[M] QUALCOSA DA RACCONTARE di Marco Roncaccia

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
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marco.roncaccia
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[M] QUALCOSA DA RACCONTARE di Marco Roncaccia

Messaggio#1 » martedì 14 aprile 2015, 0:42

00:30 e non hai scritto nulla.
Sei seduto sul letto e da 210 minuti fissi il monitor.
No racconto, no contest. Hai tempo fino all’una ma la pagina è bianca e il cursore un dito medio che dice “Fottiti”.
Concentrati, ti ripeti. Un ticchettio rimbomba nel vuoto di idee e ti inibisce.
Individui il colpevole: la radiosveglia sul comodino. Afferri e tiri il cavo dell’alimentazione.
Ottieni tre risultati. La radiosveglia scivola e si fracassa in terra, l’impianto elettrico va in corto, ti ricordi che le radiosveglie digitali non ticchettano.
Quel suono, ora, è mutato in un irritante ronzio.
Non hai tempo per giocare al “rumore misterioso”, devi riattivare i circuiti elettrici fuori e dentro di te. Scendi dal letto. Il piede sinistro nudo pattina nervoso cercando una ciabatta. Trova lo spigolo del comodino.
Segue breve sintesi audio della tua condizione: un cretino che impreca al buio.
Claudicante, a piedi nudi e a tentoni, guadagni la porta di casa. La apri, la luce ti acceca. Una ventata gelida ti rende consapevole di due cose: uno, qualche idiota ha lasciato le finestre delle scale aperte, due sei uscito in mutande.
Ti fiondi per le scale, arrivi alle cantine, apri il pannello dei contatori, alzi l’interruttore e riparti.
Sei al penultimo gradino, vedi la tua porta ondeggiare al vento. Si allontana dal battente e poi si chiude, a un palmo dalla tua mano protesa come quella di un portiere che è quasi riuscito a parare un rigore al novantesimo. Quasi.
Vuoi bestemmiare. Non puoi, i condomini non gradirebbero.
E ora, pensi, cos’altro?
Risponde il tuo intestino.
E non dice: puoi andare in bagno, diciamo, nelle prossime due ore?
No. Lui, solo, conta :
dieci, nove, otto
Ti serve un’idea.
Sette, sei, cinque,
guardi intorno, due porte, la tua e quella della vecchia.
Quattro, tre,
il suo portaombrelli!
Due, Uno!
Lo svuoti
Zero
Ti svuoti!
Ben fatto, pensi. Stai restituendo in solido, quello che il cazzo di Chiwawa della megera, come si chiama? Paffi, Puffi, Fuffi, in liquido ti lascia sullo zerbino.
Ancora in piena session di autocompiacimento senti zampettare da dentro.
Poi Paffi, Puffi o Fuffi ringhia.
Buono, stai zitto! Sussurri.
O non capisce o gli stai antipatico. Inizia ad abbaiare.
Che c’è Paffi? Fa la vecchia.
Si alzerà e verrà alla porta. Vedrà che è tutto ok a parte tu sul suo portaombrelli con le mutande calate.
Pensi che il destino è da scrivere e lotterai. Contro lo sfratto, l’arresto e la figura di merda.
Tiri su lo slip come il perizoma di Tarzan. Afferri un ombrello, strappi la tela, spezzi uno dei raggi.
Senti i passi avvicinarsi.
Armeggi nella toppa con l’arnese.
Buono Paffi!
La voce è vicinissima.
La serratura cede, rimetti gli ombrelli a posto, prima che lo spioncino della strega si apra, con un balzo sei a casa tua. Chiudi la porta e rimani immobile.
Vedi Paffi non c’è nessuno, solo una puzza di fogna, domani l’amministratore mi sente!
Sei salvo, pensi.
Torni sul letto.
L’orologio del computer segna le 00:45, il ronzio è cessato e tu, ora, hai qualcosa da raccontare.



