Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo novembre sveleremo il tema deciso da Franco Forte. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Franco Forte assegnerà la vittoria.
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Vastatio
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Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#1 » sabato 18 novembre 2017, 22:56

- Non aver paura, cosa vedi?
La ragazza aprì gli occhi - Buio.
- Lasciati andare. Fai un respiro profondo.
Chiuse le palpebre e inspirò senza fretta. Usa la pancia.
- Bravissima, cosa vedi adesso?
Le mani si serrarono di scatto, ma non c’erano appigli sul liscio metallo - Morte.

***

- Non capisco cosa cerchi di dimostrare. - Irene si appoggiò allo schienale della sedia mentre con lo sguardo cercava di evitare la dozzina di fogli sparsi sulla sua scrivania, pieni di calcoli che Veronica aveva insistito a spiegarle negli ultimi tre quarti d’ora.
L’amica la fissò svuotando i polmoni in un sospiro molto poco educato - Da quando sei diventata così lenta a seguire due conti?
Irene sollevò un braccio roteando il polso con indice e medio protesi. Il sistema di registrazione della stanza si mise in standby, cancellò l’intera conversazione e la sostituì con una rielaborazione fittizia attingendo allo storico in memoria.
- E’ chiaro come i Soli dove vuoi arrivare: LA ROTTA E’ SBAGLIATA. Una manciata di fogli pieni di numeri non ti aiuterà a confutare il piano di volo stabilito dal computer di bordo. - Afferrò uno dei fogli in cui una equazione era stata cancellata e riscritta per sbatterlo in faccia alla donna - Lui non sbaglia!
Veronica glielo strappò di mano e cominciò a raccogliere gli altri dalla scrivania, senza curarsi dell’ordine.
- E’ una correzione. O vuoi forse dirmi che la nave non corregge mai la rotta? Sono stati così precisi trecento anni fa da prevedere ogni detrito sulla nostra strada?
Irene sentì lo stomaco contrarsi, non voleva litigare con la sua amica, forse l’unica che le era rimasta o che aveva mai avuto, ma aveva paura ad andare avanti.
- No, non hanno previsto tutto. Non hanno previsto gli attacchi dei Rixil, ma ci hanno fornito i mezzi per affrontare ogni emergenza che hanno potuto immaginare.
- La rotta è sbagliata! I miei calcoli lo provano.
Irene si alzò di scatto picchiando il pugno sul tavolo, gli anelli di comando risuonarono sulla superficie di plastacciaio. - Non porterò i tuoi fogli davanti al Nucleo, ci ricopriremo di ridicolo entrambe. Avrebbero più possibilità di attirare la loro attenzione i Predicatori del Vuoto, con la ridicola teoria dei buchi neri a matrioska, che tu con un errore di calcolo dei computer di analisi della Vecchia Terra e della Nave.
Cercati un uomo, sfogati ed usa il tuo cervello per qualcosa di più utile alla Colonia che a cercare falle che non esistono.

Veronica aprì la bocca per ribattere, ma si limitò ad emettere un grugnito disgustato. Girò sui tacchi e uscì dall’ufficio del Supervisore.
Irene sprofondò nella sedia, la sintopelle si adattò al cambio di posizione per assicurarle il massimo comfort. La porta si richiuse silenziosa, lasciandola sola. Un segnale acustico segnalò che il sistema di registrazione era di nuovo attivo.

***

- Cosa vedi?
La ragazza serrò con forza le palpebre - Non voglio più farlo.
- Lo so, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto.
- Cosa cambierà dall’ultima volta?
- Abbiamo apportato delle modifiche.
- Che tipo di modifiche?
- La nave ha difese attive e passive migliorate.
La ragazza aprì gli occhi e scrutò nel buio - Non sono bastate. Morte.

