Il candidato - Mario Pacchiarotti

Lunedì 16 ottobre dalle 21.00 all'una.
Tema: LA PORTA.
Partecipanti in gara: 18
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jimjams
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Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#1 » martedì 17 ottobre 2017, 0:25

IL CANDIDATO

«Prego dottor Bruni, si accomodi, appena possibile il dottor Galvi la riceverà.»
Antonio sorrise alla giovane segretaria e si sedette sul basso divano di pelle. Era molto teso ma cercava di non darlo a vedere. Un’occasione unica, un’occasione più unica che rara. Continuava a ripeterselo, come un mantra.
Guardò la parete dietro alla segretaria, dove campeggiava quel logo tanto ambito. Non posso farmela sfuggire, calma Antonio, calma. Richiamò alla memoria tutte le sue esperienze: colloqui, corsi di formazioni, libri. Aveva bisogno di ogni sua risorsa.
Aveva sentito parlare di interviste assurde, trappole verbali, trucchi, ogni sorta di sfida per mettere alla prova la tenacia dei selezionati. Alcune storie erano di certo solo leggende. Difficile discernere la verità dalle invenzioni di un candidato trombato.
«Dottor Bruni?»
Sobbalzò. Preso dai suoi pensieri non l'aveva vista arrivare e ora si trovava davanti quelle lunghe gambe che torreggiavano su di lui. Alzò gli occhi e incontrò uno sguardo gelido.
«Tocca a lei. Il dottor Galvi la attende. Mi segua.»
La ragazza roteò come un soldatino e la gonna svolazzò leggera e morbida. Lui si alzò senza grazia, preoccupato dal pensiero di poter essere arrossito. Cercò di riprendere il controllo mentre seguiva a fatica la ragazza, che marciava spedita.
Attraversarono un paio di open space, infine la segretaria si fermò di fronte a un corridoio.
«La lascio qui. Prosegua da quella parte» disse, indicando una porta bianca, proprio in fondo. L’unica, in quel tunnel incolore.
«Grazie» le rispose lui. Fece per porgerle la mano, ma lei aveva già fatto dietro front e volava via. Si riscosse e si avviò a passo lento verso la porta. Si guardò intorno. Il lungo corridoio era spoglio; la luce veniva dai bordi del soffitto, forte e fredda. Gli dava un senso di disagio. Infine arrivò dinanzi la porta. Prese fiato, si aggiustò il vestito, poi bussò con delicatezza.
Nessuna risposta.
Contò i secondi. Ne contò venti prima di riprovare, con appena più vigore.
Era un ‘avanti’ quello? Scosse la testa, non ne era sicuro. Aspettò ancora. Un minuto, forse due.
Che fare? Bussare ancora? Magari Galvi stava rispondendo a una chiamata. Avrebbe fatto una figura di merda entrando senza il suo benestare. Non poteva iniziare con una gaffe. Aspettò ancora. Lunghi minuti.
Un tarlo lo riscosse. E se Galvi fosse stato duro d’orecchi? Poteva essere. Lui stesso quando era concentrato non percepiva i richiami. Magari Galvi si stava chiedendo come mai lui non era ancora arrivato. Lo immaginò che chiamava la segretaria: «Ma il dottor Bruni?» «Non è lì da lei dottore?» «Qui non si è visto.» «Strano, l’ho accompagnato lì 10 minuti fa…» Inorridì al pensiero e preso dal panico bussò violentemente alla porta.
Nessuna. Risposta.
Non poteva essere. Stavolta doveva per forza averlo sentito. Se fosse stato occupato avrebbe pur potuto dare una voce, no? Non gli restava che una cosa da fare. Bussò di nuovo, in maniera più discreta e, presa la maniglia, aprì ed entrò.
«Mi scusi dottor Galvi, non sono sicuro di aver…»
Un corridoio. Lungo, bianco, identico al precedente.
«Merda!»
Perché non ci aveva pensato? La porta non si apriva sulla stanza di Galvi, ma su un corridoio che lo avrebbe portato a quella. Lo percorse quasi correndo, fino alla porta, e di nuovo bussò, deciso. Poi trattenne il fiato in attesa di un segnale di assenso.
Niente.
Sentì la palpebra sinistra cominciare a vibrare. Gli salì acido alla bocca, quel maledetto tic, non lo tormentava da mesi, perché proprio ora? Esitò nella speranza che smettesse, senza risultato. Bussò ancora ed entrò.
Una stanza quadrata. Tre porte. Bianche.
Era un cazzo di test. Maledetti bastardi, un tranello. Cercò nella memoria tutti i dannati scherzi che quei coglioni facevano durante le selezioni. C’era qualcosa con le porte? Gli pareva di sì, ma non riusciva a concentrarsi, a ricordare che doveva fare. Forse era una sfida nuova di zecca, solo per lui. Pezzi di merda, non gli bastava un curriculum che spaccava il culo ai passeri, no, volevano metterlo alla prova con un giochetto creato da uno psicologo impotente.
Tremando per i nervi ripercorse i principi aziendali, le policy, i motti. Li aveva tutti imparati a memoria. Ecco, aveva trovato: ‘In cauda venenum’ era uno dei motti. Scartò la terza porta. La terza? O forse la prima? ‘Bilanciare gli impegni’ diceva un altro slogan. Quella di mezzo, deve essere quella di mezzo.
Con passo incerto si avvicinò alla porta, diede un paio di deboli colpetti; la aprì; entrò.
Era in una stanza grande come la precedente, alla sua sinistra una porta bianca, chiusa; sulla parte di fondo una scrivania sulla sinistra e una porta di legno scuro sulla destra, con su scritto ‘Galvi’. Dietro la scrivania c’era la segretaria che lo squadrava. La ragazza scosse la testa e batté il dito sull’orologio.
«Ventotto minuti, dottor Bruni.»
Antonio si sentì morire.
«Quella è la sua porta» aggiunse lei, indicando la porta bianca.
«Bastardi» mormorò Antonio, poi aprì la porta, e uscì in strada.



