Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
- giulio.marchese1
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Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
In un piccolo mondo ci sono comunque un mondo di opportunità.
Da un po’ di tempo a questa parte ho fatto una scoperta insolita, ogni volta che chiudo la mia camera, spengo la luce grande per accendere l’abat-jour, tiro le coperte fin sopra il mento, nessuno dei limiti che ogni giorno mi attanagliano ha più importanza. Ci sono io e il mio piccolo vasto mondo. Un giorno sono un astronauta, un giorno un vichingo, un altro ancora un grande chitarrista jazz.
Sai cosa? Non capisco perché dovrei uscire da questa stanza, andare incontro a persone che non mi capiscono, amici che mi accoltellano alle spalle alla prima occasione, rotture quali lavoro, famiglia, il futuro!
Tutti, chi più chi meno, sostengono che la vita vada vissuta istante per istante. “Carpe diem!” intonano a gran voce! Ma non mi spiego allora perché, se il massimo della gioia lo raggiungo nel mio letto davanti a un videogioco o a una serie tv, dovrei uscire, costruirmi un futuro e “sistemarmi”.
“Ma come fai a vivere così?” i miei genitori sono ricchi, saranno anche cavoli miei no? Cioè io non ti faccio i conti in tasca mentre, da persona seria, sopravvivi.
Viste le mie evidenti incombenze decisi di prendere una ragazza per fare le pulizie. Non ero felice nell’accogliere qualcuno nel mio eremo cittadino, però, anche se non si direbbe, sono una persona che sa scendere a compromessi. E se il compromesso è una tizia in casa un paio d’ore alla settimana a fronte della totale libertà dello spirito, allora sono disposto ad accettarlo ben volentieri.
Devo ammettere che il primo giorno non fu dei migliori, appena entrata mi tempestò di parole e fatti totalmente insignificanti. Riuscii a trarne però un profilo abbastanza chiaro. Venticinque anni, diplomata al liceo classico, troppo scema per l’università, ritirata da astrofisica dopo il primo semestre, i miei soldi le servivano per arrotondare in attesa di tempi migliori.
Giorno dopo giorno le sue chiacchere non corrisposte scemarono. Smise anche di salutarmi e pian piano sembrò dimenticarsi della mia presenza.
Ordinava i miei oggetti come fossero i propri e disponeva tutto nel modo più assurdo. Il porta penne sul pavimento, i cuscini sulla scrivania, il calendario sul letto, il cestino dell’immondizia sul comodino. Non mi lamentavo perché la casa era comunque più ordinata di prima, e soprattutto non mi andava di parlarle.
Col passare del tempo notai che c’era un metodo nel suo strano modo di disporre gli oggetti. Innanzi tutto la disposizione cambiava di volta in volta, ma non in modo casuale come pensavo all’inizio. C’era una sorta di ciclo, ad esempio i miei poveri cuscini si erano spostati dal letto alla scrivania passando per il pavimento, la libreria e la poltrona per infine, dopo un altro paio di passaggi, ritrovarsi ancora sul letto.
La cosa mi incuriosì lo ammetto, così durante tutta la settimana aspettavo il fatidico venerdì anche solo per scoprire dove il portapenne sarebbe stato posizionato. Volevo capirla, ma non le avrei chiesto spiegazioni.
Cercai inoltre di introdurre altri oggetti per vedere la sua reazione, e capire il sistema. Iniziai facendole trovare un cioccolatino accanto allo svuota tasche, lei lo vide e lo mangiò, poi pose lo svuota tasche sotto la scrivania. Provai con una rosa ma ottenni più o meno lo stesso risultato tranne che la portò via.
Stava vincendo, cominciavo a non accontentarmi più di sole due ore settimanali. Non riuscivo a resistere, così il venerdì successivo cedetti: le chiesi il perché di quel ciclo.
Lei rispose sorridendo “bhe il porta penne è la Luna, il cestino la Terra, il cuscino Marte e vie dicendo…”, e allora capii, quella cretina aveva riprodotto il sistema solare con gli oggetti di casa mia! Continuò “visto che il mondo fuori non ti interessa ti ho portato l’universo qui”. Mi aveva fregato, e mi aveva anche costretto a parlarle, la frase mi usci da sola e senza pensare “vuoi uscire con me una volta?” lei rispose di si.
