[B] Tra Montorsoli e Bivigliano - Filippo Santaniello

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
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Filippo Santaniello
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[B] Tra Montorsoli e Bivigliano - Filippo Santaniello

Messaggio#1 » martedì 14 aprile 2015, 0:28

“Devo fare pipì! Possibile che sei di Firenze e non sai da che parte andare?”
Avrei voglia di lasciarla in mezzo alla campagna non prima d’averglielo strusciato tra le tette.
Mi chiamo Sergio, ho 22 anni. Faccio il runner. Prendo gli attori, li porto sul set, in albergo, alla stazione. Se hanno bisogno di qualcosa non hanno che da chiedere. Sull’altro film giravo in BMW. Stavolta m’hanno dato una Skoda che fa cagare. Però non mi lamento: sto sempre in giro e vedo un sacco di fica giovane come Fabiana Marras, la tettona del Grande Fratello. Ho sempre desiderato scoparmela e ora lei è accanto a me. Le sue tette, le sue gambe, il suo culo perfetto. Sono andato a prenderla alla stazione di Santa Maria Novella. Dovevo portarla in hotel. Poi però mi ha chiamato l’organizzatore del film che con quella vocetta da frocio m'ha detto che non dovevo più portarla in albergo perché il produttore ha organizzato una cena con la crew all’agriturismo San Candido a Querciola.
“Sai dov’è?” m'ha chiesto l'organizzatore.
“No.”
“Usa il navigatore. È nel cruscotto della Skoda.”
Il figlio di puttana era senza cavo d’alimentazione e c’ha abbandonati tra Montorsoli e Bivigliano. Io ho un Nokia che non fa manco le foto e pure la tettona del Grande Fratello ha un cellulare di merda. Con tutti i pompini che ha elargito m’aspettavo tirasse fuori un tablet e invece sta peggio di me.
Struscia il culo sul sedile della Skoda. Sembra in calore. “Non ce la faccio più, vado a farla nel campo!”
Apre lo sportello, scende dalla macchina e fa qualche metro verso il ciglio della strada, poi si volta e mi dice di non guardare.
Mi giro dall’altra parte.
Nel buio della campagna, le uniche luci che vedo sono di qualche cascina a una ventina di chilometri di distanza.
Dopo un po’ mi squilla il telefono. Rispondo.
“Dove sei?”
“Stiamo arrivando.”
“Ti sei perso?”
“No, mi sono fermato. Fabiana doveva andare in bagno.”
“Tra quanto arrivate?”
“Dieci minuti. Massimo un quarto d’ora.”
“Datti una mossa. Aspettiamo lei per iniziare a mangiare.”
Sbatto il telefono nel portaoggetti e mi giro verso il campo.
Buio.
“Fabiana?”
 Non risponde.
È passato troppo tempo.
Faccio manovra e punto i fari della macchina verso il campo. Sdraiato tra le zolle di terra scura, vedo un uomo con un cappello di paglia in testa e il culo di fuori. Gli occhi sbarrati come quelli di un animale selvatico. Se li ripara dalla luce con la mano e reggendosi con l’altro braccio continua a muovere il culo su e giù sopra il corpo di Fabiana Marras tramortita al suolo.
Scendo. Urlo. Sbatto lo sportello.
Il contadino si alza, perde il cappello e tenendosi i pantaloni corre spaventato in direzione opposta alla strada finché la notte lo inghiotte.
Entro nel campo e mi avvicino alla tettona del Grande Fratello.
Ha gli occhi chiusi e un livido sulla fronte. Respira appena.
Il contadino le ha strappato il reggiseno.
I capezzoli puntano verso il cielo stellato.
Guardo la strada. Non passa nessuno.
Mi abbasso i pantaloni e realizzo un sogno.



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eleonora.rossetti
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Messaggio#2 » giovedì 16 aprile 2015, 14:42

Ciao Filippo!

il tuo stile nella prima persona è inconfondibile, già dalla scorsa volta l’avevo notato, asciutto e che va dritto al punto. Sul tema ho però qualche dubbio, qui non abbiamo un vero e proprio guasto dato che è soltanto un “imprevisto”, a meno che non intendi quello del cervello della protagonista che alla fine abusa di una donna svenuta.

Se invece devo trovare una nota davvero stonata a livello di stile, direi questa frase:
“Mi chiamo Sergio, ho 22 anni. Faccio il runner. Prendo gli attori, li porto sul set, in albergo, alla stazione. “

E’ una presentazione che, anche se breve, mi “stona” nel bel mezzo dell’incipit in medias res. Se avessi infilato la sua occupazione “tra le righe”, idem dicasi del nome e dell’età, sarebbe filato tutto in maniera quasi perfetta, mentre questo mi spezza il ritmo rapido che avevi dato subito, al via.

PS: un dettaglio: da come l’hai descritta, sembra che lui abusi di lei sotto la luce dei fari della macchina ^^"
Uccidi scrivendo.

