Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

La Sesta Era si apre nel segno di Federico Guerri! Appuntamento per lunedì 19 marzo dalle 21.00 all'una!
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antico
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Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 marzo 2018, 2:30

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BENVENUTI ALLA GUERRI EDITION, LA PRIMA DELLA SESTA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 113° ALL TIME!

Questo è il gruppo QUARTIERE 961 della GUERRI EDITION con FEDERICO GUERRI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo QUARTIERE 961 dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo SPAZZACQUE.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo CASE CEMENTO.


Questo è un gruppo da NOVE racconti, pertanto saranno i primi QUATTRO racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FEDERICO GUERRI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti Rank All Time (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo QUARTIERE 961:

Anonimo, di Viviana Tenga, ore 23.35, 3065 caratteri
Dimenticando, di Zebratigrata, ore 00.22, 3107 caratteri
NeuroNastro, di Eugene Fitzherbert, ore 00.07, 3075 caratteri
Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro, di Giuseppe Gangemi, ore 00.58, 3100 caratteri
Due maglie rosse, di Filippo De Bellis, ore 00.39, 3100 caratteri
Il nastro rosso, di Chiaradiluna, ore 23.49, 2870 caratteri
L’ultimo nastro rosso, di Ophelia, ore 23.31, 3095 caratteri
San Gervasio, di Andrea Gemignani, ore 00.33, 2942 caratteri
Qua la mano, di Roberto Masini, ore 01.28, 3106 caratteri 4 PUNTI MALUS

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 MARZO per commentare i racconti del gruppo SPAZZACQUE. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i DIECI racconti dello SPAZZACQUE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTISETTE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo SPAZZACQUE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA GUERRI EDITION A TUTTI!



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SalvatoreStefanelli
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » giovedì 22 marzo 2018, 11:05

Commenti sparsi:

Anonimo - Viviana Tenga
Storia volutamente piatta, quasi senza emozioni, e con un tocco di colore che presto si spegne. Scritto bene, per carità, ma l'assoluta mancanza di empatia che crea l'assenza di emozioni non mi ha aiutato a sentire mia questa storia. In alcuni punti, come quando descrivi la rabbia di lui, sarebbe stato bello, anzi, desiderabile, una maggiore emotività dalla storia, qualcosa che si sentisse, pur stonando con il resto, e arrivasse al cuore di chi legge. Forse, scritto in prima persona avrebbe dato quel qualcosa in più che qui manca.

Dimenticando - Zebratigrata
Mi trovo un po' in linea con il commento di Patty. Il tema non è molto centrato e la storia, almeno per me, non è così facile da leggere, non la trovo così chiara, pur capendo che non è facile in un racconto breve come questo dare l'esatta idea di quanto si va a dire. Il senso della storia, l'umanità scomparsa che ha distrutto il pianeta senza lasciare una testimonianza di se capibile, mi sembra una buona idea. Il senso del proibito e della curiosità è ben delineato. Non ho capito come sono gli esseri che vivono adesso, non lo dici, parli solo di come sono vestiti, e questo non aiuto a immedesimarsi.

NeuroNastro - Eugene Fitzherbert
Pregevole storia, narrata con un ritmo pieno e bello, un buon finale, anzi, ottimo. Concordo anche questa volta con Patty, qui il colore del nastro non ha rilevanza, quanto meno non si evince: una o due parole in più che dessero valore al colore avrebbero giovato alla storia. Non ho visto refusi o altro da correggere. Viene fuori, almeno per me è stato così, il dolore da quanto ho letto e che ho rapportato alla realtà odierna, dove non è così sconosciuta la vendita degli organi e anche quel senso del poco valore dato alla donna. Sono solo mie emozioni, che non c'entrano nulla con la storia, ma tant'è.

Due maglie rosse - Filippo De Bellis
Un tempo, al Giro, esisteva la maglia nera dell'ultimo arrivato. L'inizio della storia mi ha ricordato una famosa canzone, non ricordo di chi, in cui uno era un campione e l'altro un ladro, ma amici. Lo so, il mio ricordo non c'entra niente con la storia da te narrata. Storia divertente anche nei suoi assurdi. Non mi sembra ci siano errori o refusi da segnalare e nemmeno incongruenze o altro. Anche qui l'aderenza al tema è appena accennata, ma ci può stare. L'ironia della storia mi è piaciuta.

Il nastro rosso - ChiaradiLuna
Storia carina e ben congeniata. Nessun problema da segnalare tra refusi ed errori o incongruenze. Bella ironia nel finale, anche se ho trovato un po' banale , classico, come si arriva al dunque. Il tema qui lo vedo ben centrato in quanto il rosso del nastro spicca nel grigio della stanza, anche per il valore del proibito, della vergogna, del controcorrente rispetto alla "normalità" che la società impone. Forse non salterà in cima alle mie preferenze, ma mi è piaciuto e questo mi basta.

L'ultimo nastro rosso - Ophelia
La storia ha una grande poesia di fondo e, credo, sia legata a una leggenda realmente esistente in quel d'oriente. Il nastro rosso poteva anche essere solo un filo, ma ci sta bene e per me il tema è più che centrato. Non mi pare ci siano refusi o altro da correggere, pur se la forma di narrazione mostra poco e dice tanto. Forse un dialogo tra le divinità poteva dare qualche emozione in più. Anche un dialogo tra i due amanti ci sarebbe stato bene per far volare la storia, che in alcuni momenti diventa appena un po' stancante. Un buon lavoro, tutto sommato.

SAN GERVASIO - Andrea Gemignani
Il rosso del nastro non è così rilevante ma non stona, anzi, ci sta bene. Ottimo il finale a sorpresa, crudo e terribile e purtroppo troppo verosimile. La storia scorre bene e ha un buon ritmo, si avvertono gli stati emozionali della piccola, anche se avrei voluto vederli anche nel finale. Non ho notato refusi o incongruenza. Direi che hai scritto un buon racconto, che sarebbe stato ottimo se avessi mostrato nel finale una reazione della bambina. Bravo

Qua la mano - Roberto Masini
Questa storia ha i suoi lati oscuri, mi è sembrato che la vera colpevole di tutto il male capitato alla protagonista sia stata proprio la maga Circe, per avere nuovi clienti e nuovi soldi. Mai fidarsi dei maghi: dicono che sono dei ciarlatani. In questo caso non direi. Il nastro rosso ha il suo perché e quindi per me il tema è centrato. Non mi è sembrato di vedere refusi o altro da segnalare. Bravo.

Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro - Cremisi olimpic wax - Giuseppe Gangemi
Penso che il tuo titolo sia il migliore tra tutti quelli visti in questa Edition. Detto questo, passo alla storia. Un po' forzato l'abbinamento rosso/nastro per cui trovo il tema appena centrato. Non vi ho trovato errori o refusi e questo è sempre un bene. Il racconto scivola via tranquillo pur se non ci sono forti emozioni e non è facile immergersi nel protagonista. Non capisco il senso dei peli sulle gambe con il karaoke, a meno che tu non lo intendessi come causa per la mancanza di tempo per un trattamento di pulizia e rasatura. Comunque una storia originale e ben congeniata.

