calcio, ho la mandibola (Cristo! LA MANDIBOLA, non la mascella) slogata eppure con ZERO STRESS mi slego, mentre sanguino. E non solo:
Ace ha scritto:Sentii uno sparo e in preda al panico corsi davani al bancone da lavoro in cerca di qualcosa per difendermi: c’era un’altra ascia. L’abbrancai e uscii.
Sono così figo che NON MI FORMICOLANO LE GAMBE, balzo giù come una lepre e mentre non so dove sto, non so cosa fare, sono mezzo nudo, mezzo accoltellato, orbo da un occhio e sanguinante VEDO una maneggevolissima ascia e la afferro. MA. COME. PENSI. DI. FARCELA??

Ace ha scritto:La prima cosa che vidi fu il merdoso freddato da un proiettile in fronte.

Prima cosa veramente plausibile del tuo racconto.

Ace ha scritto:Accanto a lui un poliziotto con la testa sfondata e aperta in due da un colpo d’ascia. La troia stava finendo di macellare un secondo poliziotto e grondava sangue.
Le donne stanno sempre avanti XD

Ace ha scritto:Le fui addosso conficcandole l’ascia sulla schiena.
Con un occhio solo bene che ti va se la vedi. Sei sempre una maschera di sangue perché il tuo occhio pendulo o ferito sicuramente sanguina.

Ace ha scritto:Urlò e si voltò in una maschera di sangue.

Le accoltelli la schiena e sanguina dal viso. Curioso. Teoria dei vasi comunicanti? Già vomita sangue, lei, ma tu martoriato ancora ti batti come un toro. Bravone!

Ace ha scritto:Non le diedi tempo di reagire e le tirai un calcio in faccia, facendola atterrare.

NO NO NO!!! TE SEI QUASI MORTO! COME CAZZO ARRIVI ALLA SUA FACCIA?SEI BRUCE LEE????

Ace ha scritto:Poi di nuovo afferrai l’ascia e presi a colpirla, mozzandole una gamba.

Guarda mamma! senza mani!
Ormai a questo punto è evidente che il sangue - mi piace che ti piaccia, mio buon vampiro, ma non funziona così!- ti ha dato alla testa, il tuo personaggio non je la po' fa'!!

Ace ha scritto:Solo allora mi avvidi del coltello del merdoso, era in terra, poco distante. Lo presi e accoltellai ripetutamente la troia, la sgozzai e le tirai fuori le budella annodandogliele intorno al collo.
.. Ma hai idea del fatto che non è che un intestino si srotoli con la facilità di un nastro da regalo a Natale, sì?

Ace ha scritto:Poi ripresi ad accoltellarla su quella faccia da troia, ancora e ancora… brutta puttana, brutta bastarda…


Quanta rabbia per un pompino mal fatto!! :P
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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giancarmine trotta
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#5 » giovedì 21 settembre 2017, 22:21

Ciao Ace,
il racconto è molto violento: nelle azioni, nel linguaggio, in tutto e per tutto. Le idee non mancano, ma lo sviluppo risente probabilmente del poco tempo avuto a disposizione. Credo che esagerare nelle locuzioni violente non abbia giocato a favore del racconto, perché non ci sono pause tra una scena e l'altra e secondo me sarebbero state utili. E' violenza tutta di un fiato!
Alcune scene sono surreali e DandElion le ha elencate. Tra queste l'ultima è da sottolineare perché il tipo pareva moribondo e invece si libera. Poi le budella annodate come nastro isolante.. Viuleeeeenza!
Insomma un racconto scritto in fretta che rivedrei in un'ottica più ironica e surreale se vuoi mantenere lo stile violento dall'inizio alla fine.
Alla prossima,
G.

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Linda De Santi
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#6 » mercoledì 27 settembre 2017, 22:42

Ciao Ace, bentrovato!
In linea di massimo mi trovo d’accordo con quanto già espresso nei commenti precedenti al mio: il tuo è un buon racconto con delle OTTIME potenzialità, ma sembra che da un certo punto in poi ti sia fatto prendere la mano :)
Ti dirò, l’inizio mi è piaciuto un sacco, sia per la verve del linguaggio che per la configurazione (campagnaolo chiuso e tradizionalista VS i punkabbestia casinisti e satanisti).
Poi però nel seguito calchi un po’ troppo la mano sul linguaggio violento e imprimi alla storia una decisa virata verso lo splatter che in sé intrattiene benone, ma alla fine non lascia granché.
Secondo me potrebbe essere interessante aggiungere una motivazione (anche minima) sul perché i due vicini di casa si comportano così (magari in passato sono stati seviziati o maltrattati da gente di campagna chiusa e bigotta e sono impazziti :D).
Insomma, un racconto con un bel potenziale da sviluppare.
A rileggerci!

