Il Campione

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il due gennaio sveleremo il tema deciso da Andrea Atzori. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Andrea Atzori assegnerà la vittoria.
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DavidG
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Il Campione

Messaggio#1 » domenica 18 marzo 2018, 23:29

Il Campione di David Galligani

Gocce di sudore cadono copiose dalla fronte. La testa bassa, lo sguardo è fisso in un punto davanti ai miei piedi, in testa nessun pensiero, nessun suono.
Il buio.
«Cosa cazzo stai facendo?»
«Cosa cazzo stai facendo?»
«Cosa cazzo stai facendo?» Adesso la voce di Mike mi arriva chiara e forte.
Tutto si accende.
Rumori e luci, il pubblico che grida, il dolore e la stanchezza.
Mi giro e vedo mia figlia e mia moglie che mi guardano con occhi spaventati.
Cerco di sorridere.
“Bambina mia, lo faccio per te…” penso.
“DONG” suona la campana.
Round undici.
Di nuovo in piedi, il mio avversario si fa sotto. Attacca aggressivo, vuole concludere l’incontro e lasciarmi K.O.
Il sinistro lo blocco col guantone, il destro mi arriva giusto sotto il deltoide.
Le braccia mi fanno male per tutti i colpi che ho preso, ho i muscoli stanchi dopo undici round: anche se sono solo dieci once il peso dei guantoni si fa sentire.
Le gambe sono pesanti, non riesco piú a muovermi con agilità.
Mi arriva un colpo, poi un altro.
Arretro.
John è piú giovane, piú alto.
Vuole arrivare in alto, combattere per il titolo. Chissà, ce la puó anche fare ma prima deve passare da me: Josè Martinez, trentadue anni, settanta kili di muscoli e trenta incontri alle spalle.
Si fa sotto di nuovo, fa una finta, ma lo capisco e sferro un gancio caricando tutto il peso del corpo.
Lo prendo in pieno al mento. Gli si piegano le gambe e va giú.
Sto lí e lo guardo, al suolo, mentre annaspa per rimettersi in piedi. L’arbitro cerca di spingermi via per cominciare il conteggio, ma rimango lí ancora un po’.
«Cinque, sei, sette...» ed è in piedi.
Suona il gong. Ma questo round è mio.
Mi siedo sullo sgabellino, mi buttano acqua fredda sulla testa. La faccia è in fiamme per i pugni presi.
Mia figlia si affaccia a bordo ring per sorridermi.
«Dai papi, buttalo giú» mi dice.
Mike mi guarda con quella faccia grinzosa da Bulldog.
È incazzato.
«Adesso ti svegli eh? Dove sei stato tutto questo tempo? Avevo voglia di gettare la spugna!»
È veramente incazzato.
«Adesso lo devi buttare giú per forza, hai capito José? Per forza! Perchè tutti gli altri round li hai persi, li hai persi capito?»
Cerco di rilassarmi per i pochi secondi che ancora mi rimangono, mentre Mike mi spalma un po’ di vaselina sulla faccia per fermare le emorragie dei capillari rotti.
«Andiamo buttalo giú cazzo!»
“DONG!”
Fuori i secondi! Comincia il round numero dodici: l’ultimo.
Adesso John non si lancia piú, ha paura, lo vedo negli occhi.
Parto con qualche jab leggero, lui esita. Lo provoco e decide che deve finire in bellezza: dopotutto sono solo un vecchio portoricano e lui la promessa bianca dei Superwelter.
«Hai vinto, hai vinto, non rischiare» gli dicono dal suo angolo.
Ma John è giovane e fa di testa sua, attacca e attacca. Io paro e scanso, scanso e paro.
Ma mi arrivano altri colpi veloci, feroci, alla faccia, al corpo. Lo abbraccio in clinch per avere qualche secondo di riposo.
Lui si dimena, mentre cerca di liberarsi gli assesto una testata sullo zigomo.
L’arbitro mi vede: «Ammonizione per colpo scorretto» grida.
Scorretto.
Scorretto una sega.
Gli farei vedere io quello che è scorretto.
Si riparte, prendo di nuovo una scarica di colpi che non posso parare.
Ma rimango in piedi, per tutti i tre minuti dell’ultimo round.
Per tutti i trentasei minuti dell’incontro. Nonostante il duro castigo che mi è inflitto, perderó, ma giú non vado.
“DONG DONG DONG” suona la campana ancora. É finito l’incontro.

Vado al mio angolo, mi siedo; non so cosa cazzo mi dica Mike, e nemmeno mi interessa.
Mi tagliano i lacci dei guantoni, poi me li sfilano.
L’unica cosa che mi interessa sono le mie donne, sono ancora lí a bordo ring che mi guardano tra il triste e il sollevato. Tristi perché ho perso, sollevate perché sono ancora qui tutto intero. O quasi.
I giudici leggono il verdetto.
L’arbitro alza la mano del vincitore, che non è la mia.
Seguono urla di gioia e una stangona bionda e impellicciata che abbraccia John sul ring.

«Cosa cazzo hai fatto? Dove sei stato con la testa?» mi urla Mike nello spogliatoio.
Grosse lacrime silenziose mi scendono sulle guance.
Mike rimane di sasso.
«Beh dai, dopotutto non è stata una vittoria facile per lui, magari ci sarà una rivincita»
“Non ci sarà nessuna rivincita” penso.
«Mike puoi fare entrare mia moglie e lasciarci soli?»
Mi guarda strano, vorrebbe dire qualcosa, invece fa cenno di sí col capo, ed esce.