1 - Neuronastro
2 - San Gervasio
3 - Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro
4 - L'ultimo nastro rosso
5 - Il nastro rosso
6 - Qua la mano
7 - Due maglie rosse
8 - Dimenticando
9 - Anonimo

Carolina P.
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » giovedì 22 marzo 2018, 19:00

Salve gente e ben trovati. Ecco la mia classifica (è sempre un lavoraccio):

1. SAN GERVASIO
Ciao Andrea.
Bravo, hai scritto un racconto che mi ha lasciato la bocca amara (è cosa buona). L'ambientazione che hai descritto mi è familiare, anche io vivo in un paese in cui la festa patronale ha quell'effetto, quindi non ho fatto fatica a immaginare tutto quanto, a ritrovare ogni dettaglio dentro la mia testa. Mi piace che tu abbia deciso di partire con una scena di festa, con la tenerezza di una bambina che spaventata stringe la mano di suo padre, per poi finire nel peggiore dei modi. Ho apprezzato molto l'accostamento dolce-amaro, per dirla facile. Solo una cosa mi ha lasciata un attimo perplessa: può, in una frazione di secondo talmente breve da non sembrare neanche passata, aver perso il padre ed averlo confuso con qualcun altro che ha deciso di portarla via senza essere visto?
So che queste cose succedono di continuo ma, ecco, non so se la dinamica sia verosimile.
Comunque assolutamente positivo per me, sicuramente tra i miei preferiti.

2. DUE MAGLIE ROSSE
Ciao Filippo.
Mi piace, mi piace, mi piace! L'ho trovato fresco, divertente, scritto bene e piacevole alla lettura. Bellissima la metafora con la coppia Coppi-Bartali, è molto funzionale. Non so ma mi sono immaginata tutta quanta la scena e questi due personaggi goffissimi che fanno di tutto per arrivare ultimi, chi arriva dimagrito e chi arriva ingrassato e ho riso molto. Complimenti, bella prova.
Mi ha fatto piacere leggerti :)

3. NEURONASTRO
Ciao Eugene.
Ok, il finale del tuo racconto mi ha lasciata a fissare lo schermo per una decina di secondi. Tra l'altro, sono reduce da Black Mirror (non so se conosci questa serie TV), quindi questi episodi li ho ingoiati, assorbiti ma mai metabolizzati. La tua storia mi angoscia, e non è una cosa negativa. Nel senso, questa totale privazione di libertà mi ha fatto pensare a certe vicende del mondo reale, naturalmente in misura diversa. Quindi ho avvertito il colpo e l'ho apprezzato molto.
Unica nota dolente, come hanno detto gli altri, è l'irrilevanza del colore del nastro, in effetti. Ma per il resto, sono dalla tua parte.

4. ANONIMO
Ciao Viviana.
Il tuo racconto mi piace, per quanto voglia descrivere l'immobilità di una vita a me ha mosso un sacco di sentimenti: ansia, inquietudine, tristezza, compassione, nostalgia (impersonandomi). Trovo che anche la scelta del nome sia funzionale, perché è un nome antiquato, brutto, ma non comune, quindi seppur anonimo il tuo protagonista è, per così dire, speciale. Non solo perché sta tagliando il fatidico nastro rosso, ma anche perché è una persona dal nome buffissimo, che un tempo ha avuto una vita piena.
Brava, bella prova.

5. PERCHE' ANCHE UN UOMO PUO' SVENTOLARE IL SUO NASTRO
Ciao Giuseppe.
Il tuo racconto mi ha divertita, è originale. In un certo senso, parla anche di una rivoluzione e di una sconfitta di pregiudizi e questo mi piace. Geniale il motivo del colore rosso del nastro, anche se non sono sicura che un'operazione del genere faccia perdere così tanto sangue da impregnare completamente un nastro, ahahah.
Il mio giudizio è positivo, potrebbe risultare difficile empatizzare con il tuo personaggio, ma se si va oltre la patina comica della tua storia, si arriva al desiderio profondo di un uomo diverso dagli altri, e quindi tutto cambia, poi ognuno la vive a modo suo, insomma.

6. DIMENTICANDO
Ciao Sara.
Il tuo racconto è molto particolare, hai scelto un'ambientazione futuristica a quanto pare e il lessico naturalmente non poteva essere da meno. Questo in effetti si scontra con l'ignoranza di chi non conosce bene questo genere letterario, io in primis non ne sono molto esperta. Ma devo apprezzare la capacità di aver ricreato una scena ben dettagliata, quasi tangibile, perché ci fai vedere tutto, ogni movimento, ogni espressione. Tuttavia, non mi sento in grado di giudicare altro, perché rischierei di farmi condizionare da quello che ho scritto sopra e non essere obiettiva.
In ogni caso, mi sembra che tu abbia fatto un buon lavoro :)

7. L'ULTIMO NASTRO ROSSO
Ciao Ophelia.
La leggenda del filo rosso la conosco bene e mi ha sempre affascinato. Mi piace come l'hai collocata nella tua storia, ma forse l'avrei resa ancora più incredibile, originale, proprio perché ci sono gli dei di mezzo. Cioè, credo che li avrei sfruttati maggiormente e in modo diverso. Tutto sommato, è venuta fuori una buona storia, scritta bene e che lascia tenerezza.
Buona fortuna!

8. QUA LA MANO!
Ciao Roberto.
Parto dal finale: aiuto. Insomma mi hai sorpresa, non mi aspettavo le si staccasse la mano, addirittura! Quindi ben fatto, sei riuscito a colpire. Per il resto, invece, non so. Non riesco a decidere se mi sia piaciuto o no, forse perché non sono riuscita a sentirmi del tutto coinvolta. Insomma, magari uno scontro vero e proprio e non solo un raccontare il malocchio e come guarirlo avrebbe reso tutto più elettrizzante. Naturalmente non devo essere io a dirti come devi scrivere la tua storia, ci mancherebbe! Però posso dirti come avrei lavorato io se fossi stata al posto tuo, ecco.
A presto!

9. IL NASTRO ROSSO
Ciao Chiara.
Dunque... senz'altro il nastro rosso c'è e pure bello visibile, ma forse non è una delle mie soluzioni preferite. Ecco, magari avrei preferite che la storia partisse in modo diverso, perché così mi sembra di essere giunta al problema in modo frettoloso, come se ti fossi accorta che i caratteri non bastavano e avessi accelerato all'improvviso. A questo punto, magari io sarei partita direttamente dalla stanza. E anche la modalità di scoperta delle foto mi sembra troppo veloce. Tuttavia ho apprezzato l'oggetto del segreto, che non è il solito ometto traditore in cerca di giovani donne con cui appagarsi, ma qualcosa di più, qualcosa da tenero nascosto, di cui vergognarsi perché la società è questa.
A rileggerci!