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beppe.roncari
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Messaggio#2 » mercoledì 15 aprile 2015, 17:21

Ciao Marco, ben ritrovato.

Avevo cominciato a leggere il tuo racconto senza rendermi conto che eravamo nello stesso gruppo, pensa! :)

Trovo il tuo racconto divertente, scorrevole, ma ho un dubbio sull'ambientazione meta-discorsiva. La tentazione di scrivere "sul contest" stesso è venuta varie volte anche a me, ma l'ho sempre considerata una scorciatoia da evitare.

A mio parere infatti, al di là che scriviamo "su un tema" (e tu lo hai rispettato perfettamente), scriviamo - o meglio, io penso, "dovremmo scrivere" - "come se il tema non esistesse", cioè come se il racconto potesse stare in piedi ed essere comprensibile a un lettore qualsiasi anche senza conoscere il tema.

Questo per evitare di "scriverci addosso".

Alla prossima! ;-)

alexandra.fischer
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Messaggio#3 » mercoledì 15 aprile 2015, 20:54

Qualcosa da raccontare di Marco Roncaccia In questo caso, il Guasto è quello dell’Ispirazione. In questo caso, se è andata a pascolare altrove, lasciando l’autore a soffrire la Sindrome della Pagina Bianca e anche ad affrontare disavventure di tutti i tipi (dalla radiosveglia rotta apposta che si “vendica” portandosi nel Paradiso degli Oggetti Trapassati il quadro elettrico al portaombrelli usato in modo improprio,). Leggere di Scrittura è sempre interessante, qui la resa del senso di panico del Partecipante al Contest è molto particolareggiata. Si sente l’influsso di Mc Carthy e anche di De Lillo. Bello, anzi, bellissimo, ma non è SF.

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marco.roncaccia
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Messaggio#4 » mercoledì 15 aprile 2015, 21:10

Ciao Beppe,
ho cercato di rendere nelle prime righe il contesto del contest :) in modo che potesse essere leggibile a chiunque e a prescindere dal contesto e dal contest. Volevo che il racconto avesse la chiave di lettura della specifica gara in corso ma anche che fosse fruibile indipendentemente da essa. Non so se ci sono riuscito

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marco.roncaccia
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Messaggio#5 » mercoledì 15 aprile 2015, 21:12

Ciao Alexandra, forse mi sono perso qualcosa. Ma si doveva scrivere per forza SF? Perchè non è il mio genere e non intendevo farlo. Se era una condizione per partecipare hai ragione su tutta la linea e io ho cannato la gara :(.

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ceranu
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Messaggio#6 » mercoledì 15 aprile 2015, 23:23

Ciao Alexandra e Marco, no, Minuti Contati non è un contest SF. C'è un tema da seguire, ma nessun genere. Capisco l'equivoco, ma no può essere un metro di misura.

ciao

Fernando Nappo
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Messaggio#7 » giovedì 16 aprile 2015, 8:25

Ciao Marco,

la prima impressione che ho avuto leggendo il tuo racconto è stata la stessa espressa da Beppe Roncari. Il racconto è ben scritto e simpatico, anche se si appoggia a situazioni piuttosto sfruttate e già viste: il tizio che resta chiuso fuori in mutande e la necessità corporale in mancaza di un bagno.

Per concludere, trovo poco credibile che si possa forzare una serratura con il raggio di un ombrello. Ma ammetto che i miei trascorsi da Arsenio Lupin sono molto modesti.

Fernando

edit: avevo un dubbio e sono andato a verificare. Chiwawa andrebbe scritto Chihuahua.