***


Veronica attraversò i corridoi in silenzio. Aveva allungato il tragitto dal Centro Comando all’Università per far sbollire la rabbia. Quell’idea almeno aveva funzionato.
Era stata una stupida a credere che Irene l’avrebbe ascoltata, da quando era entrata nella dirigenza non si erano quasi più frequentate, assorbita dalla nuova vita sovraccarica di impegni.
- Non vedi che è occupata?
Veronica trasalì, l’abitudine degli ultimi mesi l’aveva guidata dritta in Sala Ricercatori e alla postazione che usava di solito.
- Scusa, ero sovrappensiero. - Riuscì a dire alla sconosciuta mentre sfiorava il biochip sul polso per riattivare il Link ai sistemi dell’Università.
Non c’era da stupirsi che la sua postazione usuale fosse occupata: per quanto il giorno sulla Nave Colonia venisse diviso in tre cicli da dieci ore, l’Università utilizzava una sua turnazione interna su sei ore e non era concesso occuparne più di due. L’appuntamento con Irene e il display dell’orologio interno segnalava le 3.45 TC, in pieno quarto turno Universitario. Uno sguardo veloce ai presenti le confermò che, forse, conosceva di vista un paio di loro, intravisti magari al cambio del primo turno, quello a cui di solito iniziava lei a lavorare.

Cercò una scrivania libera e si sedette sulla sedia. I sensori sotto la superficie riflettente della postazione rilevarono il suo codice di accesso e iniziarono a caricare l’ultima configurazione.
Sui tre schermi olografici presero vita le formule e i grafici del giorno precedente, oltre a una rappresentazione schematica della rotta attuale della loro Nave Colonia IT-142 che si stava dirigendo verso la stella ITACA1037. Solo che quella non era ITACA1037.




***

- Chiusa la questione del budget per il progetto ITACA, il terzo punto prevede la valutazione del soggetto 142. - Il segretario tirò una riga sulla seconda voce della lista degli argomenti della giornata. Non sarebbero riusciti ad affrontarne nemmeno la metà. - Secondo la relazione, protocollo #342, non è più ritenuto affidabile. - Il segretario riassunse in cinque parole le oltre ventisette pagine di relazione che, a parte forse il responsabile del progetto ITACA, nessun altro dei presenti aveva letto.

- Non vedo cosa ci sia da discutere al riguardo. Se c’è una relazione al riguardo io direi di passare al punto successivo e…
- Sfortunatamente, - lo interruppe il segretario schaicciando un pulsante al suo fianco - il suo responsabile ritiene la relazione incompleta.
L’azionista che era stato interrotto si girò a fissare la porta che si stava aprendo per lasciar passare un uomo.
Il nuovo arrivato si sistemò sulla sedia che gli venne indicata dal segretario con un cenno del braccio.
- Il responsabile del soggetto 142 potrà ora spiegare all’assemblea la situazione. - Concluse il segretario.


