[M] Morte improvvisa (Alexandra Fischer)

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
alexandra.fischer
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[M] Morte improvvisa (Alexandra Fischer)

Messaggio#1 » lunedì 13 aprile 2015, 23:04

Erano tutti e due nella piscina dell’impianto termale, in un caldo pomeriggio estivo, quando, all’improvviso, la notte inghiottì l’acqua e anche tutto l’edificio.
La splendida architettura moresca non esisteva più.
- Ehi, Landloo. Non vedo più nulla – gridò l’ospite terrestre all’addetto alieno.
La ragazza rimpianse di aver deciso di approfittare dell’Ora Vuota di Akvoperlo per usare le terme.
Con gli alieni non si poteva mai sapere.
Landloo le si avvicinò.
- Non si muova, signorina. C’è stato un guasto alla centrale, ma rimedieremo subito.
Una luce si accese sul fondo del nulla vischioso come inchiostro di seppia dimenticato al sole di Akvoperlo.
- Presto, presto – gridò lei.
Sentiva forme muoversi accanto a lei e pensò che il buio aveva tentacoli simili a bioccoli di polvere ed emanava il lezzo dell’acqua marcia.
Era intollerabile, dal momento che le terme erano un’invenzione della sua gente.
Landloo le si fece più vicino e la sfiorò con una chela da far morire di invidia uno dei granchi giganti della spiaggia.
La ragazza gridò.
L’alieno proiettò il fascio di luce per aiutarla a uscire dallo spazio dove fino a pochi istanti prima si trovava la vasca.
- Esca subito – le disse .
- Ma non c’è un piano B?
La giovane donna glielo aveva chiesto con un tono querulo.
L’alieno sogghignò dentro di sé, pensando che i terrestri erano tutti uguali.
Tracotanti quando le cose andavano bene, molto meno davanti ai guasti.
Scosse la chela, mentre regolava l’intensità della luce.
Glielo doveva, in fondo.
I suoi compagni avevano fatto sempre così: meglio mostrarsi gentili davanti a loro, visto che la ribellione la stava conducendo già il loro pianeta.
La ragazza si guardò intorno, delusa di vedere la stessa cisterna corrosa dall’umidità e spoglia di quando era arrivata come ospite degli zii.
La realtà virtuale voluta da suo padre e dagli altri imprenditori era dunque scomparsa?
Volle domandarlo a Landloo.
- Quando contate di riparare il guasto? – gli domandò, con lo stesso tono da bambina viziata che usava in compagnia di esseri come lui.
Umanoidi, vagamente orientali e servizievoli, così simili ai domestici che aveva lasciato sulla Terra.
Pensò che poteva permetterselo.
A terra trovò l’accappatoio e se lo mise, contenta di aver diffidato di quelli che gli inservienti delle terme offrivano agli ospiti.
Diversamente, sarebbe stata soltanto in trikini, un abbigliamento sconveniente nelle emergenze, soprattutto per una von Stern.
- Dov’è l’uscita? – gli domandò.
- Per di qua, se ha la compiacenza di seguirmi – rispose Landloo, con un tono da maggiordomo, malgrado dentro di sé esultasse.
Quella smorfiosa avrebbe sofferto parecchio, nella cisterna di Malvaluçeo.
Laggiù si trovava il punto di spurgo delle acque, ed era una lezione che i terrestri si erano ostinati a non imparare.
Ripensò al padre, scomparso nella cisterna dopo aver riparato un guasto molto simile a quello che si era appena verificato.
Le labbra gli si piegarono in un sorriso saturnino quando l’acqua nera cominciò a smuoversi.
Il pianeta stava digerendo ed espellendo rifiuti proprio in quel momento.
Il piano B esisteva e consisteva nel fargli venire un mal di stomaco tale da espellere lui e la ragazza prima che la situazione si facesse seria: non tutti i rifiuti erano morti.
Esattamente come la von Stern aveva constatato agitandosi nell’acqua quando le si era avvicinato con la luce.
A quel punto, gli rimaneva la luce.
Era un sottile filo verdastro, ma lui sapeva come trasformarlo in qualcosa di più.
Girò il polso.
Forse il guasto si sarebbe riparato soltanto di lì a qualche ora, perché i controlli sulla realtà virtuale erano stati allentati dagli arroganti terrestri: era la tecnologia perfetta.
Aveva sedato lo stomaco del pianeta nelle ore riservate ai terrestri per tanto tempo, lasciandogli il tempo per digerire quando dormivano.
Andava bene così, no?
Landloo pensò ai cambiamenti intervenuti ad Akvoperlo da quando erano arrivati i terrestri e ne avevano sfruttato l’acqua curativa.
All’epoca, lo stabilimento termale era per pochi eletti.
Poi era scoppiato il benessere e i turisti erano aumentati a dismisura.
Così, le Ore Vuote, da Dodici, secondo il computo terrestre, si erano ridotte a una.
Troppo poco, per lo stomaco del pianeta.
Ed eccoli lì, lui e la terrestre, obbligati alla fuga.
Ma solo uno di loro due si sarebbe salvato, a meno che la ragazza non fosse un’abilissima nuotatrice.
Landloo lo sapeva, vedendo restringersi il cunicolo allagato che stavano attraversando insieme.
Girò il fascio di luce e girò il polso.
La micro lampada si trasformò in un esagono verde.
- Questo calmerà lo stomaco del pianeta in questo punto – disse poi alla von Stern prendendola per mano e appuntandole l’esagono verde al bavero dell’accappatoio come avrebbe fatto con una medaglia.
- Ehi, non c’è altro?
Landloo, ripresa la forma a granchio della sua razza, si appiattì e si tuffò in un angolo dove l’acqua diventava profonda.
Le urla della ragazza gli davano i nervi.
Aveva fatto quello che aveva potuto, per lei.
Doveva pensare a se stesso, perché già forme tubolari munite di denti fosforescenti gli si affollavano intorno e lo fiutavano.
Quella era l’Ora Vuota, certo, ma lo stomaco, ormai assuefatto ai sedativi terrestri, non ne teneva più conto e da un po’ non digeriva i pasti con la consueta efficienza.
Per la realtà virtuale terrestre, era arrivata la Morte Improvvisa.
E lui, da bravo inserviente, non se l’era sentito di dirlo alla von Stern, no, no.
Era la figlia di uno dei padroni.