Maria entra, mi abbraccia, mi bacia.
«Lo so quanto ti sia costato, hai fatto la cosa giusta amore mio mi dice»
«Ció non toglie che mi sono venduto.» rispondo quasi singhiozzando «Ho venduto l’incontro e me stesso. Ho perso per soldi, ho tradito la fiducia di Mike e di tutti quelli che hanno creduto in me.» Adesso quasi mi manca il fiato.
«Ho rinnegato tutto quello che avevo costruito onestamente in tutti questi anni di carriera sportiva.»
Lei mi accarezza.«L’hai fatto per tua figlia, non c’è cosa piú importante.»
«Lo so, lo so. Noi siamo due poveri latinos migranti, non possiamo vincere. Ma lei sí.
Con quei soldi potrà andare all’Università, studiare e avere il futuro che si merita.»
«E quindi, che ti importa? Per lei tu sarai sempre il suo campione. Il vero campione è l’uomo che fa sacrifici ogni giorno per la sua famiglia, che sta accanto ai suoi cari. Anche se fa un lavoro umile in una officina.»
«Per un uomo è duro ingoiare l’orgoglio a volte.»
Mi stringe forte.
«É solo orgoglio. Dai, fatti la doccia e portaci a casa. Campione.»



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Wladimiro Borchi
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Re: Il Campione

Messaggio#2 » lunedì 19 marzo 2018, 10:02

Storia divertente, forse un po' ripetitiva (probabilmente dipende dal fatto che, alla fin fine, i cazzotti, comunque tu li voglia raccontare, restano cazzotti). La scrittura mi pare egregia, salvo per quelle gocce di sudore "copiose" dell'incipit, che, non so perché, non mi sono piaciute affatto. Io troverei un altro aggettivo. Finale intrigante, anche se, un po' telefonato.
IMBUTO!!!

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SalvatoreStefanelli
Messaggi: 351

Re: Il Campione

Messaggio#3 » lunedì 19 marzo 2018, 15:29

Inizio da qui: "Vuole arrivare in alto,". Quel "in alto" diventa ripetizione di quanto scritto al rigo sopra, lo cambierei con "in cima". Ho trovato la tua storia scritta bene ma un po' troppo lineare, con un finale quasi scontato. Non si evincono a fondo le emozioni del protagonista, il suo combattere interiore contro una scelta fatta e per lui quasi obbligata. Avresti potuto mettere un dubbio e farlo svanire al sentire le parole di sua figlia, per esempio. Che dirti: storia piacevole ma che non sale in cima alla mia classifica. Comunque bravo.

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Giovanni Gianni Del Giudice
Messaggi: 9

Re: Il Campione

Messaggio#4 » lunedì 19 marzo 2018, 22:18

Non posso non considerare il fatto di aver letto cose migliori. Tue, intendo. Ha un buon ritmo, discreta climax: scrivi bene anche quando scrivi male, il che oggettivamente non è male. Il finale francamente non mi piace. sgonfia tutto. A quel punto il racconto potrebbe chiudere sterzando verso qualunque possibilità più o meno plausibile, e invece racconti la cosa più scontata e con un tono romantico che stride troppo col resto della narrazione. Se cambi il finale hai un buon racconto.

Roberto Masini
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Re: Il Campione

Messaggio#5 » sabato 24 marzo 2018, 12:27

Ciao,David.
Il tuo racconto mi ha fatto venire in mente quel dialogo di Pulp Fiction:
[A Butch] Penso che ti ritroverai, quando tutta questa merdata sarà finita, penso che ti ritroverai ad essere un figlio di puttana sorridente. La faccenda è che in questo momento hai talento, ma per quanto sia doloroso il talento non dura. Il tuo periodo sta per finire. Ora, questa è una merdosissima realtà della vita, ma è una realtà della vita davanti alla quale il tuo culo deve essere realista. Vedi, questa attività è stracolma di stronzi poco realisti che da giovani pensavano che il loro culo sarebbe invecchiato come il vino. Se vuoi dire che diventa aceto, è così; se vuoi dire che migliora con l'età, non è così. E poi, quanti combattimenti credi di poter ancora affrontare? Mh? Due? Non ci sono combattimenti per i vecchi pugili. Eri quasi arrivato ma non ce l'hai mai fatta, e se dovevi farcela ce l'avresti già fatta. [gli porge una notevole quantità di banconote] Sei dei miei? [Butch accetta] [...] La sera del combattimento forse sentirai una piccola fitta: è l'orgoglio che ti blocca il cervello e te lo mette nel culo. Mettiglielo tu nel culo. L'orgoglio fa solo male. Non aiuta, mai! Supera certe cagate. (Marsellus).
Non ci aspettiamo che Butch vinca ma invece nel tuo racconto il finale mi pare scontato, forse, penso, condizionato dai bonus.
La parte più efficace è indubbiamente quella tecnico-sportiva. Io avrei accennato durante il combattimento al pensiero del protagonista, ai suoi dubbi tra l'amore per la figlia e il rispetto delle regole per lasciare in bilico il risultato del match. Così non si dovrebbe affatto cambiare il finale, salvaguardando sia i bonus che la suspense.

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