Fuori da qui il mondo non è bello.

Il Live si terrà sabato 9 dicembre presso il Cinema Lanteri di Pisa
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Kei
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Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#1 » sabato 9 dicembre 2017, 17:44

La Vetrina del 47/B poteva vantare dal suo viale una vista privilegiata su un bagaglio culturale immenso e fatto di segreti, vizi e tradizioni di Borgo Belpasso.
Per esempio sapeva per certo che ogni giovedì mattina, da tre anni, un giovinastro dal taglio a spazzola avrebbe interrotto la sua corsa tra la dodicesima e la tredicesima piastra del lastricato bruno.
La Vetrina ricordava con precisione le immagini sfocate e tumultuose che una sera si riflessero come spettri maligni sulla sua lastra. Ricordava di non aver sentito dolore, ma di aver percepito un vuoto immenso quando riconobbe i riflessi luminosi del suo stesso vetro infranto da un vandalo senza volto. Un urlo muto si era manifestato nel boato dell’impatto tra una pietra e il suo corpo; urlò spargendo cocci taglienti sul marciapiede e polvere di vetro dentro le cicatrici della strada, brillando per mesi in prismi luminosi, come se si trattasse di un mementum di quell’evento traumatico.

La Vetrina era testimone di tutto e tutti, non poteva dimenticare, confidare, né tanto meno giudicare.
Era una piastra fotocromatica che si nutriva di riflessi, immagini sfocate, luci, ombre e corpi interi o mozzati dalla cornice ossidiana. Ciononostante sapeva che l’arco della bottega la costringeva ad uno spazio visivo limitato: c’erano ancora così tanti dettagli da scoprire e storie da raccontare!

E fu forse nella speranza di dare dei nuovi filtri alla Vetrina che il fato si presentò al 44/B del Viale.
Non è ben chiaro in che forma, né è importante saperlo, ma semplicemente un giorno il vetro si infranse, frantumandosi sul terreno e disperdendosi sul marciapiede e l’asfalto trafficato.
Uno dei pezzi più grossi portò con sé, nel suo viaggio verso la conoscenza, gli occhi curiosi del narratore sordomuto. Rotolò sui bordi diseguali a caccia di immagini da esplorare, fino a incagliarsi fra le grate di un tombino.
Fu così che incontrò ancora il Ragazzo del Giovedì intento nella sua solita corsa, proprio nel momento in cui aveva ripreso a muoversi, ma questa volta lentamente e in direzione della quattordicesima piastrella della strada che, fino ad allora, La Vetrina non aveva mai pensato esistesse.
Il giovane alzò lo sguardo.
Una finestra, uno specchio di realtà nuove e mai raccontate, si apriva davanti all’esploratore di vetro.
Una nuova faccia del Borgo Belpasso era pronta ad accoglierlo nella sua esperienza sensibile ora che si era sottratto alle catene della sua cornice.
Il corridore guardava speranzoso, con occhi chiari, luminosi e carichi di vita improvvisamente privi della fatica e lo sforzo impiegato per arrivare fin lì.
Una donna dai connotati anonimi si sporse in quel momento oltre il davanzale, dando accesso alla strada alla visione del suo sorriso timido.
E quindi il Viaggiatore in frantumi capì che il sudore non imperlava la fronte del giovane solo per la fatica, ma anche per il cuore che si stringeva davanti a quel viso fanciullesco.
Vetrina (che forse ora dovremmo chiamare semplicemente ‘vetro’ per comodità) ebbe così un primo contatto con l’amore e i gesti istintivi da lui istigati.

Il viaggio però non era ancora al suo termine.
Il Fato mosse ancora i fili del destino, impersonò Zefiro e soffiò con tanta forza da sospingere il frammento oltre il suo impiglio, conducendolo lontano dalla prima scena del suo nuovo racconto.
Superò un dosso deformato dai copertoni delle macchine di passaggio, si avventurò lungo lo stradone e scoprì traverse, vicoli ciechi, cancelli e archi fioriti in giardini lussuosi.
Borgo Belpasso aveva assunto nuove tonalità e sfumature agli occhi opachi.
Improvvisamente poteva raccontare di amori giovanili, di occhi e sorrisi gentili.
Ma aveva ancora così tanto da imparare.
Se solo avesse desiderato prima di uscire dalla cornice!