Fernando Nappo
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Messaggio#2 » mercoledì 15 aprile 2015, 21:24

Ciao Alexandra,

riassumo la mia mia impressione riguardo al tuo racconto con un solo termine: compresso.

Sì, perché nonostante tu abbia superato il limite di caratteri imposto per questo concorso, mi pare che nel tuo lavoro ci sia una quantità di idee e situazioni appena abbozzate che richiederebbe una stesura ben più lunga. Il pianeta alieno e la sua fame, l'Ora Vuota (che prima erano dodici ore), alieni, ologrammi, l'impressione che nel buio succeda qualcosa di strano (che non ho ben capito) che alla luce non si verifica e che forse ha a che fare con la strana fame del pianeta e la sua pericolosa peristalsi,  e altro ancora. Troppo materiale per questo contest, ma che meriterebbe una riscrittura di ben più ampio respiro.

Ma questa è solo la mia opinione, prendila per quello che vale.

Fernando

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marco.roncaccia
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Messaggio#3 » giovedì 16 aprile 2015, 10:53

Morte improvvisa di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra, del tuo racconto mi è piaciuta moltissimo la prima frase. Poi la questione si complica parecchio, oltre le mie limitate possibilità di comprensione. L'impressione è, come dice anche Fernando, che il mondo che tu costruisci sia troppo complesso per le 3000 battute a disposizione. Questo ti ha costretto a zippare il tutto e a non rendere bene i meccanismi che regolano questo mondo o, in ogni caso, a rendere la lettura molto faticosa. Mi ha colpito negativamente la frase “Umanoidi, vagamente orientali e servizievoli, così simili ai domestici che aveva lasciato sulla Terra.” Attenta agli stereotipi.

alexandra.fischer
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Messaggio#4 » venerdì 17 aprile 2015, 19:13

Ciao fnappo,
terrò conto di quello che mi scrivi per la prossima volta. Il racconto è nato sotto una stella balorda (ho sforato e il mio computer dice: eppure sono tremila. E' vero che Word fa a pugni con Word. La prossima volta, bassa e magari con più senso della storia. Scusami tu).