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Paola B.
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » sabato 24 marzo 2018, 18:10

A tutti: buona fortuna!

QUA LA MANO
Un testo chiaro, si legge abbastanza bene ed è comprensibile. Hai utilizzato due volte la parola anche nello stesso rigo, il secondo, e infatti è il discorso meno riuscito. Andrebbe riguardata la punteggiatura con frasi più brevi. Nella prima parte il narratore racconta la protagonista, mentre andrebbe mostrata, fatta vedere affinché il lettore si crei da solo l’immagine e il carattere. Dicendole limiti il personaggio a quelle parole, lo etichetti. Non mi ha suscitato emozioni, il finale già si poteva intuire. Mi dispiace.

SAN GERVASIO
Testo chiaro ben scritto, ti prende da subito senza annoiarti. Leggevo e mi sembrava di stare in mezzo alla folla dietro alla bambina col nastro rosso. Mi ha inquietato abbastanza il finale e non oso pensare a che tipo di uomo sia l’amico del padre. Quindi, se sei riuscito a suscitarmi queste emozioni vuol dire che è un bel testo! Riuscito nel tuo intento. Complimenti.

L’ULTIMO NASTRO ROSSO
Nel suo insieme la storia mi è piaciuta. Ho trovato più difficoltosa la struttura del testo. Intanto già come si presenta: un quadrato pieno, solido nel suo insieme. Andare a capo più spesso e lasciare spazio quando cambi argomento, facilita la lettura e l’approccio a chi legge. I dialoghi meglio metterli a capo e magari, qualche colloquio in più a spiegare la situazione invece di farla dire al narratore. Tu lo racconti tutto, non lo mostri utilizzando i cinque sensi. Spesso ripeti più volte le stesse parole, bisognerebbe farci caso e utilizzare i sinonimi. Comunque è una storia piacevole e molto originale.

IL NASTRO ROSSO
Non voglio che qualcuno che metta il naso tra le mie cose. A parte il secondo che nella frase, il resto del testo scorre molto bene. Mi è piaciuta l’idea e quanto si ingegna per capire il misfatto. L’hai reso bene momento per momento. Ho trovato troppo freddo il finale. Mi spiego: lei aveva appena scoperto gli altarini del marito (e fino a quel momento credevo che ci sentisse per lui) e con una velocità inaudita è riuscita a mantenersi fredda, distaccata e dargli il colpo finale da donna calcolatrice. A questo punto, ma ora che ci rifletto, mi viene da pensare che forse non aspettasse altro… Beh! Se è così, ci può anche stare un comportamento del genere…

DUE MAGLIE ROSSE
Il racconto si legge bene è scorrevole e divertente. Forse l’unica pecca, a volerla trovare, è il nastro rosso che poco incide sulla storia. È vero è il traguardo che, per quanto non vogliano, prima o poi sono costretti a varcare. Nella tua storia è molto più evidente e ha risalto l’ironia dei due protagonisti e le buffissime soluzioni che trovano. Mi è piaciuto. Bravo.

PERCHE’ ANCHE UN UOMO PUO’ SVENTOLARE IL SUO NASTRO
Questo è il secondo racconto ironico che ho letto. Diciamo che, anch’io da brava ragazzina degli anni ‘80, ho visto Hilary, ma mentre leggevo visualizzavo Gigi La Trottola (non so se hai presente). Lui aveva uscite del genere, si cimentava in azioni di questo tipo e aveva anche un vocabolario colorito simile. È stato piacevole questo tuffo nel passato…
Però anch’io, come già ti hanno fatto notare altri, non ho gradito molto alcuni termini. Comunque lo trovo carino.

NEURONASTRO
Oh mamma che dire… Io non posso certo impedirti di scrivere cose così. Non lo so. Mi ha lasciato col groppo in gola, nello stomaco… Mi fa pensare, anzi non oso pensare che nel prossimo futuro possa esserci un cinismo del genere. Beh! Se era questo quello che volevi, sei stato bravissimo, hai centrato in pieno. Sono ancora in preda allo shock!
La scrittura è ottima c’è solo un piccolo refuso: la televendita della 23 su Canale20 delle 23, stavi talmente preso dall’ultima parte che ti è sfuggito… (Qui Freud, forse direbbe che anche a te questo cinismo non piace). Comunque ottima scrittura.

DIMENTICANDO
A una prima lettura non si entra bene nell’atmosfera del racconto, ce ne vuole una seconda. A parte questo (sarà che provengo dal racconto precedente che mi ha lasciata piuttosto…), mi è piaciuta l’ambientazione futura, l’idea del biodegradabile, quello che mostri sui probabili abitanti. Hai ponderato sui nuovi possibili abiti e molto carino l’inserimento di verbi di future azioni. Tutto questo mi è piaciuto. Però, non mi ha suscitato emozioni. L’ho trovato un po’ piatto: una bella finestra, guardi ma non partecipi.

ANONIMO
Trovo che il tuo racconto sia troppo narrato. Fai dei giri lunghi per tornare a lui, banale, normale. Ma lo dici e lo ridici più volte. Magari inserendo qualche dialogo di amici che raccontano i suoi episodi banali, avrebbe acceso di più il racconto. Così, come è adesso, è grigio! Rappresenta bene la sua vita monocolore, però finito di leggerlo ti rimane quel sapore indecifrabile... L’avrei buttata più su l’ironia.

Classifica:
1) San Gervasio
2) Due maglie rosse
3) NeuroNastro
4) L’ultimo nastro rosso
5) Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro
6) Dimenticando
7) Il nastro rosso
8) Qua la mano
9) Anonimo

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patty.barale
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » martedì 27 marzo 2018, 16:06

La mia classifica:

1- SAN GERVASIO di Andrea Gemignani
2- NEURONASTRO di Eugene Fitzherbert
3- DUE MAGLIE ROSSE di Filippo De Bellis
4- ANONIMO di Viviana Tenga
5- IL NASTRO ROSSO di Chiaradilina
6- DIMENTICANDO di Zebratigrata
7- QUA LA MANO! Di Roberto Masini
8- PERCHE’ ANCHE UN UOMO PUO’ SVENTOLARE IL SUO NASTRO di Giuseppe Gangemi
9- L’ULTIMO NASTRO ROSSO di Ophelia



ANONIMO di Viviana Tenga

Ciao Viviana!
Mi è piaciuta molto l’impostazione cromatica del racconto, con quel nastro rosso unica macchia di colore in un universo appiattito in un grigiume totale (quel fiocco rosso ha la stessa valenza del cappottino rosso della bambina ebrea in Schindler’s List). Non ho colto nulla, dal punto di vista formale, da contestarti, per cui reputo la tua una buona prova che ha saputo dare un valore centrale al tema.
A rileggerci!

