L'odissea dei tempi moderni di LordMax
Inviato: sabato 18 novembre 2017, 19:26
"Buongiorno dottore, grazie per avermi ricevuto con così poco preavviso" dice l'uomo.
"L'ho sentita particolarmente agitato, sono a sua disposizione. Si sieda intanto, prende qualcosa? Le posso offrire un tè?"
"No, non so, forse. Grazie." risponde l'uomo sedendosi a disagio sulla poltrona. Dall’appendiabiti lo guardavano il suo cappello e mantello mentre il bastone occhieggiava dal portaombrelli.
Il dottore chiama l'infermiera con l'interfono e chiede che porti del tè poi torna a osservare l'uomo davanti a sé "Ma prego, mentre aspettiamo mi racconti, si sfoghi liberamente" dice.
"Dottor Cécht sono disperato. Veramente disperato. Non so più come fare. Ho veramente bisogno del suo aiuto" dice l'uomo ingobbito nella poltrona.
"Suvvia, a tutto c'è una soluzione mi creda. Beva un sorso di tè e mi racconti dall'inizio" dice mentre l'infermiera posa un vassoio con tazze e teiera fumante sulla scrivania del dottore.
"Il problema è questa società moderna", l'uomo fa una pausa osservando la giovane infermiera che si allontana "le persone hanno perso il senso della misura, non hanno più timore delle proprie azioni, delle conseguenze. Io sono disperato", l'uomo si alza dalla poltrona e si dirige verso l'ampia vetrata da cui si vede la città.
"Tutto è iniziato molti anni fa" continua, "la prima volta che qualcuno ebbe il coraggio di avvicinarsi così tanto alla mia casa fu per parlare con una persona ma non ebbe il coraggio di entrare, restò sulla soglia. Poi tornò alla sua dimora e alla sua famiglia, anche se odiato da tutti aveva rispetto. Poi le cose precipitarono, prima arrivano questi presunti eroi" dice l'uomo stringendo il pugno e voltandosi verso il dottore. "Andava ancora bene, erano pochi e timorosi a quel tempo. Qualcuno morì nell'impresa e ben pochi si arrischiavano. Poi arrivò quel tale, quell'italiano e da lì non ho più avuto pace, si è sparsa la voce che basta essere degli artisti per poter entrare e uscire capisce" l'uomo parla con lo sguardo perso come se rivedesse gli eventi.
"Stiamo parlando di molti anni fa, dico bene? Cosa è cambiato nel frattempo?" chiede il dottore prendendo appunti.
"Da quel momento è un via vai continuo di gente. Dopo che quel Dante ha sparso la voce tutti vogliono visitare casa mia. Tutti pretendono di entrare e uscire come se nulla fosse. Come se io non aspettassi altro che di sentire le loro pagliacciate per concedere chissà quali favori" dice con voce irosa l'uomo. Poi, come ripensandoci, torna a sedersi.
"Come se non bastasse mia moglie è contenta" dice con voce quasi tremante "dice che avere in giro qualche artista che canta e balla porta un po' di vita in casa. Porta vita in casa capisce. Ora poi anche Eaco è impazzito e si è fatto convincere da Kora a lasciare le porte aperte, proprio lui che ha le chiavi di casa, capisce dottore", l'uomo ha lo sguardo triste "così basta aggirare i cani e chiunque può entrare e uscire a suo piacimento. La casa è sempre piena di cantanti, giocolieri, poetastri, gorgogliatori incomprensibili, tutti convinti che basta fare due versi o due moine per avere diritto a chissà quali trattamenti di favore" racconta l'uomo con voce mesta tenendosi la testa fra le mani.
"Un bel problema in effetti. Ma sappiamo che non è così facile raggiungere la sua dimora, è nascosta, lontana, ben difesa e protetta, come possono esserci così tanti intrusi?" chiede il dottore.
"Mia moglie. Tutto è iniziato con mia moglie di ritorno dalla madre. Aveva parlato con quella sua amica Feronia, anche lei italiana, sono gli italiani il mio problema. Mia moglie, dicevo, è tornata a casa con delle strane idee e quando ha visto tutti questi intrusi si è illuminata, ha iniziato a parlare di liberare la servitù, di cambiare le strade e via dicendo. Caronte si è lasciato convincere. Ora vuole aprire una agenzia viaggi, 'i viaggi che non dimenticherete mai' vuole chiamarla. E traghetta chiunque. Follia. E vuole tenere i prezzi al minimo per avere più clienti, un paio di monete a viaggio dice, racconta di avere un mentore che gli sta insegnando i trucchi dell'economia. Io non so più cosa fare" racconta l'uomo con voce disperata.
"Capisco molto bene il problema. Ha già provato a cercare consiglio fra i suoi amici. È possibile che qualcuno abbia avuto problemi simili" dice il dottore.