***

- Un nuovo attacco? - Veronica fissava con disappunto la porta del suo alloggio che non voleva lasciarla uscire.
- Così sembra. - La voce impastata della sua coinquilina le giunse dalla cucina, insieme all’odore del caffé istantaneo.
- E quando è cominciato?
- Mentre eri sotto la doccia.
- Oh per la miseria!
- Già, e sembra anche bello grosso. Conviene che ti metti comoda.
Veronica si avvicinò alla cucina e sbirciò lo schermo che era acceso sul canale delle notizie. I numeri delle navette Rixil erano sopra la media abituale.
- Ti dispiace se…
- Tranquilla, - la interruppe mentre addentava un biscotto - oggi è il mio giorno di riposo e puoi fregarti tu tutta la banda di collegamento, ho già chiamato Diego per sapere se anche il suo battaglione era coinvolto.
- Diego? Non stavi con… vabbé lasciamo perdere. Grazie.
Veronica tornò in sala e si sedette alla console, inserì le sue credenziali e, dopo un tempo spropositato rispetto a quello di una postazione in Università, vide comparire sullo schermo olografico il suo lavoro.
In caso di attacco anche l’Università offriva supporto agli Echatoncheiros, i soldati che comandavano i droni di difesa all’esterno della nave, fornendo la potenza di calcolo necessaria alle IA di supporto e l’accesso di una ricercatrice come lei finiva in coda alle priorità.
- Per quando hai l’incontro con la tua amica?
- L’ho avuto ieri, ma non è andato affatto come speravo.
- Ah, mi spiace. - La sua coinquilina la fissava con la tazza del caffé in mano. - Bello quello, l’ho visto l’altro giorno in OloVisione: è Itaca, giusto?
Veronica si girò sorpresa verso la giovane. Vero, la console che avevano in casa non aveva schermi con filtro di sicurezza tarati sulle sue lenti a contatto, quindi anche lei poteva vedere cosa proiettavano.
- Sì, è Itaca. Fa parte del mio lavoro all’università.
La ragazza si avvicinò allo schermo e si piegò in avanti per vedere meglio, sfiorandole la spalla coi capelli. - Quando arriveremo a Itaca?
Veronica la osservò meglio. Non aveva mai pensato sul serio alla sua coinquilina. Le importava solo che pagasse la sua parte e che non fosse troppo indiscreta quando si portava a casa qualcuno: fino ad ora era stata irreprensibile su questi punti.
- In teoria dovremmo arrivarci tra duecentoventitré anni, sette mesi e dodici giorni. Ti risparmio ore e minuti - le rispose indicando il conto alla rovescia che aveva fatto comparire di fianco allo schema della rotta.
- In «teoria» se non ci distruggono prima i Rixil?
Veronica si chiese se era disposta ad accettare di essere presa in giro anche da una cassiera, se si ricordava il lavoro della ragazza, dopo esserlo stata dalla sua ex migliore amica.
- In «teoria» perché non ci arriveremo mai, o meglio, arriveremo a un pianeta che non è Itaca… secondo i miei calcoli. - L’ultima parte era quasi un bisbiglio.
- Ahhh, quindi era questo che sei andata a dire alla tua amica ieri.
- Sì.
- E non ti ha creduto.
- Esatto, ma la cosa è solo più lunga. - Veronica ci aveva pensato tutta la notte e, alla fine, aveva preso una decisione - In effetti lei era la scorciatoia, ora passerò per il consiglio della Facoltà. C’è tempo e… - Veronica si fermò, gli occhi puntati sulla siringa ipodermica in mano alla sua coinquilina.
- Ultimamente spuntate come funghi, è quasi impossibile starvi dietro. - Sorrideva mentre pungeva Veronica sulla coscia - Per fortuna il Supervisore è uan persona intelligente e non crede a certe fantasie.

***

- Cosa vedi?
La ragazza piangeva con gli occhi chiusi - Perché dovrei aiutarvi?
- Perché la Terra sta morendo e dobbiamo trovare uan nuova casa.
- Mi drogate, mi costringete a vedere nel futuro per centinaia di anni e credete che non possa vedere quello che farai tra poco?
Il responsabile del soggetto 142 strinse i denti.
- Ho provato a fargli capire che bisognava pazientare ma…
- Lo so, l’ho visto. - La ragazza che portava il numero 142 codificato sulla tempia aprì gli occhi e guardò l’uomo che aveva davanti. Nel presente. - Ho trovato il pianeta.
L’uomo la fissò a bocca aperta. - Se è così allora posso fermare la loro decisione.
- No, non puoi. - Sospirò - Io non sono ritenuta affidabile. Dovrai trovare un altro modo. Qualsiasi altra destinazione conduce al buio e alla morte. Dammi un foglio.

***

Veronica si svegliò intontita. Il ciclo precedente aveva preso un sonnifero per smaltire la giornataccia. Non voleva pensare al suo incontro con Irene.
Aveva ragione. Stava sprecando tempo dietro a una sua teoria che non poteva essere reale.
Uscì dal suo alloggio, ripensando al primo consiglio che le aveva dato Irene: trovarsi un uomo. La sua coinquilina ne cambiava una ogni settimana, avrebbe potuto chiedere a lei.