Da un po’ di tempo a questa parte ho fatto una scoperta insolita, ogni volta che chiudo la mia camera, spengo la luce grande per accendere l’abat-jour, tiro le coperte fin sopra il mento, nessuno dei limiti che ogni giorno mi attanagliano ha più importanza. Ci sono io e il mio piccolo vasto mondo. Un giorno sono un astronauta, un giorno un vichingo, un altro ancora un grande chitarrista jazz.
Sai cosa? Non capisco perché dovrei uscire da questa stanza, andare incontro a persone che non mi capiscono, amici che mi accoltellano alle spalle alla prima occasione, rotture quali lavoro, famiglia, il futuro!
Tutti, chi più chi meno, sostengono che la vita vada vissuta istante per istante. “Carpe diem!” intonano a gran voce! Ma non mi spiego allora perché, se il massimo della gioia lo raggiungo nel mio letto davanti a un videogioco o a una serie tv, dovrei uscire, costruirmi un futuro e “sistemarmi”.
“Ma come fai a vivere così?” i miei genitori sono ricchi, saranno anche cavoli miei no? Cioè io non ti faccio i conti in tasca mentre, da persona seria, sopravvivi.
Viste le mie evidenti incombenze decisi di prendere una ragazza per fare le pulizie. Non ero felice nell’accogliere qualcuno nel mio eremo cittadino, però, anche se non si direbbe, sono una persona che sa scendere a compromessi. E se il compromesso è una tizia in casa un paio d’ore alla settimana a fronte della totale libertà dello spirito, allora sono disposto ad accettarlo ben volentieri.
Devo ammettere che il primo giorno non fu dei migliori, appena entrata mi tempestò di parole e fatti totalmente insignificanti. Riuscii a trarne però un profilo abbastanza chiaro. Venticinque anni, diplomata al liceo classico, troppo scema per l’università, ritirata da astrofisica dopo il primo semestre, i miei soldi le servivano per arrotondare in attesa di tempi migliori.
Giorno dopo giorno le sue chiacchere non corrisposte scemarono. Smise anche di salutarmi e pian piano sembrò dimenticarsi della mia presenza.
Ordinava i miei oggetti come fossero i propri e disponeva tutto nel modo più assurdo. Il porta penne sul pavimento, i cuscini sulla scrivania, il calendario sul letto, il cestino dell’immondizia sul comodino. Non mi lamentavo perché la casa era comunque più ordinata di prima, e soprattutto non mi andava di parlarle.
Col passare del tempo notai che c’era un metodo nel suo strano modo di disporre gli oggetti. Innanzi tutto la disposizione cambiava di volta in volta, ma non in modo casuale come pensavo all’inizio. C’era una sorta di ciclo, ad esempio i miei poveri cuscini si erano spostati dal letto alla scrivania passando per il pavimento, la libreria e la poltrona per infine, dopo un altro paio di passaggi, ritrovarsi ancora sul letto.
La cosa mi incuriosì lo ammetto, così durante tutta la settimana aspettavo il fatidico venerdì anche solo per scoprire dove il portapenne sarebbe stato posizionato. Volevo capirla, ma non le avrei chiesto spiegazioni.
Cercai inoltre di introdurre altri oggetti per vedere la sua reazione, e capire il sistema. Iniziai facendole trovare un cioccolatino accanto allo svuota tasche, lei lo vide e lo mangiò, poi pose lo svuota tasche sotto la scrivania. Provai con una rosa ma ottenni più o meno lo stesso risultato tranne che la portò via.
Stava vincendo, cominciavo a non accontentarmi più di sole due ore settimanali. Non riuscivo a resistere, così il venerdì successivo cedetti: le chiesi il perché di quel ciclo.
Lei rispose sorridendo “bhe il porta penne è la Luna, il cestino la Terra, il cuscino Marte e vie dicendo…”, e allora capii, quella cretina aveva riprodotto il sistema solare con gli oggetti di casa mia! Continuò “visto che il mondo fuori non ti interessa ti ho portato l’universo qui”. Mi aveva fregato, e mi aveva anche costretto a parlarle, la frase mi usci da sola e senza pensare “vuoi uscire con me una volta?” lei rispose di si.