"Amici dice? Serpi li chiamerei. Osiride non smette di ridere ogni volta che gli parlo e Nergal dice che è colpa mia perché non so farmi ubbidire da mia moglie. L'unico che mi capisce è Yama circondato dai suoi servitori mai soddisfatti ma è messo peggio di me" racconta l'uomo mentre posa la sua coppa di tè.
"Dobbiamo analizzare con attenzione la situazione e trovare una soluzione che sia funzionale per tutti. Ma mi sembra di capire che la situazione è peggiorata di recente o sbaglio? Mi racconti" chiede il dottore incuriosito.
"Vede, all'inizio era solo fastidioso. Di tanto in tanto arrivava qualcuno a disturbare ma non ci si faceva troppo caso, la maggior parte moriva nell'impresa. Ora le cose stanno precipitando. Prima sono arrivati i cantanti lirici, poi i musicisti con i loro valzer e balli vari a portare soqquadro ma andavano per lo più nei campi Elisi e risparmiavo il costo delle orchestre. Poi sono arrivati con il jazz e il blues, musiche struggenti e malinconiche e quelle andavano abbastanza bene, li mandavo nel Tartaro o nei campi del Dolore. Ora tutto è precipitato. Già il rock è chiassoso e disturba sia le anime del Tartaro sia quelle del prato degli Asfodeli ma poi, poi sono arrivati con quella insopportabile musica pop, gli italiani, sempre loro, con quella loro cosa melodica che per poco mi scoppia una rivolta con le canzoni di quell’Angelo lì, come si chiama; e infinite il rap. Il rap è terribile, terrorizza tutti, anche quelli che dimorano nei campi del Pianto. Si figuri che un giorno è arrivato uno di questi eroi, vestito che sembrava più un giullare o un barbone che un guerriero e mi ha salutato dicendo "Yo Capo". Ho dovuto chiamare Ermes per farmi spiegare cosa significava" dice l'uomo scuotendo il capo. "E non basta. Mia moglie. Mia moglie è entusiasta di questa cosa. Mi ha regalato uno stupido cappello con una scritta incomprensibile, una lingua dei barbari del nord che dice "OBEY". Ho dovuto uscire dall'Ade per scoprire che significa obbedire. A me! Ha regalato a me un cappello con la scritta obbedire. E vorrebbe andassi in giro con una grossa e scomoda collana di oro grezzo con la scritta YO sopra, qualsiasi cosa voglia dire non lo voglio fare" dice in tono accorato l'uomo.
"Non mi parli del rap, quella cosa insulsa piace moltissimo anche a mia figlia Étan. Meno male che almeno gli altri, i maschi, hanno la testa a posto e si sono dedicati anche loro alla medicina. Mia figlia invece è sempre con la testa fra le nuvole e ora vuole fare la compositrice" dice il dottore complice.
"Riesce a immaginare cosa direbbero i miei amici se mi vedessero ridotto così. Osiride potrebbe morire dal ridere e Nergal togliermi il saluto. Per non parlare dei miei fratelli. Ma io lo so che è quella megera di mia suocera che fomenta mia moglie. Mi ha sempre odiato, sempre. Farebbe di tutto per screditarmi"
"Capisco benissimo. Ma torniamo a noi" dice il dottore, "Vedo uno schema in quello che mi ha raccontato. Se ho ben capito la situazione è peggiorata nel corso degli anni e via via lei ha concesso ai suoi sottoposti notevoli libertà. Sono certo che apprezzino molto il suo comportamento ma ha pensato di riunirli e parlare con loro della situazione. Spiegare cosa sta accadendo e come questo sta minando la sua credibilità e di conseguenza anche la loro? Forse è sufficiente parlare con i suoi collaboratori in modo franco e risoluto per impedire il degenerare della situazione" dice il dottore mentre osserva Ade adagiato nella poltrona con le mani a massaggiare le tempie.
Ade non dice nulla, come se stesse meditando "Sì! Ha ragione. Ha perfettamente ragione. Devo riprendere in mano la situazione. Ripristinare le antiche regole e infliggere le punizioni a chi ha mancato. Rivolterò il mio regno, punirò chi mi ha mancato di rispetto e riprenderò le redini del gioco. Mia moglie sarà fiera di me e della mia forza e al diavolo mia suocera e le sue manie di protagonismo" conclude Ade tonante.
"Suvvia. Forse mi sono espresso male. Forse una azione così dura e repentina potrebbe essere controproducente. Come ha già notato anche lei i tempi sono cambiati. Non vorrà certo che possano pensare di organizzare uno sciopero e aprire un tavolo sindacale. Guerre sono state perse per molto meno. Le suggerisco di muoversi in modo più cauto. Ecco, guardi, le prescrivo queste pastiglie di Xanax che la aiuteranno a vedere la vita in modo meno tragico" dice il dottore porgendo la ricetta al povero Ade.