E poi il vento cessò.
Il disco scheggiato scivolò piatto sull’asfalto e... vide il cielo.
Nubi grigie che schermavano il sole, raggi soffocati dal vapore.
Forse per questo tutto era così grigio a Borgo Belpasso e i toni raramente si ravvivavano come gli occhi d’amore di quel ragazzo?

Poi il cielo venne coperto.
Un viso sconosciuto si dipinse sulla sua superficie.
Da quella prospettiva la luce poteva rendere nitidi pochi dettagli, ma Vetro poté notare le ragnatela di rughe che segnavano la bocca, facendo sprofondare le labbra sottili in una smorfia disgustata.
I toni grigi del cielo si accentuavano gli occhi velati dalla vecchiaia, chiari proprio come quelli del bel giovane, ma troppo colmi di rabbia per poterli paragonare tra loro.

Vetro non capiva la sua storia, riusciva a percepire i dettagli visivi, ma non riusciva ad andarvi oltre e intuire niente che non fosse una rabbia inspiegabile.

Poi entrò in scena il mattone.
Scheggiato in più punti e stretto in un pugno tremante, l’arma rudimentale veniva offerta allo sguardo critico del Narratore.
Era un’immagine familiare, uno spettro maligno, l’antagonista perfetto per una delle sue storie, incredibilmente simile a quell’oggetto che poco tempo prima aveva visto violare il corpo di un parente, quando ancora era Vetrina e le sue esperienze erano misere, così come la sua voglia di raccontare era ancora innocentemente limitata a ciò che la cornice di casa le mostrava.

Il Borgo Belpasso era bellissimo al 44/B, era stupendo anche al 51/A che aveva esplorato appena lasciata la sua casa.
Però ora che aveva perso l’orientamento e si ritrovava inerme di fronte al viso cupo e il mattone imperioso, Vetro scoprì la sensazione di essere l’Avventuriero di una delle sue storie e non più l’alto e immortale Narratore custodito dalla sua cornice.

Il frammento sussultò ancora percependo i passi sempre più vicini dell’uomo.
Vide il braccio scuro alzarsi e il mattone scomparire, non capendo come in quel momento la nuova vetrina del 44/B era appena stata infranta.
Non poteva saperlo.
Aveva iniziato da troppo poco tempo il viaggio per poter sviluppare il coraggio di sentire altre storie, quelle più crude e mature di Borgo Belpasso.

Forse doveva aspettare a desiderare, rimanere Vetrina inerme nella città e non richiamare a sé gli intenti del Fato.
Non era il suo tempo di esplorare.
Aveva pensato e agito troppo di impulso.

Quando Vetro notò il viso muoversi e scomparire, ebbe un attimo prezioso in cui poter ripensare ad ogni storia vista, ogni episodio che poteva raccontare.
Ricordò il momento in cui si staccò per la prima volta dalla cornice.

Vetro si pentiva amaramente di aver desiderato sapere di più del mondo, di città che non esistono.

Poi una macchia scura si levò su di lui: la suola dello scarpone consunto e sporco che l’uomo della rabbia indossava.

Crack.

Impetuoso, l’impatto della gomma sul vetro divise in forme diseguali il viaggiatore e sparse le sue membra cristalline per la via.

Prima di perdere coscienza, Vetro giurò di aver intravisto un cartello, le ultime battute della sua ultima storia.

Avete lasciato Borgo Belpasso.
Ci dispiace: fuori da qui il mondo non è bello
.”
Ultima modifica di Kei il sabato 9 dicembre 2017, 17:55, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#2 » sabato 9 dicembre 2017, 17:50

Ciao Kei e benvenuta a Minuti Contati! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa Pisa Live Edition!

PS: puoi modificare il racconto fino alla chiusura (ore 18.00). Ovviamente, in quel caso, procederò a ricontrollare orario di consegna e caratteri!

