Sfigato

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alex.coman
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Sfigato

Messaggio#1 » martedì 21 novembre 2017, 0:56

Cinque di mattina. Nello specchio, un uomo di trentanni. Le occhiaie gonfie, la barba incolta, qualche capello bianco, la fronte che si allarga sempre di più. Sbuffa: alito cattivo che sale alle narici. Una riga obliqua sul naso, rossa, ricordo della fabbrica dove dovrà trovarsi da lì a un'ora, come se la se dovesse ricordare, quella fottuta fabbrica. Come se non ci andasse tutti i giorni, cinque, spesso sei alla settimana.
Il viso allo specchio è chiaro: non ci vuole andare! Trovati altro da fare, sfigato.
Altro. Già.
Sarebbe stato bello fare altro. Dieci anni prima, in quei momenti di incoscienza quando guardava al futuro, si vedeva in una bella macchina, in una bella casa, le sere a divertirsi. Quello che vede ora invece è il viso allo specchio. Nessuna donna sorridente ad abbracciarlo da dietro. Nessuna leggerezza al pensiero dei soldi. Solo bollette da pagare – quando pensa ai soldi – debiti, affitto, conti che si fa ogni volta che esce, ogni volta che ordina qualcosa al bar.
Sbuffa.
Sfigato.

*

«Sei sicuro, ragazzo, di volerlo fare?» L'uomo in carne spegne la sigaretta sopra la fotografia. Poi la alza e gliela mostra. «Guardalo meglio. Riuscirai a farlo?»
Un bambino. Un fottuto bambino sorridente, cinque o sei anni, biondo, in giacca e cravatta. Così piccolo e molto più figo di lui. L'uomo inghiottisce e si rivolge al ciccione. «Sì, posso farcela.»
Il ciccione gli sorride. «Lo spero per te, ragazzo. Fai fuori il bambino e sarai dei nostri.»

*

I tappi nelle orecchie a far finta di eliminare i rumori della fabbrica. Movimenti meccanici delle mani, movimenti che fa ormai senza guardare, sempre gli stessi, ogni volta, mai diversi. Otto ore di questi movimenti.
E quel fottuto bambino sorride nella fotografia in tasca.

*

«Quanto le frutta questo lavoro?» Sa che non è una domanda da fare. Nella sua mente appare il viso allo specchio che gli urla: Sfigato! Tira fuori le palle e fai le domande che vuoi!
Il ciccione lo guarda di traverso. «Mi stai facendo in conti in tasca, ragazzo?»
«Per cinquanta mila, lo faccio davanti a lei.»
L'uomo grasso continua a fissarlo, poi scoppia a ridere. «Tu vorresti dirmi che riusciresti a uccidere un bambino qui, su due piedi?» Si accende un'altra sigaretta. «A sangue freddo? Per cinquanta mila?»
Alza le spalle. «Per cinquanta mila e per essere dei vostri.»
Il ciccione torna serio. Lo squadra. Lo scannerizza da capo ai piedi. «Perché dovrei pagarti per una cosa che qualcun altro farebbe gratis?»
Non ce l'ha una risposta.

*

Il ragazzino piange. Cristo, quanto piange! Sembra fatto solo di urla e singhiozzi. Le guance umide, i capelli biondi sudati, gli occhi spalancati, la bocca pure, a far vedere l'interno. Ogni tanto, nodi scivolano in basso sulla gola.

*

Nello specchio, un uomo sui trentanni. Le occhiaie gonfie, la barba incolta, qualche capello bianco, la fronte che si allarga sempre di più.
La riga sul naso sta iniziando a scomparire. Se ne farà un'altra, ne è sicuro. Forse non sul naso, ma se la farà.
Il viso che vede sorride. Un sorriso assonnato, ma pur sempre un sorriso. Da lì a poco dovrà andare al lavoro. Farà gli stessi movimenti meccanici, per otto ore di seguito. Guadagnerà poco e avrà ancora bollette da pagare.
Infilata nella cornice dello specchio, la foto del bambino.
Il viso allo specchio gli sorride: Non hai sangue freddo, ma almeno il bimbo vivrà. E per qualche motivo, questo vale più del tuo stipendio.



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antico
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Re: Sfigato

Messaggio#2 » martedì 21 novembre 2017, 1:04

Ecco il vincitore del Live di Terni al suo primo Minuti Contati regolare! Ciao Alex! Tutto ok con i parametri, buona Andrea Carlo Cappi Edition!