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marco.roncaccia
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Messaggio#8 » giovedì 16 aprile 2015, 9:46

Ciao Fernando,
grazie per il commento. Rispondo brevemente ai tuoi dubbi. Le vecchie serrature dovrebbero potersi aprire con degli attrezzi autocostruiti chiamati "spadini" i raggi di ombrello possono essere usati in casi in cui si debba improvvisare. Il dubbio, al limite è se ne servano uno o due. Oggi pomeriggio se al lavoro incontro qualche esperto mi faccio spiegare con precisione (faccio l'educatore non lo scassinatore :) ). La parola Chiwawa è la versione inglesizzata dello spagnolo Chihuahua ed è abbastanza di uso comune anche da noi come puoi vedere nel link che segue.
http://best5.it/post/cani-da-appartamento-5-razze-perfette-per-tenerli-in-casa/
Ho scelto il termine meno scientifico perchè comportava un minore dispendio di caratteri e per indicare tutto l'odio che il protagonista ha per quel cane specifico. Se il protagonista fosse stato un esperto o se la scena fosse in una mostra canina sarebbe stato di certo un errore, questo non per cavillare ma solo per spiegare le mie scelte. Grazie ancora e a rileggerci

Fernando Nappo
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Messaggio#9 » giovedì 16 aprile 2015, 10:59

Ciao Marco,

grazie a te per le delucidazione. Ho dato un occhio al link che hai segnalato e, sì, in questo caso temo di essere stato troppo fiscale.

Grazie ancora a te. Lo scambio di pareri/opinioni/punti di vista è sempre utile.

Fernando

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marco.roncaccia
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Messaggio#10 » giovedì 16 aprile 2015, 11:34

Sono d'accordo con te Fernando la qualità dello scambio è una delle caratteristiche che rende irresistibile minuti contati. :) Buona scrittura!

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beppe.roncari
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Messaggio#11 » giovedì 16 aprile 2015, 12:02

E poi "Chiwawa" ha ben 2 lettere in meno di "Chihuahua". ;-)

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marco.roncaccia
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Messaggio#12 » giovedì 16 aprile 2015, 12:44

Esatto Beppe!!!! Ero partito da barboncino!!! Che inutile dispendio!!!! Poi ad un certo punto mi sono messo a cercare un cane piccolo perchè sforavo di poche battute. Il carlino mi era troppo simpatico e allora ho ripiegato su Chiwawa. Stavo ancora fuori di 4 ... ma questa è un'altra storia

 

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beppe.roncari
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Messaggio#13 » giovedì 16 aprile 2015, 14:42

Grande! ;-)

alexandra.fischer
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Messaggio#14 » venerdì 17 aprile 2015, 19:07

Scusami tu, per l'equivoco. Eccoti il commento aggiustato. Qualcosa da raccontare di Marco Roncaccia In questo caso, il Guasto è quello dell’Ispirazione. In questo caso, se è andata a pascolare altrove, lasciando l’autore a soffrire la Sindrome della Pagina Bianca e anche ad affrontare disavventure di tutti i tipi (dalla radiosveglia rotta apposta che si “vendica” portandosi nel Paradiso degli Oggetti Trapassati il quadro elettrico al portaombrelli usato in modo improprio,). Leggere di Scrittura è sempre interessante, qui la resa del senso di panico del Partecipante al Contest è molto particolareggiata. Si sente l’influsso di Mc Carthy e anche di De Lillo. Bello, anzi, bellissimo. Secondo me si vede qualcosa di Buzzati.


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antico
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Messaggio#15 » domenica 19 aprile 2015, 20:15

Ecco il Roncaccia dominatore della LIVE EDITION. Mi hai già dato diverse soddisfazioni, vediamo se mantieni le promesse della premessa...
 
Sì, vero, parti con il trucchetto del parlare di un contest online e della mancanza d'ispirazione e di solito non transigo dalla mia intransigenza nel segare in partenza ogni simile tentativo, però c'è un però ed è rappresentato dal fatto che il racconto si sosterrebbe tranquillamente anche non fosse stato scritto per quest'edizione. Hai voluto scrivere per intrattenere e divertire per quel paio di minuti e ce l'hai fatta, anche e soprattutto aiutato da uno stile maturo che ti permette di piegare ogni trama al tuo volere. Mi sono gustato il racconto, sì. Mi ha divertito. Vero, una volta letto è letto, andato, non c'è da sbarbicarsi il cervello per cercare chissà quali reconditi messaggi, ma non erano quelle le tue intenzioni e io giudico molto i risultati in base alle premesse. Pollice su.