DIMENTICANDO di Zebratigrata

Ciao Sara,
Come premetto sempre, il mio giudizio su un racconto di fantascienza purtroppo è inficiato dalla mia totale ignoranza sul genere e soprattutto dal mio non amore per lo stesso.
Del tuo racconto, comunque, mi è piaciuta molto l’idea di usare il nastro come elemento di unione tra due mondi temporalmente lontani, anche se, a mio parere, il tema è centrato a metà, perché nella storia il fatto che il nastro sia di colore rosso non ha alcun rilievo.
La tua scrittura è molto ricercata e molto attenta al lessico, anche se non sono convinta che cianghettio sia corretto (io l’ho letto come “ciangottio” e in questo caso mi piace il tipo di suono che hai voluto associare alla tunica del personaggio)
Poi, sempre per via della mia ignoranza: il minibot per la barometria che passeggia sul nastro rosso ha la funzione di controllare il microambiente nella teca, vero?
Alla prossima!

NEURONASTRO di Eugene Fitzherbert

Ciao Eugene,
Che dire di questo racconto se non che è bellissimo?
Resa molto bene l’ambientazione e il tutto scorre in maniera credibile e per nulla artificiosa.
Uniche perplessità:
“Cordoncino piatto” mi suona come un ossimoro, in quanto un cordoncino non è piatto, ma appunto in foggia di cordone sottile. Capisco la necessità di usare un sinonimo, per cui vedrei più indicato “fettuccia”(IMHO).
Sempre nella mia personale interpretazione, ritengo il tema rispettato al 50%: come ho già detto a Zebratigrata, il colore del nastro doveva avere un ruolo importante, mentre in questo caso il colore non incide sul racconto (magari se SOLO i Neuronastri rossi fossero stati quelli del Governo o della Polizia, mentre quelli blu, per esempio, fossero stati quelli del dipartimento della Salute...)
In ogni caso è sempre un piacere leggerti!

PERCHÉ ANCHE UN UOMO PUÒ SVENTOLARE IL SUO NASTRO di Giuseppe Gangemi

Ciao Giuseppe,
Quando mi trovo davanti titoli in stile Lina Wertmuller ho la certezza di avere a che fare con un Gangemi autentico!
A parte battute, divertente e surreale la tua interpretazione del tema che porta alla ribalta la questione della parità di genere (vista attraverso gli occhi del genere “dominante”).
Sei riuscito a farmi sorridere, anche se, sono sincera, non mi hai entusiasmato.

Una nota:

Sognò della sua infanzia e del cartone che lo ispirò (AVEVA ISPIRATO), di Hilary che si esibiva con il nastro bianco e del momento in cui decise (AVEVA DECISO) che l'avrebbe emulata.

A rileggerti!

DUE MAGLIE ROSSE di Filippo de Bellis

Ciao Filippo,
Se non erro questo è il nostro primo incontro e ammetto di averlo gradito moltissimo! Mi è piaciuta molto la tua interpretazione del tema, una gara per arrivare ultimi con la maglia rossa che da maglia del leader di classifica diventa premio di consolazione ambito, fino al parossismo, da due perdenti nati!
Hai saputo delineare i protagonisti con tratti incisivi e netti (contrappasso ironico della coppia Coppi-Bartali): bravo!
Insomma, il tuo racconto mi ha divertito e non ho trovato (IMHO) nulla da segnalare!
A rileggerti!

IL NASTRO ROSSO di ChiaradiLuna

Nastro rosso come simbolo di sessualità, di regalo passionale, di segreto morboso... direi che il tema c’è. Per quanto riguarda la storia (chissà perché mi vengono in mente alcuni politici nostrani! :-) )ho trovato la parte iniziale con la telefonata all’amica ridondante e inutile ai fini della storia: bastava far passare la protagonista per il salotto, e farle trovare la penna tra i giochi in disordine (ovviamente IMHO), anche se, riflettendoci un po’ di più, forse voleva essere un modo per mostrare il carattere della protagonista, una che prende ciò di cui ha bisogno dalle persone senza troppi scrupoli (ha chiamato l’amica per vedere confermate le sue opinioni e quando questa diverge, diventa “noiosa” e meritevole di telefono sbattuto in faccia)

Piccole note:

Mi inginocchio per capirci (CAPIRE) meglio


Uno sgargiante e stropicciato nastro rosso padroneggia su decine e decine di foto


Più che padroneggia mi sembra più appropriato SPADRONEGGIA

Nonostante sia molto più grande di me potrei schiacciarlo facilmente.


Più grande non rende con chiarezza se vuole indicare che è più alto o più anziano (nella lettura il dubbio mi ha infastidita, anche se forse l’uso del termine grande voleva proprio sottolineare il contrasto con l’azione dello schiacciare, ma ripeto, tale termine mi ha rallentato la fluidità della lettura)

A rileggerti!

L’ULTIMO NASTRO ROSSO di Ophelia

Ciao Ophelia,
Non so se la leggenda di cui parli sia una delle tante leggende Giapponesi o se sia frutto della tua immaginazione, nel qual caso l’idea è ottima. Azzeccata pure l’ambientazione giapponese, paese in cui i colori sono carichi di simbolismo.
Meno centrata, secondo me, la resa: troppo tell e poco show, o per dirla in altri termini, troppo narrato, che non aiuta il lettore a “entrare” nella storia.
A un certo punto, poi, dici :

Non aveva parlato loro della leggenda del nastro rosso, per timore di essere presa in giro ma qualcun altro ne era venuto a conoscenza.


Chi ne è venuto a conoscenza?
Il dio dei matrimoni? Ma non avrebbe già dovuto conoscerla, visto che quel nastro rosso determina le unioni, suo ambito di competenza?
E poi, per realizzare il sogno di Yumiko, Yuè Lao rinuncia ai suoi poteri… quindi come può pensare

Forse potrei farla continuare questa tradizione, nonostante tutto


Questi i dubbi sulla storia.
Dal punto di vista della realizzazione, a parte un po’ di virgole e errori di battitura, credo che il tutto andrebbe rivisto con calma (lo so, Minuti contati è terribile nella sua fulmineità!) rendendo la narrazione più fluida. Tanto per capirci:

Lei aveva spiegato a lui di cosa si trattava e lui aveva ammesso […]


Potrebbe diventare:
Gli aveva spiegato di cosa si trattasse e lui aveva ammesso […]

Quindi idea ottima ma da rivedere!

E’ stato un piacere leggerti.
Alla prossima!

SAN GERVASIO di Andrea Gemignani

Ciao Andrea,
Che bella brutta storia!
Mi è piaciuto molto il modo in cui mi hai portata in mezzo al paese in festa, in cui mi hai fatto guardare il mondo attraverso gli occhi di Giulia, lasciandomi emozionare come solo i bambini sanno fare.
Complimenti!
Anche il finale, non particolarmente imprevedibile, mi è piaciuto molto per il netto contrasto che crea, a livello emotivo, col resto del racconto, lasciandoti dentro una tristezza immensa per quanto sta per succedere.
Per quanto riguarda il tema, sebbene si tratti di un nastro per capelli che poteva essere di qualunque colore, nel tuo racconto il rosso di quel nastro diventa quasi un presagio di quanto il destino abbia in serbo per la piccola Giulia e sicuramente un qualcosa che resterà impresso nella sua memoria.
Come ho già avuto modo di dire per il racconto di Viviana (e qui in maniera ancora più marcata) il nastro rosso mi riporta alla mente il cappottino rosso della piccola ebrea in Shindler’s list: mentre leggevo seguivo quel nastro in mezzo alla folla anonima.
Ottima prova!