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iago.menichetti
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#3 » mercoledì 13 dicembre 2017, 18:34

Ciao Kei, complimenti: idea molto originale e suggestiva. Hai portato avanti un bella intuizione sul ruolo del narratore nelle storie, sulla sua trasformazione da membro passivo a membro attivo, descrivendo al contempo una voce forte, in grado di potere osservare il mondo da prospettive inusitate. Forse mi sarebbe piaciuto sapere ancora qualche altra cosa di questo Borgo Belpasso, o vedere un po’ di più con gli occhi di “Vetrina” prima della sua trasformazione in “Vetro” ma, nel complesso, veramente un bel racconto.

Filippo
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#4 » giovedì 14 dicembre 2017, 23:02

Un racconto delicato e poetico. Riesci davvero a vedere il mondo fuori di te come fosse un tuo riflesso. Alcune immagini sono potenti, si piantano tra la poesia e la prosa. Su tutte, l’improvviso comparire sulla superficie del vetro del volto di un uomo, che m’immagino grande come una divinità e che si rivela capriccioso come una divinità. Bell’espediente per descrivere il paese e la sua vita. Rende bene l’idea del quotidiano passaggio.
Solo in pochissimi punti le immagini si fanno forse anche troppo mirabolanti (ma questo solo per i miei deprecabili gusti).
Mi piace anche l’idea che a volersi muovere a tutti i costi dalla propria “cornice” si scopra inevitabilmente che il mondo non è bello, una specie di rivisitazione dell’ideale dell’ostrica. C’è un dolce pessimismo che culla la narrazione tra bellezza e bruttura.
Un’ultima piccolezza (sempre soltanto i miei deprecabili gusti): non mi suonava così bene il nome proprio dato al protagonista.

MinuticontatiYo
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#5 » domenica 17 dicembre 2017, 0:29

Ciao Kei,
Usare un oggetto così piccolo per mostrare Borgo Belpasso è un'espediente che funziona bene, in quanto rende la lettura una piacevole successione di scoperte, un piccolo esploratore in un grande mondo. Inoltre ho apprezzato i termini da te utilizzati, in quanto ricorrono spesso espressioni che fanno riferimento alla luminosità degli oggetti e che inconsciamente riportano alla natura vitrea del piccolo protagonista. Veramente un racconto ben riuscito, complimenti!

Zebratigrata
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#6 » domenica 17 dicembre 2017, 20:19

Ciao Kei,
hai avuto un'idea bellissima. La città raccontata da una vetrina che non vede altro che quello che si riflette in essa, e passa da muta testimone a protagonista di un'avventura quando improvvisamente il vetro si rompe. Ci sono diverse cose da sistemare, per esempio nella frase “occhi velati dalla vecchiaia, chiari proprio come quelli del bel giovane, ma troppo colmi di rabbia per poterli paragonare tra loro” sostituirei quel ‘tra loro’ con ‘con essi’ o riscrivere la frase perché altrimenti sembra tu ti riferisca al paragonare un occhio con l'altro e non le due paia occhi, per come è strutturata la frase; Un altro esempio: ‘non riusciva ad andarci oltre’ dovrebbe essere, più naturalmente, ‘non riusciva ad andare oltre’ perché il cosa è già sottinteso, è ciò che descrivi poco prima. Questi aspetti da migliorare non impediscono comunque di godersi la prospettiva tutta nuova della vetrina e del vetro. Una cosa che mi sarebbe piaciuta è che la vetrina, spezzandosi in pezzi sempre più piccoli, ci mostrasse dettagli sempre più minuti della città, passando dalle persone agli animali, ai ratti, agli insetti ecc. Magari puoi considerare questa idea se mai espanderai il racconto.

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Kei
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#7 » domenica 17 dicembre 2017, 23:21

MinuticontatiYo ha scritto:Ciao Kei,
Usare un oggetto così piccolo per mostrare Borgo Belpasso è un'espediente che funziona bene, in quanto rende la lettura una piacevole successione di scoperte, un piccolo esploratore in un grande mondo. Inoltre ho apprezzato i termini da te utilizzati, in quanto ricorrono spesso espressioni che fanno riferimento alla luminosità degli oggetti e che inconsciamente riportano alla natura vitrea del piccolo protagonista. Veramente un racconto ben riuscito, complimenti!