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Caratteri sotto i 4000. Buona Materia Oscura Edition!
- alessio.cecchin
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Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Sono partito trovando addirittura sgradevole che il protagonista definisse scema la ragazza che aveva assunto.
Il finale della storia è allo stesso tempo prevedibile e non. Prevedibile - se non scontato - che l'ineffabile protagonista finisse per trovare l'amore, parecchio originale che a far breccia in lui sia il gioco di un Sistema Solare domestico usando gli oggetti d'uso quotidiano!
Nel complesso si esce soddisfatti dalla lettura.
Il finale della storia è allo stesso tempo prevedibile e non. Prevedibile - se non scontato - che l'ineffabile protagonista finisse per trovare l'amore, parecchio originale che a far breccia in lui sia il gioco di un Sistema Solare domestico usando gli oggetti d'uso quotidiano!
Nel complesso si esce soddisfatti dalla lettura.
- giulio.marchese1
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Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Grazie mille del commento. Il mio obiettivo era proprio rendere il personaggio odioso ed enfatizzare la sua misantropia.
- diego.martelli
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Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Racconto gradevole, ben costruito. Non ho ben compreso cosa spinga la ragazza a tutta la fatica che fa per tirare fuori dal suo guscio il viziato e antipatico protagonista, ma la trovata finale è così graziosa e spiritosa da fare passare in secondo piano la linearità, e se proprio vogliamo essere critici, la prevedibilità, dell'intreccio.
- giulio.marchese1
- Messaggi: 79
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Grazie del commento, per gli sforzi fatti dalla ragazza io l'ho immaginati come un prendere in giro il protagonista per farlo "impazzire" in risposta al suo atteggiamento. "A non mi parli? Ora ti faccio vedere! Mi verrai a cercare tu!". Purtroppo non emerge perché il punto di vista è fisso sul protagonista quindi libera interpretazione.
Per quanto riguarda la linearità ti di pienamente ragione, era una storia scontata nel "cosa" quindi ho puntato sul "come". Grazie ancora.
Per quanto riguarda la linearità ti di pienamente ragione, era una storia scontata nel "cosa" quindi ho puntato sul "come". Grazie ancora.
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Credo che tutta la parte iniziale sia dannosa e non così utile. Dannosa perché al suo posto avresti potuto introdurre da subito la ragazza e farla interagire di più con il protagonista in modo da evidenziarne la misantropia e ottenendo così il doppio risultato di creare un rapporto più delineato tra i due senza sacrificare le informazioni che servivano per lui. Allo stato attuale ci si chiede perché lei ne sia attratta, per il lettore rimane totalmente distante (la ragazza). La trovata finale è molto carina, ma il mio consiglio è di rivedere il tutto cercando di costruire intorno alla stessa e non di utilizzarla come semplice risoluzione. Show, don't tell, in pratica. Mostraci la storia che ci stai raccontando concentrandoti di più sui tuoi due protagonisti e lasciando perdere la facile via dell'intro iniziale.
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Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Mi accodo ai commenti di chi mi ha preceduto. Ho trovato la parte iniziale superflua, e per motivi di spazio c'è poca possibilità di analizzare questa ragazza che inizia a comportarsi in questo modo per attirare l'attenzione di lui. In realtà il finale mi è piaciuto, perchè i due personaggi sono molto teneri nelle loro assurdità e poteva venire fuori una commedia romantica interessante, però appunto sarebbe servita maggiore cura nel decidere a cosa dare spazio e a cosa rinunciare. Complessivamente, un lavoro sufficiente che merita una rivisitazione post concorso.
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
magnetico!
Ecco l'aggettivo in cui si potrebbe riassumere tutto il racconto. La ragazza- alla quale dai forse troppa poca importanza!- è magnetica, e tanto scema non sarà se per farsi corteggiare ha riprodotto in casa un sistema solare, sapendo aspettare il dischiudersi del tipo. Mi piace molto il racconto, nella sua interezza, linguaggio e ritmo inclusi. A fine racconto si comprende anche il perchè del titolo e mi viene un po' di pensiero nel vedere nella situazione di stallo del protagonista la stessa medesima sensazione di tante persone che conosco, che vivono senza un briciolo di desiderio di realizzazione personale.. bella critica al nostro secolo e alla generazione sconfitta dei millennials.