QUA LA MANO! di Roberto Masini

Ciao Roberto,
Vengo subito al punto: la prima parte della storia, secondo me, potrebbe essere eliminata di sana pianta: non ci fornisce informazioni essenziali (il fatto che sia in un periodo di sfiga profonda lo apprendiamo dal dialogo con la fattucchiera e il fatto che sia di Alessandria non ha -IMHO- rilievo ai fini della storia)
Buono lo stile, con un buon uso dei dialoghi.
Il finale, invece, non riesce a creare l’effetto sorpresa che, un racconto declinato nell’horror, dovrebbe avere (sicuramente il tempo tiranno non ha aiutato).
Per quanto riguarda il tema lo considero centrato solo a metà, nel senso che il fatto che il nastro sia rosso non mi sembra così rilevante (poteva essere di qualunque colore!)
Secondo me vale la pena riprenderlo in mano e cesellarlo con calma.

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Andrea Partiti
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » mercoledì 28 marzo 2018, 11:11

Commenti in ordine canonico e classifica al fondo!

Anonimo, di Viviana Tenga
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Dimenticando, di Zebratigrata
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NeuroNastro, di Eugene Fitzherbert
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Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro, di Giuseppe Gangemi
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Due maglie rosse, di Filippo De Bellis
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Il nastro rosso, di Chiaradiluna
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L’ultimo nastro rosso, di Ophelia
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San Gervasio, di Andrea Gemignani
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Qua la mano, di Roberto Masini
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1. San Gervasio, di Andrea Gemignani
2. Anonimo, di Viviana Tenga
3. Dimenticando, di Zebratigrata
4. Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro, di Giuseppe Gangemi
5. NeuroNastro, di Eugene Fitzherbert
6. Due maglie rosse, di Filippo De Bellis
7. Il nastro rosso, di Chiaradiluna
8. L’ultimo nastro rosso, di Ophelia
9. Qua la mano, di Roberto Masini

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Linda De Santi
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 28 marzo 2018, 20:59

Ciao, di seguito, la mia classifica e i commenti. Complimenti a tutti e buona edizione!

1.Neuronastro
2.Due maglie rosse
3.Anonimo
4.San Gervasio
5.Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro
6.Dimenticando
7.Il nastro rosso
8.Qua la mano
9.L’ultimo nastro rosso

Anonimo di Viviana Tenga

Ciao Viviana! Mi è piaciuto il tuo racconto. Narri l’appiattimento e l’”anonimizzazione” che il lavoro d’ufficio provoca alle persone, aspetti che, oggi più che mai, vengono celebrati come delle virtù (vita senza interessi né passioni=più impegno e tempo da spendere sul lavoro).
Molto bella la caratterizzazione di Rambaldo, sei riuscita a descrivere il profilo del perfetto anonimo attraverso poche pennellate (le relazioni che si fanno sempre meno intense, gli stessi dischi ascoltati da un anno all’altro mentre la chitarra s’impolvera). Buono stile e bel gioco di contrapposizioni tra il rosso del nastro e il grigio della vita. Un bel racconto, brava.

Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro di Giuseppe Gangemi

Ciao Giuseppe! Il tuo racconto, nel suo intento umoristico e dissacrante, tocca un tema importante: quello della discriminazione basata sul genere. La ginnastica ritmica è considerata uno sport prettamente femminile, ma ci sono anche uomini che la praticano e che arricchiscono questo sport con interpretazioni fantastiche.
Il tuo protagonista va oltre le convenzioni e porta avanti la sua passione, pur con tutti gli inconvenienti del caso :)
Sono andata a documentarmi e ho visto che il nastro è un attrezzo che non viene utilizzato nella ginnastica ritmica maschile… peccato, perché il tuo protagonista nei suoi intenti è davvero convincente. Avrei creduto sul serio a un campionato con un uomo che fa un esercizio con un nastro. D’altra parte Hilary avrebbe fatto venire voglia di praticare la ginnastica ritmica pure a chiunque… :D
Una lettura godibile che strappa un sorriso. Bene!

Neuronastro di Eugene Fitzherbert


Ciao Eugene,
bel racconto, storia intrigante e buona scrittura.
Non mi convince troppo la scena finale, che dà una virata splatter alla vicenda: sicuramente è d’impatto, ma se mi metto a immaginarla sul serio mi appare grottesca, cosa che fa un po’ a cazzotti con la narrazione accurata e ben condotta della prima parte. In ogni caso si tratta di un bel lavoro, con una declinazione interessante del tema.

Dimenticando di Zebratigrata


Ciao Sara! Il racconto mi è piaciuto, come sempre la tua scrittura si distingue per la precisione del lessico e l’attenzione minuziosa ai dettagli. Anche l’argomento che hai scelto è interessante: mostri con forza la deperibilità del biologico, che sembra una cosa naturale e scontata, ma che in caso di "annientamento totale" non lascerebbe alcuna traccia di sé.
Faccio un po’ di fatica a mettere a fuoco i personaggi, non mi è chiaro se sono biologici o no: la loro caratterizzazione fisica e il fatto che ci siano state un’epoca del Bio e la distruzione del pianeta mi fa pensare che siano esseri metallici, ma allora non mi spiego come fa Geordain a impiastricciare la teca di vetro (significa che produce sudore o sebo, elementi più tipici degli individui biologici).
Forse manca qualche dettaglio chiarificatore su questa nuova specie che abita il pianeta, ma in sé il racconto è ben scritto e mi è piaciuto. Alla prossima!

Due maglie rosse di Filippo De Bellis

Ciao Filippo! Racconto ironico e leggero, con i giusti tempi comici e apprezzabile anche da chi non è appassionato di ciclismo. Lo stile giornalistico è efficace, sembra di stare leggendo un fatto di cronaca realmente accaduto e la paradossalità dei fatti raccontati aggiunge comicità alla storia.
A livello stilistico ho trovato qualche sbavatura, ma niente che infici la godibilità del racconto. Un bel lavoro, bravo!