Grazie anche a te, Ozbo in effetti, la parola d'ordine, per me sarà diluire. Sono lieta che se ne sia salvata almeno una frase.

viviana.tenga
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Messaggio#5 » sabato 18 aprile 2015, 9:17

Ciao Alexandra,

L'ambientazione che hai creato ha sicuramente molti spunti interessanti e originali, ma manca lo spazio per esprimere tutto al meglio e il racconto risulta confuso. Non mi è chiaro cosa sia l'Ora Vuota, quale sia l'aspetto degli abitanti del pianeta (umanoidi vagamente orientali o granchi?) e ho fatto molta fatica a seguire cosa stesse succedendo di preciso da metà racconto circa in poi. L'idea in sé merita assolutamente di essere sviluppata, ma purtroppo qui non sei riuscita a trasformarla in un racconto che funzioni.

alexandra.fischer
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Messaggio#6 » sabato 18 aprile 2015, 20:41

Ciao Viviana Tenga,
ti spiego in sintesi i dettagli della storia. L'Ora Vuota è quella della chiusura dello stabilimento termale, quando l'effetto dei sedativi cessa sullo stomaco del pianeta e l'acqua curativa viene inquinata dalle sostanze rigurgitate dallo stomaco. Ed è in quel lasso di tempo che il pianeta digerisce (ha lo stomaco nella cisterna d'acqua, trasformata dalla realtà virtuale in uno stabilimento termale sul modello di quello di Budapest). Quanto agli alieni: di per sé sono granchi, ma possiedono un congegno che crea un ologramma dall'aspetto umano che cela le loro vere fattezze. La trama è: guasto improvviso della realtà virtuale intrappola la figlia dell'imprenditore che ha avuto l'idea delle terme con un inserviente alieno, il quale, vedendo in subbuglio lo stomaco, scappa e la lascia lì insieme a cibo non proprio ben digerito. Grazie per averci visto del buono.

viviana.tenga
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Messaggio#7 » domenica 19 aprile 2015, 9:26

Grazie per i chiarimenti. :) In realtà, il filo generale della trama era chiaro, era sui dettagli che ho faticato un po'. Riguardo all'Ora Vuota: a questo punto non capisco come alla ragazza possa essere venuto in mente di usarla per andare alle "terme". E' la figlia di chi ha progettato il tutto, possibile che non sia consapevole del fatto che è una pessima idea?

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antico
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Messaggio#8 » lunedì 20 aprile 2015, 0:23

Ecco qua una delle sforelline che mi hanno costretto a penalità abnormi pur di farle partecipare. Come procede Alexandra? Ti trovi bene su questa sabbia scotta dell'Arena a "pugnare" con gli altri autori?
 
Questo racconto poteva anche starci in 3000 caratteri, anzi ne avrebbe probabilmente guadagnato. Quel che serve, però, è che tu ti eserciti con l'abilità non solo della sintesi, ma anche della sottrazione, il tutto unito a quella altrettanto fondamentale del saper distribuire le informazioni nei posti giusti. In alcuni punti è un po' come se tu andassi in loop ripetendo concetti. Occhio anche alla struttura lineare, tu prosegui lungo una via retta, ma spesso i migliori risultati si hanno mischiando le carte, magari partendo proprio dalla fine per disvelare man mano. La struttura lineare spesso è manifestazione di passività nel raccontare la storia e a volte la ingenera proprio, soprattutto con racconti così brevi. Pollice per il momento giù, ma ti aspetto al LAB a edizione finita (sì, lo so, ancora non ne abbiamo parlato del LAB, ci arriveremo presto).

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beppe.roncari
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Messaggio#9 » lunedì 20 aprile 2015, 11:22

Ciao Alexandra, ben trovata.

Ho fatto un po' fatica a visualizzare i passaggi della tua storia.

Verso la fine credevo di aver capito che questa fonte termale aliena è un intero pianeta vivente che produce acque curative. Poi arriva una frase che mi fa mettere tutto in forse:
Per la realtà virtuale terrestre, era arrivata la Morte Improvvisa.