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marco.roncaccia
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Messaggio#16 » domenica 19 aprile 2015, 21:22

Grazie Antico per aver derogato alla tua proverbiale intransigenza e per aver evidenziato il vero spirito del racconto :)

giulio.lepri
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Messaggio#17 » lunedì 20 aprile 2015, 21:39

Eh, la cara vecchia tentazione di scrivere di quanto sia difficile scrivere di quello che si sta scrivendo. Uno scioglilingua? no, solo una battuta per restare in linea con lo spirito del tuo racconto.
Innanzitutto complimenti, ero partito anch'io dicendo "ecco il solito furbetto che prova a fare il simpatico senza ispirazione", e invece freghi tutti, parti in una direzione e... hop! eccoti già saltato da un'altra parte. Divertenti le vicende, molto semplici ma ben gestite in ordine climatico, con l'apice finale della vecchia vicina rompiscatole che rischia di scoprirti.
Non avevo capito benissimo come avevi fatto a rientrare, poi ho letto il dibattito sui raggi dell'ombrello e tutto mi è stato chiaro, ma non mi aveva comunque impedito di gustare il racconto.
Bel lavoro, uno dei migliori sicuramente, ancora non ho deciso la classifica ma c'è odore di podio.
Non mi è piaciuto troppissimo il finale, forse lo avrei chiuso diversamente, ma il risultato è buono e quindi bravo e basta.

viviana.tenga
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Messaggio#18 » mercoledì 22 aprile 2015, 10:58

Ciao Marco,

A livello generale, neanche me convince l'idea di scrivere sul contest (penso a un ipotetico lettore che legge il racconto senza sapere niente di MC: immagino rimarrebbe quanto meno un po' confuso sulla situazione iniziale). C'è però da dire che qui quest'aspetto è del tutto marginale: si potrebbe partire dal momento in cui salta la luce, togliere la frase finale e il racconto starebbe ugualmente in piedi, quindi l'aspetto sul contest è solo un di più a qualcosa di comunque completo.

Per quanto riguarda il nucleo centrale del racconto, ho trovato le disavventure del protagonista di una comicità un po' forzata; o forse, è semplicemente un tipo di comicità che non mi fa particolarmente ridere, quindi è più un problema mio che del racconto.  In ogni caso, lo stile è ottimo e la lettura scorrevole.

torpedocolorado
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Messaggio#19 » giovedì 23 aprile 2015, 12:33

Ciao Ozbo e complimenti per la scelta coraggiosa di raccontare se stessi durante l'atto di esprimere se stessi. Nella teoria dei sistemi sociali l'evidenza immediata è che la società stessa si autodescrive, e non può farne a meno ogni volta che tenta di comunicare. Ovvero selezionare messaggi dal caos, dal noise, dal rumore di fondo indistinto che c'è quando il cursore lampeggia solitario sullo schermo. Poi succede qualcosa, il mondo prende forma e il racconto scorre, raccontando un po' di noi e di un lunedì sera passato a scrivere. Nonostante il finale, un bel racconto, ciao!

jacqueline.nieder
Messaggi: 28

Messaggio#20 » giovedì 23 aprile 2015, 21:39

Qualcosa da raccontare, Marco Roncaccia

Ciao Marco,

il racconto per me è un "ni", mi ha fatto sorridere ma non mi ha convinto molto. Devo dire però che hai una buona padronanza della scrittura, sopratutto nell'accordare lunghezza, lingua e messaggio. In altre parole: il racconto sta nella giusta cornice, è raccontato nel giusto modo e ha un equilibrio interno che si vede. E' quello che è raccontato che è un po' "sbiadito".

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