"L'ho sentita particolarmente agitato, sono a sua disposizione. Si sieda intanto, prende qualcosa? Le posso offrire un tè?"
"No, non so, forse. Grazie." risponde l'uomo sedendosi a disagio sulla poltrona. Dall’appendiabiti lo guardavano il suo cappello e mantello mentre il bastone occhieggiava dal portaombrelli.
Il dottore chiama l'infermiera con l'interfono e chiede che porti del tè poi torna a osservare l'uomo davanti a sé "Ma prego, mentre aspettiamo mi racconti, si sfoghi liberamente" dice.
"Dottor Cécht sono disperato. Veramente disperato. Non so più come fare. Ho veramente bisogno del suo aiuto" dice l'uomo ingobbito nella poltrona.
"Suvvia, a tutto c'è una soluzione mi creda. Beva un sorso di tè e mi racconti dall'inizio" dice mentre l'infermiera posa un vassoio con tazze e teiera fumante sulla scrivania del dottore.
"Il problema è questa società moderna", l'uomo fa una pausa osservando la giovane infermiera che si allontana "le persone hanno perso il senso della misura, non hanno più timore delle proprie azioni, delle conseguenze. Io sono disperato", l'uomo si alza dalla poltrona e si dirige verso l'ampia vetrata da cui si vede la città.
"Tutto è iniziato molti anni fa" continua, "la prima volta che qualcuno ebbe il coraggio di avvicinarsi così tanto alla mia casa fu per parlare con una persona ma non ebbe il coraggio di entrare, restò sulla soglia. Poi tornò alla sua dimora e alla sua famiglia, anche se odiato da tutti aveva rispetto. Poi le cose precipitarono, prima arrivano questi presunti eroi" dice l'uomo stringendo il pugno e voltandosi verso il dottore. "Andava ancora bene, erano pochi e timorosi a quel tempo. Qualcuno morì nell'impresa e ben pochi si arrischiavano. Poi arrivò quel tale, quell'italiano e da lì non ho più avuto pace, si è sparsa la voce che basta essere degli artisti per poter entrare e uscire capisce" l'uomo parla con lo sguardo perso come se rivedesse gli eventi.
"Stiamo parlando di molti anni fa, dico bene? Cosa è cambiato nel frattempo?" chiede il dottore prendendo appunti.
"Da quel momento è un via vai continuo di gente. Dopo che quel Dante ha sparso la voce tutti vogliono visitare casa mia. Tutti pretendono di entrare e uscire come se nulla fosse. Come se io non aspettassi altro che di sentire le loro pagliacciate per concedere chissà quali favori" dice con voce irosa l'uomo. Poi, come ripensandoci, torna a sedersi.
"Come se non bastasse mia moglie è contenta" dice con voce quasi tremante "dice che avere in giro qualche artista che canta e balla porta un po' di vita in casa. Porta vita in casa capisce. Ora poi anche Eaco è impazzito e si è fatto convincere da Kora a lasciare le porte aperte, proprio lui che ha le chiavi di casa, capisce dottore", l'uomo ha lo sguardo triste "così basta aggirare i cani e chiunque può entrare e uscire a suo piacimento. La casa è sempre piena di cantanti, giocolieri, poetastri, gorgogliatori incomprensibili, tutti convinti che basta fare due versi o due moine per avere diritto a chissà quali trattamenti di favore" racconta l'uomo con voce mesta tenendosi la testa fra le mani.
"Un bel problema in effetti. Ma sappiamo che non è così facile raggiungere la sua dimora, è nascosta, lontana, ben difesa e protetta, come possono esserci così tanti intrusi?" chiede il dottore.
"Mia moglie. Tutto è iniziato con mia moglie di ritorno dalla madre. Aveva parlato con quella sua amica Feronia, anche lei italiana, sono gli italiani il mio problema. Mia moglie, dicevo, è tornata a casa con delle strane idee e quando ha visto tutti questi intrusi si è illuminata, ha iniziato a parlare di liberare la servitù, di cambiare le strade e via dicendo. Caronte si è lasciato convincere. Ora vuole aprire una agenzia viaggi, 'i viaggi che non dimenticherete mai' vuole chiamarla. E traghetta chiunque. Follia. E vuole tenere i prezzi al minimo per avere più clienti, un paio di monete a viaggio dice, racconta di avere un mentore che gli sta insegnando i trucchi dell'economia. Io non so più cosa fare" racconta l'uomo con voce disperata.
"Capisco molto bene il problema. Ha già provato a cercare consiglio fra i suoi amici. È possibile che qualcuno abbia avuto problemi simili" dice il dottore.