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antico
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#2 » martedì 17 ottobre 2017, 0:28

Ciao Mario! Tutto ok con i parametri, buona Schiavo Campo Edition anche a te!

Ps: ti ricordo che hai tempo fino all'una per modificare il racconto a tuo piacimento (senza superare il limite di caratteri, però). Nel caso, invece, che tu lo modifichi dall'una e un minuto fino all'una e trentatre, incorrerai in malus.

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Ace
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#3 » martedì 17 ottobre 2017, 23:24

Fantastico, meraviglioso, perfetto così com'è. Un racconto che mi è piaciuto moltissimo e che indaga ingigantendo una realtà diffusa, quella dei test insiti nella sempre più odiosa liturgia delle selezioni ai colloqui di lavoro. Mi sono davvero divertito a leggerlo e il finale è assolutamente buono e all’altezza. Bravissimo.

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Flavia Imperi
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#4 » mercoledì 18 ottobre 2017, 9:15

Ciao Mario,
pensavo proprio in questi giorni a come l'odierno mercato del lavoro sia (purtroppo) fonte di grande ispirazione per racconti horror e simili, ma con questa storia hai affrontato il tema in modo piuttosto originale. Tutta la narrazione mi ha provocato ansia e non ho potuto fare a meno di compatire il povero protagonista, che deve passare per una prova assurda ancora prima di iniziare il colloquio. Un po' strano però che per vincere la prova si debba essere maleducati e entrare in un ufficio senza ricevere risposta, in effetti questo particolare è l'unico che ha stonato un po'... anche negli ambienti più competitivi, un minimo di parvenza per quanto riguarda l'etichetta viene anzi tenuto in grande considerazione, pur anche se solo di facciata. L'idea comunque è buona, il tema c'è, e la prosa è buona.
Siamo storie di storie

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Eugene Fitzherbert
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#5 » giovedì 19 ottobre 2017, 18:54

Ciao, Mario!
Un bel racconto davvero, nel suo essere un incubo surreale da cui tutti siamo passati, in un modo o nell'altro.
Non ho da obiettare niente di niente, dallo stile alla cadenza, anche se forse averi lasciato lo stesso spazio alle prove a cui viene sottoposto il candidato e avrei calcato la mano nel finale per farlo ancora più cavalcante. Ma questo sono io che cerco di riscrivere il tuo racconto e non è questo né il luogo né il tempo.

Bravo, sul serio!