Ho dovuto leggere la tua spiegazione per capire che cosa stava accadendo, mentre non l'ho trovata abbastanza chiara all'interno della storia.

Quindi per me il giudizio è: bella l'idea, scarsa l'esecuzione.

Un altro punto debole è che il tema è svolto in modo piuttosto meccanico, soprattutto per questa frase, giustificabile solo come citazione o esecuzione del tema, ma non all'interno della storia:
– Ma non c’è un piano B?

Altro problema di logica: il guasto alla realtà virtuale è irrilevante ai fini della vera trama. Il problema era che la ricca terrestre aveva voluto usare le terme nell'ora di riposo del pianeta, andando incontro a morte certa. Che ci sia o meno la realtà virtuale a mascherare questa realtà, il fatto che venga mangiata dal pianeta non cambia, no?

Alla prossima!

alexandra.fischer
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Messaggio#10 » martedì 21 aprile 2015, 20:47

Ciao Viviana Tenga: aggiungo una spiegazione ulteriore. La ragazza è una snob e ha deciso di usare le terme tutte per sé, credendo di non correre alcun pericolo (tanto lo stomaco è sedato, no?). L'ho voluta caratterizzate così per meglio far risaltare il Guasto (come se il pianeta le dicesse, eh, no, cara. Come ti permetti?). E ha anche stufato l'inserviente alieno.

Ciao Beppe Roncari, allora sì, per il pianeta ci ha visto giusto (è un Grande Animale, produce acque curative) la realtà virtuale non fa parte di esso, ma è un posticcio umano (cisterna abbellita dall'ologramma delle terme in stile moresco). La frase del Piano B l'ho messa solo per stare in tema. Mi dispiace che tu abbia fatto fatica a seguirmi. Andrà meglio la prossima volta.

Ciao Antico, grazie dei consigli. Ne farò tesoro. Come esame di riparazione, sto leggendo Universo a Sette Incognite. Lì c'è gente davvero abile, nel rimescolare le carte. Penso a Il Terrore dalla Sesta Luna di Heinlein, ma anche rileggere La Casa sul'Abisso di Hodgson non fa male. E poi scrivo ogni giorno, cercando di immedesimarmi nella trama, di entrare nella mente dei personaggi. Ho ancora tanto da imparare. Grazie per l'invito al LAB. Mi incuriosisce già.

devon
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Messaggio#11 » mercoledì 22 aprile 2015, 15:11

Complicato. Devo dire che inizialmente il guasto l'ho attribuito a qualcosa di meccanico che si fosse inceppato, ma quando dici "la notte si inghiottì l'acqua", non capisco perché dopo siano ancora in ammollo. Il racconto mi ha lasciato confuso, molti nomi, situazioni non sempre chiare e due punti irrisolti: "Sorriso saturnino" non mi sono dato una risposta a cosa sia, anche se posso immaginarlo e nemmeno google mi ha aiutato. "tono da maggiordomo", intendevi forse quello di Alfred Pennyworth in Batman? Perché i maggiordomi non sono tutti inglesi. A rileggerci.

torpedocolorado
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Messaggio#12 » giovedì 23 aprile 2015, 19:44

Un'idea geniale che in fondo fa quasi da monito ad una didascalica ambientalista. Il pianeta c'è,si sente e si vede: in un certo senso, digerendo, accelera i tempi e comincia ad assomigliare a noi umani. E porta con sè paura e maggiore rispetto. Un genovese diceva: "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori". E stavolta un bel racconto. Da limare qua e là nei dilunghi ma per il resto...grazie Alexandra!

alexandra.fischer
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Messaggio#13 » giovedì 23 aprile 2015, 20:12

Ciao devon, con la frase "la notte inghiottì l'acqua" intendevo dire: il black-out ha fatto scomparire l'acqua abbellita dalla realtà virtuale, restituendo quella vera del pianeta...sporca e per via del buio, anche nera. Quindi, è cambiata solo la qualità dell'acqua, per questo stavano... tutti a mollo. Sorriso saturnino vuol dire sorriso a denti scoperti, quasi una smorfia aggressiva (da Saturno, il dio che divorò i propri figli). Il maggiordomo l'ho visto più come servitore orientale (tipo certi malesi da film, tutti sorriso e con il coltello dietro la schiena).