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roberto.masini
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#2 » giovedì 23 novembre 2017, 21:45

Due refusi:
1) schaicciando
2) uan
Un bel racconto fantascientifico nel quale, all'ambientazione del futuro, si aggiunge l'inquietante presenza di una veggente del futuro. Il nome della stella non sembra appiccicato per ottenere il bonus ma io suggerirei che la mancata rotta verso ITACA1037 conducesse l'astronave verso un pianeta sconosciuto che si rivelerebbe poi la Terra. Non voglio riprodurre banalmente la trama del "Pianeta delle scimmie" ma introdurre invece il tema del "ritorno" che caratterizza l'Odissea. Capisco che il mio è l'intervento del "lector in fabula" che stravolge forse le intenzioni dell'autore ma mi sembrava una variazione funzionale contemporaneamente alla storia e al bonus.

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maria rosaria
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#3 » venerdì 24 novembre 2017, 14:36

Ciao Roberto.
Non è la prima volta che leggendo un tuo racconto mi perda un po' tra le parole.
Questa volta, però, il perdermi non mi ha infastidito, anzi mi è piaciuto, nel senso che anche se leggendo sapevo che qualcosa mi stava sfuggendo (non so nemmeno io cosa) eppure sono arrivata alla fine curiosa di sapere che fine faceva Veronica e come andava a finire tutto.
Credo che i brani in cui lei è costretta a leggere il futuro vadano meglio strutturati e sviluppati, ad ogni modo il racconto mi è piaciuto e il riferimento all'Odissea, anche nel tuo caso, è presente.
Alla prossima
Maria Rosaria

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Eugene Fitzherbert
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#4 » venerdì 24 novembre 2017, 17:17

Ciao, Roberto,
il tuo racconto mi ha frastornato, non riesco a trovare una parola più pregnante. Ci sono due linee narrative e mezza che si incrociano, una cosa che mi ha ricordato il vecchio Philip Dick: una ricercatrice che mette in dubbio la rotta verso ITACA, a bordo di un astrovascello spaziale che mi ha ricordato tanto quello di Ascension (almeno come concept); Una donna dal nome in codice che fa la veggente sotto l'effetto di droghe; L'ultima mezza trama è quella sul giudizio della donna che non so come interpretare.

In realtà sono due i punti in cui mi perdo un po':
Il primo: mi sfugge il senso di tutta la passeggiata all'università e la sessione al computer. Solo per avere la conferma che la rotta era sbagliata? E poi sbagliata in che senso? Andavano a sbattere su un asteroide? Finivano in un buco nero? Non trovavano niente?

Il secondo: le vicende del Soggetto 142 sono davvero troppo poco approfondite per un personaggio che è così importante ai fini della comprensione del racconto. Dopo il primo accenno nell'introduzione, avresti dovuto presentare di più questa pedina cruciale. Soprattutto per far capire a me lettore perché viene definita poco idonea, che è un giudizio che si basa su parametri che non mi hai fatto conoscere.

Ti dico quello che ho capito, alla fine della fiera, perché così se sono io a essere completamente fuori rotta, saprai tu correggermi:
Il soggetto 142 sta profetizzando tutti gli scenari e gli epiloghi di un viaggio interstellare di oltre trecento anni. In ogni visione, con i parametri che gli fornisce il suo scienziato di riferimento, vede solo la morte. L'unico modo per riuscire a far cambiare il futuro è non permettere a Veronica di modificare la rotta.
Sbaglio?

Comunque, l'ambientazione è molto accattivante, per tutti gli hint che spargi qua e là tra e righe: l'ordinamento sociale, i ritmi circadiani, i culti parareligiosi o pseudoscientifici, le società segrete. L'astronave deve essere un bel posto dove vivere!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#5 » venerdì 24 novembre 2017, 21:49

Ciao. Concordo con quanto detto da Eugene.

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Vastatio
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#6 » sabato 25 novembre 2017, 14:34

Grazie a tutti per i commenti

@Roberto. Il ritorno alla "vecchia terra" lo avevo anche preso in considerazione, ma lo scarterei proprio per l'alto numero di illustri che mi hanno preceduto. Consideriamo che loro cercano comunque di "tornare" a quella che sarà la loro nuova casa. E' una forzatura del "ritorno" di Ulisse a Itaca, ma anche un modo per dare speranza ai "coloni".