Yo ti ringrazio davvero tanto di questo commento.
Ho cercato di selezionare aggettivi che permettessero o di immaginare (fisicamente) Vetro/Vetrina compiere il suo viaggio, o percepire la sua sfera emotiva, la profondità del suo vissuto e vivere al momento della narrazione.
Sapere che l'hai notato -e non era mia intenzione renderlo evidente- mi risolleva molto, davvero.
Grazie per aver speso il tuo tempo a leggere e commentarmi!

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Kei
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#8 » domenica 17 dicembre 2017, 23:24

Filippo ha scritto:Ciao Kei,
Un racconto delicato e poetico. Riesci davvero a vedere il mondo fuori di te come fosse un tuo riflesso. Alcune immagini sono potenti, si piantano tra la poesia e la prosa. Su tutte, l’improvviso comparire sulla superficie del vetro del volto di un uomo, che m’immagino grande come una divinità e che si rivela capriccioso come una divinità. Bell’espediente per descrivere il paese e la sua vita. Rende bene l’idea del quotidiano passaggio.
Solo in pochissimi punti le immagini si fanno forse anche troppo mirabolanti (ma questo solo per i miei deprecabili gusti).
Mi piace anche l’idea che a volersi muovere a tutti i costi dalla propria “cornice” si scopra inevitabilmente che il mondo non è bello, una specie di rivisitazione dell’ideale dell’ostrica. C’è un dolce pessimismo che culla la narrazione tra bellezza e bruttura.
Un’ultima piccolezza (sempre soltanto i miei deprecabili gusti): non mi suonava così bene il nome proprio dato al protagonista..

Grazie Filippo per il tempo che hai speso per leggermi e commentarmi!
Per prima cosa ti do ragione sulle letture che hai scelto. Non dico che esista una chiave di lettura sbagliata, o giusta, sia chiaro.. è tutto così introspettivo e soggettivo che comincio a pensare di aver scritto un racconto indefinito a 360°, ahah!
Sciocchezze a parte io stessa devo ammettere di non essere mai stata sicura -nemmeno ora che sono passati giorni dall'invio del racconto- sulla scelta del protagonista, quindi ho deciso tra le idee che ho creato di basarmi sul nome più ovvio e privo di significato, così che i lettori potessero trarre le proprie conclusioni. Avrei potuto trovare di meglio? Sicuramente! Però avrei potuto trovar di peggio, quindi a conti fatti piuttosto che incappare in quell'errore, credo che terrò nel mio cuore Vetro in attesa di un'illuminazione divina che mi porti a voler correggere la scelta con una migliore.
Ancora grazie <3

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Kei
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#9 » domenica 17 dicembre 2017, 23:29

Zebratigrata ha scritto:Ciao Kei,
hai avuto un'idea bellissima. La città raccontata da una vetrina che non vede altro che quello che si riflette in essa, e passa da muta testimone a protagonista di un'avventura quando improvvisamente il vetro si rompe. Ci sono diverse cose da sistemare, per esempio nella frase “occhi velati dalla vecchiaia, chiari proprio come quelli del bel giovane, ma troppo colmi di rabbia per poterli paragonare tra loro” sostituirei quel ‘tra loro’ con ‘con essi’ o riscrivere la frase perché altrimenti sembra tu ti riferisca al paragonare un occhio con l'altro e non le due paia occhi, per come è strutturata la frase; Un altro esempio: ‘non riusciva ad andarci oltre’ dovrebbe essere, più naturalmente, ‘non riusciva ad andare oltre’ perché il cosa è già sottinteso, è ciò che descrivi poco prima. Questi aspetti da migliorare non impediscono comunque di godersi la prospettiva tutta nuova della vetrina e del vetro. Una cosa che mi sarebbe piaciuta è che la vetrina, spezzandosi in pezzi sempre più piccoli, ci mostrasse dettagli sempre più minuti della città, passando dalle persone agli animali, ai ratti, agli insetti ecc. Magari puoi considerare questa idea se mai espanderai il racconto.