L’ultimo nastro rosso di Ophelia

Ciao Ophelia!
Inizialmente il tuo racconto mi ha confuso un po’ le idee, perché è ambientato in Giappone ma la leggenda del nastro rosso e il dio dei matrimoni Yue Lao sono elementi della mitologia cinese (i “corrispettivi” giapponesi sono la leggenda del filo rosso del destino e il dio Musubi).
A parte questo, in sé la storia non mi ha appassionato granché: i due personaggi, Yuniko e Akio, non hanno una dimensione psicologica e agiscono in maniera molto meccanica. Anche per quanto riguarda il dio, non si capisce perché faccia quello che fa… solo perché Yuniko crede in lui, accetta di sacrificare il proprio potere? Possibile che lei sia stata l’unica in tutto il Giappone e in tutte le epoche a meritare questo sacrificio? :)
Forse, con un po’ di lavoro, la tua storia potrebbe prestarsi a diventare un racconto mitologico, ma così com’è temo che non soddisfi né come racconto né come mito.
Comunque hai un buono stile di scrittura, secondo me vale la pena lavorare su questa storia per portarla alla sua forma migliore. Alla prossima!

Il nastro rosso di Chiaradiluna

Ciao Chiaradiluna, la tua storia si legge con piacere, è scorrevole e accattivante, e il modo in cui hai sviluppato il tema è decisamente convincente.
Purtroppo la bella scena che hai realizzato crolla un po’ sul finale, o almeno per me è stato così: se fino a poco prima della fine ho empatizzato con la protagonista, nelle battute conclusive non ci sono riuscita. Il discorso che fa è fin troppo impostato, davanti al tradimento del marito non mostra la minima emotività, come se già sospettasse qualcosa o non aspettasse altro che cogliere il marito in flagrante. Personalmente, taglierei il suo discorso (anche perché i dialoghi in corsivo mi urtano un po’ ;)) e lascerei la scena senza ulteriori spiegazioni, con lei che se ne va e lo lascia lì.
Comunque si tratta di un buon lavoro. Alla prossima!

San Gervasio di Andrea Gemignani


Ciao Andrea!
Anch’io non posso che farti i complimenti per la tua scrittura, davvero pulita, scorrevole, ricca di dettagli. Penso anch’io che tu sia riuscito a rendere molto bene il punto di vista della bambina, quanto alla festa, me l’hai proprio fatta vedere con descrizioni precise ed evocative. Per questo, ti faccio i complimenti!
Purtroppo (e dico purtroppo perché, considerato come scrivi, mi piacerebbe tantissimo premiare il tuo racconto!) la storia non mi ha appassionato. Si arriva oltre la metà e sembra che non succeda nulla, poi succede qualcosa, ma forse è già troppo tardi. Quando Giulia lascia la mano del papà s’intuisce che capiterà qualcosa di brutto. Sulle prime ho pensato che, cadendo, fosse rimasta schiacciata dalla folla e rialzando la testa si accorgesse che a darle la mano c’era proprio San Gervasio. Invece hai optato per un finale che sicuramente è d’effetto, ma che alla fine mi fa un po’ chiedere… “sì, ma quindi? Per questo epilogo erano davvero necessari i dettagli sulla festa?”. Comunque si tratta assolutamente di gusti personali, sulla validità del tuo racconto direi che non ci sono dubbi.
Alla prossima!

Qua la mano di Roberto Masini

Ciao Roberto!
Che la maga era una ciarlatana Antonia doveva accorgersene già quando le chiede del fidanzato. Se la forma dell’olio è allungata e il malocchio è stato causato da una donna, perché le chiede di un uomo? ;)
Il tuo racconto fila abbastanza bene, ma secondo me è da sfoltire la parte iniziale: dai troppe informazioni tutte insieme, in fondo non ci serve sapere che lei non abita in un paesino del sud ma è della pianura padana, abita ad Alessandria che è una città del basso Piemonte, ha perso dieci chili, non crede a santoni e maghi, ecc. Farei emergere alcune di queste informazioni attraverso i dialoghi.
Il finale è ben riuscito, anche se forse il fatto che la mano si stacchi è persino eccessivo: mi sarebbe piaciuto se lei avesse provato a togliersi il nastro ma non ci fosse riuscita, e dunque le fosse toccato di portarlo per tutta la vita.
Comunque, una lettura piacevole. Alla prossima!

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willy
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 28 marzo 2018, 23:06

Eccomi alla classifica, perdonate le risposte a volte sintetiche ma ultimamente il tempo è tiranno e non sapevo nemmeno se sarei riuscita a partecipare :)


SAN GERVASIO - Andrea Gemignani
Ciao Andrea,
Mi è piaciuta la tua storia, mi sono trovata immersa nella festa coi profumi e la festosa allegria tipica delle feste paesane. Hai reso molto bene le emozioni della bambina, il legame stretto col padre, la soggezione tipica dei bambini verso le statue e I santi in genere. Un finale crudo, ma che non stona. Forse mi è mancata un po’ la paura di Giulia, ma si sa che I caratteri sono contati.
Alla prossima!

Neuronastro
Ciao Eugene, bel racconto. Si presterebbe come trama per un film di fantascienza, c’è materiale a sufficienza, complimenti per la fantasia. Interpretazione originale della traccia che ci porta a un futuro poco allettante descritto in modo credibile, anche se a tratti un po’ crudo. Il cartellino dei prezzi sugli organi mi ha fatto storcere un po’ il naso: tutta la tecnologia descritta in precendenza mi porta a pensare che il prezzo possa essere mostrato in modo diverso, ma sono dettagli. Bella prova, alla prossima!


L’ultimo nastro rosso
Ciao Ophelia,
storia romantica che contiene il classico conflitto tra amanti anche nella giovanissima età dei protagonisti. Simpatico il legame con la leggenda (non la conosco, ma immagino che esista veramente) che mette in gioco la decisione di un dio che fa una grande rinuncia pur di veder andare a buon fine il rapporto tra I due giovani. Nell’insieme una buona storia. Piccolo appunto: il muro di testo non aiuta mai la lettura, è sempre meglio spezzare con qualche a capo e con I dialoghi.
Alla prossima!


Qua la mano! di Roberto Masini
Ciao Roberto,
la cosa positiva del tuo racconto è che per come descrivi le scene la storia prende una piega che può sembrare verosimile, anzi, sembra proprio vera pur parlando di malocchio e di vecchie maghe. Per questo ho apprezzato lo spiazzamento quando è arrivato. Mi piace essere sorpresa. La conclusione che prende poche righe è in pieno stile horror e uno non se lo aspetta.
Storia interessante, complimenti, alla prossima!



Dimenticando, di Zebratigrata
Ciao Sara,
Racconto interessante con un’ambientazione molto particolare che avrebbe avuto bisogno di più spazio per rendere al meglio. Mi è comunque piaciuto per come è stato gestito e per la suspance che si è creata intorno alla teca che contiene il nastro. Simpatica anche la chiusura, un comportamento che si mantiene inalterato nei secoli.
Buona prova, alla prossima!


Due maglie rosse
Ciao Filippo,
questo è il secondo racconto che leggo che fa dell’ironia e del grottesco il suo filo conduttore. La storia fila via bene con I particolari ben delineati e pieni di colore. Belli I riferimenti ai campioni del passato e le descrizioni delle piccole manie e degli espedienti dei due partecipanti. Non centratissimo il tema, ma nel complesso un buon lavoro.
Alla prossima!