Ecco l'aggettivo in cui si potrebbe riassumere tutto il racconto. La ragazza- alla quale dai forse troppa poca importanza!- è magnetica, e tanto scema non sarà se per farsi corteggiare ha riprodotto in casa un sistema solare, sapendo aspettare il dischiudersi del tipo. Mi piace molto il racconto, nella sua interezza, linguaggio e ritmo inclusi. A fine racconto si comprende anche il perchè del titolo e mi viene un po' di pensiero nel vedere nella situazione di stallo del protagonista la stessa medesima sensazione di tante persone che conosco, che vivono senza un briciolo di desiderio di realizzazione personale.. bella critica al nostro secolo e alla generazione sconfitta dei millennials.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
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Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
- erika.adale
- Messaggi: 304
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
L'idea di fondo del racconto è romantica e, nonostante l'ambientazione assolutamente contemporanea, mi ricorda certi film sentimentali degli anni 50.
Concordo con chi trova migliorabile la messa a fuoco dei protagonisti: molto luce per lui, sostanzialmente antipatico e poco interessante, poca per lei, che inventa un metodo straordinario per attirare l'attenzione. Non dico di rivedere il punto di vista, la cui scelta è funzionale a spiegare certi atteggiamenti indispensabili alla dinamica del racconto, ma proprio di rivedere la distribuzione dello spazio.
Concordo con chi trova migliorabile la messa a fuoco dei protagonisti: molto luce per lui, sostanzialmente antipatico e poco interessante, poca per lei, che inventa un metodo straordinario per attirare l'attenzione. Non dico di rivedere il punto di vista, la cui scelta è funzionale a spiegare certi atteggiamenti indispensabili alla dinamica del racconto, ma proprio di rivedere la distribuzione dello spazio.
- giulio.marchese1
- Messaggi: 79
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Grazie a tutti per i commenti. Nella prima stesura il blocco centrale era più lungo ed emergeva di più la personalità di lei. In fase di revisione per rientrare nei 4000 ho preferito sacrificare quella parte per non perdere il focus su di lui. Poi personalmente trovo che dare poche info su di lei, se non quello del protagonista/narratore che la sminuisce, rende pure piacevole il finale e rende lei simpatica anche se non si hanno altre informazioni. In pratica rendere lui antipatico, per me, richiede più spazio che rendere simpatica lei. La mia pretesa era solo questa, perché, sempre per me, in 4k troppe pretese danno scarsi risultati (così mi ha insegnato MC). Però capisco il punto di vista opposto e se deciderò di riprenderlo il blocco centrale sarà sicuramente rivisto e ampliato. Grazie.
- Andrea Partiti
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Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Allora, non mi ha entusiasmato il racconto. La trama mi sembra abbastanza forzata per un racconto realistico e troppo realistica per un racconto surreale, che mi sembrerebbe più adatto come tono alla conclusione a cui ci porti, con le orbite degli oggetti che non vengono mai spiegate né affrontate direttamente. Il fatto che fosse un'astrofisica fallita sembra a posteriori inserito un po' a forza per giustificare questo suo comportamento e metterla comunque a fare le pulizie in casa del protagonista.
Il protagonista con cui ci metti subito in attrito non subisce un vero cambiamento, anzi, continua a considerare la ragazza una cretina fino all'ultimo paragrafo, non ci prepara al finale positivo.
Sicuramente c'è un sacco di editing da fare, congiuntivi, punteggiatura (ARGH :D ) e concoranze. Tutte cose che si sistemano facilmente, ma che rovinano una prima lettura.
Il protagonista con cui ci metti subito in attrito non subisce un vero cambiamento, anzi, continua a considerare la ragazza una cretina fino all'ultimo paragrafo, non ci prepara al finale positivo.
Sicuramente c'è un sacco di editing da fare, congiuntivi, punteggiatura (ARGH :D ) e concoranze. Tutte cose che si sistemano facilmente, ma che rovinano una prima lettura.