Ti ringrazio davvero tanto, Zebra-tigrata, per questo tuo commento.
Le tue critiche costruttive mi sono di grande aiuto e ora che mi hai fatto notare quei dettagli posso migliorare nella mia scrittura, quindi grazie di cuore. Rileggendo con le correzioni che hai segnalato, la storia si risolleva un po', hai assolutamente ragione. L'idea di una visione prospettica, a 360° grazie al frammentarsi del vetro mi è passata per la mente, lo ammetto, ma temevo di finire nel limbo della diarrea verbale di cui sono affetta e sforare sicuramente i 7000 tra descrizioni e osservazioni introspettive.

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Kei
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#10 » domenica 17 dicembre 2017, 23:32

iago.menichetti ha scritto:Ciao Kei, complimenti: idea molto originale e suggestiva. Hai portato avanti un bella intuizione sul ruolo del narratore nelle storie, sulla sua trasformazione da membro passivo a membro attivo, descrivendo al contempo una voce forte, in grado di potere osservare il mondo da prospettive inusitate. Forse mi sarebbe piaciuto sapere ancora qualche altra cosa di questo Borgo Belpasso, o vedere un po’ di più con gli occhi di “Vetrina” prima della sua trasformazione in “Vetro” ma, nel complesso, veramente un bel racconto.

Iago ti ringrazo per il tempo che hai speso per leggermi. Sapere di aver catturato l'attenzione di tutte queste persone nella lettura (sì, siete tantissime per me, perché non pubblico mai!) mi riempie il cuore e sprona a continuare per migliorarmi.
La tua interpretazione del mio racconto è decisamente in linea con ciò che speravo si potesse (tra le tante cose) interpretare.
Per quanto concerne la nota finale del tuo commento non posso che darti ragione, indubbiamente mi sarebbe piaciuto aggiungere informazioni su Vetrina e in realtà ti rivelo di averlo fatto nella Bozza, ma essendo un pensatore ossessivo-compulsivo che non smette mai di sfornare idee e parole (tante, troppe parole) ho deciso di troncare parte della narrazione in favore dello sviluppo finale, così da guadagnare qualche carattere e non sforare i 7k di limite.
Spero un giorno di poter creare una storia breve che possa soddisfare nello sviluppo narrativo dall'inizio alla fine!

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alex.coman
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#11 » lunedì 18 dicembre 2017, 1:01

Ciao :)
Bellissima, originale idea: raccontare una storia dal punto di vista di una Vetrina. Ottima, anche se molto ambiziosa. Forse per questo, in alcuni punti ho "storto un po' il naso". Per esempio, l'intervento del Fato non lo trovo necessario, altrimenti si rischia di dare un messaggio del tipo: occhio a quello che desideri, perché si potrebbe avverare; oppure, smetti di desiderare e non soffrirai. Concetti forse veri, ma già sentiti migliaia di volte, il che stona con la tua idea originale del narratore Vetro. Se si elimina l'intervento del Fato, il Vetro è un narratore e poi un viaggiatore, esattamente quello che il "personaggio" vuole essere. (Il messaggio non deve essere per forza presente, non secondo me almeno: ci sono delle bellissime storie fine a se stessi).
Poi, ovvio che qui c'è bisogno di molto più spazio per rendere le cose più interessanti per Vetro. Come traspare anche dal racconto, si possono narrare pressoché un'infinità di storie.
Riassumendo: bell'idea e racconto carino.

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antico
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#12 » martedì 19 dicembre 2017, 0:04

Un racconto originale, complesso, articolato, atipico. Funamboli barcollando lungo l'impervia fune in bilico costante tra eccesso di simbolismo e una troppo marcata attenzione al personaggio Vetrina, ma ce la fai e il tutto, pur risultando forse un pelo troppo lungo, alla fine funzione: brava. Un pollice tendente all'alto, per quanto mi riguarda.

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giancarmine trotta
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Re: Fuori da qui il mondo non è bello.

Messaggio#13 » martedì 19 dicembre 2017, 19:58

Ciao Kei,
hai scritto un bellissimo racconto.
Sembra la metafora di alcuni uomini che vivono assopiti la loro vita, come se non ci fosse altra vita oltre il continuo ripetersi degi stessi gesti, delle stesse azioni. Fin quando un evento certamente non voluto, o addirittura drammatico, modifica la visione del mondo esterno. Con delle sorprese, avventure, novità.
Una bellissima intuizione, ben strutturata.
Brava!
Alla prossima,
G.

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