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Adry666
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#6 » venerdì 20 ottobre 2017, 16:29

Ciao Mario,

il tema è centrato, di porte ce ne sono anche troppe :-)

Il tuo racconto è terrificante, horror per chi sta cercando lavoro e deve affrontare la prova dei colloqui. C’è anche qualcosa di fantozziana memoria: “Venghi avanti merdaccia!”. Chiaramente il tuo è una storia paradossale, ma tuttavia è difficile credere al fatto dell’entrare senza aspettare una risposta. Forse la potevi più mettere su un test di logica (tre porte ognuna con un certo simbolo, ecc).
Nel complesso buona prova

Ciao
Adriano

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SalvatoreStefanelli
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#7 » venerdì 20 ottobre 2017, 22:32

Ben trovato, Mario. Ottima prova, grandi tempi e ritmo, perfetti gli stati d'animo che si percepiscono del protagonista, finale azzeccato. Bravo.

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Andrea Partiti
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#8 » giovedì 26 ottobre 2017, 10:02

Ciao, davvero belle le tue porte e come le usi!
Non ho quasi nulla da criticarti, mi piace il ritmo che dai alla storia e passa della vera ansia mentre aspettiamo insieme al protagonista una risposta.
Forse alleggerirei un po' l'inizio del racconto. Il protagonista pensa troppo, non mi interessa sapere che il colloquio è importante e l'azienda è cattiva, lo immagino già dall'ansia che gli metti addosso dopo.
Chiarirei anche che (se) la segretaria alla fine del percorso è la stessa che lo accompagna all'inizio. Io ho immaginato di sì perché serve a chiudere il cerchio con l'interazione iniziale, ma non c'è molto che confermi questa impressione, perché sembri dare alla ragazza iniziale una sua postazione di lavoro precisa a inizio racconto.

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lordmax
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#9 » giovedì 26 ottobre 2017, 18:22

Ho riso molto, riso acido e isterico ma ho riso.
Sono passato per centinaia di colloqui e quasi tutti erano organizzati per mettere in trappola più che per capire quindi dire che il tuo non è un racconto di fantascienza ma di horror quotidiano. Dovresti scrivere a King per proporgli qualche buona idea visto le ultime pessime da lui avute.
I tempi sono eccellenti, la tensione e l'ansia salgono di pari passo.
Solo al secondo gruppo di porte si capisce che non ha speranze e si resta in attesa di capire come verrà eliminato.
Bella l'idea del ritorno al punto di partenza che forma quell'inquietudine che colpisce le persone scoprendo di lavorare tanto per essere sempre ributtate allo stesso punto di prima, sembra una metafora della nostra professione di scrittori.
Nel complesso direi che è una ottima prova.

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giancarmine trotta
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#10 » giovedì 26 ottobre 2017, 18:40

Ciao Mario,
lo stile Pacchiarotti è ben evidente anche in questo racconto. Mi riferisco all'ironia, al finale non scontato e spesso poco fortunato per il protagonista. Mi sarebbe piaciuto qualche indizio in più all'inizio della storia riguardo ai motti che il protagonista ricorda ad un certo punto, in modo che anche il lettore potesse ragionare, insieme ad Antonio, sulle porte da aprire. Al netto di questo piccolo appunto per me è una buona storia, certamente riuscita.
Alla prossima,
G.

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marco.roncaccia
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#11 » giovedì 26 ottobre 2017, 18:45

Ciao Mario,
molto divertente, ben scritto e in sovrabbondanza di “item” rispetto al tema. L’unico punto debole l’ho trovato nella descrizione della ultima stanza (sinista, in fondo a sinistra, destra, hai bisogno di tutte queste indicazioni?) e nel fatto che a decidere sulla selezione sia la segretaria. Poco verosimile. Piccolezze, perché la prova complessivamente mi sembra buona.

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antico
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Re: Il candidato - Mario Pacchiarotti

Messaggio#12 » mercoledì 1 novembre 2017, 19:48

Mi è piaciuto e mi ha divertito parecchio, una prova senza evidenti difetti. Il tema è preso in pieno, il ritmo ben bilanciato, i personaggi ben tratteggiati, vivi. Tra l'altro credo che tu ti sia divertito anche parecchio a scriverlo, si nota alla grande. Non ho molto da aggiungere, per me è un pollice su.

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