Gelido vuoto

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SalvatoreStefanelli
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Gelido vuoto

Messaggio#1 » lunedì 20 novembre 2017, 23:55

Le luci delle auto scorrono come torrenti impazziti sotto di me. In lontananza lampi azzurri illuminano il tetro colore della notte. Presto arriverà il vento a battere ogni tegola di questa città, ululando tra le mura, accarezzando i miei brividi impazienti.
Io sono il dio della morte, io sono la vendetta. Apro le ali e salto nel vuoto.
Raggiungo il palazzo di fronte. Due piani sotto di me c’è la mia preda, ignara forse del destino che l’aspetta. Eppure, dovrebbe attenderselo dopo quello che ha fatto.
Le finestre dividono due mondi, donando una irrazionale sicurezza a chi vive al di là del vetro. Questa notte s’infrangeranno le certezze, la paura scorrerà sino a terra in un bagno d’oro che presto si colorirà di rosso, e io sarò lì, artefice e spettatore, a godere di un tale spettacolo.
Le mani scivolano lungo la corda, portandomi giù sino al terrazzo di Alberto Ghini, il giudice che ieri ha liberato l’assassino di mia figlia.
Luisa aveva sedici anni, era la gioia fatta persona ed è morta. Abbandonata sul ciglio di una strada, le vesti strappate, il sangue che si era raggrumato tra le sue cosce mentre le dita stringevano una croce. In testa ancora la busta di nailon che l’aveva soffocata mentre cercava di urlare, sul collo i segni dello strangolamento. Il medico legale non aveva saputo dire quale delle due era stata la causa della morte. Sull’asfalto la pioggia batteva forte, le luci delle volanti spandevano un blu stonato tra le gocce. Quando arrivai, chiamato da un collega, mi chinai ad abbracciare la mia bambina prima che la portassero via, i suoi occhi erano morti ancor innanzi che le si fermasse il cuore.
Io sono per il perdono, se chi ha colpa paga e si pente. Ma il giudice Ghini non ammetterà mai di aver sbagliato.
Così come non lo ha ammesso l’assassino; stamani ho goduto nello spezzargli le dita una a una, nell’evirarlo, soffocando le sue urla con uno straccio conficcato sino in fondo al gola.
Pensavo di sentirmi meglio, dopo la sua morte ma non è stato così, anzi: il dolore si è tramutato in rabbia e la rabbia in un odio glaciale. E ora sono qui. Sulla strada dabbasso una volante attende che passi la notte, per concedere il riposo ai suoi occupanti.
Forzare la finestra è uno scherzo. Il lampo illumina il riflesso della mia anima sul vetro e non la riconosco: non sono mai stato io quella, tuttavia solo in questo stato penso possa adempiere al mio destino. Nell’entrare sento delle voci provenire dalla destra, nell’altra stanza qualcuno sta ridendo, sono le risa di una bambina e di una donna, mentre un uomo finisce di raccontare una barzelletta. Ci sa fare con le parole, anche troppo, persino con quelle sbagliate, Giudice Ghini, però la sentenza è stata emessa; l’ha emessa stesso lei, nel momento che ha deciso per la non colpevolezza.
Mi nascondo e attendo, i minuti passano sin troppo lenti. La piccola va finalmente a dormire, ed è quasi mezzanotte. Poco dopo la madre torna in cucina. Sono su di lei, con la mano alla bocca, impedendole di gridare. Cerca di divincolarsi mentre Ghini scatta verso me. Si arresta di blocco davanti alla mia calibro 9.
Mi ha riconosciuto ma sembra non capire il perché. «Liberando l’assassino di mia figlia, l’hai uccisa due volte. Non meriti di vivere ancora».
«Ho una bambina piccola, che dorme di là. Fallo almeno per lei: non ha nessuna colpa».
«Nemmeno mia figlia ne aveva!». Colpisco alla nuca la donna con il calcio della pistola, un colpo deciso, facendola svenire. «Ora siamo solo noi due e voglio vederti in ginocchio implorare perdono, prima di ucciderti».
«Io ho fatto solo il mio dovere».
«In ginocchio!» sussurro in un grido soffocato. «Se si sveglia anche tua figlia, faccio una strage. Chiedi perdono, pezzo di merda!».
«E di cosa dovrei farmi perdonare?» chiede, mentre si china al suolo. «Non c’erano prove sufficienti e sono stato obbligato dalla legge a lasciarlo andare».
«Sii? È così che pensi di cavartela? Allora sappi che io sono obbligato dal cuore a fare questo». Punto la pistola alla sua testa…
«Papà, chi è questo signore?».
«Io sono la morte…».
Il sangue esplode in schizzi che volano verso l’alto. Ghini si è gettato su sua figlia nel gesto disperato di salvarla. Il proiettile lo ha colpito alla spalla qualche centimetro sotto la clavicola.
«Lei no! ti prego…».