@Maria. ehm.. sì, quello che ti sei persa è che le fasi che alterno sono di due linee temporali diverse. Quella che guarda nel futuro è... nel passato.

@Eugene (e @Salvatore che concorda). Grazie, dopo "non si capisce" "mi ha frastornato" entra a pieno titolo nelle mie frasi da dipendeza. Scherzi a parte, sì mi piace incasinare le cose e, sono conscio, che questo possa creare smarrimento.
Quello su cui ti do pienamente ragione è la "mancanza" di quella mezza trama sul giudizio (l'affidabilità della veggente). Volevo aggiungerlo ma mi sono dimenticato (ho scritto il tutto di corsa in tre ore). E per frastornarti di più posso anticiparti che quella mezza trama doveva essere un "estratto" della relazione citata (messa all'inizio o alla fine del racconto. Probabilmente all'inizio, che fa più casino).

Per quanto riguarda i tuoi dubbi:
primo:A cosa serve la passeggiata... mah, fondamentalmente a far vedere un po' di contesto e smorzare la tensione.
secondo: ci sta e hai ragione. Come detto prima manca un pezzetto. Per quanto, col senno di poi, sarebbe molto più efficace se il soggetto fosse il 141 e non il 142... in modo da far incastrare meglio i pezzi e fortificare l'effetto dubbio che voglio si crei nel lettore alla fine. Forse...

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Eugene Fitzherbert
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#7 » domenica 26 novembre 2017, 9:05

Roberto, grazie per la risposta. Questo dimostra solo che il tuo racconto ha un potenziale che deve essere sfruttato: la storia delle veggenti è molto interessante, soprattutto se affrontata in maniera scientifica come hai impostato tu, mettendo dentro un ricercatore e un bel mix di farmaci. Si potrebbe anche intendere che ci sono diverse veggenti e diverse squadre di ricerca e che solo il soggetto 142 ha questo tipo di visioni. Insomma le possibilità sono infinite, già solo espandendo quello che hai già scritto.
E poi, ti ripeto: l'astronave in corsa verso la salvezza è un bellissimo ecosistema da esplorare.

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lordmax
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#8 » lunedì 27 novembre 2017, 3:03

Un bel racconto scifi con linee narrative multiple. Direi che il tema è centrato anche se magari meno il bonus... nonostante l'aver inserito il nome itaca.
L'inizio è leggermente dissociativo, fino al secondo incontro con la prima linea dove finalmente diventa chiara la separazione.
C'è una terza linea appena accennata ed è un peccato perché sarebbe stata molto interessante da seguire.
Mostri bene l'universo narrativo e i possibili incipit sociali e tecnologici cosi da rendere la narrazione perfettamente contestualizzata.
Ci sono alcuni riferimenti alla vita sociale della protagonista che invece restano appesi, non gli dai seguito nonostante la promessa di farlo nelle scene che crei. Un vero peccato.

perseverance
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#9 » lunedì 27 novembre 2017, 23:59

Ciao Roberto,
il tuo racconto ha un'efficace alternanza di flash-back e flash-forward che cattura subito l’attenzione e tiene alto il livello di tensione necessario per lo svolgersi di una trama che disegna differenti futuri comunque carichi di angoscia. La fallibilità delle menti artificiali a confronto con la rigidità di quelle biologiche, tema da sempre caro alla SF, argomento che rischia di imporsi come attualità nel breve. Un solo dubbio: un viaggio di 224 anni (circa) senza ibernazione?
Andrea Montalbo'

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Francesco Capozzi
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Re: Progetto ITACA - Roberto Romanelli

Messaggio#10 » martedì 28 novembre 2017, 22:02

Ciao Roberto, complimenti per il racconto!
devo dire che amo questo tipo di ambientazione, e il modo in cui la descrivi le rende onore.
riesci a non buttare troppa carne a fuoco, lasciando il giusto all'immaginazione e spiegando lo stretto necessario.
mi sono fatto trasportare dal racconto, che mi ha piacevolmente "confuso"
bravo, complimenti!

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