[B] Gremlins - Eleonora Rossetti

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
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eleonora.rossetti
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[B] Gremlins - Eleonora Rossetti

Messaggio#1 » martedì 14 aprile 2015, 0:49

Li sento. Sono nell’impianto d’aerazione.
Tickle-tickle-tickle.
Li sento, oltre le urla. Oltre la sirena.
 
Sulla Exodus hanno di certo più spazio rispetto a un baracchino alato della Seconda Guerra Mondiale. Lì potevano soltanto attaccarsi al serbatoio e glu-glu-glu, giù il carburante in gola in attesa della solita, banale gara di tiro alla fune coi cavi elettrici.
Questi no. Sono eccitati. Corrono dappertutto. La prospettiva dello spazio profondo doveva essere troppo allettante.
Ma non sono pazienti, no.
Forse è per questo che mi hanno svegliato.
 
“Cole, rapporto!”
La voce di Julie, il comandante, nell’auricolare in dotazione. Poverina, svegliata forse proprio nel mezzo di uno di quei bei sogni erotici di cui amava tanto raccontarmi. Tutti fuori dai bozzoli, come farfalle, e ora in plancia, il belare dell’allarme generale a far loro compagnia.
“Danni su tutto lo scafo! Forse uno sciame di asteroidi, ma l’autoriparazione ha funzionato a dovere!”
“E allora perché cadiamo?”
“La rotta è stata riprogrammata! Tutto è bloccato, anche sul manuale!”
“Alan, dove CAZZO sei?!”
 
Sento Julie piangere invocandomi. Perché? Questo è niente.
Quando dovresti dormire come gli altri, corpo e anima ibernati nella capsula, e invece non succede e ti rendi conto che stai ascoltando il silenzio, quel fottuto silenzio che cristosantobenedetto durerà ANNI, allora sì che c’è da piangere.
Si può anche impazzire, sapete?
Ma io no... no.
Nel silenzio, ho cominciato a sentirli.
 
So che è causa loro. Forse per questo sono usciti allo scoperto, spinti dai sensi di colpa. Li ho sentiti correre
(ting-ting)
sulle pareti, e poi sul soffitto
(tick-tick-tick-tick)
come ragnetti forsennati. Ogni tanto andavano a ritmo, come una ninna nanna. Altre volte, era invece un linguaggio Morse, forte e chiaro.
Vieni!
La navicella non li gradiva affatto. Anche attraverso le palpebre serrate, riuscivo a captare i lampeggianti d’allarme attivarsi di tanto in tanto. Allora si zittivano, per poi ricominciare il loro ballo in quelle che per loro dovevano essere luci da discoteca.
Vieni!
Siete stati voi...
Troppo, troppo, tamburellano. Troppo tempo.
Perché io?
Vieni!
Non posso!
Tickle-tickle-tickle!
Tranquillo, sembrano dirmi. Ci pensiamo noi.
 
Lo hanno fatto. Oggi.
Con un bip e un concerto di luci rosse, finalmente la capsula mi ha rigettato.
Vieni!
Li ho seguiti fino alla plancia.
Tickle-tickle-tickle!
Ho disattivato gli scudi e, oltre il vetro, ho osservato l’immobilità delle galassie e i detriti che sfrecciavano accanto alla fusoliera.
Sotto i miei occhi, un monitor a scandire il countdown.
Centocinquantacinque anni, sessantadue giorni, diciannove ore alla meta.
Troppo, troppo, troppo.
Come dar loro torto?
Tickle-tickle-tickle.
 
Li sento urlare tutti.
L’attesa non sarà lunga. Non più.
Nessuno mi troverà mai prima che la Exodus impatti. Mi nascondo, proprio come loro.
E anche se fosse, perché preoccuparsi?
Mal che vada, so già a chi dare la colpa.


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Filippo Santaniello
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Messaggio#2 » mercoledì 15 aprile 2015, 20:16

Ciao Eleonora,
purtroppo non ho afferrato il senso del tuo racconto, probabilmente perché non me ne intendo di fantascienza, e a differenza del precedente ho apprezzato meno il ritmo nevrotico e tachicardiaco delle frasi. Preferisco una prosa più ariosa e scorrevole. Di sicuro ti sei avvalsa di questa tecnica per trasmettere angoscia e pericolo, ma io mentre leggevo mi sono trovato in difficoltà, come se l'occhio corresse più del senso che tu stessa hai dato alla storia. Mi spiace se il mio giudizio non può essere più preciso di così, sono sicuro che la prossima volta i nostri gusti coincideranno, ciao!

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eleonora.rossetti
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Messaggio#3 » mercoledì 15 aprile 2015, 20:28

Ciao Filippo, grazie per il commento.