Ciao Leonardo. Addirittura idea geniale? Sei generoso. Grazie a te per avermi letta. In effetti c'è...un bel po' da limare, ma sono qui per imparare (e non solo, ieri, in Biblioteca, alcuni amici mi hanno detto: non hai parlato abbastanza del retroterra dell'inserviente. Da dove viene? Che fa? Insomma, devo pormi di più le domandine tipo: i famosi assistenti di Kipling, Chi, Cosa, Dove, Come, Perché, Quando. Eh, dovrò lavorarci un sacco.

giulio.lepri
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Messaggio#14 » giovedì 23 aprile 2015, 20:28

Morte Improvvisa. Be', di fatto è più o meno quel che succede quindi il titolo è azzeccato. Passiamo al resto.
Racconto molto buono secondo me, ci ho visto un po' di cose che mi hanno soddisfatto e, qualche ingenuità che in un concorso del genere è cosa normale: la perfezione non è del tuo pianeta digerente, figuriamoci di questo!
Molto interessante l'idea di un pianeta con un proprio sistema digerente, e ottima la scusa della fantascienza per criticare il solito spreco di risorse ambientali tipico della nostra razza balorda. La storia può essere letta anche in chiave vendicativa: "la figlia di uno dei padroni", ed aggiunge più linee narrative al racconto, che è sempre un bene. Che dire, peccato davvero che tu abbia sforato, perché è un bel racconto. Forse dovresti descrivere un po' meglio il mondo e anche l'alieno inserviente, ma per il resto la storia è ben gestita e ha una sua dinamica. Lavora magari un po' di più sulla tensione, perché il destino della ragazza, che ci viene presentata come la protagonista, appare segnato fin da subito. E poi è antipaticissima, ma questa non è una pecca, solo un'osservazione mia =D

alexandra.fischer
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Messaggio#15 » giovedì 23 aprile 2015, 20:38

Ciao Giulio Lepri,
grazie per i consigli, ne farò tesoro. Questo, con tanta pratica. Per aiutarmi, ho affrontato il racconto di Frederick Brown Assurdo Universo ( ti insegna molto sulla gestione della tensione e anche a evitare più che si può l'ingenuità nei passaggi. Certo, è un racconto molto lungo. Ma aiuta. E poi, mentre scrivo, medito anche sul racconto breve in sé. C'è un quid che mi sfugge, ma per farlo saltare fuori, devo lavorarci su. Grazie per il parere sull'alieno inserviente, sul pianeta da descrivere meglio e sulla Signorina Snob. Ho già degli indizi in mente. Il più è riuscire a sfrondare nel modo giusto...spunti, personaggi...e caratteri (devo stare attenta al RFT).

jacqueline.nieder
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Messaggio#16 » giovedì 23 aprile 2015, 21:22

orte improvvisa (Alexandra Fisher)



Ciao Alexandra,




purtroppo mi dispiace dire che non ho capito molto del racconto, non sono riuscita a seguirlo e immaginarlo. Ci sono troppe informazioni sospese, nel senso che non conosciamo nulla di questo mondo e rimangono degli interrogativi sui personaggi e sulle regole che lo strutturano e che non hanno risposta. In più non mi è piaciuto troppo “Ma non c’è un piano B” e la parola “guasto” esplicitata nel racconto.


alexandra.fischer
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Messaggio#17 » sabato 25 aprile 2015, 16:15

Ciao Jacqueline Nieder,
mi spiace che il racconto ti sia riuscito oscuro. Devo proprio aggiustarlo. Andrà meglio la prossima volta. Intanto, per quel che riguarda il "Piano B" e il "guasto", li ho usati per via delle specifiche.

alexandra.fischer
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Messaggio#18 » sabato 25 aprile 2015, 16:19

Ciao, Geppetto.
Terrò conto dei tuoi consigli. Sfrondare il racconto e aggiustarlo in modo che sia più semplice e scorrevole, sarà un ottimo modo per migliorarlo.

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