Il nastro rosso di ChiaradiLuna

Ciao Chiara,
storia messa insieme con una buona dose di fantasia e di dettagli che ci portano ad una rivelazione devastante per la protagonista e altrettanto per il coniuge. Bella la tensione che precede la scoperta e I particolari usati per portarci al punto di non ritorno. Un pugno nello stomaco la scoperta stessa. Alla prossima!



Anonimo - di Viviana Tenga

Ciao Viviana, non si inciampa nel tuo racconto. Ogni scena scorre via senza intoppi, ma tutte le informazioni che ci dai sul tuo protagonista a un certo punto della storia si sono, almeno per me, trasformate in una specie di elenco. Non ho visto Rambaldo “muoversi” nel suo mondo sbiadito, me lo hai detto tu come si comporta. A parte la scena in cui ha lo scatto di rabbia e che a ben vedere potrebbe esserci o mancare perché non è incisiva ai fini del racconto.
È ben scritto, intendiamoci, ma anche la traccia è presente in modo marginale.
Alla prossima!


Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro 
Ciao Giuseppe,
hai messo insieme una storia particolare, piena di situazioni grottesche al limite del credibile, complimenti per la fantasia. Ci sono però alcuni passaggi su cui ho faticato. Svenne per la tensione, tanto per dirne uno, mi è sembrato eccessivo. E poi alcuni dialoghi del ragazzo, ad esempio. Proprio non me lo immagino a gridare: «Ti supplico allenami al ritmico sventolio!» E anche il nastro che si inzuppa di sangue per una ceretta è veramente esagerato.
Forse perché il genere non mi attira, non sono riuscita a immedesimarmi. Alla prossima!


La classifica:

1)SAN GERVASIO - di Andrea Gemignani
2)Neuronastro - di Eugene Fitzherbert
3)L’ultimo nastro rosso - di Ophelia
4)Qua la mano! - di Roberto Masini
5)Dimenticando - di Zebratigrata
6)Due maglie rosse - di Filippo De Bellis
7)Il nastro rosso - di ChiaradiLuna
8)Anonimo - di Viviana Tenga
9)Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro - di Giuseppe Gangemi
























































La prima, di Polly Russell

Ciao Polly, mi piace quando i racconti iniziano con un dialogo, si entra subito nel vivo della scena.
Quello che ti contesto (perché da soli è difficile essere obiettivi con la storia già chiara in testa) è il dover rileggere minimo due volte, anche tre volte per capire bene quale delle due protagoniste parla per prima.
Alcune delle frasi che hai usato (stirò delle insistenti pieghe… con ampie falcate) sono ormai troppo sentite e arricchiscono poco la storia.
Lo stile è buono, bella anche l’ambientazione, forse da curare meglio l’insieme.


Il Guardiano - Roberto Romanelli

Ciao Roberto,
la tua storia mi ricorda molto il film “La maschera di ferro” dove i moschettieri non so no più giovani: Jerarde Depardieu potrebbe essere il tuo Saul. Ho gradito il linguaggio, i dettagli accurati con cui descrivi l’ambiente e come fai muovere i personaggi. Non mi è molto chiara la scena con la cameriera e l’accenno a Valeria forse è poco significativo.
Occhio a questa frase (un refuso, o magari un intercalare, ma letta al volo non suona bene)
“Sì, ma non è cosa che possiamo sbrigarci in due.”
Nell’insieme un racconto godibile, bravo.

Luca Occhionorelli
Messaggi: 32

Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 29 marzo 2018, 23:41

Eccomi anche io alla classifica e ai commenti:

1 - San Gervasio

Ciao Andrea! Mi è piaciuto molto, mi ha lasciato amareggiato, sconfortato, inquieto, cosa è successo a Giulia? All'inizio pensavo che la storia non decollasse e che non sarebbe successo niente, poi invece eccolo lì il colpo di scena che aspettavo. Racconta anche uno spaccato della nostra società oscuro, malsano che mi disgusta. Ma è proprio quello che colpisce il lettore, è la forza straordinaria del Sublime ( un accenno il tuo per la verità, solo alla fine) dell'orrore che inquieta e che provoca un sentimento complesso di repulsione e attrazione.

2- Neuronastro

Ciao Eugene, bella storia! Ambientata in un futuro distopico che ben si presta ad un bel film di fantascienza. Anche sulla scrittura niente da dire, scritta in modo pulito e scorrevole. Mi è piaciuto molto anche il finale, chi non si conforma alla dottrina del regime viene letteralmente venduto organo per organo.

3- Il nastro rosso

Ciao Chiara,
bella storia, originale, mi ha colpito. Mi piace il richiamo ad una realtà non troppo distante da quella che racconti. Il politico di turno invece che con i ragazzi, sarebbe andato con qualche escort giovane e servizievole. Quello che più mi da fastidio non è la vita libertina che conducono, ma la loro facciata pura e immacolata, che li vede devoti alla famiglia e impegnati socialmente. Poi invece, quando nessuno li vede, tirano giù la maschera e si lasciano andare a qualsiasi tipo di nefandezza. Bene anche la scrittura, forse un finale più sanguigno avrebbe avvicinato di più la storia alla realtà.

4- Due maglie rosse

Ciao Filippo, bel racconto. Storia originale e divertente, al limite del grottesco. Mi ha ricordato le scene del ragionier Fantozzi, paradossali e tragicomiche. Bello il richiamo ai due campioni, la scrittura leggera e anche le scene tirate all'estremo del ridicolo. Unico appunto che mi sento di fare è legato alla storia, che secondo me poteva riservarci qualche colpo di scena finale o qualche conflitto durante il racconto.

5- Anonimo

Ciao Viviana! Il tuo racconto non mi ha entusiasmato molto, non c'è climax e non mi ha suscitato grandi emozioni. Detto questo però, devo dire che il personaggio è azzeccato. Rappresenta bene l'alienazione che vivono le persone che si affaccendano nell'odierno mondo del lavoro. I lavoratori sono sempre più anonimi e intercambiabili, ci è richiesta sempre più flessibilità e prestazioni elevate e se non soddisfiamo le esigenze dell'azienda ci sostituiscono rapidamente. Rambaldo è un eroe nel suo attimo di gloria, il mio eroe in effetti. Mi ritrovo molto nel tuo personaggio e trovo ancora più drammatico il fatto che l'unica nota di colore nella sua vita è fornita dalla stessa azienda.

6- L'ultimo nastro rosso

Ciao Ophelia,
bello il richiamo alla leggenda orientale ed anche la privazione di cui il Dio si fa protagonista per rendere felice la ragazza. Mi è piaciuto un po' meno il ritmo della storia, non riesco ad immedesimarmi a pieno con i personaggi, il racconto risulta un po' piatto e non mi ha suscitato particolari emozioni. La storia di fondo però è particolare e romantica, secondo me riorganizzata meglio, con aggiunta di climax e colpo di scena farebbe tutto un altro effetto.