In realtà ho voluto affrontare il tema del guasto su due piani: quello originale (la capsula del protagonista narrante che non lo fa "addormentare") e quello del cervello (la pazzia dovuta al dover affrontare l'eternità senza muoversi e da "sveglio", e che rende il protagonista, a sua volta, il "guasto" che causa tutto il resto). La narrazione è delirante proprio per sottolineare questo secondo aspetto ;)

A rileggerci!
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erika.adale
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Messaggio#4 » venerdì 17 aprile 2015, 19:39

Ciao Eleonora,

il tuo racconto mi è piaciuto, a mio parere la scrittura sincopata e ansiogena, in questo caso, ci sta. Devo ammettere però che l'ho gradito anche di più dopo aver letto la spiegazione che hai dato a Filippo: io avevo capito che l'invasione di esseri (Gremlins?) ci fosse realmente, che fossero parassiti delle macchine volanti ( deduzione tratta dal cenno ai baracchini della Seconda Guerra Mondiale) e che avessero in qualche modo tenuto sveglio il protagonista facendolo sbroccare. Invece il tuo intreccio è più fine di così, e si intuisce (o non lo si intuisce e si va in confusione, come ho fatto io) solo alla fine. In generale penso che un racconto non dovrebbe richiedere esplicazioni aggiuntive, ma in questo caso ho il dubbio di essere tonta io...mi riservo di vedere cosa colgono gli altri commentatori.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#5 » venerdì 17 aprile 2015, 20:15

Ciao Erika, grazie del commento!

La spiegazione che ho dato a Filippo era più sulla scelta dello stile, che sono lieta ti sia piaciuto ^_^

Ho cercato invero di giocare su questo concetto, sul fatto che fino all'ultimo non si capisce se questi Gremlins siano veri o meno (anche se dall'azione finale spero di aver fatto intuire abbastanza quanto Alan sia diventato folle e senza più controllo ;) ); mi divertiva troppo l'idea di questi demonietti pestiferi come proiezione della frustrazione e della rabbia di Alan che si ritrova condannato e che quindi trova la sua giustificazione nel condannare anche gli altri.

Alla prossima e grazie ancora!

 
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alphaorg
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Messaggio#6 » sabato 18 aprile 2015, 13:26

Ciao Eleonora, le onomatopeie donano musicalità e ritmo a questo racconto, che oscilla tra il lirico e l'onirico. Detto questo, anche tenendo conto della licenza poetica finale, rimangono alcune perplessità sul senso del racconto. Perché di prosa si tratta mentre questo sembra il testo di una canzone, da interpretare.

Ti segnalo un paio di questioni:
Sento Julie piangere invocandomi. Perché? Questo è niente.
Quando dovresti dormire come gli altri, corpo e anima ibernati nella capsula, e invece non succede e ti rendi conto che stai ascoltando il silenzio, quel fottuto silenzio che cristosantobenedetto durerà ANNI, allora sì che c’è da piangere.

Sente il pianto di Julie, ma afferma che stà ascoltando il silenzio.

In questo caso invece sono un po' pedante:
E allora perché cadiamo?”

Il concetto di caduta vale quando si è attratti da una massa (pianeta, stella, etc...), peraltro rende l'idea e nella concitazione degli eventi ci può anche stare un uso improprio del termine ;)

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eleonora.rossetti
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Messaggio#7 » sabato 18 aprile 2015, 13:33

Ciao alphaorg, grazie del commento ^^

Rispondo al volo:
Sente il pianto di Julie, ma afferma che stà ascoltando il silenzio.

In realtà, come scritto al principio, lui sente le urla e la sirena (ha l'auricolare appunto). Il silenzio l'ha sentito prima, quando era ancora nella capsula, ibernato ma "sveglio", un silenzio e un'eterna attesa che appunto lo farà uscire di senno.

Sul fatto di cadere il senso è proprio quello, Alan dice alla fine che tra non molto la Exodus impatterà (non ho aggiunto "sul pianeta" perché mi sembrava davvero da infodump) quindi è giusto dire il termine "cadere".

Se non si è capito dal racconto my fault, ma almeno lo preciso qui per la tua comprensione ^^

Alla prossima!

 

 

 
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ceranu
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Messaggio#8 » sabato 18 aprile 2015, 21:53

racconto difficile, sia nelle intenzioni che nello sviluppo. Il ritmo forsennato trascina il lettore fino alla fine, ma non gli da il tempo di raccogliere le idee per capire cosa stia realmente succedendo. Ho dovuto leggere più volte il racconto e, ciò nonostante, senza le tue spiegazioni sarei rimasto perplesso. Credo che la colpa sia da ricercare nelle intenzioni, è capitato più volte anche a me di provare a far passare più messaggi insieme, e alla fine il risultato è sempre quello di confondere il lettore. In così poche battute bisogna andare dritti al punto, cercando di essere il più chiaro possibile.
Sei brava e questo non è in discussione, ma questa volta manca qualcosa.
Ciao e alla prossima.