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Ciao, senti saró sincero, a me il tuo racconto non mi è proprio piaciuto :D Scusa la mia diplomazia veramente nulla, ma ci trovo diversi problemi.
Perchè in prima persona? E' una scelta stilistica che mi fa sempre chiedere (e non solo a me, se no importerebbe poco e nulla) "a chi narra il protagonista". È necessaria la prima persona e non puó essere altrimenti?
Il protagonista è estremamente antipatico... in fondo è lui il cretino della storia, un bamboccione viziato che non è in grado di fare praticamente niente e si permette di giudicare, male, tutti gli altri.
E' tutto raccontato. Non si vive niente ( va beh da che pulpito vero? anche io dico dico e poi faccio lo stesso, lo so. Ma va detto peró)
Va beh, spero che i commenti ti siano in qualche modo utili. Se no fregatene e via :p
Perchè in prima persona? E' una scelta stilistica che mi fa sempre chiedere (e non solo a me, se no importerebbe poco e nulla) "a chi narra il protagonista". È necessaria la prima persona e non puó essere altrimenti?
Il protagonista è estremamente antipatico... in fondo è lui il cretino della storia, un bamboccione viziato che non è in grado di fare praticamente niente e si permette di giudicare, male, tutti gli altri.
E' tutto raccontato. Non si vive niente ( va beh da che pulpito vero? anche io dico dico e poi faccio lo stesso, lo so. Ma va detto peró)
Va beh, spero che i commenti ti siano in qualche modo utili. Se no fregatene e via :p
Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Un'idea molto molto carina, almeno in potenza. Però l'hai troppo raccontata, e nonostante la prima persona è molto leggera, non stringe la presa sul cuore. Il tizio è un po' autistico? Rendi meglio quel suo essere isolato, fagli pesare di più questa tizia che viene, fai capire la fatica. La sofferenza degli oggetti spostati. Insomma, perché non renderlo più carico di emozione, inserendo un dialogo, a mezze parole; più dialoghi, spezzoni, la rabbia del disordine e infine la resa dei conti quasi aggressiva? Hai una bella idea, un tema forte tra le mani, l'autismo o le forme a questo vicine, metti un po' di pepe e il racconto diventa una bomba. Scusa se sembro troppo critico, non voglio scoraggiare, c'è del buono, fallo brillare.
- giulio.marchese1
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Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
Grazie per i commenti, la prima persona mi sembrava la scelta migliore per calarmi nella storia nella speranza che lo facesse anche il lettore. Poi è lui che racconta quello che gli succede quindi salta lo show don't tell in favore dei suoi commenti personali. Scelte. Mi spiace questa non sia piaciuta, ma la rifarei.
Rileggerò per trovare gli errori se dovessi riprenderlo, ho riletto solo quando ho tagliato ed era tardi XD
Rileggerò per trovare gli errori se dovessi riprenderlo, ho riletto solo quando ho tagliato ed era tardi XD
- giulio.marchese1
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Re: Il cielo in una stanza - Giulio Marchese
jimjams ha scritto:Un'idea molto molto carina, almeno in potenza. Però l'hai troppo raccontata, e nonostante la prima persona è molto leggera, non stringe la presa sul cuore. Il tizio è un po' autistico? Rendi meglio quel suo essere isolato, fagli pesare di più questa tizia che viene, fai capire la fatica. La sofferenza degli oggetti spostati. Insomma, perché non renderlo più carico di emozione, inserendo un dialogo, a mezze parole; più dialoghi, spezzoni, la rabbia del disordine e infine la resa dei conti quasi aggressiva? Hai una bella idea, un tema forte tra le mani, l'autismo o le forme a questo vicine, metti un po' di pepe e il racconto diventa una bomba. Scusa se sembro troppo critico, non voglio scoraggiare, c'è del buono, fallo brillare.
Il punto è che non è autistico, e non c'è rabbia o sofferenza è una scelta consapevole. È la semplice curiosità che lo spinge a chiedere il perché degli oggetti sparsi, a lui andava comunque bene e lo dice. È solo un po' stronzo e tendenzialmente un otaku. Fa quel che fa perché può permetterselo e non ha aspirazioni, aggiungi che odia le persone ed eccolo qua. Niente di più XD
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