7- Qua la mano

Ciao Roberto,
storia carina e particolare. Parto dal finale, mi è piaciuto molto, ha un significato per me quasi romantico, inteso nel senso spirituale del Romanticismo. C'è un ritorno alla spiritualità, all'ultraterreno, in particolare alla magia, un po' oscura direi. Niente da dire anche sulla scrittura, la storia si legge bene e non ci sono errori importanti. L' unico appunto che mi sento di fare è sulla natura della vecchia, visto il finale della storia non era proprio una ciarlatana, ma piuttosto una che sapeva il fatto suo e forse anche davvero in possesso di qualche potere occulto che voleva sfruttare come farebbero tutti per guadagnare.


8- Dimenticando

Ciao Sara, premetto che mi piace molto la fantascienza ma la storia secondo me è un po' piatta. Molto bella l'idea del nastro come reperto antico. Mi è venuto in mente il film Waterworld, dove un navigante fa sentire a Kevin Costner la consistenza della carta, in un mondo completamente sommerso dagli oceani dove gli oggetti per noi di uso comune, sono diventati molto rari. Niente da dire sulla scrittura, l'unica cosa che non ho capito è come sono gli esseri della tua storia, ma visto i pochi caratteri disponibili è un dettaglio irrilevante.

9- Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro

Ciao Giuseppe, mi è piaciuto il modo sarcastico con cui hai affrontato un tema di cogente esame per quanto mi riguarda. Quello che racconti è un mondo di lotta ai pregiudizi e richiesta di pari opportunità, con un pizzico di ironia e di doppisensi. Tuttavia, la storia non mi ha entusiasmato molto, non mi ha fatto venire voglia di divorare il racconto per sapere come va a finire. Per il resto tutto bene.


La classifica:

1- San Gervasio;
2- Neuronastro;
3- Il nastro rosso;
4- Due maglie rosse;
5- Anonimo;
6- L'ultimo nastro rosso;
7- Qua la mano;
8- Dimenticando;
9- Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro.

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antico
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Re: Gruppo QUARTIERE 961: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 4 aprile 2018, 21:45

Scusandomi per il ritardo, ecco a voi i miei commenti e classifica. Grazie a tutti per le piacevoli letture.

1) San Gervasio, di Andrea Gemignani
Stupendo. Non posso che farti i complimenti, qui è tutto al posto giusto. Il finale giunge come un colpo di frusta, di quelli che lasciano il segno in bella vista, ed è giusto nella sua brevità. Un pollice su con lode, un racconto gelidamente perfetto.
2) Neuronastro, di Eugene Fitzherbert
Bello, molto. Mi sembra che tutti gli elementi siano al posto giusto e lo stesso colore del nastro l’ho visto come giustificato, visto che sottolinei che si tratta del colore del governo. Forse potevi dare maggiore rilevanza alla figura del marito, così posseduto dai valori dello status quo del controllo da sacrificare a loro non solo la moglie, ma anche i figli. Per me un pollice su.
3) Anonimo, di Viviana Tenga
Mi è piaciuto. Ingrigisci il tutto per fare risaltare il nastro rosso e i momento stesso del suo taglio, climax di una vita senza senso alcuno in qui lo stesso colore viene imposto e poi subito tolto. Vero, il tuo descrivere il protagonista è quasi un elenco e forse potevi ordinare diversamente le informazioni, però trovo che anche così riesci ad andare a meta. Non ho particolari appunti da fare, pertanto, unito al fatto che mi è piaciuto, questo non può che essere un pollice su.
4) Due maglie rosse, di Filippo De Bellis
Divertente, ben scritto, intelligente, gran bell’idea. Un solo problema, a mio avviso: il finale. Mi sembra incida poco, mi sarei aspettato una chiusa più ad effetto mentre la sensazione attuale è che vada scemando stancamente fino all’inevitabile conclusione. Ci studierei un po’ su per capire come si potrebbe renderlo più incisivo. Detto questo: un pollice quasi su.
5) Perché anche un uomo può sventolare il suo nastro, di Giuseppe Gangemi
Divertente, brillante, ma mi ha trasmesso una sensazione d’incompiutezza, nel senso che credo ci siano margini per migliorarlo ancora parecchio, soprattutto per quanto riguarda la parte finale che mi è arrivata un pelo troncata. Come valutazione, un pollice tendente verso l’alto con l’invito a ripresentarlo nel Laboratorio in modo da renderlo abile per la Vetrina.
6) Il nastro rosso, di Chiaradiluna
Una narrazione ordinata, chiara, semplice, ben controllata. Perde un po’ sul finale con una reazione troppo impostata da parte della giovane moglie, ma capisco che ti serviva per “grassettarlo”, evidenziare il momento e il conflitto con il marito… Per risolverlo penserei a qualcosa di meno eccessivo andando però ad aumentare la semina sul loro rapporto nel resto del racconto, così da giungere l climax e fare divampare tutto nella mente del lettore senza il bisogno di cercare di creargli una reazione emotiva artificiale. Come valutazione direi un pollice tendente all’alto.
7) Dimenticando, di Zebratigrata
L’ambientazione e il contesto sono decisamente affascinanti, ma, almeno a me, non arrivano i protagonisti. Dedichi molta attenzione a definire il contorno dal quale, però, non emergono Geordain e Bartis, cosa che mi tiene lontano dalla storia e riduce il tutto a uno spiegone di ciò che hai voluto raccontare. Sono abbastanza convinto che ti potrebbe bastare proprio dedicare più spazio a loro per fare rifulgere meglio il tutto. Allo stato attuale, per quanto mi riguarda, è un pollice ni che punta più verso l’alto. Il Laboratorio potrebbe essere l’ideale per lavorarci.
8) L’ultimo nastro rosso, di Ophelia
A discapito della posizione in questa classifica, premetto e sottolineo che questo pezzo ha potenzialità enormi. Allo stato attuale gli manca lo sviluppo dei personaggi, in primis dei dialoghi che avrebbero potuto determinarli meglio facendo empatizzare il lettore maggiormente con loro. T’invito ad allargarlo sviluppandolo nella sua giusta forma e mi rendo fin d’ora disponibile per aiutarti nel Laboratorio (ma mi devi evocare che altrimenti rischio di non accorgermi che ci stai lavorando). Al momento è un pollice ni per la sua forma attuale, ma consideralo come un su per l’idea davvero buona.
9) Qua la mano, di Roberto Masini
Ho percepito nettamente, durante la lettura, un momento nel quale acceleri perché ti rendi corto di essere lungo con i caratteri (quando non fai più parlare Circe, ma ti limiti a informare attraverso il narratore “Le disse anche che se il nastro rosso si fosse spezzato, non doveva preoccuparsi: significava che aveva già attratto energia negativa a sufficienza e non era riuscito a resistere di più, quindi si trattava di un segnale positivo”). Da quel punto alla conclusione il racconto sbanda pur di arrivare e si perde l’equilibrio. Peccato perché sei un gran narratore e fino a quel punto la lettura era davvero piacevole. Pollice ni con invito a revisionarlo nel Laboratorio.

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