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roberto.masini
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Re: Sfigato

Messaggio#3 » venerdì 24 novembre 2017, 18:47

La trama non è originale ("Il gioco di Ripley" insegna) ma come diceva già molti anni fa il commediografo romano Terenzio: "Non c'è cosa scritta che non sia stata detta prima!" Di originale invece,secondo me, rispetto a tutti gli altri racconti, c'è la scelta del tema al negativo: il rifiuto di usare sangue freddo per uccidere un bambino e aggiustare i conti di casa. L'explicit non è un semplice "lieto fine" ma il frutto di una combattutissima lotta interiore.

Gualtiero Bianchi
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Re: Sfigato

Messaggio#4 » venerdì 24 novembre 2017, 23:49

Buona declinazione del tema, certo non brilla per originalità. La dignità, la moralità non hanno sicuramente prezzo.
Tuttavia il linguaggio "da strada", scarno e schietto, ben si sposa con il mood del racconto.
C'è un "inghiottisce" che probabilmente sarebbe dovuto essere un "deglutisce".
Non ho capito sinceramente il senso della frase "perchè dovrei pagarti per una cosa che qualcun altro farebbe gratis".

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Linda De Santi
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Re: Sfigato

Messaggio#5 » domenica 26 novembre 2017, 11:59

Ciao Alex!
Uno scorcio sulla vita di un uomo indeciso tra una vita di stenti ma onesta oppure una vita più semplice (in apparenza) insieme alla criminalità organizzata. L’idea di base del tuo racconto è interessante: il protagonista pensa di poter smettere di essere uno sfigato con l’assassinio di un bambino, che gli frutterebbe l’accesso a un clan criminale (e, forse, dei soldi, ma questo punto non l'ho capito benissimo: dalla conversazione con il ciccione, sembra che il protagonista non verrà pagato per il lavoro).
Mi è piaciuta la divisione in paragrafi in cui passato e presente si alternano e si confondono, anche se forse la scrittura ne risulta un po’ compressa.

L’incipit ha, a livello stilistico, alcune cose che secondo me sono da rivedere:

-“Trent’anni” è più comune di “Trentanni”.

-
Una riga obliqua sul naso, rossa, ricordo della fabbrica dove dovrà trovarsi da lì a un'ora


Ammetto che mi manca un po’ di background dei lavori in fabbrica, ma io questa riga obliqua sul naso non ho capito cosa sia. Ho pensato che potrebbe essere la riga che lascia una maschera da saldatore, ma non mi spiego perché sia obliqua. Penso sia di chiarire meglio :)

-
Il viso allo specchio è chiaro: non ci vuole andare!


Difficile che un viso non voglia andare da qualche parte. La frase stride un po’. Riformulerei con “L’espressione allo specchio parla chiaro: in fabbrica non ci vuole andare” o qualcosa del genere.

Nel complesso il racconto mi è piaciuto, ma credo che, per esigenze di spazio, tu abbia compresso parecchio gli eventi. Penso che la storia renderebbe meglio con più caratteri a disposizione, con uno spazio sufficiente per raccontare bene tutti i passaggi della trama. Comunque è una buona storia.
Alla prossima!

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raffaele.marra
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Re: Sfigato

Messaggio#6 » mercoledì 29 novembre 2017, 23:24

Ciò che risalta maggiormente in questo racconto è il conflitto interiore, l’ambiguità tra bene e male che solo nelle ultime parole trova un chiarimento che, per fortuna, è rassicurante, almeno nei limiti del possibile. Il risultato è un bel racconto, intriso di psicologia (o qualcosa del genere) e conseguentemente di passione. Il contrasto è ben reso e si fonda sullo spessore di un personaggio credibile e ben definito.

diego.ducoli
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Re: Sfigato

Messaggio#7 » giovedì 30 novembre 2017, 15:56

Ciao Alex
Un buon racconto e un protagonista credibile. qualche passaggio è da aggiustare e i più saputi sapranno consigliarti, ma nel complesso una buona prova. Secondo me se ampliassi la parte del rapimento aggiungeresti una marcia in più, più dramma non guasta, anche se in verità sei riuscito a tratteggiarlo lo stesso in poche battute.

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antico
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Re: Sfigato

Messaggio#8 » mercoledì 6 dicembre 2017, 14:34

Le intenzioni del racconto sono più che ottime, ma manca, a mio avviso, il momento del travaglio vero e proprio. Mostri la situazione iniziale, il punto di svolta e infine la conclusione liberatorio comprimento il momento topico alle grida strazianti del bambino. Troppo poco, serve di più. Pollice tendente all'alto perché la lettura procede e l'immagine rimane impressa, ma può migliorare ancora parecchio.

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