«Papà, ti piace uccidere?».
«Non ci può essere piacere nella morte, piccola mia: la morte ti cambia e fa male, altrimenti è follia».
«Allora, perché porti la pistola?»
«Per far rispettare la legge: è il mio lavoro».
«Ti prego, papà, non uccidere nessuno. Non voglio che diventi qualcun altro: ti voglio bene così come sei».
«Va bene, piccola. Te lo prometto».

Le luci scorrono come torrenti impazziti, sempre più carichi di blu elettrico. Il vento sbatte le lacrime contro l’anima. Le mani pesano del sangue del tuo assassino. Non mi sento più un dio. Apro le ali e volo nel vuoto di te.



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antico
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#2 » martedì 21 novembre 2017, 0:02

Ciao Salvatore! Caratteri e tempo rispettati anche per te, buona Andrea Carlo Cappi Edition!

Ps: puoi modificare il racconto fino all'una senza incorrere in malus, ma occhio a non superare il limite caratteri in caso di modifica particolarmente pesante.

alexandra.fischer
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#3 » martedì 21 novembre 2017, 18:58

GELIDO VUOTO di Salvatore Stefanelli Il sangue freddo è quello del tuo protagonista: lo sostiene nella sua vendetta contro il giudice Ghini, colpevole di aver assolto lo stupratore assassino della figlia sedicenne del protagonista per assenza di prove (e prima ancora contro l’assassino stupratore stesso, in una versione del delitto efferata come quella del “Canaro”). Terminata la vendetta, rimane il vuoto, che induce il protagonista al suicidio (il ricordo della voce della bambina è sicuramente quello della figlia e lui è di certo un poliziotto impazzito dal dolore: penso all’indizio della volante descritta dal protagonista con il tono di chi conosce bene quel tipo di lavoro, la mia impressione è stata quella). Bellissima la descrizione iniziale che fa del protagonista un dio-demone della morte.

Attenzione a: stesso lei per lei stesso.

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SalvatoreStefanelli
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#4 » martedì 21 novembre 2017, 21:14

Grazie Alexandra per il commento. Penso che stesso lei e lei stesso si equivalgano in quella frase, però potrei sbagliarmi. Ho visto anche delle virgole lasciate in giro... Chissà se un giorno riuscirò a postare un racconto privo di refusi ed errori?
Grazie ancora.

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roberto.masini
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#5 » venerdì 24 novembre 2017, 18:27

Tragica e cupa storia ben delineata nel dolore insopportabile di un padre. Ma il dio della morte non è un dio: è un uomo come tutti noi e il delitto,per un tutore della legge, può diventare insopportabile. Dall'incipit onnipotente al suicidio tutto è veramente ben descritto. Mi sfugge però il sangue freddo: è un padre vendicatore e disperato che non ha neanche previsto l'intervento della figlioletta del giudice. Per me la conformità al tema del contest è labile. I refusi sono il marchio comune della velocità con cui tutti abbiamo scritto!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#6 » venerdì 24 novembre 2017, 21:57

Ciao Roberto. Grazie del commento. Sai che anch'io ho qualche dubbio sull'aver centrato l'attinenza al tema. Posso solo dirti che ce la vedo nei gesti del protagonista che, per quanto si muova in seguito a dolore e rabbia, agisce con freddezza nell'eliminare coloro che sono la causa delle sue sofferenze. Anche la scelta del suicidio mi dà la sensazione di un gesto compiuto con freddezza e determinazione. Quanto tutto questo c'entri con il sangue freddo, lascio a te a agli altri giudicare.