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raffaele.marra
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#7 » giovedì 28 settembre 2017, 0:05

Un racconto a due facce, che forse proprio per questa duplicità mi ha sorpreso e, in qualche modo, colpito. Probabilmente sarà frutto di una serie di suggestioni tutte mie, dovute a cose lette e viste durante gli anni, ma io ho visto la prima parte come una situazione quasi comica, molto "commedia all'italiana", leggera e viziosa, in grado di incuriosire promettendo qualcosa che avverrà. Poi quello che avviene è una virata drastica, un po' come quando in "Dal tramonto all'alba" in pochi istanti tutti diventano vampiri e un pulp/noir diventa un trash/horror. Cambio di genere, qualcosa che a me, personalmente, piace. Così la tua storia, nel giro di qualche parola, diventa uno splatter/horror alla "Hostel" (altro film dal repentino cambio di genere). E che horror! Non ci risparmi niente, la violenza qui è davvero protagonista.
Ciò che penalizza il racconto è uno stile un po' troppo essenziale, affrettato, non curato nei dettagli insomma. Inoltre il finale mi è sembrato un tantino debole, nonostante la scena sia definibile "forte". In altre parole avrei preferito un qualche sviluppo finale, un colpo di scena o magari una chiusa un po' più significativa. Comunque, in definitiva, credo si tratti di un buon racconto da migliorare.

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marco.roncaccia
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#8 » giovedì 28 settembre 2017, 9:46

Ciao Marco,
Non ripeterò quanto detto da chi mi ha preceduto.
Quello che mi arriva è un racconto basato sull’azione che non richiede grosse elucubrazioni mentali. Piacevole quanto un b-movie in una serata in cui si è troppo stanchi per vedere altro. Del b-movie ha le esagerazioni e qualche incongruenza. Quello che però non può mancare è una maggiore accuratezza. Certo 40 minuti sono pochini per produrre un testo editato, forse è per questo che MC mette a disposizione 4 ore. Quando dici che ti sei divertito a scriverlo non ho problemi a cederlo. Un testo maggiormente curato può far divertire altrettanto anche il lettore.

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Andrea Partiti
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#9 » giovedì 28 settembre 2017, 15:52

Ti sei perso nel voler esasperare il linguaggio, scordandoti di mettere anche un po' di pietaza sotto a tutto quel condimento!
Va bene connotare così un racconto, ma penso ti sia lasciato prendere davvero troppo la mano, anche se ci sono due frasi di seguito senza una volgarità, il lettore non si scorda del tono del racconto, anzi, dopo un po' quando superi il confine che trasforma l'esagerazione in parodia va a scapito di altri aspetti che possono essere altrettanto d'impatto. La violenza raccontata in maniera più clinica può essere anche più dura della violenza raccontata in maniera sboccata.
Non raggiungi mai il livello di splatter che mi aspetterei da delle premesse così forti. Il combattimento finale, dal risveglio del protagonista in avanti, è estremamente ingessato. Fa un po' film d'azione ma è spesso incoerente al punto da spezzare la sospensione dell'incredulità, quando inizi a immaginare davvero quel che stai descrivendo.
Per riassumere: serve un taglio davvero splatter moderando il linguaggio per non renderlo una parodia oppure un taglio direttamente da parodia sopra le righe. Non una via di mezzo.

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antico
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Re: Gli intrusi si erano insediati sul crinale della valle - di Marco Fumetto

Messaggio#10 » sabato 30 settembre 2017, 18:16

Beh, io credo che tu ci sappia fare davvero, anche se qui ti sei lasciato andare dimenticandoti così di controllare alcuni punti fondamentali. Il protagonista non arriva al lettore. In certo qual modo me lo sono immaginato, ma gli dai una parlata davvero troppo simile a quella dei due balordi e pertanto non crei empatia tra lui e il lettore. Certo è che tu puntavi a un pezzo totalmente pulp, ma anche così avresti dovuto darci qualche indicazione per permetterci di contestualizzarlo meglio. In ogni caso, questo è un pezzo da fumetto pulp, me lo vedo chiaramente, ripeto che ci sai davvero fare. Ultime considerazioni sul tema: c'è violenza, ma non un'interpretazione della stessa, anche qui molta bidimensionalità, troppa, ti sarebbe servito più tempo per lavorarci, quello è sicuro. Pollice ni per me questa volta, ma spero davvero di rileggerti nei prossimi mesi.

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