"Amici dice? Serpi li chiamerei. Osiride non smette di ridere ogni volta che gli parlo e Nergal dice che è colpa mia perché non so farmi ubbidire da mia moglie. L'unico che mi capisce è Yama circondato dai suoi servitori mai soddisfatti ma è messo peggio di me" racconta l'uomo mentre posa la sua coppa di tè.
"Dobbiamo analizzare con attenzione la situazione e trovare una soluzione che sia funzionale per tutti. Ma mi sembra di capire che la situazione è peggiorata di recente o sbaglio? Mi racconti" chiede il dottore incuriosito.
"Vede, all'inizio era solo fastidioso. Di tanto in tanto arrivava qualcuno a disturbare ma non ci si faceva troppo caso, la maggior parte moriva nell'impresa. Ora le cose stanno precipitando. Prima sono arrivati i cantanti lirici, poi i musicisti con i loro valzer e balli vari a portare soqquadro ma andavano per lo più nei campi Elisi e risparmiavo il costo delle orchestre. Poi sono arrivati con il jazz e il blues, musiche struggenti e malinconiche e quelle andavano abbastanza bene, li mandavo nel Tartaro o nei campi del Dolore. Ora tutto è precipitato. Già il rock è chiassoso e disturba sia le anime del Tartaro sia quelle del prato degli Asfodeli ma poi, poi sono arrivati con quella insopportabile musica pop, gli italiani, sempre loro, con quella loro cosa melodica che per poco mi scoppia una rivolta con le canzoni di quell’Angelo lì, come si chiama; e infinite il rap. Il rap è terribile, terrorizza tutti, anche quelli che dimorano nei campi del Pianto. Si figuri che un giorno è arrivato uno di questi eroi, vestito che sembrava più un giullare o un barbone che un guerriero e mi ha salutato dicendo "Yo Capo". Ho dovuto chiamare Ermes per farmi spiegare cosa significava" dice l'uomo scuotendo il capo. "E non basta. Mia moglie. Mia moglie è entusiasta di questa cosa. Mi ha regalato uno stupido cappello con una scritta incomprensibile, una lingua dei barbari del nord che dice "OBEY". Ho dovuto uscire dall'Ade per scoprire che significa obbedire. A me! Ha regalato a me un cappello con la scritta obbedire. E vorrebbe andassi in giro con una grossa e scomoda collana di oro grezzo con la scritta YO sopra, qualsiasi cosa voglia dire non lo voglio fare" dice in tono accorato l'uomo.
"Non mi parli del rap, quella cosa insulsa piace moltissimo anche a mia figlia Étan. Meno male che almeno gli altri, i maschi, hanno la testa a posto e si sono dedicati anche loro alla medicina. Mia figlia invece è sempre con la testa fra le nuvole e ora vuole fare la compositrice" dice il dottore complice.
"Riesce a immaginare cosa direbbero i miei amici se mi vedessero ridotto così. Osiride potrebbe morire dal ridere e Nergal togliermi il saluto. Per non parlare dei miei fratelli. Ma io lo so che è quella megera di mia suocera che fomenta mia moglie. Mi ha sempre odiato, sempre. Farebbe di tutto per screditarmi"
"Capisco benissimo. Ma torniamo a noi" dice il dottore, "Vedo uno schema in quello che mi ha raccontato. Se ho ben capito la situazione è peggiorata nel corso degli anni e via via lei ha concesso ai suoi sottoposti notevoli libertà. Sono certo che apprezzino molto il suo comportamento ma ha pensato di riunirli e parlare con loro della situazione. Spiegare cosa sta accadendo e come questo sta minando la sua credibilità e di conseguenza anche la loro? Forse è sufficiente parlare con i suoi collaboratori in modo franco e risoluto per impedire il degenerare della situazione" dice il dottore mentre osserva Ade adagiato nella poltrona con le mani a massaggiare le tempie.
Ade non dice nulla, come se stesse meditando "Sì! Ha ragione. Ha perfettamente ragione. Devo riprendere in mano la situazione. Ripristinare le antiche regole e infliggere le punizioni a chi ha mancato. Rivolterò il mio regno, punirò chi mi ha mancato di rispetto e riprenderò le redini del gioco. Mia moglie sarà fiera di me e della mia forza e al diavolo mia suocera e le sue manie di protagonismo" conclude Ade tonante.
"Suvvia. Forse mi sono espresso male. Forse una azione così dura e repentina potrebbe essere controproducente. Come ha già notato anche lei i tempi sono cambiati. Non vorrà certo che possano pensare di organizzare uno sciopero e aprire un tavolo sindacale. Guerre sono state perse per molto meno. Le suggerisco di muoversi in modo più cauto. Ecco, guardi, le prescrivo queste pastiglie di Xanax che la aiuteranno a vedere la vita in modo meno tragico" dice il dottore porgendo la ricetta al povero Ade.