Gualtiero Bianchi
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#7 » venerdì 24 novembre 2017, 23:39

Questi sono i "miei" racconti. Toccano, smuovono ed infieriscono. Ti costringono a vestire dei panni che bruciano come lava vera. E allora non vi è giudizio che tenga, nessuna critica per quanto razionale ha senso (l'auto-giustizia dovrebbe essere quanto di più distante dalla mente di un tutore della legge).
Stilisticamente si percepisce un eccessivo gap tra la prima parte del racconto, a mio parere troppo ampollosa (capisco il delirio di onnipotenza, ma la frase sulla paura che scorre nel bagno d'oro è davvero eccessiva) e la cruda sintesi dell'irruzione, più appropriata sia all'ideale di poliziotto che al contesto narrativo.
Il dialogo successivo, che immagino interiore con la figlia, chiarifica definitivamente il mismatch avvenuto nella mente del poliziotto, che sovrappone legge e giustizia. Non ho capito in quest'ottica come si coniughi l'affermazione "ti prego papà non uccidere nessuno" nel filo del racconto.
La chiusura sono solo brividi. Vale il prezzo del biglietto ;-)

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SalvatoreStefanelli
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#8 » sabato 25 novembre 2017, 0:58

Grazie Gualtiero. Le tue parole mi hanno vestito di brividi e valgono l'intero prezzo del biglietto (scusa ti rimando le tue stesse parole ma mi son piaciute molto). In effetti nella frase che citi è prevalso il mio senso poetico e visivo della scena, che ha una certa ampollosità. Forse l'aggiusterò, se ne avrò l'occasione, ma, comunque sia, mi piace un casino.
Il dialogo con la figlia è un ricordo vissuto di quando lei era una bambina, un ricordo che implica l'averlo tradito e con questo l'aver ucciso ogni possibile speranza, per cui il gesto finale.
Onorato che ti sia così tanto piaciuto da metterlo al primo posto nella tua personale classifica.

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Linda De Santi
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#9 » domenica 26 novembre 2017, 13:37

Ciao Salvatore!
Il tuo è un bel racconto, ben scritto e piacevole da leggere.
La storia non è originalissima (la trama del protagonista che diventa un vendicatore a seguito di un’ingiustizia commessa dalla legge l’ho già vista e letta diverse volte ;) ), ma penso che tu sia riuscito a renderla bene con uno stile pulito e scorrevole e una buonissima gestione dei tempi drammatici.
Il sangue freddo è quello del protagonista che, pur nella sua disperazione, compie le azioni di vendetta con una metodicità e una glacialità da chirurgo, per cui a mio parere il tema è centrato.
Una buona storia, bravo!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#10 » martedì 28 novembre 2017, 0:12

Grazie, Linda.

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raffaele.marra
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#11 » mercoledì 29 novembre 2017, 23:31

La storia non è molto originale, ma il racconto possiede comunque una coerenza che lo rende interessante fino alla fine. Si nota una forte introspezione psicologica, e di conseguenza il racconto ha il merito di suscitare riflessioni. Lo stile lo trovo un tantino altalenante: si passa spesso da frasi piuttosto auliche, “pompose”, quasi epiche, a tratti molto meno curati in cui si nota una certa fretta nella scrittura e nella scelta lessicale.

diego.ducoli
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#12 » giovedì 30 novembre 2017, 15:44

Ciao Salvatore,
Come ti avranno già detto il plot della storia non è originalissimo, ma hai creato comunque un buon pezzo che si legge con piacere.
Inizialmente credevo che il protagonista fosse Batman forse per i toni un po' pomposi usati nella prima parte.
Il tema lo vedo centrato nella gelida rabbia del padre ,qualche refuso qua e la, ma in MC sono comprensibili.

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SalvatoreStefanelli
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#13 » martedì 5 dicembre 2017, 15:15

Grazie Diego. Adesso non resta che aspettare la valutazione finale. Antico?

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antico
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#14 » martedì 5 dicembre 2017, 19:02

Racconto di sicuro valore. Tema un pelo labile, ma accetto la tua spiegazione. Ho letto che sei affezionato all'"ampollosità" (come da altri definità) della prima parte, ma ti segnalo che proprio quel tipo di forma mi ha fatto parecchio faticare nell'entrare nel racconto, credo che andrebbe quanto meno ricontrollata. Infine: sono dell'idea che se decidi di spingere l'acceleratore devi farlo fino in fondo, pertanto il triplice omicidio finale va mostrato per mettere in rilievo la trasformazione dell'uomo che cerca vendetta e dalla stessa è accecato. Detto questo: pollice quasi su anche se al pelo. Bel lavoro, ti invito a perfezionarlo.

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SalvatoreStefanelli
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Re: Gelido vuoto

Messaggio#15 » martedì 5 dicembre 2017, 21:01

Grazie, Antico. Considererò i tuoi suggerimenti e tra qualche giorno porterò il racconto nel laboratorio, con qualche modifica.

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