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antico
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Messaggio#9 » martedì 21 aprile 2015, 9:43

Ecco la due volte vincitrice di Minuti Contati Eleonora Rossetti, una abituata alle pugne, lo si capisce al volo quando la vedi arrivare ai LIVE di Minuti Contati con spada e scudo...
 
Idea molto buona, ma realizzazione un pelo faticosa. Ho dovuto rileggerlo più volte per riuscire a imbastire un commento che mi soddisfacesse. Sono giunto alla conclusione che il meccanismo s'incricca proprio nel momento topico, ovvero quando accade il guasto che permette al protagonista di muoversi e sabotare la nave: non è abbastanza in risalto, troppo simile a quanto precede. Anche in un altro punto c'è uno stridio, dove accenni alla seconda guerra mondiale, porti troppo l'attenzione sui gremlins, che tra l'altro evochi attraverso il titolo e mai più, furbo espediente, ma almeno per me fastidioso in quanto vai a toccare mostriciattoli pop citando direttamente il titolo di due film. Insomma, l'ottima idea viene confusa più volte nella mente del lettore e il momento topico passa quasi inosservato. Però è racconto meritevole di LAB (che se non sai cos'è, lo saprai a breve). Pollice ni tendente al giù a questo giro per te.

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patty.barale
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Messaggio#10 » mercoledì 22 aprile 2015, 11:45

CIao Eleonora, ben ritrovata!

Come ti ho già detto, io e la fantascienza siamo due estranei, ma, a differenza del racconto che hai scritto al live, questo non mi ha entusiasmato.

Il motivo? Nonostante mi piaccia molto il tuo stile scarno e essenziale, ho dovuto rileggere più volte per capire (lo so, sono un po' lenta di comprendonio!) e questo è un elemento che mi fa scendere il gradimento (modello calzino bianco della pubblicità del Cynar!)

Sorry!

 

Alla prossima!

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eleonora.rossetti
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Messaggio#11 » mercoledì 22 aprile 2015, 11:57

@Ceranu, @Antico, @Patty: anzitutto grazie dei commenti, scusate se rispondo solo ora ma ho avuto (e ho ancora) una settimana lavorativa d'inferno.

Terrò a mente i vostri consigli, a quanto pare la storia (già contorta di suo) mi è uscita fin troppo contorta dalla tastiera e anziché tenervi col fiato sospeso vi ho soltanto confuso ^_^ lo ammetto, ho un debole per le trame in cui non capisci fino all'ultimo se una cosa è vera o falsa (se avete presente Shutter Island sapete cosa intendo).

 

Pazienza, a sto giro è andata così, un po' complice anche la fretta (vado a vendicarmi sulle formiche! maledette!). La prossima volta vedrò di far meglio!
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alberto.dellarossa
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Messaggio#12 » mercoledì 22 aprile 2015, 14:55

Ciao Eleonora. Ottima idea e mi è piaciuto molto anche lo stile, serrato e ansiogeno. Si assiste alla costruzione del quadro di follia indotta del protagonista, con gli eventi che sono conseguenza del guasto. Purtroppo la prosa in diversi punti risulta un po' difficoltosa, così come lo sono alcune sequenze narrative. Insomma, ottimo setting, stile assolutamente adeguato. Maggior respiro (in termini di battute) e una riscrittura e ci sono delle ottime potenzialità per un pezzo di tutto rispetto.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#13 » giovedì 7 maggio 2015, 22:10

Mi è piaciuto il ritmo che hai dato al tuo racconto, attraverso i suoni onomatopeici dei Gremlins (peccato che tu non li abbia mostrati con una descrizione. Io penso a quelli del film). Anche la narrazione in breve dell'incidente alla navicella Exodus è molto ben reso. Il punto forte è indubbiamente l'atmosfera, mi ha fatta pensare a Martin Mystère. Io ho trovato questo modo di scrivere parecchio istruttivo. Cattura l'attenzione del lettore e anche i dialoghi rendono bene l'angoscia dei personaggi alle prese con un sonno interrotto quando sarebbe dovuto durare oltre un secolo. Ma i Gremlins non ci stanno. Insolito il paragone Exodus-baracchino della Seconda Guerra Mondiale. Un appunto: da dove vengono i Gremlins? Che gliene importava del viaggio della nave? Ecco una spiegazione che manca. Per il resto, brava.

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