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ceranu
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Messaggio#3 » giovedì 16 aprile 2015, 23:32

Ciao Filippo,
Racconto scritto molto bene, diretto, crudo, cinico e politicamente scorretto.
Mi piace l'idea del ragazzo che potrebbe fare l'eroe invece approfitta della ragazza svenuta, buoni i dialoghi e pienamente in tema. L'unica nota stonata è il primo stupro, la telefonata sarà durata pochi secondi in totale saranno passati una manciata di secondi e questo contadino ha avuto modo di pensare a uno stupro e approfittare di una ragazza che era in bagno. Non so, compare dal nulla e nel nulla se ne va. Forse è l'unica forzatura della storia, per il resto è tutto ineccepibile. Probabilmente sarebbe bastato farla inciampare o semplicemente svenire. Resta comunque un ottimo lavoro.
Ciao e alla prossima

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antico
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Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2015, 10:09

Ecco un altro reduce dal LIVE. Bentornato nell'Arena, Filippo. Mi hanno spifferato che sei stato a caccia di vampiri nella loro terra d'origine e se sei tornato vuol dire che sei stato più forte di loro o che, semplicemente, hai trovato un buon nascondiglio...
 
Un racconto cattivo, feroce, figlio di un'epoca oscura in cui è inutile essere eroi, anzi controproducente: se il protagonista del tuo racconto si fosse limitato a scacciare il violentatore e a salvare la ragazza, chi gli avrebbe potuto assicurare di non essere accusato di essere stato lui stesso il violentatore? Pragmaticamente ha quindi deciso di fare quello per cui poi potrebbe essere accusato, in seguito presumo cercherà di indossare gli abiti dell'eroe e a quel punto andrà come andrà. Intendiamoci, non sto affermando che la sua sia una scelta razionale, ma quella più logica dettata dal modo in cui il Sistema attuale plasma i suoi giovani: all'insegna dello sfruttamento altrui (un runner è per definizione uno schiavetto sottopagato) e della quasi totale mancanza di morale. E in quest'ottica il guasto lo ritrovo nel Sistema e il piano B, se proprio vogliamo trovarlo, nella decisione del protagonista di "realizzare il suo sogno". Un convinto pollice su.

alphaorg
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Messaggio#5 » martedì 21 aprile 2015, 17:41

Ciao Filippo, il tuo racconto mi ha messo in difficoltà, perché è scritto con stile disinvolto, chiaro ed efficace soprattutto nell'uso del linguaggio che ben si adatta al carattere sanguigno del protagonista, ma il tema del concorso risulta poco sviluppato, quasi marginale rispetto alla vicenda raccontata. La storia ha il gusto delle smargiassate che gli sboroni raccontano durante gli aperitivi, ma la trovo un po' grottesca nella successione degli eventi che accadono alla gieffina.

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patty.barale
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Messaggio#6 » mercoledì 22 aprile 2015, 10:45

Ciao Filippo, ben ritrovato!

Come mi sembra essere la tua cifra stilistica, anche questo racconto ha un approccio molto diretto, netto, in prima persona. Il linguaggio è perfetto per la situazione che delinei, ma ci sono alcune cose che non mi hanno convinta, come la declinazione iniziale di generalità, professione e  relativo spiegone: forse le stesse cose potevano essere inserite in maniera più scorrevole, senza creare info dump.

Poi non credo che la tettona si sarebbe allontanata così tanto nella campagna buia da non essere a portata di orecchio, tanto più che la distanza dalla macchina non può essere così tanta, visto che il buon Sergio riesce a vedere gli occhi sbarrati dal bifolco! (Ma questa è, ovviamente una mia opinabilissima opinione!)

Infine, che fa Sergio? Se la sbatte con i fari della macchina puntati addosso? Beh, si, forse il raptus non gli fa valutare i rischi.

Alla prossima!

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erika.adale
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Messaggio#7 » mercoledì 22 aprile 2015, 12:07

Ciao Filippo, complimenti per lo stile del racconto, la voce del narratore è davvero ben gestita. Il filo di infodump ci sta con la "sboronità"del personaggio, fiero di sé e delle sue imprese, dunque non mi ha affatto infastidita. L'autopresentazione fa reality, dunque va bene a mio avviso ( e ho pure imparato qualcosa, pensavo che i runners fossero solo gli appassionati di corsa). Mi lascia perplessa solo il bifolco. Mi spiego: è sera, le case sono a una ventina di Km (così dice Sergio) e dal buio emerge questo questo contadino "american gothic" appiedato che scompare così come era apparso.  Cosa ci faceva nel campo a quell'ora? Lontano da casa? A piedi? In un contesto tanto tristemente verosimile, è l'unico particolare che mi stona.

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alberto.dellarossa
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Messaggio#8 » mercoledì 22 aprile 2015, 14:17

Ciao Filippo. Lo stile del tuo racconto è crudo, duro e sardonico. La storia non è poi così improbabile, anzi, trovo che il suo pregio maggiore sia nella verosimiglianza. Proprio per questo ho trovato - in una prosa decisamente buona e personale - eccessivamente pesanti tutti i turpiloqui del protagonista. Li ho trovati eccessivi, anche perché si sarebbero potuti usare altri espedienti per tratteggiare il disprezzo misto a desiderio del protagonista.

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